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Autore: Valerydell95    02/10/2015    1 recensioni
*dedicata a Elfin Emrys e Achernar*
Dal primo capitolo
"Se c’era una cosa che Hannes detestava con tutto il cuore, quella era essere ignorato. E accadeva sempre più spesso che le altre Micronazioni lo ignorassero."
Ladonia ha un problema di cui non si rende conto: ha un ego decisamente troppo grande e non è mai soddisfatto delle attenzioni che riceve. In suo soccorso arriva nientemeno che Prussia, il quale prende Ladonia sotto la propria ala e decide di insegnargli come essere "un vero figo" acclamato e ammirato da tutti. Ma la strada per diventarlo non è semplice e il primo ostacolo che Ladonia si trova ad affrontare potrebbe essere anche l'ultimo...
(Oltre a Ladonia e Kugelmugel, sono presenti come personaggi secondari anche le altre Micronazioni)
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Kugelmugel, Ladonia, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allora scusa, sei meglio tu!
 

2.
La prima lezione

 

Il pranzo con Prussia fu uno degli eventi più belli mai capitati a Ladonia. Mangiare salsicce ascoltando Prussia che raccontava le sue gloriose imprese passate sembrava quasi un sogno. Ladonia gongolava come mai aveva fatto, pregustando il momento in cui sarebbe andato dai suoi amici e avrebbe raccontato loro che aveva avuto l’onore di mangiare nientemeno che con Prussia, a casa sua e al suo stesso tavolo. Li avrebbe fatti schiattare d’invidiare tutti quanti, soprattutto quello scemo di Sealand, lui e le sue manie di grandezza e protagonismo.
Finito il pranzo, Prussia regalò a Ladonia un altro motivo per andare in sollucchero offrendogli una fetta della famosa torta Foresta Nera preparata da Germania. Batteva di gran lunga tutti i dolci che preparava Berwald, Ladonia ne era convintissimo.
Dopo aver mangiato il dolce Prussia fece accomodare Ladonia su una poltrona e si sedette davanti a lui sul divano.
“Dunque, ragazzo, facciamo le dovute premesse. Diventare un vero figo non è facile. Scordati sotterfugi e scorciatoie, perché non esistono. C’è solo una strada lunga e difficile, ed è quella che ti indicherò io. Sei pronto a seguirmi?”.
“Sì, maestro!” rispose Ladonia annuendo energicamente. Avrebbe seguito Prussia fin dentro a un vulcano, se gliel’avesse chiesto.
“Molto bene. Iniziamo col dire che ciò che conta, per essere un vero figo, è il saper conquistare gli altri.”.
“Nel senso che devo… far innamorare di me tante persone?”.
“No, non è necessario. In teoria si può fare, ma è faticoso ed è una fatica piuttosto inutile. Per ‘conquistare gli altri’ intendo dire il convincerli che la tua opinione è sempre quella giusta.”.
“Oh, ho capito. E cosa devo fare?”.
“Dunque, per diventare un autentico figo c’è un primo importante passo da fare, che sarà alla base di tutto. Devi far innamorare di te una persona, una e una sola.”.
“Davvero?”.
“Sì, ragazzo.”. Prussia sospirò. “Ma non una persona qualunque.”.
“E perché no, maestro?”.
“Te lo spiego subito. Essere un figo implica anche l’essere elitario e selettivo. Un vero figo sceglie con molta cura le persone con cui si accompagna. Quindi la persona che dovrai far innamorare di te non può essere il primo che passa. Capito, ragazzo?”.
“Sì, maestro!”. Quel discorso era giustissimo. Chissà se uscire con le altre Micronazioni era da fighi… Doveva chiederglielo. “Quindi chi devo fare innamorare di me?”.
Prussia si sporse in avanti. Ladonia era ipnotizzato dai suoi occhi, rossi come rubini. Erano i più magnetici che avesse mai visto.
“Un austriaco.”.
Ladonia sbattè le palpebre e pensò di aver capito male. “C-come, maestro?”.
“Un austriaco. Devi far innamorare di te un austriaco.”.
“E… Scusa, maestro, se mi permetto, ma perché proprio un austriaco?”.
“Perché, vedi, ragazzo, gli austriaci sono degli snobboni. Sono frigidi, bigotti e bacchettoni e hanno la tendenza a fissarsi su una cosa e a perdere di vista tutto il resto. Quindi sedurre un austriaco all’apparenza può sembrare difficile, ma in realtà non lo è, proprio perché non sono affatto contegnosi come sembrano. Sono solo altezzosi, ma in realtà crollano al minimo urto.”.
“Scusa, maestro, ma se è così facile sedurre un austriaco… Non è da fighi, perché potrebbero farlo tutti.”.
Prussia sorrise. “Giusta osservazione, ragazzo! Sei intelligente, questo mi piace.”.
Ladonia si sentì quasi svenire per la gioia. Prussia lo aveva appena elogiato, Prussia! Era tutto così bello! Niente poteva andare storto!
“Ma appunto gli austriaci hanno la tendenza a fissarsi su una cosa e a perdere di vista il resto. La vera sfida non è conquistarne uno ma distoglierlo dalla sua ossessione, dopodiché la strada è tutta in discesa. Mi segui?”.
“Sì, maestro!”.
“Bene! Detto ciò, questo austriaco che tu dovrai sedurre deve essere un uomo, un ragazzo nel tuo caso.”.
“E perché?”.
“Perché con le donne è facile. Le donne austriache sono disperate in quanto i loro uomini appunto sono bacchettoni e ossessionati, quindi sono semplici da conquistare. Gli uomini invece no.”.
“Oooh! Tutto chiaro! Quindi devo andare in Austria, scegliere un ragazzo austriaco e conquistarlo, giusto?”.
“In realtà non serve.”. Prussia sorrise. “Sono certo che tu conosci già un ragazzo austriaco.”.
Hannes si lasciò cadere all’indietro sull’alto schienale della poltrona. Un austriaco, un ragazzo austriaco… No, lui non aveva amici umani…
A meno che…
No, non poteva essere!
“No! Il fricchettone maniaco dell’arte no!”.
Prussia fece un sorriso trionfale. “Proprio lui, ragazzo! Conquista Kugelmugel e tutto il mondo cadrà ai tuoi piedi!”.
“Maestro, non posso! E’… è troppo! E’ impossibile!”.
“Non esiste la parola ‘impossibile’ per un vero figo, cancellala dal tuo vocabolario mentale! Tu puoi conquistare Kugelmugel e lo farai!”.
“Ma quello è pazzo! Non ci sta con la testa, ha qualcosa che non va!”.
“Non è pazzo, è un austriaco, sono tutti così.”.
“Ma… Ma lui… Maestro, quello non sta bene con il cervello, sono sicuro che se provo ad avvicinarmi a lui mi sgozza e usa il mio sangue per dipingere uno dei suoi quadri!”.
“Hai paura?! Non devi avere paura! La paura è per i codardi! Per essere un vero figo non devi aver paura di nulla, men che mai della tua preda, men che mai di un austriaco!”.
“Sì, maestro, però…”.
“Niente ‘però’, ascoltami. Non devi temerlo, la sua è tutta una facciata. Sembra freddo e duro come il ghiaccio, vero? Be’, in realtà è solo la crosta. Dentro è molle come una pesca.”.
“… Kugelmugel, maestro?”.
“Kugelmugel, ragazzo. Sono tutti così.”.
“Anche Austria?”.
Soprattutto Austria.”.
Ladonia sospirò. Gli riusciva difficile credere che dietro a quello sguardo apatico e distante Heike nascondesse un animo accondiscendente. Però poteva anche essere vero, dopotutto non lo conosceva molto bene. E poi lo aveva detto Prussia, quindi doveva essere vero. D’altronde Prussia aveva sedotto Austria, chi meglio di lui poteva sapere certe cose?
“Maestro?”.
“Dimmi, ragazzo.”.
“Come devo fare?”.
“Bravissimo! Questo è lo spirito giusto!”. Prussia gli scompigliò i capelli e Ladonia si sentì la persona più felice del mondo. “Bravo, ragazzo, così ti voglio! Adesso facciamo una pausa e poi ti spiego come fare!”.
 
Sedurre Heike.
Ladonia fissava il suo bicchiere di gazzosa senza sapere cosa fare. Non aveva mai pensato di sedurre qualcuno. Quando, parlando tra Micronazioni, saltava fuori quel genere di discorso lui faceva un sorriso beffardo e liquidava quel tipo di faccende come un’inutile perdita di tempo. In realtà quell’argomento un po’ lo spaventava. Era come affacciarsi a guardare in un burrone. E poi che strana parola, ‘sedurre’… Lui non l’aveva mai usata in vita sua. ‘Abbindolare’, ‘fregare’, ‘fare fesso’: loro Micronazioni dicevano così quando parlavano di qualcuno che si era innamorato, e lo facevano sempre per prenderli in giro e ridere delle cose stupide che facevano i grandi.
Ma ‘sedurre’… Non era una roba da cuoricini, fiorellini e poesiole smielate. Era una cosa seria. Era una cosa da adulti. Era qualcosa di cui non aveva una visione completa ma di cui percepiva la grandezza, grandezza in confronto alla quale si sentiva piccolo e sperduto.
Sarebbe stato in grado di fare una cosa del genere? Secondo Prussia sì. Secondo se stesso… Non ne era sicuro. Forse doveva fare come quando ci si tuffa in mare da una rupe: chiudere gli occhi, prendere aria e lanciarsi.
“Ragazzo?”.
“Eh? Sì, maestro, ero sovrappensiero.”.
“Sei nervoso? Non mentirmi.”.
“… Un po’ sì.”.
“Tranquillo, è normale, lo ero anch’io alla tua età. Vedrai che ti passerà.”. Prussia sorrise dolcemente. Era strano vederlo sorridere in quel modo e Ladonia vide che con quel sorriso Prussia era molto più bello. Dovrebbe sorridere più spesso così.
“Dunque, ragazzo, ora ti spiego quale è la strategia che dovrai usare per conquistare Kugelmugel. Il metodo più efficace è combatterlo con le sue stesse armi.”.
“Cioè?”.
“Ignorarlo. Completamente. Con lui devi essere gelido come la regina delle nevi di una fiaba scandinava. Hai presente?”.
“Sì.”.
“Bene. Devi concedergli meno attenzioni possibili, in tutti i sensi. Fai finta che non esista. Non guardarlo mai, nemmeno quando gli parli, e comunque devi parlargli il meno possibile. Le poche volte in cui gli parlerai dovrai sempre farlo con freddezza e sarcasmo. Non devi mai prendere sul serio quello che dice, nemmeno se ha ragione. Se dice ‘il cielo è azzurro’, tu devi fare una risatina come se avesse appena detto ‘il cielo è verde a righe nere’.”.
Be’, quello era facile. Però gli venne un dubbio. “Ho capito. Ma, maestro…”.
“Dimmi!”.
“Ma se… Mettiamo che lui dopo un po’ s’innamori di me.”.
“Lo farà, ragazzo, togli il condizionale.”.
“Sì. Insomma, se… se provasse a baciarmi cosa dovrei fare? Baciarlo?”.
Nein! Sarebbe un errore grave, gravissimo! Quando proverà a baciarti dovrai scostarti dicendogli ‘Per chi mi hai preso?’ guardandolo dall’alto in basso con disprezzo! Non dovrai concedergli nessun tipo di contatto fisico, mai, nemmeno una stretta di mano!”.
“E se dovessi essere costretto a toccarlo?”.
“Allora devi farlo come se gli stessi facendo un favore! Intesi?".
“Sì. E se provasse a baciarmi più di una volta?”.
“Negati! Negati fino allo stremo! Devi farti desiderare!".
Ecco, l’idea di tenere Kugelmugel sulla corda era molto interessante. “Farmi desiderare.”.
“Certo! Nessuno resiste al fascino del bel tenebroso, ragazzo, ricordalo sempre! Poche parole, atteggiamento distaccato, sguardo gelido: questo è il trucco!”.
Hannes sorrise soddisfatto. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di togliere dalla faccia di Heike quell’odiosa espressione svampita, e se per fare ciò avrebbe dovuto solo comportarsi come gli stava dicendo Prussia… Cavolo, era un invito a nozze!
“Lo farai, ragazzo?”.
“Assolutamente sì, maestro!”.
“Bravo ragazzo! Ora… dovrei avere qui una cosa…”. Prussia frugò tra le carte sul tavolino davanti a lui e tirò fuori un foglio. “Eccolo! Impara a memoria le istruzioni scritte su questo foglio e seguile alla lettera!”.
Hannes prese il foglio dalla mano di Prussia e lo guardò. “Ma… è una poesia?”.
“No, è l’adattamento di una strofa di una vecchia canzone italiana. Dice cose molto sagge.”.
Ladonia si schiarì la voce.
"Prendi un austriaco, trattalo male, lascia che ti aspetti per ore. Non farti vivo e, quando lo chiami, fallo come fosse un favore. Fa’ sentire che è poco importante, dosa bene amore e crudeltà. Cerca di… Eh? Cerca di essere un tenero amante ma fuori dal letto nessuna pietà*. Maestro, che c’entra il letto?”.
“No, no, no, l’ultima frase lasciala stare!”. Prussia tossicchiò. “Sei… Sei troppo piccolo per quelle cose.”.


 
 
 
 
* = adattamento del ritornello della canzone Teorema di Marco Ferradini. Nell’originale si parla di una donna, non di un austriaco XD
 

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Ecco finalmente il secondo capitolo.
Il bello di questa fanfiction è che praticamente si scrive da sola. Non come una certa altra mia long che diavolo, se mi sta facendo sudare *lancia un’occhiataccia a “A lifetime of adventure”*
Quindi diciamo che il prologo è finito. Dal prossimo capitolo in poi si entra nel vivo dell’azione e, credetemi, qualche colpo di scena non mancherà.
A presto!

 
  
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