Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: cinquedimattina    02/10/2015    1 recensioni
[ Storia interattiva| Future!Fic | Iscrizioni chiuse]
«Tu non puoi farlo! Io sono l'onnipotente Zeus, Re degli dèi e sono il Signore dell'Olimpo!» urlò arrabbiato il dio, mentre veniva anche lui imprigionato in una delle gabbie.
Il Titano sorrise di nuovo, compiendo un movimento circolare con la mano, sul cui palmo si creò un mini-tornado che andò pian piano crescendo fino a diventare di dimensioni enormi.
«Sbagli, caro Zeus, tu eri il Signore dell'Olimpo» e detto questo, scagliò il tornado verso il dio, che venne risucchiato insieme agli altri suoi simili.
L'era degli Olimpi era finita.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

(12)

And if we should die tonight,
then we should all die together.

 

Il Titano era lì, di fronte ai loro occhi, immenso.
Sul suo volto era dipinto un sorriso carico di sicurezza.
Sicurezza di riuscire a sconfiggere semidei e dei, di distruggere il Campo Mezzosangue e quello di Giove, di vincere.
E forse, fu proprio quella sicurezza così evidente che riuscì a scoraggiare l'animo dei semidei.

 

I semidei non leggevano solo sicurezza, sul volto di Tifone.
I suoi occhi, erano sicuri, erano carichi di disprezzo.
E sicuramente, fu quel disprezzo che li convinse a non mollare e che, paradossalmente, generò nuova forza, dentro di loro.

 

«Fatevi avanti, semidei! -li incitò il Titano, ridendo- Vi schiaccerò tutti!»
I giovani si guardarono fra loro.
Decisero che c'erano cose peggiori al mondo che morire combattendo al fianco di amici così.
Annuirono.
E attaccarono insieme.

 

Emma, Eileen e Quinn corsero alla destra di Tifone, dalla parte opposta andarono invece Todd e Jordan mentre Kahlen e Ashton rimasero di fronte a lui.
Solo Malia, iniziò a correre verso una scala in marmo, alle spalle del Titano.
Avevano un piano ben preciso.
Quello che probabilmente non si erano aspettati, fu la comparsa di un numero smisurato di spiriti della tempesta, donne-serpente e manticore.

 

Emma finì contro un muro, spazzata via dalla furia di uno spirito della tempesta.
Si rialzò in piedi, ridusse gli occhi a due fessure e puntò lo sguardo sullo spirito della tempesta che l'aveva scaraventata contro i mattoni.
Quando questo esplose, Emma rimase pressoché sconvolta.
E da quando lo sapeva fare?

 

Il pavimento sotto lo spirito si crepò quel tanto che bastò alle radici, sotto il comando di Ashton, per riuscire ad arrivare allo spirito della tempesta e avvolgerlo completamente.
Il figlio di Persefone chiuse a pugno le mani e, sotto la forza stritolatrice delle piante, lo spirito della tempesta si dissolse in una nuvola grigia.

 

Le parole di sua madre continuavano a vorticargli nella testa.
Todd strinse i denti, aumentando la presa della mano sull'impugnatura del suo pugnale.
La donna-serpente di fronte a lui si muoveva ondeggiando, il sorriso folle lasciava in mostra i denti affilata e la lingua che si muoveva freneticamente su e giù.
A Todd non sfuggì il guizzo negli occhi del mostro così, quando questa lo attaccò, lanciandosi in avanti, al semidio bastò scostarsi di lato e piantare il pugnale nella schiena del mostro, per vincere la prima di una serie di altra battaglie.

 

A Quinn tutto sommato, dispiaceva dover uccidere quella manticora.
Per quanto sembrasse assurdo anche a lui ammetterlo, quell'essere gli ricordava terribilmente una maestra che aveva avuto, forse alle elementari.
Non era una bella maestra. Decisamente no.
La manticora caricò le gambe posteriori, pronta a saltare, ma il figlio di Ebe gli puntò la spada contro: «Non osare -l'ammonì, alzando un sopracciglio- Stai a cuccia».
E forse, il mostro avrebbe fatto meglio a dargli retta, poiché quando balzò verso il semidio, quello non esitò a trafiggerla con la sua spada.

 

Eileen congelò l'ennesimo spirito della tempesta.
La rabbia provocata dal discorso che aveva avuto con la madre, le scorreva ancora nelle vene, rendendola tutto, fuorché stanca.
Con la coda dell'occhio vide una donna-serpente strisciare velocemente verso Ashton che, girato di schiena, stava intrappolando nelle sue radici mostri su mostri.
La semidea allungò le mani, creando una lastra di ghiaccio sulla quale la creatura scivolò, finendo dritta sotto la lama di Jordan.
Ashton si voltò di scatto e puntò lo sguardo su Eileen; lei gli sorrise e gli fece l'occhiolino.
E forse, si ritrovò a pensare, se fossero rimasti in vita, avrebbe anche potuto provare a mettere da parte un po' di acidità, verso quel ragazzo.

 

Jordan estrasse Dunamis dal corpo ormai senza vita della donna-serpente.
La pulì velocemente del sangue rimasto e alzò lo sguardo appena in tempo da riuscire ad accorgersi della manticora che correa verso di lui.
Il figlio di Ares fece roteare la spada di fianco a lui, sorridendo come se volesse incitare la manticora ad attaccarlo.
La creatura accettò il suo invito,digrignando i denti e balzando verso di lui.
Il semidio si abbassò e rotolò in avanti, così da trovarsi alle spalle del mostro.
E proprio mentre la manticora si girò verso di lui, pronta ad attaccare di nuovo, Jordan le tagliò di netto la testa.

 

Kahlen si maledì per non aver portato con se una spada.
I suoi pugnali di bronzo celeste erano mortali, certo, ma la costringevano ad uno scontro fin troppo ravvicinato e pericoloso, dato che lanciarli non era la soluzione migliore in quel momento.
La ferita sulla spalla le dava noia e l'aveva costretta a spostare il coltello nella mano sinistra, il che complicava ancora di più le cose.
La donna-serpente che l'aveva ferita rideva compiaciuta, sibilando.
La figlia di Nemesi strinse i denti, fissando con odio la creatura di fronte a lei.
Concentrati, ripeteva una voce nella sua testa, soffoca i pensieri e focalizzati solo sulla missione.
La semidea prese un respiro profondo e chiuse gli occhi, per poi riaprirli quando il sibilare della donna-serpente di fece più vicino.
Kahlen ruotò su se stessa evitando l'attaccò della donna-serpente, ritrovandosi alle spalle di quest'ultima.
Le circondò il busto con un braccio e portò la mano che stringeva il pugnale, sul suo collo.
«Vedi, è così che deve finire», sussurrò all'orecchio della creatura.
Poi fece pressione col coltello e le tagliò la gola.

 

Malia era arrivata ad un punto della scalinata perfetto per attuare il piano.
In sostanza, mentre gli altri distraevano il Titano, lei avrebbe dovuto usare le sua abilità di arciere per scoccare una freccia dall'arco di Paride e colpire Tifone, uccidendolo.
Colpì con l'arco uno spirito della tempesta che si era avvicinato troppo, per i suoi gusti, poi incoccò la freccia, tese la corda e prese la mira.

 

«Io mollo, non ce la faccio più!»
Eileen si piegò su se stessa, puntando le mani sulle ginocchia, ansimando.
Ashton, accanto a lei nella medesima posizione, si tirò su di scatto: «Cosa?! No, non ora che siamo arrivati qui».
La figlia di Chione alzò leggermente lo sguardo su di lui, per poi scuotere leggermente la testa: «Quei cosi continuano ad arrivare, mentre noi siamo solo in otto. E' un suicidio, Ash».
Il ragazzo le si avvicinò leggermente, tendendole una mano: «Non puoi mollare, Eileen. Non vuoi dimostrare a tua madre che si sbagliava? Che tutti, si sbagliavano?»
Eileen si morse il labbro poi sospirò.
Ashton aveva centrato perfettamente il punto.
Afferrò la sua mano.
Raggiunsero gli altri semidei con non poche difficoltà.
Erano tutti provati, lo si leggeva benissimo dalle loro espressioni, il che era comprensibile.
Todd si appoggiò al muro dietro di lui, respirando affannosamente: «Non ce la faremo mai- constatò- Abbiamo bisogno di aiuto!»
Gli altri ragazzi annuirono, d'accordo con lui.
«Sì, ma chi potrebbe aiutarci?» Emma si avvicinò al ragazzo, appoggiandosi anche lei al muro.
Tutti rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Kahlen si vece avanti nel gruppo: «Todd, Eileen, venite con me. Voi altri dovete riuscire a tenere a bada Tifone e il suo esercito, ho un piano!».

 

Rallentarono la loro corsa una volta arrivati di fronte alle gabbie.
Todd e Eileen non avevano capito il motivo per cui erano lì, ma quello era il loro ultimo problema.
«Infilate la mano tra le sbarre» ordinò loro Kahlen.
Eileen scosse la testa:«Cosa vuoi fare, Kahlen? Credi davvero sia così semplice? Non..»
«Sta' zitta e fallo, Eileen! Fidati di me!»
La figlia di Chione sospirò e si avvicinò ad una gabbia, non aveva niente da perdere a quel punto.
Allungò la mano e, contro ogni sua aspettativa, questa oltrepassò le sbarre; girò la testa verso Kahlen che sorrideva, e sorrise a sua volta.
«Com'è possibile?» le chiese Todd, dopo aver imitato l'amica.
«Queste gabbie sono a prova di dio, non di semidio. E' tutto lì, nel 'semi', non siamo dèi completi, per questo le gabbie non riescono a respingerci».
E forse, c'era ancora speranza.

 

Quinn urlò il suo nome, quando Emma venne scaraventata contro un muro da una manticora.
Corse verso di lei e l'aiutò ad alzarsi, attento che nessuno gli si avvicinasse.
Jordan fu subito accanto a loro, allontanando con la spada qualunque cosa provasse ad attaccarli.
«Forza, Emma!» la incitò Quinn, circondandole la vita con un braccio e sostenendola.
«Non ce la faccio -pianse lei- La gamba.. io non, non ce la faccio».
«Jordan!» il figlio di Ebe lo chiamò, ma quando il biondo si girò verso di lui, la paura che lesse nei suoi occhi lo scoraggiò al tal punto, che fece cadere la spada a terra, sconfitto.
Intorno a loro, si stavano radunando donne-serpente, spiriti della tempesta e manticore, pronti ad attaccarli.
Jordan abbassò la spada, ormai non c'era più niente da fare.
E proprio quando vide la prima manticora caricarsi sulle zampe posteriori per balzare contro di loro, Jordan chiuse gli occhi, ripensando alla sua vita e pronto ad accogliere le braccia della morte.
Ma questo non accadde.
Un guizzò argenteo si interpose tra lui e la manticora, che cadde a terra trafitta da una spada.
Jordan spalancò gli occhi e la bocca, riconoscendo la figura davanti a lui.
«Padre?»

 

Eileen, Todd e Kahlen erano riusciti a liberare gli dèi, che in quel momento stavano combattendo senza sosta per riprendersi quello che era loro.
Zeus laciava fulmini e saette, Ade aveva richiamato a se tutte le anime a sua disposizione, Artemide scagliava con il suo arco, frecce su frecce.
Quando i tre semidei si riunirono al gruppo, la prima cosa che a tutti venne spontanea da fare fu abbracciarsi.
«Dov'é Lia?» chiese Todd, allontanandosi un poco dagli altri.
I semidei si guardarono intorno, in cerca della loro amica.
Malia era sulla scalinata e combatteva con una donna serpente, usando il suo arco per colpirla.
La figlia di Eos spinse la creatura con un calcio giù dalla scalinata, si girò verso Tifone, che sferrava colpi di giavellotto e rideva come un pazzo, probabilmente divertito da tutto quello scompiglio.
Incoccò la freccia, prese la mira e, dopo aver preso un altro profondo respiro, la scoccò verso il Titano.
La freccia andò a conficcarsi proprio sulla fronte del Titano, che urlò dal dolore e cadde a terra.
I semidei esultarono, osservando orgogliosi Malia che correva verso di loro, sorridendo.
Non si era accorta, della manticora che la inseguiva.
«Lia, corri!» la incitò Kahlen.
«Avanti, Malia sbrigati! Sbrigati!» urlò invece Ashton.
Malia si guardò le spalle, accorgendosi del mostro e accellerò il passo, inciampando però sul corpo di una donna-serpente e cadendo a terra.
Malia indietreggiò, spingendo con le gambe e aiutandosi con le mani, mentre la manticora alzava la coda da scorpione, pronta a colpire.
Quinn iniziò a correre disperato verso di lei.
«Lia!».


 


PRENOTE: scusate per il ritardo, ma la mia scusante è davvero davvero buona.
Il mio computer è letteralmente esploso.
Nel senso: stavo finendo di scrivere il capitolo e poi, puff, la schermata del computer nera.
E là, panico! 
E poi, disperazione, accettazione e di nuovo disperazione.
Fortunatamente, la mia cara mammina ha capito la mia disperazione e mi ha procurato un computerino nuovo, aww.
E quindi.. 


*si nasconde dietro a Zazu, il suo gatto, perché è sicura che Sarah è pronta a lanciarle qualcosa*
Heylàà!

Guess who is back with a new chapter?! Me, MARIO!
...
Anyway, come state? Come è andato questo ritorno a scuola?
Io vi dico solo che domani ho l'interrogazione di filosofia e ho un'anZia assurda.
Ma passiamo al capitolo!
Mi rendo conto che sia esageratamente lungo e probabilmente anche piuttosto pesante, solo che, avendo ritardato nel pubblicare, mi sono sentita in colpa e quindi ora vi beccate cinque pagine e tre quarti di Word! *boom*
Con questo capitolo la nostra avventura è quasi conclusa, manca solo l'epilogo che è un "work in progress", quindi non dovrete aspettare molto, sicuramente meno di quanto avete aspettato per questo.
Anche se metterò un capitolo interamente dedicato ai ringraziamenti, volevo farlo anche qui, seppur brevemente.
Quindi grazie, a tutte! Senza di voi questa storia sarebbe molto probabilmente rimasta nelle profondità del mio computer, incompiuta.
Inoltre vorrei ringraziarvi, come sempre, per aver partecipato alla storia e per le dolcissime recensioni che mi lasciate!
Non avete idea di quanto mi facciano piacere!<3
Ora mi dileguo, alla prossima!
Bacioni,
Diana<3


 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: cinquedimattina