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Autore: punk_is_dad    02/10/2015    1 recensioni
Anna Mae, Sevil, Lidia e Regina, seguendo il loro piano perfetto, scappano da scuola per passare una tranquilla giornata al mare e cancellare uno dei punti delle loro Cose Da Fare Prima Della Fine Della Scuola.
Prima classificata al contest di Marge86 "Sperimentiamo sulla struttura".
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IX


L'ultima volta che si incontrarono tutte e quattro insieme fu quasi una coincidenza. Avevano ventidue anni. Dopo l'ultimo anno di liceo fu sempre più difficile passare del tempo assieme e tenere viva la loro amicizia. Senza sapere bene come o perché, smisero via via di scriversi, di telefonarsi. Ci tenevano tutte alla loro amicizia, ma avevano talmente tante cose per la testa e talmente tante novità nelle loro vite, che non ce la fecero a mantenere i contatti. Studiavano cose diverse in città diverse; all'inizio avevano aggiunto una nuova regola alla Sorellanza:

 
6) incontrarsi ogni due settimane [scritto da Regina con una penna quasi finita]
 
ma dopo i primi mesi dovettero cambiarla in

 
6) incontrarsi ogni due settimane una volta al mese [penna rossa a gel, calligrafia di Regina]


purtroppo però, non riuscirono a rispettare a lungo nemmeno questa. Trovare un giorno in cui fossero tutte libere diventava sempre più difficile, stressante e inutile – una volta il treno di Anna Mae e Regina ebbe un guasto e ci misero quattro ore a tornare a casa, quando le altre due ormai dovevano ripartire, una per la festa di compleanno del nonno, l'altra per delle lezioni. Alla fine avevano semplicemente smesso di vedersi.
Ci soffrirono tutte, in modi diversi. Anna Mae e Regina, che vivevano insieme con altri due ragazzi in un appartamentino squallido a venti minuti dall'università, non si sentirono troppo sole: si consolavano a vicenda e si facevano forza l'un l'altra. Il carattere amabile di Anna Mae e la vivacità di Regina permisero loro di farsi presto nuovi amici, che però non sostituirono la Sorellanza, nemmeno un po'. Sevil prendeva il treno ogni mattina e tornava a casa stanca morta, il malumore era diventato parte di lei, ma aveva al suo fianco la gentile e leale Kala, che a suon di mousse au chocolat e lunghi abbracci la tirava su. Lidia invece stava da sua nonna, vecchina ficcanaso e pettegola, per quanto dolce e simpatica, e non vedeva l'ora di fare un anno all'estero. Pensavano tutti che le avrebbe fatto bene cambiare aria: non riusciva a farsi degli amici, o meglio, non ne cercava neanche, si addormentava piangendo perché le sue amiche le mancavano e non era possibile che nessuna di loro si volesse sforzare un pochino in nome della Sorellanza. Aveva tenuto lei il diario, e lo custodiva gelosamente. Ogni tanto lo apriva e lo sfogliava, guardando con rimpianto quelle pagine piene di cuori, fiori, poesie e foto. Quando salì sull'autobus, dopo il loro ultimo incontro, si mise a piangere, tra gli sguardi preoccupati e imbarazzati della gente.
Erano andate tutte a trovare Lea, che aveva avuto uno splendido bambino di 3,2 kg. Le aveva invitate quando era tornata a casa, felice e un po' spaventata. Il suo ragazzo era innamorato del loro bambino, e non faceva che guardarlo con un sorriso ebete sulla faccia. Non volevano sposarsi – Lidia pensò che fosse un peccato, perdere un'altra occasione per stare tutte e quattro di nuovo insieme a parlare di matrimoni e vestiti da sposa e bouquet. Era il 23 aprile, il tempo era bello e il bambino allegro, quando il campanello sorprese Lea e Lidia che parlavano di tutto e di nulla attorno alla culla. Erano Sevil, Anna Mae e Regina: si erano incontrate al portone, davanti ai citofoni. Avevano regali per il neonato e per Lea – Le fiabe di Beda il Bardo, una tutina verde acqua, fiori e cioccolatini. Furono accolte con baci e abbracci a non finire, passarono almeno tre ore a chiacchierare, raccontandosi delle loro vite, sedute sul divano tra tazze di tè e biscotti e giocattoli e pappette.
Quando se ne andarono, insieme, si fermarono un po' vicino all'auto di Regina, parcheggiata lì davanti. Si abbracciarono ridendo e Lidia fu grata di non aver pianto, non in quel momento almeno. Chiacchierarono ancora qualche minuto, dicendosi cose che non avevano importanza, senza riuscire a dire le parole più sincere (“Mi mancate un sacco, non ce la faccio ad affrontare un altro anno senza di voi, vi prego non perdiamoci di vista, vi prego, vi prego, Dio aiutaci” pianse Lidia nel cuscino quella notte). Si diedero appuntamento per un caffè da qualche parte uno di quei giorni, ma tutte sapevano che non ci sarebbero mai andate. Si salutarono con un ultimo, lunghissimo e straziante abbraccio, poi salirono chi in macchina chi sul bus, dirette ognuna verso la propria vita, più felice e serena di quanto avrebbero mai immaginato.

 
Fine

 
Nota: ringrazio di nuovo chi ha letto e/o commentato e sono felicissima di essere arrivata al primo posto :) 
 
  
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