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Autore: SynysterIsTheWay    02/10/2015    5 recensioni
Dal prologo:
-Non lo voglio.- Sbottò improvvisamente Brian, facendo crollare tutte le speranze della sedicenne che sbarrò
gli occhi di colpo.
-Perché dovrei accettare questi stupidi cioccolatini? Preparati da una sfigata come te, per di più.
Ti aspettavi davvero che accettassi un gesto del genere?- Borbottò il ragazzo con acidità e freddezza,
distruggendo il cuore di Aria che aveva già smesso di battere da un po'.
Aria stava cercando di trattenere le lacrime il più che poteva dinanzi a quegli occhi così gelidi quasi
quanto lo era stato il suo tono di voce.
-Che perdita di tempo.- Sbottò ancora il ragazzo, prendendo il pacchetto dalle mani della ragazza
per poi frantumarlo contro il pavimento.
Lo aveva gettato a terra e la giovane stava rischiando quasi un collasso nell'osservare quel gesto
di rifiuto da parte del ragazzo che tanto le piaceva.
Tutti gli studenti erano scoppiati improvvisamente a ridere di lei e a prenderla in giro
mentre Brian si limitò a sorriderle con cattiveria.
Un sorriso di sfida che le fece gelare il sangue nelle vene.
-Se devi piangere, sii almeno abbastanza rispettosa da farlo per conto tuo. Grazie.-
Con quelle ultime parole, Aria scappò via dalla mensa in lacrime
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Preciso che i fatti e personaggi sono completamente inventati da me e tutto questo non ha niente
a che fare con i veri personaggi famosi a cui si ispira questa ff".

3° Too cold to touch.









 
"Vorrei odiarti. Ci provo, ad odiarti. Sarebbe tutto più facile, se ti odiassi. 
A volte penso di odiarti con tutto me stesso, poi ti vedo e... mi scoppia il cuore".
(Shadowhunters)







L'aria in quella sala stava iniziando a diventare sempre più pesante.
Gli studenti erano rimasti pietrificati nell'osservare quella scena che avrebbe
dovuto farli spaventare un bel po'.
Nessuno aveva mai osato ribellarsi ad uno come Brian.
Almeno, fino a quel giorno.
Quel giorno in cui Aria decise di mettere da parte un po' d'amore per 
preoccuparsi di chi era realmente l'uomo che amava.
Come poteva amare un mostro simile?
Come poteva amare un uomo di ghiaccio?
Un uomo senza cuore?
Aria stava cercando di indietreggiare dinanzi a tanta bellezza, ma, decise
comunque di lasciarsi prendere da ciò che più la lacerava dentro.
Sarebbe finita male per lei e lo sapevano tutti ma...ne valeva la pena
provarci.
Quegli occhi color nocciola diventarono più scuri del solito mentre quelli
di Aria avrebbero rischiato di cedere da un momento all'altro.
Ma lei doveva essere forte.
Doveva trovare il coraggio di affrontarlo seppur quello sguardo avrebbe tanto
voluto farla ritornare indietro, sui suoi passi.
Gli occhi di Brian continuavano a sfidarla e a guardarla con freddezza come se si stessero
tramutando in pezzi di ghiaccio.
Aria non si prese neanche il tempo di respirare che iniziò ad urlare sotto gli occhi di tutti.
Gli studenti rimasero stupiti dalla reazione della giovane a tal punto di credere che fosse impazzita.
-Sei un pezzo di merda, Brian! Pensi davvero che siamo tutti come te? Pensi davvero che le persone
possano essere prese in giro di continuo e derise dai tuoi atteggiamenti da arrogante?! Cazzo,
adesso basta! Chi ti credi di essere? Non sei nessuno in questa scuola, Synyster Gates! Prima o poi
quest'anno finirà. Tu ti diplomerai e cosa potrai dire di aver fatto di buono nella tua vita?! Pensi che 
essere un bravo musicista basti? Cazzo, no!-
Urlò Aria con rabbia contro il ragazzo che rimase immobile
a fissarla per tutto il tempo.
-Sarò anche stata una debole con te ed è vero ma...pensavo che fossi una persona migliore! Ed invece
sei proprio quello di cui parlano tutti. Una merda. Un mostro...un ragazzo che gioca con i sentimenti
degli altri. Ma che cosa ne ricavi tu in tutto questo? Solo altra merda! Ti credi così in alto quando
in realtà dovresti solo capire che la fama non è tutto nella vita! E di donne? Oh sì, cazzo, Gates. Puoi averne
quante ne vuoi e questo è vero ma...sai cosa? Io non cadrò mai più in ciò che sei. Meglio stare lontano
dalle persone senza cuore come te!-
Sgridò ancora Aria, sfogandosi per bene.
Tutto l'amore che provava per quel ragazzo...stava ricominciando a venirle in mente nel momento
sbagliato.
Doveva placarlo.
Doveva continuare.
-E la vuoi sapere un'altra cosa ancora? Preferirei essere morta che stare con un pezzo di ghiaccio come te! Cazzo, smettila
di prendertela con chi è debole sentendoti sempre più forte degli altri! Giochi con le debolezze delle persone
ed illudi ragazze che piangono disperatamente quando si sentono prese in giro da uno come te! Certo...le fai sentire
al settimo cielo per un po'...dedichi loro un sacco di sguardi ed attenzioni che in realtà non ti appartengono e poi...
le fai del male giocando con i loro dolori interiori. Ma che razza di persona sei?!-

Aria si prese del tempo per respirare mentre Brian decise di non degnarla neanche di una risposta.
Restò in silenzio, mentre, i suoi migliori amici aspettavano solo una sua reazione.
-E' giusto che tutti sappiano che razza di persona sei in realtà! Sei solo un presuntuoso che campa sui
dolori degli altri! Dovresti vergognarti per quello che sei! Fossi stata io nei panni dei tuoi genitori non ci avrei pensato
due volte ad abbandonarti come un cane! Perché è questo che meritano le persone di merda come te! Di essere abbandonati
da tutti e da tutto perché sei solo una persona incapace di mostrare anche solo il minimo di rispetto per gli altri.
Ma scendi dal piedistallo, Synyster Gates. Hai ragione, questo è il tuo regno ed io sono solo stata una delle tante
vittime...ma quando dovrai andartene da qui non resterai nient'altro che un uomo di ghiaccio.-

La giovane quasi sussurrò le ultime parole, sentendosi libera da tutti i pensieri che continuavano
ad ucciderle la mente.
Un ultimo sguardo e via.
La mora scappò dalla mensa con soddisfazione, seguita poi da En che si occupò di stringerla forte a sé.
La ragazza sapeva che non sarebbe cambiato niente. Che tutti gli studenti avrebbero continuato ad idolatrare
Brian come sempre ma, lei almeno, era stata vera.
-Ben fatto, piccola.- Le sussurrò En, fiero di lei.
Ma Aria non era del tutto fiera di ciò che aveva fatto.
Lei non poteva disfarsi dei suoi sentimenti così come non poteva far finta di amare una persona
meravigliosa.
Quanto le faceva male quella situazione, solo lei lo sapeva.
-Ehi, Aria, giusto?- 
Aria si voltò di scatto, osservando la piccola e minuta ragazza che le si parò dinanzi agli occhi.
Una bellissima ragazza dai capelli corti e biondi con degli occhi grandi e verdi.
-Sì...- Rispose la ragazza, imbarazzata.
-I miei più sinceri complimenti. Sei stata coraggiosa.-
-Oh...beh...grazie...-
-Figurati. Alla prossima.- 
La bionda regalò un ultimo sorriso ad Aria per poi dirigersi verso l'aula di canto.
-Era proprio lei, En?- Domandò la giovane al suo migliore amico, mantenendo gli occhi sbarrati.
-Sì. Era lei.- Annuì En, sorridendo.
Era proprio Valary Dibenedetto.



























***
















Quella mattina, però, le sorprese non sembravano essere finite per Aria.
Aveva paura di essere arrivata in ritardo per la lezione di chitarra e quando varcò
la soglia dell'aula, aveva già il fiatone.
Vide i suoi compagni di classe scherzare e parlare tra di loro mentre alla cattedra
non vi era ancora nessuno.
Il professor Drew non era ancora entrato in classe e la situazione le sembrò piuttosto
strana dato che quell'uomo era sempre puntuale a qualsiasi lezione.
Aria tirò un sospiro di sollievo e, togliendosi lo zaino dalle spalle, si diresse
verso il suo banco in fondo all'aula.
La giovane si sedette con disinvoltura per poi prendere tra le mani la sua chitarra
per iniziare ad accordarla.
-Ehi Aria!- Esclamò una ragazza dai capelli corti e dorati.
-Cindy...- Salutò Aria con tranquillità.
-Oggi il professor Drew non ci sarà. Ho sentito che ha mangiato qualcosa di avariato la scorsa
notte e non si è sentito bene. E' ancora in ospedale!- 
-Oh mio Dio, stai scherzando spero!-
-A quanto pare no. Ormai ne parla tutta la scuola.-
-Mi dispiace tanto per il professore...sai chi lo sostituirà?-
-No, purtroppo. Ma ehi, è solo una cosa temporanea. Domani dovrebbe già tornare.-
-Oh, menomale!- Disse Aria, mettendosi una mano sul petto.
Lei adorava il professor Drew. 
Era uno di quei pochi professori che amavano seriamente il loro lavoro e che mettevano cuore e passione
in tutto quello che facevano.
Quell'uomo era da sempre una grande ispirazione per chiunque volesse diventare un vero e proprio
chitarrista.
Aria non aveva ancora aspirato a tanto ma sapeva che l'anno successivo avrebbe dovuto scegliere
il suo strumento e proseguire gli studi in base ad esso.
-Buongiorno a tutti, ragazzi. Prendete i vostri posti, prego, stiamo per iniziare la lezione.- 
Una voce del tutto familiare fece vibrare il cuore di Aria.
La ragazza alzò la testa dal banco ed incrociò degli occhi che avrebbe solo voluto sopprimere
o semplicemente dimenticare.
-Eh?!- Urlarono tutti gli studenti, in coro, sbarrando gli occhi sorpresi.
Aria stava persino facendo fatica a realizzare ciò che stava accadendo. Così tanto,
che strizzò gli occhi più volte mentre stava per andare in iperventilazione.
Improvvisamente, una ventata di aria calda le accarezzò il volto mentre aveva dinanzi a sé
la figura del ragazzo che avrebbe voluto amare ed uccidere.
-Scusa, Haner, ma che cosa ci fai tu qui?- Gli domandò una ragazza quasi seminuda che continuava
ad arrotolare una ciocca di capelli di un biondo ramato al suo dito.
-Professor Haner.- La corresse Brian, mostrando uno dei suoi soliti sorrisini maliziosi
che fece sciogliere tutte le studentesse presenti in aula.
-Oh, sì, giusto. Mi scusi.- Arrossì la ragazza, prosperosa, guardandolo come se avesse voluto
mangiarselo con gli occhi.
-Comunque sia, il professor Drew ha avuto un piccolo inconveniente ieri e quindi...dato che sono da sempre
stato uno dei suoi allievi più bravi, mi ha chiesto di fargli da supplente solo per oggi.-
Tutte le studentesse iniziarono a guardare Brian senza smetterla di ammiccargli o semplicemente
avvampare.
Aria avrebbe voluto sprofondare nello stesso momento in cui aveva capito che il destino
le stava facendo proprio dei brutti scherzi.
-Per il resto...credo che siano inutili le presentazioni dato che qui mi conoscono tutti
per la mia fama da chitarrista.- Vaneggiò il ragazzo, sedendosi sulla cattedra come un ragazzino e
sfoggiando i suoi sorrisi ovunque.
-Ha proprio ragione, professor Haner.- Continuò poi una ragazza che lo stava guardando con gli
occhi a forma di cuore.
Aria quasi fece testa e banco di sua spontanea volontà nel vedere tutte quelle ragazze osservarlo
con tanta devozione.
Tutte non facevano altro che guardare quel ragazzo come se fosse Dio e sorridergli con malizia
quasi quanto faceva lui stesso.
-Mio Dio, che gli farei!- Esclamò una giovane a bassa voce senza rendersi conto di essersi fatta sentire
dalla giovane che avrebbe voluto prenderla a capelli.
Quella era proprio una giornata storta.
-Allora...come ve la cavate con questo strumento?- Domandò Brian agli alunni, impugnando la sua chitarra
elettrica.
-Prof, perché non ci suona lei qualcosa?- Propose una delle solite ragazze prosperose.
-Oh, sì prof! Ci mostri cosa sa fare!- Continuò un'altra ragazzina mentre Aria stava solo cercando
di far finta di nulla.
In cuor suo, sapeva che quell'aula stava rischiando di diventare il suo inferno personale.
Stava morendo dentro mentre cercava di nascondere le sue emozioni il più possibile.
Aveva stretto le mani in pugni, stringendo anche i denti per evitare di sbottare lì davanti
a tutti.
Doveva controllarsi.
-Beh, se proprio insistete.- Mormorò Haner, iniziando a suonare la sua chitarra elettrica
con naturalezza.
A quel punto, tutti fissarono il ragazzo con stupore.
Suonava soavemente e quelle dita si muovevano sullo strumento con una velocità assurda.
Gli occhi di Aria quasi facevano fatica a seguire tutti i suoi movimenti sulle corde.
Un assolo di chitarra bastò per calmare l'animo della giovane che stava per andare in frantumi.
Quella musica. 
Quel suono...riuscì subito a farla rilassare e a farla stranamente sorridere.
Proprio così, Aria stava sorridendo.
Avrebbe voluto sopprimere ciò che sentiva ma in quell'istante capì che proprio non poteva.
Quella musica le era entrata dentro quasi quanto quel ragazzo.
Era rimasta di nuovo scioccata dalle doti di Brian proprio come quando lo vide per la prima volta.
Lei era finita con l'innamorarsi di lui e della sua musica.
Non aveva più via di scampo.
-Bravo, bravissimo!- Urlarono tutti in coro, strillando ed applaudendo al ragazzo che si inchinò
dinanzi a tutti con soddisfazione.
-Grazie, grazie.- Rispose Haner, riponendo poi la sua chitarra nell'apposita custodia per poi
rivolgere uno sguardo ad Aria che quasi sussultò.
La ragazza arrossì di colpo senza neanche volerlo ed un suo compagno di classe se ne era 
anche accorto.
-Guardate Aria! E' diventata tutta rossa!- La prese in giro Patrick, un ragazzo della squadra di football
della scuola, indicandola.
A quelle parole, tutti scoppiarono a ridere, compreso Brian che la stava prendendo in giro con gli occhi.
-Fatti i cazzi tuoi, Patrick!- Ribatté Aria, arrossendo sempre di più.
-Oh, guardatela! Adesso si mette a piangere!- Continuò Patrick, prendendosi gioco della ragazza
che si alzò di scatto dal banco con frustrazione.
Aria stava ben pensando di uscire dall'aula come se niente fosse, ma, Brian le prese
un polso costringendola a fermarsi.
-Dove vai senza il mio permesso?- Le domandò Haner, costringendola a voltarsi verso di lui.
-Lontano da qualsiasi cosa la riguardi, professor Haner.- Ribatté Aria con rigidità mentre Brian decise
di lasciarle il polso.
La mora uscì con tranquillità dall'aula e corse in bagno per lavarsi un po' la faccia.
Aveva notato i suoi occhi lucidi e si era odiata fino alla morte.
Doveva smetterla di provare tali sentimenti per uno stronzo come Brian.
Doveva smetterla e basta.
Furiosa contro sé stessa, lasciò scivolare la sua schiena sulla parete per poi ritrovarsi seduta
sul pavimento.
Aveva posizionato le sue gambe contro il petto e stava sorridendo.
L'uomo di ghiaccio aveva sempre quella strana tendenza nel farla sorridere.




























***























Il giorno seguente, Aria si alzò dal letto con delle occhiaie che quasi
erano riuscite a spaventarla.
Non aveva dormito per tutta la notte perché non faceva altro che pensare
a quel ragazzo che le aveva rubato persino il sonno.
Nella sua testa funzionava in tutt'altro modo.
La fantasia aveva preso il sopravvento sulla realtà ed aveva iniziato a fantasticare
su quel ragazzo come se non ci fosse stato alcun domani.
Non riusciva ancora a spiegarsi del perché era così attratta da lui e dal suo modo
di esprimersi, ma, una cosa la sapeva bene: doveva allontanarsi da lui il prima possibile.
Era stanca di soffire per un amore che non avrebbe fatto altro che distruggerla, così, quella
mattina decise di evitare Brian il più possibile.
Dopo la sua solita doccia mattutina, ritornò nella sua camera ed iniziò a prepararsi
per iniziare una nuova giornata scolastica.
Indossò un paio di leggins, una t-shirt semplice ed una delle sue solite felpone.
Quella mattina, avrebbe indossato la felpa degli Iron Maiden mentre continuava a prepararsi
con una loro canzone di sottofondo.
Fear of the dark, era una delle sue canzoni preferite ed il modo in cui la cantava fece
sembrare che riusciva a sentirsi proprio come la canzone stessa.
Suo padre era un'amante della musica rock/metal e sin da piccola le aveva fatto conoscere
dei gruppi che le avevano cambiato la vita.
Tra tutti, c'erano gli Iron Maiden.
Ogni singola canzone di quella band sembrava parlare di lei e del suo modo di essere.
E proprio come la canzone in sé...lei stava cercando disperatamente la luce.
Mentre canticchiava ancora la canzone, decise di posizionarsi dinanzi allo specchio e 
raccogliere i capelli in una treccia in modo da riuscire facilmente a suonare il pianoforte
senza che potessero metterglisi dinanzi agli occhi ed infastidirla.
La lunga treccia nera le cadde dietro la schiena trattenuta da una piccola molla blu in sintonia
con i suoi leggins.
Dopo aver indossato anche gli anfibi, uscì dalla sua camera e corse in cucina per la colazione.
Sua madre era già a lavoro e lei si doveva semplicemente occupare di mangiare tutto ciò
che le aveva preparato.
Divorò due toast con la marmellata al volo ed uscì di casa con lo zaino sulle spalle.
Il tempo non era dei migliori quel giorno ed in cielo si potevano già notare dei nuvoloni grigi
che stavano solo aspettando di esplodere.
Con velocità, raggiunse la porta di casa di En e suonò al campanello, pensando che il ragazzo
fosse rimasto a poltrire per tutto il tempo.
Tipico di En.
-Buongiorno cara, sei venuta a prendere En?- Le domandò la madre del ragazzo dai lunghi capelli biondi
raccolti in una coda di cavallo e degli oceanici occhi azzurri.
-Buongiorno Guadalupe, sì, sono venuta a prendere En. Non mi dire che è ancora a letto!- Esclamò Aria,
avente un rapporto intimo con la madre di En che l'ha vista praticamente crescere.
La donna di origine argentina, mostrò un mezzo sorriso alla ragazza che inarcò un sopracciglio, confusa.
-Mi dispiace tesoro ma En non si è sentito molto bene questa notte. Gli è salita la febbre alta e non verrà
a scuola.- Spiegò la donna con dolcezza e premura.
-Oh, capisco. Beh, dopo la scuola passerò a salutarlo!- Continuò la ragazza con tristezza.
-Certo Aria, la casa per te è sempre aperta, lo sai.-
-Grazie mille. Buona giornata!-
-Anche a te, tesoro!- 
La donna si chiuse la porta alle spalle ed Aria si era già incamminata ormai verso
l'istituto.
La giovane sospirò per poi fare la lotta contro un qualsiasi sasso che stava calciando di continuo.
Come sarebbe sopravvissuta in quella scuola senza il suo migliore amico?
Avrebbe quasi voluto tornarsene a casa, mettersi a letto e cercare di risposare.
Ciò che non era riuscita a fare la notte stessa.
Ma dopotutto...di cosa avrebbe dovuto avere paura?
Doveva solo cercare di evitare Brian e ci sarebbe riuscita comunque.
Sarebbe stato meglio per lei ritornare a quando lui non la conosceva neanche.
Le cose sarebbero andate diversamente e lei si sarebbe sempre sentita invisibile ai suoi occhi.
Forse, sarebbe stato meglio così.
Arrivata dinanzi alla Music Accademy, si guardò intorno per poi entrare nell'istituto mischiandosi
con altri studenti del suo stesso anno.
Era strano come riuscisse sempre a sentirsi diversa anche nel bel mezzo di una folla immensa.
Fu in quell'istante che qualcuno le mise uno sgambetto e la fece cadere a terra, davanti a tutti.
Aria quasi gemette dal dolore ma, quando alzò lo sguardo, vide quello di alcune ragazze che il giorno
prima pensavano a civettare con il meraviglioso e disgraziato professor Haner.
Le oche giulive si guardarono con complicità e scoppiarono a ridere l'istante successivo, voltandosi
ed incamminandosi verso la propria aula.
La giovane rimase a terra, massaggiandosi la schiena per poi vedere una ragazza raggiungerla con premura.
Era ancora lei, Valary Dibenedetto.
-Ti sei fatta tanto male?- Le domandò la bionda, sorridendole.
-Oh, no, sto bene.- Rispose Aria, alzandosi dal pavimento e pulendosi il leggins
dalla polvere che si era trascinata dietro.
-Non deve essere per nulla facile avere a che fare con i pettegolezzi della gente, vero?- Le domandò
la ragazza bassina e minuta, regalandole un altro sorriso.
Quella ragazza sembrava decisamente diversa da tutte le altre.
-Già...- Sussurrò la mora, abbassando poi lo sguardo verso il pavimento.
-Mm, posso darti un consiglio da amica?- 
-Se proprio insisti...-
-Non arrivare al punto di innamorarti di uno come Brian. E' un bel ragazzo, un virtuoso...ma
è anche una persona che difficilmente vuole essere dimenticato. Credimi, lo conosco meglio delle mie tasche.-
Aria pensò bene che Valary aveva ragione.
Dopotutto...lei era la fidanzata di Matt, uno dei suoi più cari amici.
E pensare che era anche la gemella di Michelle, la sua scopamica preferita.
-Io? Innamorarmi? Figurati. Gli avevo solo dato un pensierino per San Valentino ma lo avevo
fatto perché in effetti...quel ragazzo mi colpì particolarmente per la sua bellezza. Per il suo fascino.
Era più una situazione di...attrazione fisica, hai presente?- Cercò di nascondere i suoi sentimenti Aria,
giustificando l'ingiustificabile.
La verità era che seppur quel ragazzo fosse uno stronzo nato...lei se ne era innamorata perdutamente.
Come aveva fatto ad innamorarsi di quel ragazzo ad un solo sguardo?
Era proprio vero. Era più facile innamorarsi che disinnamorarsi.
Val le aveva sorriso.
Le era bastato osservare gli occhi di Aria brillare come diamanti.
-Condoglianze.- Disse Val, riferendosi ad Aria che la guardò sorpresa.
-Ehi, Val! Andiamo, perché parli con quella lì?!- Michelle Dibenedetto stava per entrare
nell'aula di informatica con i suoi capelli lunghi al vento ed un vestitino casual che metteva
in risalto il suo fisico mozzafiato.
-Arrivo!- Urlò Valary alla gemella, rivolgendosi poi di nuovo ad Aria.
-Beh, ci si becca in giro, Aria...giusto?-
La giovane annuì alle parole di Val per poi salutarla con un cenno di mano.
La bionda raggiunse la sua gemella e Aria realizzò solo in quell'istante ciò che aveva
detto Michelle.
"Perché parli con quella lì?!"
Aria iniziò ad infuriarsi, sentendosi degna di essere chiamata almeno per nome.
Tuttavia, decise di non dare troppo peso alle parole della ragazza e di ringraziare mentalmente
sua sorella.
Valary l'aveva solo avvertita in buona fede e sembrava essere davvero gentile.
Sospirando nuovamente, Aria decise di raggiungere l'aula di matematica per poi passare alla lezione
di pianoforte guidata dalla professoressa Lefebvre.
Dopo la lezione di matematica, la giovane si precipitò verso l'aula musicale per poi sedersi
alla sua solita postazione.
L'aula era ancora vuota e la professoressa doveva ancora arrivare per iniziare la lezione.
Così, iniziò a suonare una delle canzoni che preferiva eseguire al piano.
La canzone "River flows in you" di Yruma riusciva sempre a donarle delle sensazioni che non riusciva
a provare con nessun'altra melodia.
Adorava suonarla perché riusciva a riportarla indietro con gli anni.
A quando da piccola amava addormentarsi sul petto di suo padre ed abbracciarlo senza un vero e proprio
scopo.
A quando si lasciava guidare da ciò che aveva dentro e si sentiva protetta tra le braccia dell'uomo
più importante della sua vita.
Aria fece scivolare le sue dita con leggerezza sul pianoforte sentendosi pienamente
libera di esprimere le sue emozioni.
L'ultima nota della canzone, la accarezzò quasi come se non riuscisse più a continuare.
Nelfrattempo, un ragazzo si era fermato dinanzi alla porta, nascondendosi.
Aveva la schiena contro la parete, una mano affondata nella tasca dei jeans e l'altra che teneva tra le mani
una bottiglia d'acqua. 
Brian chiuse gli occhi.
Quando li riaprì, si occupò di fissare la bottiglia vuota.
-Siamo davvero così simili io e te?- Sussurrò il ragazzo alla bottiglia, stringendola infine con forza,
quasi come per soffocarla.































***



















Finite le lezioni, Aria fu l'ultima a restare nell'istituto per riporre
i suoi libri nell'armadietto.
Quando lo chiuse digitandone il codice giusto, si voltò e la sua schiena si spiaccicò
d'istinto ad esso.
La ragazza sussultò spaventata nel vedere Brian posizionare una mano sul suo armadietto
ed avvicinare con pericolosità il suo corpo a quello della giovane.
-Br-Brian...- Balbettò Aria, spaventata, nel vedere gli occhi frustati del ragazzo.
-Forse hai ragione tu. Sono solo un pezzo di ghiaccio.- Sorrise con malizia Brian, sfiorando
con il suo naso quello della ragazza.
Aria iniziò a tremare d'istinto, spaventata, senza sapere che cosa stesse pensando 
di farle quel ragazzo che tanto amava quanto temeva.
-Lasciami andare.- Disse la giovane, cercando di liberarsi dalla presa del ragazzo con scarsi
risultati.
Il corpo di Brian teneva fermo quello della ragazza senza lasciarle una via di fuga.
Aria aveva gli occhi lucidi dinanzi a tanta bellezza e a tanta presunzione che avrebbe voluto
restare così per sempre.
Ma sapeva che non poteva.
Sapeva che Brian la stava solo prendendo in giro e non poteva più permetterglielo.
-Volevo solo farti i miei complimenti per il discorso di ieri. Davvero, non mi sarei mai aspettato
delle parole così toccanti da parte tua.-
Continuò il ragazzo, ghignandole in faccia.
Aria deglutì. Sapeva che le sue parole non erano per nulla sincere.
-Tu sei passata per la super eroina della situazione ed io per il cattivo, spregiudicato senza cuore
e uomo di ghiaccio...-

La giovane tremava ancora. Non sapeva cosa fare perché sapeva di essere in trappola.
Respirare la stessa aria di Brian le faceva male al cuore.
-Ma adesso dammi l'opportunità di complimentarmi a modo mio...- Le sussurrò poi il ragazzo
in un orecchio, facendole sbarrare improvvisamente gli occhi.
Nello stesso momento, aveva sentito un rumore adagiarsi di continuo verso le sue orecchie.
Dinanzi ai suoi occhi aveva visto una forbice dare un taglio secco alla sua treccia e quindi
ai suoi dapprima lunghi capelli neri.
Brian le aveva tagliato la treccia ed in quell'istante teneva tra le mani il resto dei capelli ormai
tagliati.
Aria si prese i capelli restanti tra le mani, fissando il ragazzo con le lacrime agli occhi.
-Prova a metterti di nuovo contro di me e ti taglierò via tutto quello che ami.-
Sbottò Gates, sorridendole con presunzione.
Aria era rimasta semplicemente senza parole ed inerme alla situazione.
Avrebbe tanto voluto prenderlo a schiaffi, ma, la paura di peggiorare la situazione e lo schock
l'avevano completamente terrorizzata.
Brian lasciò scivolare a terra la treccia a metà, portandosi via le forbici senza voltarsi.
Il ragazzo se ne andò senza dire una sola parola in più.
In quello stesso istante, Aria frantumò le sue ginocchia al pavimento freddo stringendo ancora
i capelli tra le mani.
Scoppiò a piangere in silenzio tra un attacco di panico ed un attacco d'odio.
Amarlo non sarebbe stato mai abbastanza.































NOTE DELL'AUTRICE.


Buonsalve a tutti lettori!
Ma davvero la vostra Gates ha creato un personaggio così perfido?
EHEHEHEHE.
Lettori miei, non potete immaginare cosa ho in mente per questa ff.
O forse sì.
Ma a parte ciò, che cosa ve ne pare di questo nuovo capitolo?
EHEHEH.
Sì, lo so, sono scema. Ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto particolarmente.
Ho fatto l'impossibile per cercare di descrivere al meglio le scene e spero di esserci
riuscita! Me lo fate sapere, vero?
Quindi...che cosa ne pensate di questa ff? Vi sta piacendo o pensate che sia una vera e propria...
cacca rosa di Arale?
Fatemi sapere anche questo con una recensione o, se volete, mi trovate anche su Twitter
sempre con il nome di @GatesIsTheWay.
In altri casi, mi trovate anche su WATTPAD!
Quindi miei bellissimi lettori...attendo vostre notizie e spero che continuiate a mettere
la ff tra i vostri preferiti!
Grazie a tutti coloro che continuano a recensire e a seguirmi, grazie davvero!
Se volete il prossimo capitolo per capire cosa accadrà tra i nostri due protagonisti...
faatevi sentire!
Un bacione immenso...















-SynysterIsTheWay.
   
 
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