Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.5
Le condizioni di Vegeta si aggravano
Trunks
abbassò il capo, aumentando la
velocità di volo, il vento gli colpiva il viso
arrossandoglielo. Chiuse gli
occhi e inspirò, sfrecciando tra due nuvole,
sentì l’umidità pizzicargli le
narici. Avvertì un’aura in avvicinamento, si
fermò in volo e schivò la persona
che gli stava andando contro.
Goten
fece un sospirò di sollievo,
passando accanto al migliore amico.
“Trunks,
che ci fai da queste parti?”
domandò. Si massaggiò il collo, sotto i capelli
neri a cespuglio.
Trunks
incrociò le braccia e digrignò i denti.
“Stai
attento a dove voli” brontolò.
Goten
si grattò la tempia sinistra e
inarcò un sopracciglio.
“Cattivo
umore?” chiese. Trunks sbuffò e
voltò lo sguardo, levitando davanti al migliore amico.
“Ho
litigato con mio padre” ammise, i
capelli color glicine gli sferzavano il viso.
Goten
spalancò la bocca e batté le
palpebre.
“E
sei vivo?” domandò.
Trunks
alzò le spalle e incassò la testa.
“Voleva
allenarsi e nemmeno si reggeva in
piedi. Non aveva nemmeno la forza di mettermi in punizione”
ammise.
Goten
impallidì e deglutì a vuoto.
“Non
ho mai visto tuo padre stare male,
non sapevo nemmeno potesse succedere” ammise.
Trunks
si passò una mano tra i capelli,
facendo finire le ciocche della frangetta davanti al viso.
“Io
sì, è da quando sono bambino che
periodicamente si sente male. Era per quello che periodicamente
prendeva dei
medicinali che gli porta Mirai Trunks” raccontò.
Goten assottigliò
gli occhi.
“Chi?”
chiese.
Trunks
sbuffò e strofinò la punta degli
stivaletti tra loro.
“Il
me di un’altra dimensione e di un
altro futuro che ogni tanto viene a casa”
raccontò.
Goten
incrociò le braccia dietro la testa
e la piegò di lato.
“Come
mai non lo conosco?” domandò.
Trunks
strofinò le mani tra loro.
“Non
lo ricordi. Lo hai incontrato da
piccolo” bisbigliò.
Goten
annuì e si voltò, osservando un
aereo in lontananza.
“Pensi
che sia quella malattia a essersi
aggravata?” domandò.
Trunks
appoggiò le mani sui fianchi.
“Non
lo so. Di solito stava male
un’oretta, poi prendeva quelle pillole e la cosa non si
ripresentava prima di
uno o due anni” ribatté. Goten si
grattò la punta dell’orecchio.
“Ti
va di fare un giro a Satan city?
Magari ti distrai un po’. È uscito un videogioco
fortissimo su…”. Iniziò.
Il
cellulare di Trunks squillò, coprendo le
parole del Son. Trunks lo sfilò dalla tasca dei pantaloni,
accettò la chiamata
e lo avvicinò all'orecchio.
"Pronto?"
chiese.
Goten
lo fissò, mordendosi il labbro.
"Trunks..."
mormorò Bra.
Trunks
impallidì e avvertì un brivido
lungo la schiena.
"Vieni
a casa. Papà si è sentito
male". Concluse la sorella dall'altro lato dell'apparecchio.