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Autore: JennyWren    03/10/2015    3 recensioni
Dal Cap. 3
- Ci siamo persi – Disse ancora con il fiato corto.
John inclinò la testa verso l’amico e smise di ridere. Si sollevò da terra e raggiunse Paul che ora cominciava ad agitarsi.
- Beh siamo da qualche parte, non trovi Paulie? – Disse sporgendo la testa dal vicolo, per guardare fuori.
-Il problema è capire questo qualche parte dove sia – rimbeccò l’amico.
John studiò l’espressione di Paul, il suo viso era illuminato lievemente dalla luce giallastra proveniente dal lampione della strada. Era ancora così piccolo, aveva ancora i lineamenti dolci del ragazzino che Ivan gli aveva presentato tre anni prima, eppure erano cresciuti tanto da quel giorno.
In quel momento Paul stava arricciando le labbra in un modo quasi buffo e si guardava intorno come un bambino sperduto, ruotando il capo in ogni direzione possibile.
- Mi dici cosa ci trovi di divertente nell'esserti perso? - Domandò Paul visibilmente irritato dall'espressione ebete di John. - Stai sorridendo come un fesso.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr, Stuart Sutcliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm Scared

 
Paura: emozione dominata dall'istinto(cioè dall'impulso) che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una suffragata situazione di pericolo; irrompe ogni qualvolta si presenti un possibile cimento per la propria incolumità, e di solito accompagna ed è accompagnata da un'accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche difensive.




 
1957


Il sole picchiava dannatamente forte quella mattina, il collo della camicia era completamente zuppo di sudore e la chitarra che portava in spalla sembrava essere diventata un tizzone ardente. Sbuffò avvicinandosi ad un albero al riparo dal sole, nonostante avesse detto ad Ivan che lo avrebbe aspettato all’ingresso della Chiesa, non avrebbe resistito un minuto di più sotto quel sole cocente. Rendendosi conto del suo stato disordinato, tentò di aggiustare la giacca color pastello, dalla cui tasca, faceva capolino un fiore leggermente appassito.
- Perdonami - Disse, sfiorando con la punta delle dita i petali viola.
 
Paul voleva apparire impeccabile in ogni circostanza, per questo motivo aveva tirato dalla naftalina la sua giacca migliore, quella che conservava per le occasioni più importanti. Spazzolò via dalla punta delle scarpe il leggero strato di polvere accumulatosi per via del terreno della piazzola e, con un gesto automatico, sistemò di nuovo il proprio ciuffo di capelli. Appurato esso fosse ancora perfettamente pettinato, che la giacca e la camicia fossero di nuovo in ordine, Paul, il ragazzo della periferia di Liverpool, cominciò a guardarsi intorno.
Woolton gli era sempre piaciuta; le persone si riunivano ogni anno per festeggiare e stare in compagnia, i bambini giocavano ad acchiapparella e poi crollavano sfiniti a terra con la faccia sporca di gelato. Il ragazzo sorrise al ricordo di se stesso da bambino e cercò di scorgere tra le varie bancarelle il carrettino degli hot dog, quello in cui spendeva tutti i suoi risparmi, ma quel giorno la piazzola era così piena di persone che riusciva a malapena a scorgere qualche festone colorato.
Le persone lo sorpassavano sorridenti, e molte cominciarono a raggrupparsi di fronte ad un vecchio furgone sul cui pianale era poggiata una batteria che aveva sicuramente vissuto giorni migliori. La folla cominciò pian piano a dissiparsi, attratta da quel palco improvvisato, ai cui piedi si scorgeva un cartellone scritto a mano con una calligrafia disordinata, che indicava il nome della band: The Quarrymen.
 
Lo stomaco del ragazzo si serrò in una morsa d'acciaio e sbottonò il primo bottone della camicia per cercare di facilitare la respirazione.
Dei ragazzi che avevano circa la sua età uscirono dalla sacrestia e cominciarono ad avviarsi lentamente a suon di risate, verso il camion. Uno di loro si fermò di fronte allo specchietto della vettura per aggiustarsi il ciuffo alla Elvis prima di saltare con un balzo sul pianale.
 
Doveva essere lui.
 
Una donna dai capelli rossi e un vestito bianco saltò subito in piedi ad applaudire, lanciando baci a due mani alla band.
Paul provò una fitta di dolore, come una lama gelida gli avesse trafitto petto, nel guardare quella scena e dovette distogliere lo sguardo prima che le emozioni lo sopraffacessero.
 I ragazzi avevano appena cominciato a suonare e il ragazzino voltò il capo di scatto. Erano bastate poche, pochissime note ma ne era già completamente affascinato. I ragazzi suonavano con una tale disinvoltura e con quell’espressione quasi annoiata che sembravano dei professionisti al loro centesimo spettacolo. Certo, il loro frontman stava sbagliando tutte le parole ma non fregava nulla a nessuno in realtà, il ragazzo con la camicia a quadri sembrava divertirsi da matti e lui non riusciva a staccargli gli occhi da dosso.
 
 
 
-Allora, vuoi ancora che te li presenti? Credo che potrai piacergli, anzi, ne sono sicuro. – Chiese Ivan, una volta che i ragazzi furono scesi dal retro del furgone.
Il ragazzo raggelò, nonostante la temperatura esterna. Calpestò il terreno con la punta delle scarpe di vernice, spostando il peso da una gamba all’altra. Era andato a Woolton solo per quel motivo, ma la sicurezza che aveva fino a qualche minuto prima sembrava essersi vaporizzata completamente.
-Non lo so, in realtà credo sia meglio che vada – Rispose con poca enfasi, cercando di evitare lo sguardo dell’amico.
Ivan scoppiò a ridere fragorosamente. – Hai paura, Paul? – Domandò canzonatorio, stringendo gli occhi per schernirlo.
Gli occhi di Paul si spalancarono per la vergogna - Non ho paura, per chi mi hai preso? – Borbottò cercando di essere convincente, stringendo la tracolla della chitarra, pronto per oltrepassare  con le mani ancora tremanti, la porta di legno che lo avrebbe portato alla sacrestia.





Angolo autrice.
Sono tornata! Non so a quanti di voi possa far piacere questa cosa ma, purtroppo, è così.
Quell che avete appena letto è il primo capitolo di un progetto che sto portando avanti da mesi. L'ho cominciata in Inghilterra a Marzo e in questi giorni sto portando a termine gli ultimi capitoli. 
Da come avrete letto nel titolo, I'm scared, questa raccolta di OS si sofferma su determinati episodi in cui viene riportata, appunto la frase: "Ho paura".
Spero che vi piaccia, sono consapevole dei miei limiti nel campo della scrittura ma, giuro, ci ho messo l'anima.
Potete farmi sapere cosa ne pensate in un commento, messaggio privato, lettera, segnale di fumo, quello che vi pare!
Vi ringrazio per aver letto.


Ps. Non è una cosa che faccio spesso, ma vorrei ringraziare qualcuno, la mia carissima Giulia, persona che ascolta tutte le mie paturnie e che mi ha spinto a pubblicare, la mia prima storia, anni fa. Sei l'amica più cara al mondo e non so come farei senza di te. Spero che ti piaccia questa storia.♥


JennyWren
   
 
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