Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Malanova    03/10/2015    1 recensioni
Come non detto... HO MODIFICATO LEGGERMENTE LA STORIA!
Ebbene si... perennemente insoddisfatta, ho deciso di fare altre piccole modifiche e cercare di migliorare la storia ed il suo contenuto, grazie anche all'aiuto di Felinala che, con la pazienza di una santa, mi aiuta con la grammatica e mi da qualche spunto XP.
Questa storia narra di Piccolo, figlio del Grande Mago che tenne sotto il suo giogo il mondo per oltre trecento anni, e di Lyrica, la bellissima e alquanto misteriosa fanciulla apparsa dal nulla costretta a prestare servizio alla Famiglia Demoniaca in cambio della sua vita. Sperando di non aver creato un ulteriore pasticcio, vi auguro buona lettura!
P.S. La storia segue la trama dell'opera di Toriyama... se ci sono spazi vuoti vuol dire che la storia è rimasta inalterata
P.P.S Dedico questa storia ad una ragazza molto speciale, di cui non ricordo il nickname (Malanova sei una cretina) che leggeva questa storia, anni fa, ad un gruppo di ragazzini molto speciali... Perdonatemi se vi ho fatto aspettare, non vi ho dimenticati, spero che questa revisione vi piaccia perché grazie a voi che c'è ancora!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo tre anni…

Piccolo si era appena iscritto al Torneo di Arti Marziali che si teneva sull’isola Papaya e aveva gli occhi puntati su Goku, che era circondato dal suo gruppo di amici falliti. Nella sua mente pregustava il momento in cui, con le sue mani, gli avrebbe strappato il cuore dal petto e riconquistato il suo regno, ora governato da un vecchio e patetico cane umanoide. Dopo qualche minuto distolse lo sguardo e si avviò verso le eliminatorie, una serie di ring posti nel retro dell’edificio. Mentre si stava dirigendo lì, totalmente assorto nelle sue fantasie di conquista, urtò la spalla di una ragazza, che si stava dirigendo dalla parte opposta. Senza fermarsi, egli continuò il suo cammino ma quell’altra gli gridò, irritata “Ehi! Guarda dove vai, cretino!”. Scuro in viso, Piccolo si fermò e si girò per affrontarla, sicuro che sarebbe bastata una sola occhiata truce per azzittire quella gallina. Era una bella ragazza dai lunghi capelli neri, lisci come la seta, raccolti in una formale coda di cavallo bassa che lasciava libere solo due grosse ciocche ai lati del viso niveo. Indossava una camicetta bianca semi-aderente con i primi bottoni aperti, dei pantaloncini gessati neri, collant, stivaletti neri con borchie d’oro ed una elegante borsa di pelle a tracolla. I suoi occhi erano due pepite d’oro purissimo, che prima si spalancarono quando incrociarono il nero di quelli del giovane demone, poi con una leggera nota di divertimento e malizia. Lui rimase senza fiato: Lyrica!

“Piccolo…” disse lei inarcando una delle sopracciglia e elargendogli un breve sorriso. Il diciottenne arrossì e se ne sorprese. Che cosa gli prendeva? Era solo la sua ex-schiava! Si avvicinò a lei e domandò “Che diavolo ci fai qui?” “Non ti sembra ovvio? Sono venuta a vedere il torneo” rispose l’altra ridacchiando e facendo le spallucce “Non ti porrò la stessa domanda… Ho intravisto Goku mentre tornavo dalla toilette…”. Fece un passo in avanti e gli sussurrò “Pensi davvero di poterlo sconfiggere?” “Rimani fino alla fine e vedrai...”. Passarono pochi minuti in totale silenzio, a fissarsi trucemente, quando una voce roca e maschile chiamò la ragazza “Ehi, Lily! Alla fine sei riuscita a venire! Brava ragazza!”. Lei si voltò e Piccolo guardò nella stessa direzione: un energumeno dalla pelle nera, più alto del demone di diversi centimetri, vestito come un atleta della boxe, stava salutando Lyrica con entusiasmo e agitando una grossa mano fasciata. Ella sgranò gli occhi verso il nuovo venuto, poi urlò ricambiando il saluto con enfasi “Abu!”. Corse verso l’uomo, che intanto l’aveva raggiunta a sua volta, e si strinsero in un caloroso abbraccio.

Piccolo assisteva alla scena poco lontano e si sentiva rodere dalla rabbia: era per lui che era venuta a vedere il torneo?!? “Ma non sei nervoso? Ho sentito dire che parteciperanno anche i due finalisti dello scorso torneo…” disse la ragazza, sciogliendosi dall’abbraccio “Non preoccuparti dolcezza” la rassicurò lui “Quest’anno sarò io il vincitore, non ci sono dubbi!”. Le afferrò una mano e mormorò “Ma lasciati guardare per un secondo…”. La fece girare su sé stessa e mugugnò “Mmh… Mi viene voglia di intingerti nel caffè…” “Dai, smettila Abu…” lo rimproverò la ragazza, ridendo. Piccolo strinse i pugni e digrignò i denti. Quel maledetto bastardo si stava prendendo troppe libertà. Prese la giovane per un braccio e la tirò verso di sé “Lyrica, io e te dobbiamo fare quattro chiacchiere…”. Guardò Abu e aggiunse “In memoria dei vecchi tempi, amico, spero che non ti dispiaccia…” e senza aspettare una risposta, la trascinò lontana dal lottatore per dirigersi verso il retro dell’edificio “Ehi, Verdone! Come ti…” iniziò a dire l’uomo ma lei gli disse “Va tutto bene, ci vediamo dopo… Parlo un attimo con lui e poi ti raggiungo” “Non ci sperare!” le ringhiò all’orecchio il ragazzo. Appena furono abbastanza lontani le gridò “Non dirmi che sei venuta per quello?!? Ma lo hai visto? Gli arrivi a malapena ai fianchi! E poi lo hai sentito?” lì imitò la voce di Abu “Sarò io il vincitore, non ci sono dubbi… Quello lo posso buttare giù solo sputandogli addosso!”.

Lei lo guardò per un lungo momento, in silenzio, poi fece qualcosa che lui non si aspettava: scoppiò a ridere. “Oh, cielo! Questa sì che è bella!” balbettò tra le risate “S-Sei geloso!” “Io… GELOSO?!?” gridò lui, rosso come un peperone “Perché d-dovrei esserlo? Geloso… L’ennesima stronzata che è fuoriuscita dalla tua bocca...”. La fissò con malignità “Quando diventerò il Re del mondo avrò un centinaio di schiave disposte a servirmi…” fece un sorriso malizioso prima di aggiungere “… In tutti i sensi…”. Un’ombra passò sugli occhi di Lyrica ma non le fece inclinare il suo sorriso “Meglio così, padrone… Perché Abu, ieri, mi ha chiesto di sposarlo…”. Piccolo ebbe un fremito ma prima che potesse dire qualcosa gli altoparlanti annunciarono a tutti gli atleti che erano iniziate le eliminatorie. Lui, dopo averle lanciato un’ultima occhiataccia, si diresse a passo svelto verso i ring posti all’interno della struttura.

Le parole di Lyrica si ripetevano in modo perpetuo nella sua mente e non riusciva in alcun modo a toglierle da lì. Quando, infine, si ritrovò proprio Abu come ultimo avversario delle eliminatorie, le parole aumentarono spropositatamente di volume finché ci fu il gong. Allora, con un gesto fulmineo, lo prese per il collo e lo sollevò di peso. L’uomo si dibatté, spaventato a morte, e bofonchiò “Basta! Mi arrendo! Ti… prego…”. Piccolo sorrise malignamente “Non ti avvicinare più a Lyrica… Sono stato abbastanza chiaro?” gli sussurrò all’orecchio subito dopo averlo mollato. Il cronista deglutì e urlò nel microfono “Si arrende! Anche il numero 51 è ammesso alle semifinali!”.

Lyrica non poteva crederci. Stava aspettando il suo amico fuori dall’edificio, consapevole che contro Goku e i suoi amici non avrebbe mai vinto ma pronta a consolarlo, quando Abu le passò fulmineo al suo fianco e fece per uscire dall’area del torneo senza guardarla in faccia né a rivolgerle la parola. Lei si voltò verso l’uomo e lo chiamò “Abu? Ma che…”. Si guardò intorno, come se qualcuno potesse all’improvviso rivelarle che cosa era successo. Vedendo che lui non tornava indietro e che non sapeva a chi rivolgersi per avere notizie, prese dalla sua borsa una sfera di cristallo e la strinse nel palmo della mano. Essa si illuminò debolmente e delle immagini le apparvero sulla superficie del monile come riflettute da una pozza d’acqua. Subito dopo ripose la sfera al suo posto, furiosa. Piccolo aveva preso per il collo Abu e gli aveva incitato ad non avvicinarsi più a lei. “Ma che cosa gli è passato in quel cervello bacato?”. Una voce, dietro alle sue spalle, ridacchiò e disse “Piccolo odia quando qualcuno cerca di togliergli le sue proprietà... Eh, eh, eh! In questo è uguale a suo padre”. A parlare era stato un ometto magro, un po’ curvo, con gli occhiali e l’aria patetica. Ma non era riuscito a ingannare la ragazza.

“Così è venuto anche lei…” sospirò quando l’uomo si mise al suo fianco. Si era accorta che quello che vedeva non era solo un uomo qualunque. Dentro di lui si celava il Supremo, la parte buona del Grande Mago. Qualche anno fa Piccolo le aveva accennato il passato di suo padre con riluttanza, alla fine esasperato dalle perpetue domande di lei sul suo conto. “So per certo che Goku non avrà mai il coraggio di ucciderlo così sono venuto di persona a completare l’opera…”. Stettero in silenzio per un po’. “Supremo…” iniziò a dire lei ma si ammutolì subito “Non avere paura di me… Puoi dirmi ogni cosa…” la rassicurò l’uomo mettendole una mano sulla spalla con fare paterno. Lei lo guardò intensamente e mormorò “Lui… non è come suo padre. E’ vero, certe volte il modo in cui si comporta può ricordarlo ma non è come lui. Lo so… lo sento…”. Il Supremo la guardò per un secondo e poi fece un sospiro esausto “Sai che la mia mente e quella di Piccolo sono, in qualche modo, collegate… Non siamo in grado di sentire totalmente i nostri pensieri, come le parole, ma uno sa quel tanto da saper cosa sta facendo l’altro e cosa sta provando in quel momento. In particolar modo riusciamo a percepire le nostre emozioni più intense”. Indicò sé stesso “Grazie a questo corpo che ho preso in prestito, il nostro contatto mentale si è affievolito molto e non riuscirà a percepire la mia presenza prima che lo affronti sul ring…”. La lasciò andare e aggiunse “Però prima di scendere dal mio santuario ho sentito la sua brama di potere, il desiderio quasi morboso di uccidere Goku e di seguire le orme paterne nello spargere il terrore tra gli umani. Se il mio allievo non dovesse farcela…”.

La ragazza, dopo essersi congedata dal Supremo, si recò a vedere le semifinali. Ma c’era così tanta gente che da dove si trovava non riusciva a vedere il ring. Sbuffò. “Accidenti! Non si vede nulla!” esclamò una ragazza affianco a lei, dando voce ai suoi pensieri. Si voltò. La donna in questione era giovane, dai capelli e gli occhi turchini e l’aria civettuola. Era molto bella. Ma non era da sola: al suo fianco c’era un’altra ragazza, anche lei molto carina, dai capelli scuri e mossi, un anziano dalla barba bianca che inforcava dei occhiali da sole e due animali antropomorfi. A un certo punto la turchina prese un soffione e fece starnutire la mora. Con suo grande stupore, la mora divenne bionda. “Lunch … Potresti pensarci tu?” chiese l’altra donna con un sorriso a trentadue denti. In meno di due secondi la neo bionda sparò in aria con due mitragliette militari, aprendo un varco tra il pubblico terrorizzato. Senza pensarci due volte Lyrica approfittò della situazione e decise di seguire la strana combriccola.

Dopo i primi due incontri, che videro vincitori Tensing e Goku, arrivò il turno di Piccolo. Il suo sfidante sarebbe stato uno degli amici del suo nemico, un tipo piuttosto basso, pelato e senza naso. Aveva anche un nome assurdo: Crilin. Dette un’occhiata verso il pubblico e intravide Lyrica in prima fila. Le rivolse un sorriso accattivante. Lei si appoggiò sul muretto e gli rispose a sua volta con un sorriso saccente, socchiudendo gli occhi e scuotendo lievemente la testa. Poi mosse le labbra in modo che solo lui potesse sentire le sue parole “Che cos’hai da guardare, Tola’at?”. Il sorriso del giovane demone si allargò e tornò a guardare Crilin “Che presuntuosa…”. Il ragazzo umano, intanto, si era accovacciato ed aveva stretto i pugni contro i fianchi. Lo scontro stava per iniziare.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Malanova