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Autore: FeniceAzzurra    03/10/2015    0 recensioni
Un mago e una strega: William e Giusy. Entrambi al sesto anno ad Hogwarts. Lui Serpeverde, lei Grifondoro. Verde e rosso. Lui Purosangue, lei Mezzosangue. L'uno l'opposto dell'altra. Chiunque riterrebbe impossibile una storia fra questi due ragazzi... soprattutto se vi finirà la guerra di mezzo.
Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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-IN ALTO LE BACCHETTE-

 

Non riuscii a dormire bene quella notte: continuavo a rigirarmi nel letto, inquieto. Verso le cinque del mattino mi arresi all'idea che non sarei riuscito a dormire un altro minuto e mi alzai per andare in bagno a darmi una rinfrescata.

Entrai in doccia e aprii l'acqua. Misi la testa sotto al getto, sospirando e sperando che i pensieri che mi tormentavano, scivolassero via assieme all'acqua.

Chiusi gli occhi e mi tornarono alla mente i fatti della sera precedente. Avevo agito d'istinto quando avevo visto la Grifondoro cadere: l'avevo presa al volo. L'impatto non era stato violento, ma poi avevo sentito addosso una sensazione così insolita.

Uscii dalla doccia e mi portai dinnanzi allo specchio: avevo gli occhi lucidi per le ore di sonno perse e un accenno di occhiaie. Come mi ero ridotto così? Non mi era mai capitato nulla del genere! Sicuramente quella strega mi aveva affatturato in un momento di distrazione.

Ricordavo ancora i suoi occhi, mi pareva di ritrovarli davanti ogni volta che mi giravo: due nubi grigie percorse da lampi azzurri, non ne avevo mai visti così.

Scossi la testa provando a concentrarmi su altro: oggi a lezione di Difesa contro le Arti Oscure, ci saremo esercitati nei combattimenti con schiantesimi e incantesimi difensivi. Molto probabilmente Piton ci avrebbe fatti duellare.

Mi rivestii ed asciugai i capelli con un incantesimo veloce, sistemai la camicia linda e la cravatta della divisa scolastica e, verso le sei e mezza, mi diressi in Sala Grande per fare colazione. Al momento c'erano pochi ragazzi seduti ai quattro tavoli: erano indaffarati a ripassare la lezione mentre mangiavano.

Mi riscossi dai miei pensieri quando qualcuno si sedette accanto a me: Draco. Lo guardai: all'apparenza era tranquillo, ma notavo i segni della stanchezza sul suo viso... chissà cosa gli stava succedendo.

“Tutto bene Will?” mi chiese addentando un toast. Io alzai le spalle, annuendo. Gli feci la stessa domanda e lui si passò una mano sul viso.

“Si, tutto a posto... sono solo stanco. È la scuola... e il Quidditch. La settimana prossima abbiamo la seconda partita. Dobbiamo essere pronti, anche se andremo contro i Corvonero.” disse sviando il discorso iniziale. Era ovvio che mentiva, ma lasciai stare e terminai di mangiare.

Le prime due ore avevamo avuto Storia della Magia e Trasfigurazione. La terza ora mi presentai nell'aula di Difesa contro le Arti Oscure, ovviamente avevamo lezione assieme ai Grifondoro.

Come tutti si aspettavano, il professore ci divise in coppie per duellare: ovviamente Potter e Draco finirono l'uno contro l'altro, la Granger-so-tutto-io con Pansy e il rosso e lentigginoso Weasley assieme a Crabbe. Piton elencava le coppie piuttosto equilibrate e i ragazzi i cui nomi venivano chiamati si disponevano l'uno di fronte all'altro. Chiamò il mio nome per ultimo:

“Fox assieme a Mason. Bene, mettetevi in posizione e attendete il mio segnale.” avevo sentito bene, Mason? Che ironia, sembrava una curiosa persecuzione voluta dal destino.

La rossa mi individuò e si mise davanti a me.

“In alto le bacchette” proferì Piton con voce annoiata. Le coppie eseguirono l'ordine e un ghigno mi attraversò il volto.

“Buona fortuna, Fox.” disse lei guardandomi col fuoco negli occhi. Io ridacchiai preparandomi.

“Credo che ne avrai più bisogno tu, Grifa.” lei assottigliò gli occhi e colse la sfida. Appena Piton diede l'ordine, lei partì scagliando subito il primo schiantesimo. Me lo aspettavo: lo parai subito e contrattaccai. Provai ad eludere la sua difesa con un attacco sulla destra, ma il suo protego fu più rapido.

Non era un vero duello, non ancora: nessuno dei due si stava veramente impegnando, ci studiavamo a vicenda in modo da riuscire ad anticipare le mosse future dell'avversario. Notai che spesso la Grifondoro, per attaccare, lasciava scoperto un angolo sinistro della sua difesa. Provai a creare un diversivo e insistere poi su quel punto.

Il duello si prolungò per molto tempo, come quello di Harry e Draco. Ancora poche coppie erano rimaste a duellare: Neville era stato il primo ad essere schiantato, seguito da Pansy, sicuramente la Granger si era levata una gran soddisfazione.

Dovevo ammettere che la rossa non era affatto male: riusciva sempre a neutralizzare i miei attacchi e mi teneva testa combattendo con grinta.

Dopo diverso tempo eravamo entrambi stremati. I nostri compagni ci guardavano e scommettevano fra di loro, senza farsi vedere dal professore, su chi avrebbe vinto i duelli ancora rimasti. Provai un attacco a destra e lei lasciò scoperto il lato sinistro, così mi preparai a colpirla in quel punto. Alzai lo sguardo su di lei e ci fissammo negli occhi. Subito la rividi fra le mie braccia, la sera precendente.

Quel momento durò pochi attimi, perché un botto accanto a me mi fece sussultare e persi di mano la bacchetta. Feci appena in tempo a sentire “Stupeficium” che finii schiantato e persi i sensi per qualche secondo.

Quando riaprii gli occhi ero circondato da alcuni compagni che mi confortavano o che mi insultavano per aver perso, mentre i Grifondoro davano delle pacche sulle spalle alla Mason e si congratulavano con lei. Qualche minuto dopo anche Potter schiantò Draco e l'ora finì. Giusy uscì dalla classe con la sua amica dalle punte bordeaux, dirette probabilmente in Sala Grande a pranzare. Io andai nella direzione opposta: scesi nei sotterranei diretto verso il mio dormitorio. Lasciai sulla scrivania in legno di mogano i libri di trasfigurazione e storia della magia e recuperai i compiti per il Professor Vitious. Mi sistemai qualche ciuffo ribelle allo specchio e salii finalmente a pranzare assieme ai miei compagni.

In Sala Grande ancora qualche Grifonodoro che passava, sfotteva le Serpi che avevano perso nel duello e allo stesso modo ci comportavamo noi della casata Verde-Argento. Era una battaglia che forse non avrebbe mai avuto una fine quella fra le nostre due Case. È capitato raramente nella storia che alcuni ragazzi delle due fazioni avversarie stringessero un'amicizia forte e duratura e che la mantenessero anche dopo la scuola.

Uscii dalla Sala e un ragazzino del primo anno mi venne quasi addosso.

“Stai attento!” lo ammonii passandogli davanti. Lui si girò e mi guardò.

“William Fox?” chiese ansimando leggermente per la corsa che aveva fatto. Io mi voltai e lo guardai, annuendo. Lui mi porse un bigliettino di pergamena dicendo che glielo aveva consegnato la Professoressa McGranitt per me e poi tornò a pranzare di corsa, come se avesse paura che le pietanze sarebbero scappate senza di lui.

Aprii il biglietto e lo lessi a mente: "Fox, fatti trovare stasera nell'ala sud del corridoio del terzo piano per la tua punizione. Sarai atteso dal Sig. Gazza alle 21 precise. Prof.ssa McGranitt".

Accartocciai la pergamena in mano e sbuffai: possibile che non fosse bastata la notte precedente? Questo significava che, molto probabilmente, avrei rivisto la Grifondoro. Ero irritato da questa cosa ma non solo... anche... irrequieto, nervoso, incuriosito? Bah... speravo solo che con questa sera avrei concluso la punizione, non mi andava di perdere altro tempo.

Andai a pranzare e poi mi concentrai sulle lezioni pomeridiane. Passai il pomeriggio a fare i compiti di Pozioni e alla fine andai a cena. Rimasi a scherzare con alcuni miei compagni, quando alle 20:45 mi preparai per dirigermi dove mi era stato indicato dalla McGranitt.

Arrivai puntuale e trovai solamente Gazza con la sua bestiola in braccio. Forse la ragazza non sarebbe venuta, forse avrei dovuto svolgerla da solo la punizione. Non feci nemmeno in tempo a finire di pensare quelle cose che vidi i suoi capelli rossi spuntare fuori da dietro l'angolo e la sua figura minuta raggiungerci di corsa.

“Scusi il ritardo, ma...” lui la zittì con un gesto della mano e poi ci portò dinnanzi ad una teca piena di coppe impolverate e rovinate dalla ruggine.

“Sapete cosa dovete fare. Tornerò fra poco a vedere come lavorate...” gracchiò il vecchio custode prima di andarsene assieme alla sua pulciosa gatta in giro a pattugliare i corridoi.

Ci mettemmo subito al lavoro: ognuno di noi prese una pezza e un secchio e cominciò a pulire e lucidare le coppe, i trofei e tutti i meriti ricevuti agli studenti negli ultimi due/tre secoli. La ragazza non diede assolutamente peso alla mia presenza, faceva finta che io non esistessi, mi evitava in ogni modo e questa cosa cominciava ad infastidirmi alquanto.

Dopo una cinquantina di coppe non riuscii più a sopportare quel silenzio insopportabile e decisi di parlarle.

“Come mai combattevi con tanta foga oggi a lezione? Volevi vendicarti?” chiesi fingendo indifferenza, anche se la voce mi uscì quasi inumana a causa della gola secca. Lei fu piuttosto rapida a rispondermi, come se si aspettasse che parlassi. La studiavo, come un predatore prima di attaccare la sua preda: seguivo i suoi movimenti con lo sguardo, senza farmi scoprire.

“Si, volevo vendicarmi per la caduta a Quidditch... e volevo ottenere un bel voto” rispose secca. Sembrava la McGranitt: fredda, schietta e precisa, ma con qualche secolo di meno sulle spalle.

“Beh, sul campo è stato un incidente, tu invece mi hai schiantato nonostante fossi disarmato” sbuffai divertito “meno male che voi Grifoncessi... ehm, Grifondoro, vi vantate di essere coraggiosi, leali e onesti... e poi barate” mi lasciai sfuggire apposta una lieve risata irritante, altrimenti quella conversazione avrebbe rischiato di diventare noiosa. Lei si girò a guardarmi, come sorpresa, sforzandosi di non rispondere alle mie provocazioni.

“Eri disarmato? Come mai?” io le raccontai del botto che mi aveva preso alla sprovvista, senza menzionare il piccolo dettaglio che era avvenuto prima: quando ero rimasto imbambolato a guardarla negli occhi. Lei annuì e le sfuggì una risata. “Oh.... probabilmente è stato Seamus, lui ha una particolare inclinazione per quanto riguarda il fuoco e la pirotecnica... fin dal primo anno” raccontò. Io ci pensai su e annuii.

“Si, ricordo! Era quello che alla prima lezione di incantesimi fece esplodere la piuma!” lei annuì, sorridendo.

“Come? Non sapevo fossi disarmato, non ti avrei mai attaccato altrimenti... non sono scorretta, IO.” disse continuando a lucidare le coppe, si era preoccupata di marcare quel “io” e io sorrisi sotto i baffi.

“Cosa vorresti dire con questo?” la sfidai “forse che sono scorretto?” lei sospirò.

“No, non solo tu.... intendo tutti voi Serpemerde... oh, scusa, Serpeverde in generale” ridacchiò senza girarsi a guardarmi.

“Beh, secondo me l'hai fatto apposta: non eri sicura di riuscire a battermi lealmente e hai approfittato della mia mia distrazione per vincere il duello!” dissi guardandola con uno sguardo di sfida negli occhi. Lei si voltò a guardarmi e assottigliò gli occhi, avvicinandosi a me.

“Tu davvero credi che se non ti fosse caduta la bacchetta non avrei mai vinto?” io incrociai le braccia al petto e annuii, ghignando. “Benissimo, quando vuoi posso darti una dimostrazione che non è affatto vero quello che hai detto! Sono perfettamente capace di batterti come oggi a lezione!” mi soffiò in segno di sfida, avvicinandosi di qualche passo a me, fino a fermarsi dinnanzi alla mia figura, lanciandomi uno sguardo di fuoco. Non era affatto intimorita dal fatto che ero più alto di lei di diversi centimetri, sosteneva il mio sguardo senza problemi.

“Perché non qui? Non ora?” sibilai con un mezzo sorriso da Serpe, assottigliando gli occhi mentre il silenzio più totale regnava in mezzo al corridoio dopo la sfida che le avevo lanciato.

“Forse perché è assolutamente vietato intraprendere duelli se non durante apposite lezioni e la vostra punizione è finita, per questa sera!” disse la professoressa McGranitt apparendo da dietro un angolo e fulminandoci con lo sguardo da dietro i suoi occhiali squadrati. Ci guardò severa e con la luce delle torce che brillavano attaccate al muro era, a dir poco, inquietante.

“quindici punti in meno a ciascuna delle due case e vi siete guadagnati altri giorni di punizione. Complimenti, potreste quasi rubare il titolo al Signor Potter e il Signor Weasley.” disse mandandoci nei rispettivi dormitori.

Appena arrivai in camera, scrissi un biglietto alla Grifondoro: “Domani a mezzanotte in punto. Stanza delle Necessità. Ti batterò in duello. Fox.” un messaggio chiaro e schietto, lo diedi al mio gufo e quello partì per la torre Grifondoro, diretto verso la finestra della sua camera. In poco tempo tornò con la risposta: “Ci sarò, mi spiace per la tua autostima che ti finirà sotto le scarpe quando ti avrò stracciato.” orgogliosa come tutti i Grifoncessi, anche se non mi dispiaceva a differenza degli altri. Lei era... interessante, si: mi sarei certamente divertito a stuzzicarla.


=Commento dell'Autrice=

Inanzitutti mi spiace tantissimo per averci messo tantissimo per pubblicare questo capitolo! Spero di non aver perso nessuno dei miei (pochi) lettori...
Quest'estate sono stata davvero molto impegnata e ho anche lavorato durante quasi tutte le vacanze, successivamente è ricominciata la scuola....
E DUNQUE RIECCOMI! 
Beh vedrò di sbrigarmi per il prossimo capitolo <3 
*scappa a scrivere*

ciao Nargilli!!

-FeniceAzzurra

   
 
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