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Autore: Alins    03/10/2015    2 recensioni
Anastasia “Anya” Angeli è appena scampata alla morte, ma mentre lei e viva e vegeta i suoi genitori barcollano nel buio, tra la vita e la morte, loro sono in coma.
Anya e suo fratello minore Leon sono costretti ad andare a vivere dalla neo sposa zia Guadalupe o come la chiamano loro “Lupe”, sorella più piccola della madre, e da suo marito Greg, i due fratelli si prenderanno cura, tra l’altro anche della piccola Soledad, figlia della coppia e vero sole che illumina il buio.
Aaron fa parte di una famiglia da cui, secondo Lupe, Anya deve assolutamente stare lontana ma il fato vuole che il ragazzo si trasferisca accanto nella casa accanto, con alcuni suoi compagni di scuola.
I caratteri così simili e così diversi allo stesso tempo, li porteranno a scontrarsi inevitabilmente.
Riuscirà Anya a sconfiggere il mondo di ombre in cui si è rintanata magari con un aiuto speciale? E riuscirà Aaron ad abbattere il muro che la ragazza si è costruita?
Dal Testo:
- Va via - [ ... ]
- No, non posso. Non posso starti lontano, tu sei tutto ciò di cui ho bisogno -
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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                        Never let me go
 << Never let me go, never let me go. 
Never let me go, never let me go. 

And the arms of the ocean are carrying me, 
And all this devotion was rushing over me, 
And the question of heaven, for a sinner like me, 
But the arms of the ocean deliver me >>
    
Per un secondo, ballando con Caleb, aveva smesso di pensare ad Aaron, a Logan, a Gillian, ai suoi genitori … era tornata la ragazza spensierata di un tempo, quella che si divertiva però controllandosi, e sembrava che il suo buon umore fosse tornato.
Caleb aveva detto la verità quando le aveva assicurato che ballare con lui l’avrebbe fatta sentire meglio, ma adesso la canzone era finita e già sentiva le guance scaldarsi per l’imbarazzo di aver ballato d’avanti a tutti.
Caleb l’abbracciò, come non aveva mai fatto, quasi la ringraziasse.
<< Grazie, Caleb. Avevi ragione … avevo bisogno di ballare >> mormorò la ragazza sorridendogli.
<< Io ho sempre ragione >> si vantò il ragazzo, Anya alzò gli occhi al cielo ma lasciò perdere.
<< Se non la smetti di vantarti ti lancerò, letteralmente, nelle grinfie di Pam e Adrienne >> lo minacciò la ragazza, fingendo una smorfia minacciosa.
Caleb la guardò con un sopracciglio alzato, come per mettere in dubbio le sue parole.
<< Dico sul serio, Caleb >> decretò la ragazza, ed indicò, senza farsi notare, Pam e Adrienne che stavano venendo nella stessa direzione.
Caleb finse un’espressione terrorizzata prima di prendere Anya per mano e la trascinò di nuovo tra le persone che ballavano.
<< Balliamo un altro po’ >> le propose, in risposta allo sguardo interrogativo della ragazza.
Anya alzò le spalle sorridendo, e lo seguì.
Allacciò le braccia al collo di Caleb, e cominciarono a dondolarsi sul posto in quello che definivano ballare.
<< Dovremo sposarci, io e te. Sempre sfortunati in amore >> decretò Caleb ad un certo punto
Anya sospirò abbassando gli occhi e poi sorrise.
<< Perfetto! Facciamolo! Adesso? >> chiese Anya presa dall’euforia.
<< No, no. Aspettiamo un mese e vediamo se cambiano le cose >> propose il ragazzo ridendo.
Ripresero a ballare.
<< Beh, le corteggiatrici non ti mancano >> sentenziò Anya, lanciando un’occhiata ad Adrienne al bancone e Pam poco lontana da loro.
<< Ma non sono loro quelle che voglio >> decretò il ragazzo, mentre fissava con malinconia Brooke e Gill che chiacchieravano poco lontano.
<< Caleb! Ancora lei? Pensavo ti fosse passata, ormai >>
Anya si girò di poco e guardò nella stesa direzione del ragazzo.
<< Lo pensavo, te lo giuro. Ma poi ogni volta che la vedo … >>
Aveva un tono malinconico.
<< Gillian non fa per te >> decretò Anya, sicura.
E ci credeva davvero alle parole che diceva.
Pensava che quella di Caleb per Gillian fosse solo una cotta passeggera, tipica da primo anno di liceo, ma poi era arrivato il secondo, e poi il terzo, e lui continuava a starle dietro, a supportarla, ad ammirarla da lontano, senza fare nulla per tentare, almeno in parte di conquistarla.
Solo adesso, vedendo quanto ancora ci soffriva, riusciva a capire quanto Caleb ci tenesse alla sua amica, e capì, che forse ne era innamorato.
Si perse nei suoi pensieri, e di nuovo, ballando guardò nella direzione di Aaron.
Non poteva crederci, stava ancora ballando con quella sottospecie di ragazza. E sembrava anche divertirsi parecchio, beh, chi non lo avrebbe fatto con una del genere?
Sentiva qualcosa che dentro di lei si rompeva, perché faceva così male?
<< Neanche Aaron fa per te >>
Decretò Caleb, girandosi verso di lei, capendo subito il perché la ragazza si fosse rintristita all’improvviso.
<< Io non lo so che mi prende … prima perdo tempo con Joe, poi perdo completamente la testa per uno stronzo come Aaron ed infine lascio andare uno adorabile come Logan >> borbottò la ragazza.
<< Io non sono messo meglio, Anya. Adrienne e Pam? Due bombe sexy … ma niente. Continuo a perdere tempo dietro Gill, che secondo me non si ricorda nemmeno il mio nome. E per le altre due sarei comunque solo un trofeo >> borbottò il ragazzo.
<< Siamo due casi persi >>
Anya si appoggiò al petto di Caleb sospirando.
<< Beh, allora dovremo sposarci, ripeto >> sentenziò Caleb.
Anya rise sotto voce ed annuì.
Le serviva uno come Caleb, disperato in amore quanto lei, che non le avrebbe mai messo fretta, che l’avrebbe capita …
Aaron e la ragazza erano di fronte e a lei, li fissò con il respiro mozzato.
<< Ehi! Tu devi guardare solo me! Altrimenti chiedo il divorzio >>
La voce di Caleb la fecero tornare alla realtà, Anya si riscosse e rise.
<< Sì, certo scusa >> mormorò ridendo.
Ma ad un certo punto fu Caleb a perdersi.
Fissava Gill, era così bella quella sera, e lui così idiota.
Come faceva a piacergli?
<< Ehi! Lo stai facendo anche tu. Guada me, okay? >>
Anya gli puntò un dito minacciosa contro.
<< Scusa, scusa >> rispose il ragazzo ridendo.
<< Resterai sempre al mio fianco vero, Caleb? >>
Anya pensò a come tutti, in modo o nell’altro, la ferissero, o le mentissero, e a come solo Caleb fosse sempre stato attento a lei ed era sempre stato sincero.
Caleb la fissò.
Anche lui pensò ad esattamente alle stesse cose, Anya per lui era come una sorella.
<< Sempre >>
 
                                     ***
<< Ehi! Cosa combinate tu e Caleb? >>
La voce di Brooke la riscosse dei suoi pensieri.
Anya si era appena seduta su uno dei divanetti, aveva ballato tutta la sera con Caleb, e adesso si era seduta perché i piedi le facevano davvero troppo male e perché aveva bisogna di bere un po’.
<< Progettiamo di sposarci il prossimo mese >> rispose Anya.
Brooke era reduce da un paio di cocktail alcolici e duecento canzoni ballate con Joe, la testa le girava, aveva bisogno di sedersi, prese posto accanto a lei.
<< Bello, io sono la damigella d’onore. E perché mai questa decisione? >> chiese poi, sperando di arrivare al punto della questione, che univa i due amici.
<< Stesse delusioni d’amore >> sentenziò Anya, troppo occupata ad osservare il liquido blu fluo per guardare Brooke.
<< Tu e Joe? >> chiese poi, spiazzando l’amica.
<< Io e Joe cosa? >> borbottò Brooke guardandola male.
<< Siete diventati qualcosa che non siete staccati un secondo questa sera >> chiese Anya, osservandola attentamente.
<< No, cioè stiamo solo ballando >>
<< Però Joe non ha guardato una sola ragazza che non sia tu … e tu hai fatto lo stesso. Non ti sembra sospetta la cosa? >> chiese Anya a brucia pelo.
Brooke arrossì di colpo, ma non rispose.
Anya capì di aver fatto centro.
<< Insomma Joe guarda sempre così tante ragazze, ci prova con tutte … ma sta sera no. Sta sera ti sta attaccato come un cagnolino >>
Continuò imperterrita, senza mai fermarsi con le supposizioni.
<< Okay, ferma. Non so cosa siamo. Non stiamo insieme, non ci siamo nemmeno baciati, o nient’altro, non siamo amici e non ci comportiamo nemmeno come tutor e studente … >> rivelò Brooke, capendo tutte quelle cose ora che Anya gliele aveva tirate fuori, praticamente con le tenaglie.
<< E allora cosa siete? >> chiese Anya, nuovamente, alzando un sopracciglio come a dire “Te l’avevo detto”
<< Oh mio Dio … noi non siamo niente. Non so cosa siamo >> ammise Brooke sgranando gli occhi.
<< Ecco, appunto. Perché non dai un’etichetta a questa cosa? >> chiese Anya, con tono di chi la sapeva lunga.
<< Non mi piacciono le etichette >> ribatté Brooke risoluta.
<< Brooke … >>
<< Okay, non siamo nulla. Perché vuoi che io dia un’etichetta? >> chiese Brooke sconsolata.
<< Perché ti voglio bene, e anche tanto. E non voglio che perdi tempo con uno che non sa quello che vuole. Quindi cercate di risolvere >> rispose sincera Anya.
Ci aveva riflettuto molto.
E Joe doveva assolutamente dare una definizione a Brooke, non poteva farla illudere e poi all’improvviso darle il ben servito, prendendola in giro.
Non voleva che Brooke soffrisse quanto lei, ora che Aaron prima le diceva belle parole e poi ci provava con una strafiga a caso.
<< Io ci proverò >> sussurrò Brooke.
Restarono sedute, un’accanto all’altra in silenzio.
                                        ***
Gillian fissò Aaron, ancora intento a ballare con quella sotto specie di ragazza.
Girò lo sguardo verso Anya, che parlava con Brooke, non sembrava molto contenta nemmeno lei.
Anche se era dura ammetterlo Gillian avrebbe preferito perdere contro Anya che contro una qualsiasi sciacquetta.
Sapeva che contro Anya le speranze erano vane, anche se la sua amica sembrava non essere per niente interessata ad Aaron, non si poteva dire che lo stesso non fosse per il ragazzo.
Lei vedeva, ogni singola volta, lo sguardo che Aaron le riservava, ma non diceva niente.
Quella ragazza, quella lì, in fondo le faceva pena, le somigliava incredibilmente, ma non di viso, piuttosto di atteggiamento.
Gillian ci avrebbe provato con un ragazzo sexy come lui, Gillian non se ne sarebbe fregata nulla se fosse stato fidanzato.
E quella ragazza faceva lo stesso.
Appariva davvero così vista da fuori? Dove il suo comportamento non sembrava affatto quello giusto ma quello di una ragazza dai semplici costumi?
Evidentemente sì.
Si sistemò il vestito e guardò con determinazione quei due.
Se doveva sembrare una stronza beh tanto valeva esserlo.
Camminò decisa, come una leonessa nel suo regno.
Quando arrivò d’avanti a quei due picchiettò sulla spalla della ragazza, e sorrise, in quello che sembrava un sorriso che non prometteva niente di buono.
La ragazza la squadrò dalla testa ai piedi scettica, Aaron sbuffò voltando il viso.
<< Ciao, tesoro! Posso parlarti in privato, senza questa sciacquetta? >> chiese, ostentando quel sorriso.
La ragazza alzò il sopracciglio e la fissò.
<< Come scusa? >>
<< Non sto parlando con te, cara. Parlo con lui >> Gillian non la guardò nemmeno, la ragazza sbuffò prima di risponderle di nuovo.
<< Dovresti essere un diavolo? Con le piume? >> chiese sarcastica.
<< Beh, le piume mi piacciono. E il vestito me lo sono fatta da sola, non l’ho preso mica da uno di questi mercatini a basso costo, come te >> 
Le piaceva fare sfoggio del suo talento per la moda, e le piaceva fare sfoggio dei suoi soldi. Non le fregava niente delle persone se non erano suoi amici.
<< Cosa vuoi, Gill? >> chiese Aaron scocciato, sembrava un ragazzo decisamente diverso da quello che aveva portato Anya al mare solo il giorno prima.
<< Parlare con te. Adesso. E non accetto un no come risposta >>
Aaron mormorò alla ragazza uno “scusami” prima di trascinare Gillian un po’ più lontano da lei.
<< Cosa vuoi? >> ripeté.
<< Mi sta bene che tu preferisca la mia migliore amica a me, perché è davvero straordinaria e perfetta. Ma non mi sta bene che tu mi preferisca ad una appena incontrata >> decretò sincera.
Non le importava di sembrare patetica o stupida, lei era così. E basta.
<< E non lo dico solo per me, perché ormai per me è ovvio che sono stata per te solo una bella scopata e basta, ma lo dico per Anya. Lei ti piace e se continui a fartela con tutte ragazze a caso penso che non riuscirai mai a conquistarla >>
Gillian combatteva per non piangere.
Non capiva se era innamorata di Aaron, ma lui le piaceva.
Ma non era cieca, aveva visto come si guardavano quei due, e sapeva che Anya non aveva mai concorso per Aaron, nonostante le piacesse, e non voleva perdere tutto.
Le cose fra loro due non sarebbero mai tornate come prima, ma non voleva che soffrisse.
Se ne andò, prima di scoppiare a piangere d’avanti a lui, come solo una stupida ragazzina poteva fare.
 
                                     ***
Anya si sedette accanto a Gillian, senza un motivo apparente.
Gillian giocava con la cannuccia di un cocktail, e la fissava senza interessa.
<< Hai vinto. Ti lascio Aaron, lui non vuole me >> decretò all’improvviso, Anya la fissò.
<< Non mi sono mai messa in competizione con te, Gill >> replicò la ragazza, con sguardo dispiaciuto.
<< Lo so, ma a lui piaci tu, e inutile che io continui a farmi prendere in giro da lui >> sentenziò Gillian.
<< Secondo me a lui importa solo di sé stesso >> decretò Anya fissando ancora una volta Aaron che ballava con quella ragazza, nonostante ciò che gli aveva detto Gillian.
<< Lo fa solo per farti ingelosire >> decretò a sua volta Gillian, sicura di quello che diceva.
<< Troverai il ragazzo che fa per te >> sentenziò ad un certo punto Anya, capendo il perché di tutta quella tristezza da parte della sua amica.
Sapeva che dietro tutto il trucco, e i vestiti succinti si nascondeva una ragazza insicura, che aveva solo bisogno di amore.
<< Quando tu e Joe vi siete messi insieme ammetto di essere stata molto gelosa. Ma non di lui o di te. Ma del vostro rapporto, eravate amici ma vi amavate, andavate d’accordo, e io nel frattempo stavo perdendo la mia migliore amica, e il ragazzo che pensavo avesse una cotta per me >> rivelò Gillian con un sorriso amaro.
<< Che cosa? >>
<< Non ne averne a male ma ero fermamente convinta che Joe mi stesse dietro e quando si è dichiarato a te ci sono rimasta una merda, e nonostante questo non riuscivo ad essere felice per te perché sentivo che ti stavi allontanando da me, ed io avevo bisogno di te.
E più vi vedevo insieme e più desideravo qualcuno che mi amasse >>
Gillian non aveva mai rivelato quelle cose a nessuno, ma sentiva di dovere di dirglielo, quasi a togliersi un peso dal cuore.
<< Hai visto come è finita con Joe, no? Non era amore >> decretò Anya decisa.
<< Non è questo, Anya! Insomma anche se non era amore, beh lo sembrava, e anche io desideravo qualcosa del genere, e a dirla tutta lo desidero ancora >>
Non sapeva perché glielo stavo dicendo proprio in quel momento, che non erano proprio amiche, ma sembrava che in questo modo le parole le uscissero più facilmente.
Quasi non temesse più di ferirla.
<< Gill tu sei una ragazza davvero straordinaria, e bellissima, troverai un ragazzo che ti amerà proprio come meriti >>
Anya le prese la mano, e fissò senza volerlo Caleb.
Lei era sicura che Caleb sarebbe stato perfetto per Gillian, lui l’avrebbe amata come meritava, ma Gill non lo capiva.
O forse non lo voleva capire.
Gillian sorrise ad Anya, non notando su chi si era posato il suo sguardo.
Forse potevano tornare amiche. Ma sarebbe stata dura.
 
                                   ***
<< Dai, Brooke! C’è la puoi fare >>
Brooke si fissò allo specchio del bagno delle donne, dove si era rintanata dopo la chiacchierata con Anya e principalmente per scappare da Joe.
Anya aveva ragione, non erano niente, e dare una definizione avrebbe evitato ad entrambi di soffrire, in particolare a lei.
O forse avrebbe complicato ancora di più le cose?
Certo, quel limbo in cui erano finiti non era per niente piacevole … ma forse dare una definizione avrebbe rovinato tutto.
Ma se non c’era una definizione era ancora peggio, non c’era niente da rovinare … niente da aggiustare.
<< Cosa ci vuole, eh? Gli devi solo parlare >> borbottò.
Parlare con lo specchio le dava sicurezza, anche a costo sembrare una pazza.
La porta di uno dei bagni dietro di lei si aprì, sobbalzò, doveva aver fatto proprio una figuraccia.
<< Cosa stai combinando? >> chiese Adrienne guardandola stranita.
<< Oh, sei tu >>
Ancora peggio, andavano di male in peggio.
<< Parli da sola? >> chiese Adrienne, le passò accanto per lavarsi le mani.
Brooke ci pensò.
Cosa poteva fare Adrienne a parte prenderla in giro con Joe se le avesse chiesto qualcosa?
<< Senti, credi che io e Joe abbiamo bisogno di definire la nostra situazione? >> chiese tutto d’un fiato.
Adrienne la fissò stranita.
<< Definisci definizione >> mormorò Adrienne, prese un fazzoletto e si asciugò le mani.
<< Anya dice che non siamo niente, che se non voglio soffrire devo decidere se siamo amici o qualcosa di più >>
<< A questo devi pensarci da sola, adesso non vi considerate amici, non vi siete baciati e quindi niente di romantico … però, io saprei vivere così, ma non credo che tu ci riusciresti. Quindi mettete almeno in chiaro la storia dell’amicizia >>
Adrienne si sistemò i capelli e sorrise fissandosi allo specchio nella direzione di Brooke.
Brooke fece lo stesso.
Quella era la sera dei miracoli evidentemente.
Uscì a testa alta dal bagno, per quanto potesse essere dignitoso essersi nascosta nel bagno.
Joe era accanto al bancone, stava bevendo qualcosa con Aaron, stranamente solo, e con Caleb, un po’ più su di giri del solito, quando la vide parve illuminarsi.
<< Ehi! Mi stavo giusto chiedendo … >> esordì Joe, ma non ebbe tempo di finire la frase poiché Brooke lo bloccò con un gesto della mano.
Chiuse gli occhi e poi parlò di getto.
<< Cosa sono per te? >> chiese tutto d’un fiato, non curandosi della presenza degli altri due ragazzi.
I tre rimasero spiazzati.
<< Oh … >> commentò Joe, non sapendo cosa dire.
Brooke avvampò, guardando prima Aaron e poi Caleb, che la guardavano straniti.
<< Okay, adesso noi andiamo via, non sono affari nostri >> decretò Caleb, prese il suo drink e fece per andare via.
Poi si fermò a fissò Aaron, intento a sorseggiare il suo drink, e guardare interessato da Brooke e Joe, come a non volersi perdere niente.
<< Aaron? >> chiamò, rimproverandolo.
<< Ho capito, ho capito – prese il suo drink e poi anche quello di Joe lì accanto – questo lo prendo io, tanto a te non serve >> decretò rispondendo all’occhiata stranita di Joe.
<< Io volevo sentire però >> borbottò prima di allontanarsi definitivamente.
A volte era davvero peggio di una vecchia pettegola.
Brooke guardò Joe, in attesa.
<< Cosa intendi? >> le chiese il ragazzo, spiazzandola.
Era già stato imbarazzante ripeterlo una volta, figurati due … non ci sarebbe riuscita un’altra volta.
<< C-cosa sono io per te ...? >> chiese incerta, aveva perso tutta la determinazione che aveva preso prima.
<< Dobbiamo proprio discuterne ora? >> chiese Joe, fissandosi intorno imbarazzato.
Brooke alzò il sopracciglio accigliata.
<< Non credo che avrò mai più il coraggio di farti una domanda del genere. Quindi ora o mai più >> ammise la ragazza, arrossendo.
Non era mai stata così sincera con un ragazzo prima d’ora.
<< Preferirei che tu mi dessi una risposta, per favore, prima che sprofondi dalla vergogna >> aggiunse la ragazza, ormai impaziente di conoscere la risposta.
Certo, ormai lo aveva capito, Joe le piaceva, il problema ora era capire come venisse paragonata.
<< Oh … beh, è una domanda particolare, non puoi pretendere che semplicemente ti dia una risposta così, su due piedi … >> si lamentò il ragazzo, non sapendo cosa dire.
Era ovvio che Brooke le piacesse, e anche tanto, però non aveva intenzione di andare troppo veloce, o di affrettare le cose.
<< Dio, Joe! Cosa diavolo c’è di difficile in questa domanda? O bianco o nero >> sbottò ad un certo punto Brooke, non più imbarazzata.
<< Brooke, la vita non è fatta solo di bianco o di nero, ci sono migliaia di sfumature, di grigi … >>
<< Non penserai mica di incantarmi con le frasi prese da Facebook? Perché se è così non ci stai riuscendo, per niente … >>
Brooke incrociò le braccia risolute, e lo fissò dritto negli occhi risoluta.
Non voleva sembrare pesante, ma nemmeno essere presa troppo alla leggera.
Joe sbuffò e si grattò la testa, crucciato.
Brooke sentiva quasi le rotelle nella sua testa agitarsi, per cercare una risposta.
<< Siamo amici … credo. Sì, possiamo definirci amici, non più tutor ed allievo >> rispose dopo una lunga pausa il ragazzo, palesemente indeciso.
<< Oh … >> commentò la ragazza, leggermente delusa.
Ma cosa diavolo si aspettava?
Non si erano mai baciati, o abbracciati, non c’era stato mai niente di minimamente romantico … era ovvio che adeso fossero diventanti solo amici.
C’era confidenza, ma non troppa.
Amici.
Basta.
<< Ti va di ballare? >>
Le chiese poi, sorridendo, come se nulla fosse accaduto.
Brooke ci pensò.
Potevano ballare, come amici. Non avrebbero dovuto flirtare o cose del genere.
Figuriamoci che aveva anche ammesso di essere gelosa, le figuracce per lei non erano mai abbastanza.
<< Io … credo di no. Anzi decisamente no. Non mi va, per niente >>
Brooke scosse la testa, non le andava bene fare ancora la figura della cretina con lui.
L’aveva fatto per troppo tempo, esternando fin troppo ciò che provava per lui.
<< Aspetta, Brooke. Non te la prendere … >> cominciò Joe, captando il disagio della ragazza.
<< Figurati non me la sono presa … devo solo, beh, solo andare da Anya, le ho promesso che saremo state insieme >>
Provò a fare una specie di sorriso, ma, con molte probabilità, le era uscita solo una sotto specie di smorfia, e sparì tra la folla, mentre Joe la osservava. Ormai impotente.
 
                                         ***
<< Un bicchiere per me e uno per te >>
Aaron arrivò alle spalle di Anya all’improvviso, lei sobbalzò, era troppo presa a guardare Brooke che parlava a Joe per fare caso a lui.
Lo fissò stranita, due secondi fa era accanto a Joe, doveva aver fatto il giro, e lei non se ne era accorta, probabilmente.
Aaron le sorrise, in quello che lui definiva un sorriso “irresistibile”, che, in effetti, lo era.
Le porse il bicchiere, intoccato, che aveva rubato a Joe.
<< Non prendo nulla dagli sconosciuti >>
Incrociò le braccia al petto risoluta ed evitò, accuratamente, di incrociare, in qualsiasi modo il suo sguardo.
Aaron, per quanto fosse mortificabile per il suo orgoglio ferito ammetterlo, era decisamente sexy, e se usava quel tono di voce e quello sguardo, e quel sorriso era decisamente più irresistibile.
<< Andiamo! E adesso perché sarei uno sconosciuto? >> chiese stranito.
<< Beh, rispetto a quello della spiaggia sei uno sconosciuto >> rispose Anya, senza nessun pelo sulla lingua.
<< Sono sempre lo stesso. Solo meno romantico >> rispose il ragazzo, rammentando la conversazione dove le aveva praticamente confessato di correrle dietro da anni.
<< Beh, questa versione di te non mi piace. Sei uno stronzo. Non riesco mai a capire chi sia tu veramente >> ammise Anya, a malincuore.
Strappò praticamente il bicchiere dalle mani del ragazzo, non poteva affrontare quella conversazione senza bere nulla. Lui sorrise sghembo.
<< Io sono lo stesso ragazzo che ti piace, che ti è sempre piaciuto >>
Aaron avvicinò il suo viso a quello di Anya, ancora una volta, ed era ad un soffio dalle sue labbra.
La guardò dritto negli occhi, e ad Anya, mancò il respiro per poco.
Lo stava facendo di nuovo … cercava di incantarla, di prenderla in giro, di illuderla, e di fingersi ciò che non era.
Lo spinse via e lo guardò male.
<< Tu non mi piaci >> disse convinta, anche se di convincente non aveva niente.
Ed era evidente.
<< Non mentirmi. Non puoi. I tuoi occhi parlano per te, piccolina >>
Le prese il mento tra le dita e la fissò negli occhi, ancora una volta.
<< Dov’è il tuo cagnolino? Quella ragazza? >> disse brusca cambiando argomento.
<< Ah, non ne ho idea >> ammise il ragazzo, un po’ scocciato da quella domanda.
<< Ma se siete stati appicciati tutta la sera! >> sbottò Anya, allontanandosi definitivamente, decisamente infastidita.
Fu come qualcuno avesse battuto forte sulla testa di Aaron e gli aveva acceso una lampadina, un’idea, che gli frullava già sa un po’ in testa.
Anya era palesemente gelosa.
<< Sei gelosa >>
Aveva dipinto un sorrisetto soddisfatto sul suo viso di angelo, che di angelico non aveva niente, piuttosto di diabolico, avrebbe osato dire Anya in quel momento, colta proprio in flagrante.
<< Ma cosa dici … sei proprio un presuntuoso, per non parlare di come ti sei comportato questa sera … >> borbottò Anya cercando di nascondere l’apparenza.
<< Non mi puoi mentire, te lo ripeto, ragazzina. Adesso non c’entra niente come mi sono comportato questa sera … >>
Anya lo fissò.
<< … magari potremo parlarne mentre balli con me? >> le chiese, nel suo tono sicuro di sé era nascosta un po’ di insicurezza, ed Anya, che era la regina dell’insicurezza, la percepiva tutta.
Lo fissò mentre le tendeva una mano.
Desiderava tanto delle risposte, e anche ballare con lui, ma non aveva voglia di farsi mettere i piedi in testa e fare ciò che le chiedeva.
Ma prima che potesse dare una risposta a lui, e in tutta sincerità anche a sé, Brooke arrivò come una furia.
<< Devi ballare con me. Subito >> esclamò l’amica, attanagliandole il polso con un urgenza.
<< Io … okay >>
Fissò Aaron, rimasto fermò lì in mezzo, come uno stoccafisso.
<< Mi dispiace, sarà per un’altra volta >>
Gli mollò un bacio sulla guancia, giusto per consolazione, e anche il bicchiere, mentre lui rimaneva impalato lì, senza dire niente, poi si buttò sulla pista da ballo con la sua amica.
E dire che era tanto così dalla sua conquista …
 
                              ***
La musica era alta, Thriller di Michael Jackson risuonava sia dentro che fuori dal locale, e soprattutto nei cuori dei ragazzi.
Caleb aveva praticamente costretto Anya e Brooke a ballare con lui.
In poco tempo, tutti gli amici, da Aaron a Gillian, da Pam ed Adrienne si erano uniti a loro.
Non erano ballerini perfetti, ballavano in modo buffo, con facce strane, e mosse stupide e sbagliate.
Ma si stavano divertendo, ed era questo che contava in quel momento.
Per Brooke era un modo per non pensare a Joe, a quanto si fosse messa in ridicolo con lui, per Joe un modo per non pensare a Brooke, e al fatto che quella domanda era meglio non farla.
Per Caleb era un modo per non fissare Gill, per Gill un modo per non fissare Aaron, per Adrienne un modo per sentirsi libera, e Pam per dimostrare che nonostante fosse la più piccola era al loro passo.
Per Aaron era un modo per non pensare al padre, per non pensare al semplice fatto di somigliare, sempre di più a lui.
Anya ballava per dimenticare.
Dimenticare l’incidente, dimenticare Aaron e Logan, dimenticare la litigata con Gill e quelle continue con Leon e con Guadalupe.
Almeno per un secondo tutti i pensieri svarino, nel nulla.
C’erano solo loro, la musica e la libertà.
 
                                   ***
La stanza di Anya era nel caos più totale.
Aveva abbandonato gli anfibi/stivali ai piedi del letto, la parrucca di quella sera era abbandonata a terra, accanto alla borsa di pelle, le grandi ali erano sulla scrivania, l’armadio aperto faceva intravedere i vestiti messi in disordine sulle grucce, e i cuscini erano per terra.
Era sdraiata sul letto, a occhi chiusi, ma ancora vestita, ascoltava la voce di Florence and the Machine che cantavano Never let me go che fuoriusciva dallo stereo, ad altissimo volume. I suoi capelli erano disposti a ventaglio sul letto, aprì gli occhi ed osservò le stelle di plastica sul soffitto, assorta.
Poi qualcosa cambiò.
Ci fu un rumore proveniente dalla finestra che dava sul giardino, la fissò non c’era niente, ma fuori pioveva molto, doveva essere stata la pioggia.
Riprese a fissare il soffitto, e sentì di nuovo quel rumore, come un picchiettare sul vetro, decise di non fissarla di nuovo.
Ma la terza volta che sentì quel rumore, si girò, e vide qualcosa che la sconvolse, c’era qualcuno accovacciato sul davanzale della sua finestra, che picchiettava per farsi aprire.
Un qualcuno che aveva il viso dipinto da Joker.
Anya fissò Aaron sconvolta, non riuscendo a capire il come, il perché fosse lì.
Aprì la finestra, lui entrò, bagnato fracido.
Era ancora vestito come alla festa, ancora la faccia dipinta, un po’ storpiata dalla pioggia.
La fissò con determinazione.
<< Cosa … come …? >> chiese scioccata la ragazza, affrettandosi a chiudere la finestra, e poi la porta, per paura che sua zia entrasse.
<< L’albero >> spiegò il ragazzo.
Ma non aggiunse altro, la fissò solamente, con uno sguardo di ghiaccio che avrebbe fatto sciogliere chiunque.
<< Cosa ci fai qui? >> chiese Anya, scioccata, stava per mettersi ad urlare, ma non lo fece.
<< Avevo bisogno di vederti >> ammise il ragazzo, ancora una volta non aggiunse altro.
<< Ci siamo visti un’ora fa >> commentò la ragazza, ancora scioccata dal fatto che si fosse arrampicato fino a lì su solo per vederla, e sfidato sua zia e la pioggia.
<< Non era lo stesso. Io volevo scusarmi. Non volevo comportarmi come uno stronzo, non voleva farti stare male, non volevo ignorarti, anzi se vuoi la verità avrei voluto restarti appiccicato tutta la sera >> ammise il ragazzo, fissandola intensamente.
<< Ma hai preferito una ragazza davvero sexy, è strano che non sei con lei, o forse ti aspetta nella tua stanza? >>
Anya lanciò un’occhiata alla casa accanto, con risentimento nella voce.
La canzone continuava a ripetersi, senza che lei la spegnesse.
<< Magari io posso trovare Logan nascosto sotto il tuo letto … >> decretò il ragazzo, con astio nella voce.
Aveva visto Logan avvicinarsi alla ragazza varie volte quella sera, e non credeva volesse essere solo amico.
Anya lo guardò sprezzante, e menomale che era venuto lì a scusarsi per come si era comportato, e lei che lo aveva quasi creduto.
<< Sei uno stronzo >> decretò facendo un passo verso di lui in segno di sfida.
<< E tu sei un ingenua >> Aaron fece lo stesso, fissandola con sfida.
<< Ed un idiota >> continuò la ragazza, imperterrita.
<< E tu una ragazzina >>
<< Io ti odio! Mi hai rovinato la vita >> gridò ad un tratto, tempestandogli il petto di pugni.
<< Cosa vuoi da me, eh? Cosa diavolo vuoi? Perché non fai altro che torturarmi? >> continuò come un’isterica.
Ad un tratto Aaron le bloccò le braccia, fermandola, abbassò la testa ed arrivò ad un palmo dal suo viso, fissandola ancora una volta con il suo sguardo penetrante.
<< Io voglio te. Sono completamente pazzo di te, non lo capisci? >> le mormorò piano all’orecchio, con una certa rabbia.
Ad Anya si mozzò il respiro, era come se qualcuno le avesse gettato un secchio d’acqua gelata sulla testa, e contemporaneamente era come se qualcosa di molto caldo le galleggiasse per il corpo.
Rimase immobile, in attesa.
Aaron fece finalmente quello che entrambi aspettavano dal primo incontro, annullò del tutto la distanza tra i loro visi e la baciò.
La baciò come nessuno l’aveva mai baciata, e come non aveva baciato nessuno.
Anya allacciò le braccia dietro al suo collo, senza staccarsi da lui e lasciandosi andare del tutto, finalmente. Aaron la circondò con le braccia, ed Anya si alzò quasi sulle punte.
Ad entrambi sembrava di camminare sulle nuvole.
Si baciarono senza staccarsi, si sorrisero.
C’era qualcosa di dolce e anche di passionale in quel bacio.
Un bacio atteso da entrambi.
C’era attesa, passione, dolcezza, delicatezza …
Il muro, costruito, nel suo cuore, si stava sgretolando, proprio mentre le labbra morbide di Aaron assaporavano le sue.
Non esisteva niente, non esisteva nessuno.
C’erano solo loro che si baciavano, ed erano insieme.
Eternamente, mentre la tempesta infuriava fuori e dentro di loro.
     
                                                                           - Fine capitolo –

Note dell'autrice:
Mi scuso per l'enorme ritardo, ma per la scuola e il fatto che questo capitolo per me è estramente importante, non ho avuto tempo di finirlo, e postarlo, prima.
Vediamo una Brooke alle prese con i suoi dubbi, lei ha bisogno di certezze e Joe non gliele può dare, un ravvicinamento tra Anya e Gill, che finalmente capisce chi vuole Aaron, veniamo a sapere dell'amore impossibile che Caleb prova per Gill ed infine Anya ed Aaron che si lasciano andare.
Inutile aggiungere che ci tengo particolarmente.
Il titolo è una canzone dei Florence and the Machine, uno dei miei gruppi preferiti e dice:

Non lasciarmi mai andare, non lasciarmi mai andare.
Non lasciarmi mai andare, non lasciarmi mai andare.

E le braccia dell’oceano mi stanno accompagnando,
E tutta questa devozione mi sta mettendo fretta
E la domanda del paradiso, per un peccatore come me,
Ma le braccia dell’oceano mi stanno consegnando.

Detto questo, posso darvi una piccola anticipazione sul prossimo capitolo, il titolo sarà "It will rain".
Vorrei ringraziare delena88 che ha recensito lo scorso capitolo, e chi aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi legge in silenzio.
Spero in una recensione.
A presto.
Baci, Ali.


 

  
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