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Autore: Jessy Pax    04/10/2015    0 recensioni
"Si aggiustò il cappello grande e rosso, come il colore delle sue labbra, aprì la portiera e mise subito un piede fasciato nello stivaletto sullo scalino dell'automobile. L'autista, che guidava la Ford nera ed oro, le fu subito accanto per aiutarla a scendere. Felicity poggiò la mano avvolta nel guanto di pizzo nero in quella più anziana del gentiluomo e, quando con un piccolo saltello fu fuori, prese un respiro profondo chiudendo gli occhi. L'aria era intrisa di odore di mare e fumo. Fissò estasiata il transatlantico più immenso che avesse mai visto: il Titanic."
Fan Fiction crossover/AU tra i mondi di Arrow e Supernatural. Ispirandomi su fatti reali e dal film del 1997, mi è saltata in testa questa idea. Potendo così scrivere anche della mia crackship: Dean/Felicity.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 

 

 

Quattro lunghi mesi equivalsero come quaranta tortuosi anni per Dean. Un inferno personale lo aveva accompagnato in tutti quei giorni dal disastro del Titanic.
Seduto sulla brandina del suo piccolo appartamento in Illinois, reggeva tra le mani un giornale vecchio e stropicciato che datava “16 Aprile, 1912”.
Non aveva fatto altro che leggerlo e leggerlo ancora.
Aveva imparato a memoria i nomi dei dispersi del Titanic. Oliver Queen e Sara Lance erano in cima alla lista, i due erano scomparsi. Nessuno aveva notizie di loro, si erano volatilizzati nel nulla. Così come tutti gli altri stampati su quella carta straccia.
Non sapeva cosa pensare di suo fratello o di sua cognata. Non sapeva cosa pensare di Felicity, probilmente li aveva persi tutti. Di certo non potevano essersi salvati.
Si alzò dal letto e si avvicinò al tavolino di legno dove c'erano le sue armi e un bicchiere vuoto dove quasi sicuramente, un tempo, conteneva alcol.
Dalla finestra aperta della camera, sentì una melodia che sapeva di conoscere. Forse una bambina stava ascoltando un carillon e a Dean ricordò che il suo era rimasto sul Titanic. Colto da una rabbia improvvisa, ruggì e buttò a terra tutto ciò che era sul tavolo.
«Non dovresti reagire così.»
Quella voce aveva iniziato a detestarla in quei quattro mesi «Fottiti, Castiel.» Lo sguardò irremovibile di Dean, fece arrestare Castiel all'entrata «Hai salvato solo me. Quando potevi tornare indietro e salvare loro, salvarli tutti!» Gridò fuori controllo.
Castiel sollevò il mento e ridusse a due fessure gli occhi «Avevo ordini precisi da rispettare. Tuo fratello e la ragazza non erano compresi.»
Dean punto il suo amico, o meglio, l'uomo che aveva l'aspetto di Jimmy Novak ma che ora vi abitava Castiel «Sei un angelo, brutto figlio di puttana. Sei un fottuto angelo, potevi fare qualsiasi cosa!» Negli occhi di Dean c'era solo odio.
In tutto questo tempo aveva ripreso la caccia, ne approfittava per sfogare la sua rabbia sui mostri che catturava. Era divenuto brutale, micidiale e senza alcun buon senso.
Ogni cacciatore, ogni essere soprannaturale aveva timore di Dean Winchester.
Castiel sospirò «Potresti essere almeno grato.»
«Grato?» Ripetè sconcertato «Non solo hai lasciato lì a morire mio fratello e Felicity ma ti sei impossessato anche del mio amico Jimmy! No, non sono per niente grato.»
Jimmy Novak era divenuto il tramite di Castiel, aveva bisogno di un uomo devoto e di fede e in Jimmy aveva trovato la persona perfetta.. Il ragazzo abbassò gli occhi sul pavimento e tornò a guardare fuori dalla finestra poggiando la fronte sul pugno della mano.
L'angelo se ne andò in silenzio, lasciando la stanza con un battito d'ali leggero.


Si addormentò al tramonto e incubi oscuri raffiorarono alla mente.
Rivedeva il terrore negli occhi del fratello e poi tutto finiva con Felicity che annegava e Dean non riusciva ad afferrarla.
Quando qualcuno bussò alla porta, Dean sobbalzò le letto e pensò che fosse la solita vicina di casa che si preoccupava per lui ogni volta che lo sentiva parlare da solo, ormai lo aveva preso per pazzo.
La porta si aprì e un uomo si schiarì la voce «Dean?»
Nel sentirsi chiamare si stropicciò la faccia e sgranò gli occhi per la sorpresa «Sam?» Non fu capace di muovere immediatamente ma un sorriso spuntò sulle labbra, se stava ancora sognando, la vita gli stava riservando un pessimo scherzo. Come un automa, camminò verso il fratello. Si abbracciarono fortemente e Dean ebbe la consapevolezza che era tutto reale «Sei vivo! Stai bene!»
Sam aveva le lacrime agli occhi e continuò a stringerlo forte «Sì, sono vivo. Ti abbiamo cercato ovunque, Dean!»
Il Winchester maggiore piangeva sulla spalla del fratello e lo allontanò per guardarlo in viso dandogli pacche amichevoli sulla schiena. Aggrottò la fronte e si asciugò gli occhi «Ti ho cercato anche io in questi quattro mesi, non ti ho mai trovato!» Dean fece una pausa e prese il viso di Sam tra le mani sorridendogli felice «Come hai fatto a trovarmi? E Laurel?»
Sam capì perché non chiese di Felicity, sicuramente non voleva sentire una brutta verità. Aveva paura di saperla dispersa o peggio... Il fratello minore rise e annuì contento «Laurel sta bene, è cambiata sai? Ha detto che non ci saremmo sposati fin quando non ti avremmo trovato!»
«Quella pazza maniaca del controllo! Giuro che mi è mancata!»
«Non è stato semplice trovarti, fortunatamente sono stato aiutato.»
Dean chiuse gli occhi sospirando «Ti prego, dimmi che non hai fatto qualche patto con un demone»
Sam scoppiò a ridere e si guardò alle spalle per poi tornare su Dean «No, no, nessun demone...»
Una donna si appoggiò allo stipide della porta. Alzò lentamente il viso e le labbra rosse furono le prime che Dean osservò con curiosità «Ehi, eroe! Hai perso il carillon che ti avevo regalato!» Gli lanciò un oggetto che atterrò tra le mani del ragazzo e poi uscì dall'ombra che le copriva parte del volto.
Il cuore di Dean batteva forte e accadde tutto così velocemente che, quando alzò lo sguardo, si scontrò con gli occhi cerulei della giovane «Con questo fai più attenzione!» Concluse lei.
Dean sorrise la raggiunse con prudenza. La squadrò da capo a piedi. Una pistola era contenuta nella fondina allacciata alla cintura dei calzoni. Dean pensò che alla fine, era riuscita a convincere Sam ad allenarla per farla diventare una cacciatrice. I suoi occhi non erano cambiati, erano sempre i più belli che avesse mai visto.
La sua bocca rossa era proprio come la ricordava e voleva baciarla per confermarne anche il sapore. Posò una mano sulla guancia e le lacrime scesero sul viso di entrambi. Dean poggiò la fronte a quella di lei, la rabbia, la sofferenza che aveva accumolato nel cuore, poteva andare via «Felicity»

   
 
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