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Autore: Angel TR    04/10/2015    2 recensioni
Quando il sangue nelle vene diventa ghiaccio...
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Genere: Angst, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Devil Jin, Ling Xiaoyu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tabella:Blu
Prompt:5- Ghiaccio
Nick su efp e su forum: Angel Texas Ranger Fandom: Tekken
Personaggi: Devil Jin/ Ling Xiaoyu
Titolo: Desperation
Rating: Giallo
Note: Nessuno
Avvertimenti: Nessuno
Beta-reading: No
Coppie: Nessuna


Desperation




Successe tutto per caso.

Xiaoyu si era attardata in biblioteca, indaffarata com'era a (tentare di) risolvere i compiti di matematica. Visto che non era un granché in matematica -a dirla tutta, era proprio una schiappa- ci aveva impiegato il quatriplo del tempo.
Aveva persino nobilmente rifiutato di copiare i compiti della sua migliore amica Miharu, decisamente più abile di lei nei calcoli.
Che stupida che sono stata! A quest'ora starei già al parco con Miharu e Panda. Sulle altalene. Le altalene! , si rimbrottava Xiao, mentre riponeva i libri negli scaffali giusti.
Si spazzò via la polvere dalla divisa scolastica e, con una linguaccia all'enorme libreria, si avviò verso l'uscita.
Era un freddo pomeriggio sul finire di gennaio, per cui, quando Xiao lanciò un'occhiata alla finestra, non restò sorpresa di scorgere grossi fiocchi di neve, candidissimi a contrasto con il cielo scuro, che cadevano pigri.
Vedendo quello spettacolo, Xiao si rattristò ancor di più. Il parco innevato doveva essere splendido! Uffa.
Scuotendo la testa, la ragazza posò la mano sulla maniglia e, con un moto di stizza, spalancò la porta.
Per un attimo restò allibita.
Dove si trovava?
Poi si ricordò: ma certo, che stupida! Era tardi. Era rimasta solo lei sicuramente in quell'edificio, perciò avevano spento le luci. Xiaoyu sbuffò: perfetto, di male in peggio.
Si fermò per rovistare nella borsa, alla ricerca del telefonino. Accese la "torcia" e lo sollevò, rincuorata di riscoprire i familiari corridoi della scuola.
Li attraversò a passo veloce, con la sciocca sensazione di essere spiata o inseguita. Troppo CSI, Xiao. Devi smetterla, sei facilmente impressionabile.
Era arrivata quasi a metà corridoio quando sentì un clangore di metalli e di mobili, come se qualcuno avesse spostato tutti i banchi e gli strumenti del laboratorio di biologia.
La ragazza inarcò un sopracciglio.
Ora... nessuno poteva spostare tutto quell'ambaradan in un attimo. Ci voleva tempo. Di nuovo, si diede della fifona, scacciò via le strane idee e non dette conto al suo istinto.
Xiao possedeva, come tutti gli esseri umani, l'istinto di sopravvivenza, ben nascosto nelle profondità del suo animo, nella parte più oscura e meno conosciuta.
Insomma, lei era una combattente di prim'ordine, quando mai aveva bisogno di istinto di sopravvivenza? Gli altri, semmai, dovevano preoccuparsi di lei.
Raramente Xiao dava retta a quel pizzicore che le faceva gelare il sangue nelle vene e accelerare il battito, anche perché ancor più raramente lo avvertiva.
Quindi, continuò a camminare lungo il corridoio illuminato a mala pena dalla torcia del telefonino più rotto che buono, sforzandosi di non correre.
Dovevano aver spento anche i condizionatori perché Xiao stava morendo di freddo; il suo fiato si condensava in una nuvoletta davanti ai suoi occhi.
Poi, di nuovo, un rumore, uno sbattere contro una porta serrata.
La porta di ferro del laboratorio di biologia: Xiao conosceva troppo bene quel posto per potersi sbagliare.
Voltò la testa di scatto nella direzione dell'aula. Era parecchio distante da lei, quindi chiunque stesse combinando quel chiasso doveva essere forte.
Parecchio forte.
Xiao ispezionò velocemente i muri e il soffitto con la torcia. Niente.
Fu allora che sentì la porta del laboratorio di biologia essere completamente abbattuta, anzi, sbattuta per l'aria, con un ringhio per nulla umano.
Xiaoyu sussultò istintivamente e il telefonino le cadde di mano, aprendosi in due e rivelando la batteria. La torcia si spense. La ragazza restò immobile, paralizzata.
Ora sì che aveva paura.
Dio, chi mai poteva essere?
Prima cosa, chiunque fosse, qualcuno l'aveva rinchiuso nel laboratorio di biologia. Perché? E poi, perché proprio nella scuola?
Immersa nel buio, Xiaoyu poteva sentire solo il proprio respiro ansante e il galoppare impazzito del proprio cuore. Così non sarebbe mai riuscita a capire cosa diamine si nascondesse all'interno dell'aula.
Doveva concentrarsi. Da qualche parte aveva letto che, se chiudevi gli occhi, automaticamente si acuiva il senso dell'udito. Si affidò a quell'informazione, scoprendo con sollievo che era giusta.
Nel suo orecchio risuonavano lievi i passi felpati dell'intruso.
Improvvisamente si fermarono, seguiti da un frusciare. No, un momento. Xiaoyu strizzò più forte gli occhi per sincerarsi del suo udito. Che cosa...?
Xiaoyu sbarrò di colpo gli occhi.
Qualcosa stava fendendo l'aria. La sua mente si rifiutò d'immagazzinare l'informazione, andava completamente contro ogni legge fisica -sebbene Xiao non ne sapesse molto di leggi fisiche.
Quel coso, o quel tizio, Xiao non ne era più sicura, stava volando. O aveva un'ascia sollevata. La seconda opzione le sembrava più confortante e quindi decise di credere che fosse così.
C'era un pazzo maniaco con un'ascia all'interno della scuola.
Ma, se anche così fosse, com'era possibile che lei non riuscisse a sentirne i passi? In qualche modo sto tipo doveva spostarsi. O era un ninja... o stava...
No.
No.
Xiaoyu, molto lentamente, si chinò per raccogliere i resti del suo cellulare.
Raccolse le idee. Non le restava molta scelta: o tornava indietro in biblioteca (ma a quel punto avrebbe avuto pochissime chance di scappare al maniaco, nel caso questi avesse trovato la porta) o proseguiva e affrontava di petto il tizio.
Su, Xiaoyu, tu sei una coraggiosa.
Scelse la seconda opzione. Si rimise in piedi e si sfilò i mocassini di pelle: avrebbe fatto meno rumore, in quel modo. Quando poggiò i piedi ricoperti dalle calzette di lana sul pavimento di linoleum, rabbrividì per il freddo.
Era cieca, spaventata, infreddolita e, soprattutto, stanca da morire.
Tutti quei calcoli, parabole, circonferenze, raggi... tac tac. Xiao si drizzò, di nuovo allerta.
Iniziò a muovere un piede, poi l'altro. Come pensava, non produceva alcun suono.
Si fermò.
Tac tac
Tac tac

Xiaoyu iniziò ad indietreggiare.
La cosa puntava dritto verso di lei.
Nel buio, purtroppo, Xiaoyu non riusciva a distinguere i contorni delle cose, per cui sapeva solo che il tizio stava venendo dal laboratorio, dal corridoio a destra.
Se Xiao fosse riuscita a superarlo, magari, con uno scatto degno di un corridore giamaicano, sarebbe anche giunta all'uscita.
Assunse un'espressione decisa e raddrizzò la schiena. Avanzò, più velocemente questa volta. Quando arrivò all'incrocio con il corridoio, si sentì sicura e si mosse con uno scatto. Tirò un sospiro di sollievo.
Cantò vittoria troppo presto.
Un'ondata di energia la colpì sulla schiena, scaraventandola a terra. Attutì la caduta con le mani, totalmente persa.
Si girò di scatto per poter osservare il suo aggressore.
Ciò che vide l'agghiacciò.
Inizialmente il suo cervello non collegò l'immagine davanti a sé con il viso che vedeva -quasi- tutti i giorni. E come avrebbe potuto? Era totalmente irriconoscibile: ne conservava solo la perfezione dei lineamenti ma, mio Dio santissimo, gli occhi.
Gli occhi.
Occhi di ghiaccio.
Xiaoyu cercò un appiglio qualsiasi ma le sue mani arpionarono solo le minuscole crepe nel linoleum.
Aveva l'iride argentata, circondata da una linea nera -per qualche motivo pazzo, Xiaoyu pensò alla neve contro il cielo nero che aveva visto in biblioteca meno di mezz'ora prima.
Ma la cosa più terribile era l'espressione crudele e compiaciuta che avevano, acuita dal mezzo ghigno che aleggiava sulle labbra piene.
Lo sguardo di Xiao si spostò sul corpo e quasi quasi le scappò da ridere: avrebbe dovuto fidarsi del suo istinto di sopravvivenza, aveva avuto ragione. Quella cosa che somigliava così dannatamente a Jin volava.
Dietro il torace muscoloso e pallido, spiccavano due immense ali d'angelo nere.
Xiaoyu si rese conto di non riuscire a muoversi. Sarebbe stata trucidata dalla copia demoniaca di Jin.
Tra le sue mani guantate ballava un globo d'energia violacea che illuminava lo spazio circostante e donava al suo viso, splendido ma deturpato, un'aria spettrale.
Nella mente della ragazza trillò un allarme: perché non parlava?
Vi prego, andiamo, muovetevi, gambe!
La creatura -Xiao non riusciva a chiamarlo "Jin"- si diresse verso di lei, agganciando Xiao con i suoi occhi gelidi e, allo stesso tempo, fiammeggianti.
La guardava come se volesse divertirsi un po' prima di ucciderla. O magari fare entrambe le cose.
Anche le braccia mi hanno abbandonata...
Avrebbe voluto urlare ma dalla bocca le uscì solo un flebile sussurro.
Fu quello che fece arrestare il demone ad un passo da lei. La osservò, incuriosito, con la testa inclinata da un lato. « Patetica. » professò.
La sua voce, cavernosa e inconfondibilmente maschile, spazzò via ogni dubbio: era Jin
Quindi...
Lei stava scappando da Jin. Nemmeno in un'altra dimensione Xiao avrebbe pensato di scappare da Jin e invece stava accadendo, il che rese il tutto ancora più terrificante.
Forse fu per questo che la cosa non la ferì con quel commento. Xiao stava solo pensando a come fuggire.
L'essere dovette percepire il suo pensiero, dovette annusare la sua paura, perché le rivolse un sorriso agghiacciante.
Scoprì i canini affilati.
« Perfetto. » disse, con una voce che, se fosse stata meno profonda e più dolce, le avrebbe fatto salire il sangue in testa.
Purtroppo, il tono seducente non mascherava le sue intenzioni , per cui Xiao ritrovò finalmente l'uso -parziale- degli arti e cercò di muoversi. Ma riuscì solo a mettersi carponi, come una bambina. E, con i codini e la divisa scolastica, era proprio quella l'impressione che Xiao credette di dare a quell'abominio.
Stranamente, la lasciò andare, scoppiando in una risata che rimbombò per tutto il corridoio e che gelò il sangue nelle vene della ragazza.
Quando arrivò al portone della scuola, Xiaoyu non si voltò a controllare.

Il giorno dopo, Jin, gli splendidi occhi iniettati di sangue, entrò in classe sua. Pendente da una spalla, portava la sua cartella.
Gliela consegnò « L'ho trovata nel corridoio. Era aperta. Tutto bene?»
La voce dolce, calma, che le sapeva di burro. Xiao non riuscì a guardarlo in faccia; realizzò, sconcertata, di essere terrorizzata da Jin.
Riuscì solo a mormorare un "sì" in un soffio di voce.
Jin, un po'sorpreso, non disse niente e uscì dall'aula.
Fuori, la neve si stagliava candida sul cielo nero pece.


Angolo Autrice
In realtà, spero che questa storia sia degna di questa Challenge. Finalmente mi ci cimebto anch'io!!!
Il titolo é un omaggio al libro di Stephen King, che , nonostante mi faccia tremare dalla paura, ammiro con tutta me stessa.
Un bacio azzeccoso!
P.s. Xiaoyu! Abominio a Devil Jin?! Io prenderei baracca e burattini e mi trasferirei all'Inferno di corsa e ci farei casa, fatica e tutto. Lol
Sssh . Sono pazza.

  
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