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Autore: Tatika_Tai_Tacchan    04/10/2015    6 recensioni
Ottobre 2015.
Per gli studenti la scuola è ricominciata da un paio di settimane.
Una breve nonsense delle cose contorte che ho dentro.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo penetra il vetro e le ossa.
I resti decomposti di un'estate silenziosamente assassinata
fuori sul marciapiede.
                                    Tu nel banco di fronte al mio,
                                               io ti guardo respirare.

Cosa ci facciamo qui?

          E' quasi natale?
  E' quasi natale.

Le tue dita buie trascrivono appunti anonimi su quaderni inutili.
I tuoi capelli cresciuti lunghi sulla schiena, come i miei.
Li portiamo così 
                          quando la notte nera si tende sul freddo sole.

Le tue dita buie illumino 
                                       passandoti il termos di liquore caldo
                                       al sapore di sangue.


COSA CI FACCIAMO QUI?
 c'è scritto nella condensa di tutte le finestre.

Il gelido vento invernale 
preme sulle imposte
(è quasi natale)
il gelido vento infernale che vuole afferrare rubare i nostri cuori raggrinziti.
                        Inginocchiata davanti al termosifone
                            preghi la neve di entrare
      mentre suona la campanella dell'intervallo e il corridoio si riempie
                                    di fumo amico.


 
      "Cosa ci facciamo qui?" chiedi alle piastrelle del bagno
 mentre ti tiro per le spalle e ti reggo la fronte e scosto capelli 
                                per permetterti di vomitare
tutto il veleno e il catrame che ci hanno fatto inalare.


In questa ipocrita libertà di muoversi dalla porta alla macchinetta.
In questa ipocrita libertà di negarsi alzando una mano.
In questa ipocrita libertà di vestirsi come sentiamo.
"Professoressa, posso andare al rogo?"



          E ti prometto che passerà
se non fosse che ci stiamo preparando ad uscire nell'inverno infinito.
          E ti abbraccio solo da dietro, per non vederti in faccia
per non imparare a conoscerti.
Perchè non abbiamo tempo.

                                'Che cosa ci facciamo qui?'  ho scritto nel biglietto
che ti ho passato durante il compito in classe.


                                      Tu ti firmi sul foglio protocollo: è quasi natale







Angolo autore:

Salve e grazie di essere arrivati in fondo :)
Un paio di precisazioni sono d'obbligo e servono a spiegare giusto un paio di scelte che ho fatto: le dita buie di cui parlo vorrebbero essere un richiamo alla telecamera ad infrarossi che vede il calore come una macchia luminosa e l'assenza di esso come una macchia scura, quindi le dita sono buie perchè fredde.
L'inverno infinito invece si riferisce sia letteralmente al fatto che usciti dall'edificio scolastico gli studenti si troveranno al freddo, sia, con uno sguardo più lungimirante, al futuro di incertezze che li aspetta finito il liceo, al sentimento di essere buttati fuori da un rifugio caldo per finire a gelarsi il sedere in un mondo inospitale di bufere di neve.
Ma alla poesia potete dare i significati che volete, potete farle esprimere quello che vi sentite in quel momento. Libera interpretazione.
Grazie di aver letto e grazie di più se recensirete ^-^


 
  
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