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Autore: ludo22    04/10/2015    2 recensioni
La mia storia è ambientata subito dopo che Silas ha fatto la sua comparsa nel mondo dei vivi e Kol, nel presente di Caroline, nel nostro presente (oh santo cielo mi impiccio da sola e non avete ancora iniziato a leggere il capitolo) è già morto. Questa premessa mi è necessaria perché è proprio il minore dei fratelli Mikaelson il mio punto focale.
Bene, se non vi ho scoraggiato e volete proseguire nella lettura mi fa piacere, sennò pace, amore e fantasia.
Personaggi: Klaus\Caroline, Kol, Elijah, Rebekah Mikealson
Genere: Romantico, Avventura, Azione
Avvertimenti: Lemon, AU
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In Time 

 

-Lei non potrà mai essere felice, figliolo! Non con te. Perché non la lasci andare?- una voce sorprendentemente simile a quella di sua madre.
Era nella sua radura, quella che aveva mostrato a Caroline.
Davanti a sé, vedeva una tela, parzialmente incompleta, che raffigurava un essere grottesco, dai capelli biondo rossicci, gli occhi neri come l'inferno e le labbra particolarmente pronunciate.
Si voltò, sorpreso.
I suoi sensi di vampiro Originale non avvertivano altro che non fosse quella dannata voce.
-Mostrati, se ne hai il coraggio.- disse con voce esitante.
Se fosse stata veramente la madre, avrebbe voluto davvero vederla?
-Perché dovrei farlo, Niklaus? Per poterti permettere di uccidermi? Di nuovo?- gli rispose quella morbida voce.
-Madre?-
Doveva essere davvero lei. Nessuno sapeva del suo tradimento più oscuro.
-Si, Niklaus, sono io!-  
Non appena la voce disse quelle parole, una figura uscì dal fitto sottobosco.
-Elijah? Fratello, ti ho cercato così tanto…- si fermò. 
C'erano così tante cose che avrebbe voluto dirgli, ma il maggiore aveva uno sguardo strano.
-Avresti dovuto lasciarla a me!- esalò semplicemente.
-Cosa? Chi?- domandò Klaus, confuso.
Perché ricordare era così dannatamente difficile?
Elijah indicò una figura alle sue spalle, e Klaus si voltò.
Davanti a lui c'era l'algida figura della sua Caroline.
-Perché non mi lasci andare, eh, Klaus? Con Elijah potrei essere felice. Ma tu mi vuoi avere tutta per te, non è vero?- dopo aver detto questo, Caroline si avvicinò al fratello e gli prese la mano.
-Hanno ragione, sai! Probabilmente, se non ci fossi tu, sarebbero anche felici.- la voce scanzonata di Kol, che comparve dietro di lui e si affiancò ad Elijah e Caroline, lanciandosi uno sguardo d'intesa con il maggiore.
Era un incubo! 
Doveva esserlo! 
-Caroline, tesoro, vieni qui!- ordinò duro.
Sia che fosse un sogno o che non lo fosse, non gli piaceva il pensiero che Caroline in balia della follia di Elijah.
-Perché dovrebbe farlo? Qui l'unico mostro sei tu!- Rebekah… 
-Non le farei mai del male.- disse, poco convinto.
-Oh ma ti piacerebbe farmene, non è vero?- Caroline lasciò la mano di Elijah e gli si avvicinò, come un gatto. -Ammettilo, Klaus!-
-No, io…-
-Quando sono andata con Marcellus da Clara? Non mi avresti voluta uccidere? O quando ho accettato di andare alla festa di Kol con Elijah?- continuò ad incalzarlo lei, facendosi sempre più vicina, sempre più vicina, sempre più vicin… 
-No, io…-
-Quando Genevieve ti ha detto che venivo dal futuro?- lo canzonò.
-N…-
-Smettila di mentire, Klaus!- Elijah si sovrappose tra lui e Caroline, quasi avesse paura che si sarebbe avventato contro di lei.
-E tu speri di essere felice con mio fratello?- si decise ad attaccare. -Se ti azzarderai a toccarla, giuro su Dio che Elijah…-
-Cosa? Lo ucciderai? Come hai già fatto con nostra madre?- si avventò su Kol, che ghignava sardonico.
Voleva fargli male, voleva…
Le forti braccia di Elijah e quelle delicate di Rebekah lo fermarono.
-Guardati, Niklaus! Guarda cosa sei diventato? Sei un mostro!- esalò ancora una volta sua madre.
-Smettetela! Siete voi, siete tutti voi ad avermi reso quello che sono!- gridò, scrollandosi di dosso Rebekah ed Elijah per guardarli in volto.
-Noi?- Rebekah rise. -E dimmi, Nik, chi di noi ti avrebbe detto di uccidere nostra madre? O di pugnalare Finn e Kol? O di…-
-Rebekah, chiudi quella boccaccia! Tu non sai di cosa stai parland…- 
-Ha ragione! Lasciatelo a me.- disse Caroline, guardando alternativamente Rebekah ed Elijah, come se da loro dipendesse il suo imminente futuro.
Elijah sorrise e scosse piano il capo.
Rebekah, al contrario, parve entusiasta di farla entrare nell'arena del leone da sola.
Poi la sua vampira si avvicinò ad Elijah e lo guardò.
C'era amore nel suo sguardo.
Quello che non aveva mai provato guardando lui.
C'era desiderio nel suo sguardo.
Quello che spariva non appena lui la guardava.
C'era… 
-E' un sogno, è solo un sogno, è solo un sogno!- ripeté.
-Se lo fosse davvero, credi che potrebbe davvero fare tanto male?- disse Caroline, avvicinandosi ancora di più ad Elijah. 
Tra loro c'erano, ora, meno di cinque centimetri di distanza.
Poi il fratello coprì quella distanza, facendo collidere le loro labbra in un bacio appassionato quanto fastidioso per lui da guardare.

 

<< Nooo >> urlò Klaus, mettendosi seduto di soprassalto.
Per un paio di secondi non riconobbe la sua stanza.
Il suo cuore morto batteva rapido come quello di un colibrì.
Era stato solo un sogno.
Si passò una mano sul volto, per scoprire che aveva pianto.
Accanto a lui c'era il vuoto.
Caroline si doveva essere già alzata. 
Strano! 
Lui aveva il sonno estremamente leggero. 
I secoli passati a scappare da Mikael, dal senso di colpa, dall'amore, lo avevano fatto diventare una creatura abietta.
Una creatura che nessuno avrebbe mai potuto amare. 
Un mostro!
Lui lo sapeva.
Lo sapevano i suoi fratelli.
Lo sapeva Mikael.
Lo sapeva sua madre.
L'unica a non essersene ancora resa conto era Caroline.
Forse il sogno aveva ragione!
Forse sarebbe stata meglio se lui non si fosse intromesso nella sua relazione con Elijah.
Non si sarebbero mai dovuti nascondere, lei non avrebbe mai dovuto celare l'odio che provava per lui, lui non avrebbe mai dovuto mascherare l'amore che provava per lei. 
Sarebbero stati… felici.
In un modo che lui nemmeno immaginava.
Non era troppo tardi, però! 
Poteva ancora fare la scelta giusta!

 

                            -°°°°-

 

Mardi Gras era arrivato, finalmente.
E nemmeno metà delle cose che aveva richiesto erano pronte, come al solito.
Saettò accanto ad un uomo, e gli indicò il punto esatto in cui doveva sistemare le sedie, leggermente infastidita.
Doveva parlare con Clara e la strega, ovviamente, aveva pensato di prendersi un giorno di vacanza.
La cosa non avrebbe dato più di tanto fastidio, normalmente, ma doveva vincere una scommessa, oltre a parlare con lei del futuro.
Se ingenuamente aveva pensato che, non pensando ai suoi amici a casa, ai suoi doveri, alle sue responsabilità, beh, dopo il sogno che aveva fatto la notte stessa, non c'erano più dubbi.
Doveva tornare a casa sua!
Sapeva che Klaus non l'avrebbe presa affatto bene, quindi non gli aveva detto niente.
<< Buongiorno Care >> la salutò dolcemente il piccolo Marcellus, avvicinandosi a lei.
Caroline sobbalzò, sentendo la voce del bambino.
Volente o nolente aveva finito per affezionarsi alla casa, ai suoi abitanti, a Clara, a Marcellus, ad Elijah, alla loro piccola famiglia.
A Klau…
Rigettò fuori il pensiero.
<< Buongiorno Marcellus >> rispose educatamente al bambino che le sorrise, andando ad aiutare un signore anziano a portare via una di quelle orrende piante ornamentali.
<< Tesoro, no, vieni qui! Ho un compito molto più importante da affidarti. >> la vampira prese il bambino per le spalle e, dopo avergli detto precisamente cosa voleva che facesse, lo lasciò andare.
<< Farò come mi hai detto, Care! >> promise solennemente il bambino.
<< Allora, dai corri! >> rise la ragazza.
Marcellus non poteva sentire ciò che avrebbe detto a Clara, pensò la vampira, osservando il bambino filare via.
L'avrebbe detto a Klaus, che ne avrebbe fatto una cosa di stato e le avrebbe impedito anche solo di mettere fuori il naso di casa…

 

                                -°°°°-

 

<< Buongiorno, dormiglione >> lo salutò Marcellus, non appena Klaus entrò nel suo studio.
<< Che ci fai qui? Non dovresti stare con Caroline a preparare le ultime cose? >> lo rimproverò il suo maestro, stancamente.
<< E' quello che sto facendo. >> si difese il bambino.
<< Cioè devi fare da balia a me? >> chiese l'Originale, non sapendo a quale emozione cedere se l'ira più devastante o una semplice risata.
<< No! Devo portarti a prendere le ultime misurazioni per il sarto. >> rispose fieramente Marcellus. << Ma prima ti devo bendare. >> disse, avvicinandosi con un fazzoletto di seta.
<< Ah, non se ne parla! Non mi farò bendare da nessuno. >> replicò l'Originale, ghignando.
Se fosse stato per lui, avrebbe messo fine a quell'oscenità che i suoi fratelli avevano messo in piedi quando erano arrivati nel Nuovo Mondo dalla lontana Europa quasi cinquant'anni prima, con uno schiocco di canini.
Nonostante gli sforzi dell'amica di Caroline, Rebekah era ancora dispersa…

 

-Potrebbe aver deciso di farsi lanciare un incantesimo di occultamento!- aveva detto Clara dubbiosa, dopo che le aveva chiesto di rintracciare la sorella.
-Io voglio solo sapere se sta bene.- aveva risposto lui, fiero, nascondendo dietro quelle poche parole la preoccupazione di secoli.
Nessuno toccava la sua famiglia e sopravviveva! 
Nessuno!
Avrebbero dovuto ficcargli il paletto di quercia bianca nel petto prima che una cosa del genere potesse succedere.
E anche allora avrebbe continuato a lottare con le unghie e con i denti.
-Dovrò andare a casa e controllare sui miei vecchi grimori, allora.- aveva concluso la strega, allontanandosi.
-Ah, signorina Sommerline,- la bloccò lui, toccandole delicatamente un polso, cui la strega si ritrasse immediatamente. -la ringrazio.-
-Non lo faccio per voi, stiate pure tranquillo!- lo aveva freddato con quelle semplici parole.
-Meglio, perché quando verrò a chiedervi il conto per il disturbo che avete arrecato alla mia famiglia, neanche io lo farò per voi.- finì ghignando cattivo, mettendo particolare enfasi su quel 'mia famiglia'.
Perché avrebbe anche potuto negarlo fino alla morte, ma Caroline ne era entrata a far parte a pieno diritto.
Non era più una semplice prigioniera (ammesso che lo fosse mai stata, cosa di cui, comunque, dubitò).
Non era la sua amante, non era una sua amica, non era la sua fidanzata, non era niente di tutto ciò!
Il non sapere a che stadio della relazione fossero lo infastidiva, ma mai quanto il pensiero che una sua parola potesse farla scappare per sempre.
Per questo aveva sempre rimandato, e rimandato e rimandato.
Pensò di chiedere aiuto al piccolo Marcellus.
'Ma certo', pensò Klaus 'gli chiederò di chiedere a Caroline per lei cosa siamo!'
La strega, intanto, era impallidita, ma aveva preferito glissare e allontanarsi in tutta fretta.
Klaus era rimasto per parecchio tempo a fissare la porta del suo studio, chiedendosi dove avesse sbagliato quella volta…

 

<< Oh, ti prego! Caroline non me lo perdonerà mai se non lo faccio! >> il bambino, senza che lui se ne accorgesse gli si era avvicinato.
<< Mi rifiuto di scendere bendato come un condannato a morte. >> concluse il vampiro, prendendo un pesante cappotto per il bambino e uno per se dall'appendiabiti che Caroline aveva fatto montare qualche giorno prima.

 

-Fidati, mi ringrazierai!- aveva detto, sorridendogli.
Che speranze avrebbe mai potuto avere lui, aveva pensato, povera anima costretta da secoli e per secoli a vagare su quella loro Terra, di fronte a quel sorriso, tutto sicurezza e luce e… 
Lui aveva sospirato e le aveva risposto:
-Lo spero per te1- ma il suo tono non l'aveva fatta ne spaventare ne l'aveva terrorizzata come avrebbe voluto.
Anzi, l'aveva fatta ridere, abbracciandolo stretto.

 

<< Sapevamo che avresti risposto una cosa del genere, >> sospirò pesantemente il bambino. << quindi abbiamo dovuto prendere le necessarie misure. Scusami. >> 
Come se quello 'scusami' fosse una parola d'ordine si trovò circondato da una decina di vampiri della sua scorta personale, che lo accerchiarono e lo sollevarono in alto, permettendo a Marcellus di bendarlo, per poi condurlo fuori da casa, mentre lui ringhiava minacce a nessuno e il bambino rideva.

 

                            -°°°°-

 

<< Ho paura, Marcellus! >> disse Klaus, con lo sguardo sofferente di un condannato a morte, non appena il sarto li ebbe lasciati soli.
<< Umh? Di cosa? >> pensava che il vampiro più potente del mondo non avesse paura di un signore anziano con un po' di pancia, che girava tra gli ampi ed ordinati scaffali del negozio, con un piccolo sacchetto di aghi… 
<< Ho paura di essere felice. >> aveva mormorato l'Originale sconvolto, forse dalla sua stessa ammissione, forse dalla sua stessa paura, forse dalla profondità delle sue parole, stropicciandosi il viso, come se volesse occultare i suoi tratti, che il bambino conosceva così bene da poterli dipingere lui stesso.
Ma Klaus non stava parlando del sarto, stava parlando di Caroline.
Però, quell'espressione, il bambino non l'aveva mai visto.
Sembrava un uomo che i diavoli stessero divorando.
L'inferno giaceva sepolto nei suoi occhi.
<< Come fai ad avere paura di essere felice? E'… assurdo. E' semplicemente assurdo. Tutti noi vogliamo la felicità! >> lo aveva interrogato Marcellus, smettendo di guardare un abito verde bosco per signora che credeva sarebbe stato benissimo a Rebekah.
<< Perché quando sei felice, e lo sei davvero, hai qualcosa che ti possono portare via. Ed io non posso permetterlo. >> gli aveva risposto Klaus, ancora annegato in quei demoni, così difficili, per lui, da lasciare andare. 
E Klaus era figlio di quei demoni, da cui sempre tentava di fuggire, glielo si poteva leggere negli occhi, che, dal consueto blu, divennero in fretta neri e oscuri, si rese conto Marcellus, spaventandosi appena. 
Ma Elijah gli aveva insegnato che niente era impossibile, quindi perché anche a lui non poteva essere concesso un briciolo di felicità? 

 

                                -°°°°-

 

Caroline si specchiò nel lungo specchio della sua ex stanza, nell'ala di Elijah.
Da quando aveva iniziato a dormire con Klaus, nel letto di Klaus, lui aveva decretato che non le era più necessaria quella stanza e che poteva trasferirsi nella sua camera, lasciando quella libera per quando sarebbe tornato il fratello maggiore.
Quando sarebbe tornato davvero Elijah era ancora un mistero, invece.
Ogni qual volta provava a parlare con Klaus di quello scottante argomento, il vampiro o cercava di distrarla, o spariva, così, alla quarta volta che chiedeva dove fosse finito il fratello moralista, senza ottenere risposta, aveva smesso di chiedere.
Sperava solo che lui stesse bene, dovunque fosse e che non stesse soffrendo.
Si lisciò una piega inesistente sull'abito quando entrò Marcellus, già vestito di tutto punto.
<< Caroline, noi siamo pront… >> si bloccò a metà della frase, stordito.
<< Marcellus stai bene? >> domandò, avvicinandosi. 
Sembrava che fosse stato colpito da un raggio raggelante o qualcosa del genere.
<< Sei bellissima. >> esalò alla fine.
<< Lo dici come se fossi brutta nella vita di tutti i giorni. >> lo prese in giro Caroline.
<< No, ma, beh, stasera sei uao! >> si difese il bambino, facendo sfoggio della parola che gli aveva insegnato lei stessa un paio di giorni prima. << Klaus rimarrà abbagliato. >> concluse, strizzandole l'occhio.
<< Lo credi sul serio? >> domandò Caroline, nervosa.
Il bambino le lanciò una di quelle occhiate che significavano 'Ti-sei-vista-allo-specchio?' prima di avvicinarsi a lei e mormorare:
<< Però manca qualcosa… Mmmh, non saprei proprio cosa potrebbe essere… Oh, ma certo! >> si colpì la fronte con una mano e si mise una mano in tasca, tirandone fuori un piccolo sacchetto di velluto bordeaux e glielo porse.
<< E' per me? >> chiese la ragazza, a metà tra lo sconcerto e l'impaurito.
Il bambino annuì.
<< E… lo devo aprire adesso? >> domandò di nuovo.
Marcellus si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
Somigliava così tanto a Klaus, e, inconsciamente, a lei quando faceva quel semplice gesto, che una piccola lacrima di commozione le lasciò il viso.
<< Beh, grazie! Non so cosa dire e, oh… >> era un bracciale.
Quel bracciale! 
Dannazione! 
Se le cose andavano male prima, adesso stavano per andare addirittura peggio.
<< Ti ha detto Klaus di darmelo, tesoro? >> chiese la vampira, con tono materno e solo velatamente retorico.
Sapeva bene che quel regalo glielo poteva aver fatto solo lui, che nessun altro era dotato di così tanto… 
<< No! Un signore prima è passato e mi ha detto di consegnartelo, prima della festa, che era della sua defunta sorella e che… >> le rispose il bambino.
<< Cosa? >> quasi urlò Caroline, sconvolta. 
E se si fosse trattato di Eli… 
<< No, non era Elijah. >> Marcellus sorrise tristemente, capendo dove voleva andare a parare la ragazza. << Non era nemmeno un vampiro. Sembrava più un licantropo. Aveva i capelli scurissimi e gli occhi neri, ma erano strani, i suoi occhi, intendo! Sembrava come se ci fosse uno strano colore all'interno delle sue iridi… >> 
<< Ocra scuro >> Caroline impallidì e si portò una mano al petto.
Antoine Guerrera.

 

                                -°°°°-

 

<< Chi è Antoine Guerrera? >> sibilò la ragazza, pestandogli un piede, intenzionalmente.
Klaus sorrise, sistemandosi meglio i polsini della camicia prima di voltarsi per fronteggiarla e… 
Rimanerne del tutto abbagliato.
Non poteva dirle della sua scelta se lei era così bella. 
E luminosa.
E forte.
E adorabilmente indispettita.
Assolutamente no! 
Sarebbe stato un oltraggio.
Caroline si imbarazzò appena, notando lo sguardo dell'uomo percorrerla lungo tutta la sua figura, ma non retrocesse di un passo.
<< Caroline, sei… >>
<< So cosa sono, grazie, Klaus! >> lo interruppe la giovane, digrignando i denti. << Ti ho fatto una domanda. >>
Gli occhi blu dell'uomo si scurirono appena.
Ora, da blu oltremare, erano diventati di un blu zaffiro incredibilmente bello da guardare, ma, allo stesso tempo, terribilmente pericoloso.
<< Stavo per dire, infatti, che sei estremamente irritante, tesoro. >> dicendo quelle parole, assottigliò appena gli occhi. << Antoine Guerrera è il capo della famiglia Guerrera. >> 
<< Che sarebbe? >> domandò ancora una volta Caroline, arrossendo visibilmente stavolta.
Sapeva bene che non erano quelle le parole che Klaus avrebbe usato per descriverla se lei non lo avesse interrotto.
<< A loro piace definirsi i capi, o Re, dei licantropi dell'intera Louisiana, ma da quando siamo arrivati noi Originali, il loro potere è calato drasticamente. Oramai non se ne conteranno più che un centinaio scarso di membri della loro famiglia. A New Orleans ne risiedono la maggior parte, ma… >> le spiegò Klaus.
Mentre il vampiro le illustrava tutti i particolari di quella sanguinosa guerra, tenutasi una ventina d'anni prima, Caroline era già lontana.

 

-Allora… Cosa volevi farmi vedere?- aveva chiesto lei, interrompendo il silenzio che era calato tra loro da quando si erano allontanati dalla folla.
Non che si stesse male in silenzio con Klaus, eh! 
Anzi, forse lei lo preferiva.
Non che lo temesse! No, proprio no.
Ma da quando lui l'aveva salvata, provava una strana sensazione alla bocca dello stomaco, quando si incontravano.
E prima di quel giorno, era successo spesso, anche se non si erano mai rivolti la parola dal giorno del suo disastroso compleanno.
Lui le sorrideva, mettendo in mostra quelle fossette da delirio assoluto, mentre lei si limitava a scrollare le spalle e ad allontanarsi, più rapida della luce.
La verità era che la innervosiva.
Terribilmente.
-Una delle mie passioni.- le aveva risposto lui, apparentemente tranquillo, conducendola davanti ad un impressionante dipinto raffigurante un paesaggio lagunare.
Le sembrava che fosse di qualche pittore famoso (Degas*, poteva essere?) o si sbagliava.
-Uao, impressionante. Devo supporre che i curatori del Louvre non prendessero la verbena.- aveva ribattuto lei rapidamente.
-Beh, è stato un loro errore.- 
Caroline aveva sbuffato, un po' imbarazzata dalla continua esibizione di buone maniere da parte dell'uomo.
Era quasi certa che Klaus facesse sempre tutto per un secondo fine, e a lei non aveva ancora chiesto niente per averla salvata dal morso di Tyler.
Stava quasi per chiedergli di smetterla e di dirle cosa volesse veramente da lei ma, un altro pensiero aveva preso possesso della sua mente.    
-E cosa mi dici di questo? Dove lo hai rubato?- aveva chiesto con tono saputo.
-E' una storia lunga, ma ti posso assicurare che è stato indossato da una principessa, bella quasi quanto te.- 

 

Quindi Klaus non l'aveva propriamente rubato, o forse si?
Ed era veramente appartenuto ad una principessa, il suo non era stato solo un modo di dire. 

 

-...Bella quasi quanto te.- 

 

Non conosceva nessuno della famiglia Guerrera, ma doveva essere una bellezza di quelle spettacolari.
E se era stato regalato a lei, come mai lo aveva Klaus?
Lo aveva rubato a lei, dunque?
In quel caso, si sarebbe dovuta offendere?
Oppure, naturalmente, aveva finito per dimenticare anche lui?
E perché allora, nel suo presente, non se ne ricordava?
Doveva essere successo qualcosa nel passato che le impediva di ricordare.
Troppe domande.
Serviva Clara, ora più che mai! 
Ma prima… Cosa poteva volere Antoine Guerrera dalla famiglia Originale? Da lei?
<< Antoine Guerrera mi ha regalato questo. >> disse, mostrando il delicato bracciale.
Klaus si avvicinò, e lo osservò bene.
C'era qualcosa di strano, non nel bracciale, ma nel gesto stesso.
Per Dio, non voleva avere un altro pretendente tra i piedi! 
E scatenare un'altra guerra con quella famiglia!
E…  
<< Sono diamanti montati su oro bianco, Caroline. E' molto bello. >> commentò, non dando sfoggio di ciò che veramente lo impensieriva.
Caroline annuì appena.
<< Sei pronta? >> chiese l'Originale, tornando a focalizzarsi su quello che dovevano fare al momento.
Caroline avrebbe voluto più di ogni altra cosa dirgli che no, che non lo era affatto, che voleva solo passare dieci anni a dormire, che… 
<< Si >> disse con voce fievole.
Klaus le porse il braccio.
<< Allora andiamo, amore! Ci sono un sacco di persone che non aspettano altro di congratularsi con te. >> ghignò.


*Degas= Edgar Degas, pittore francese impressionista. 
Non so perché ma il quadro di Klaus davanti al quale si fermano lui e Caroline, mi da tanto idea di essere un quadro impressionista (se ho preso una cantonata, me ne assumo la piena responsabilità), ovviamente non di Degas, che, da quanto so, non disegnava paesaggi, ma è uno degli artisti più famosi di quel periodo.
E nei licei americani, generalmente non si studia storia dell'arte come nei nostri, ma si fa solo disegno tecnico.
Da qui il fatto che Caroline si confonda tra i vari pittori XD!


N/A 

Vado di nuovo di corsa, che sto per perdere la coincidenza! 
Un bacio a tutte voi, mie adorate lettrici Klaroline e non.
Ludovica
ps. Si cambia nuovamente giorno di aggiormanamento, che sarà, di nuovo Sabato

   
 
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