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Autore: tsubasa_rukia3    04/10/2015    0 recensioni
Le emozioni possono essere trasmesse attraverso le parole?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli eredi di Anthurium

Un giorno, Anthurium, la vivace madre di tre pargoletti chiese, tramite lettera, a ciascuno di essi di parlarle della felicità. Chiunque di loro sarebbe stato in grado di farla commuovere avrebbe ereditato il suo patrimonio, escludendo gli altri due.
Inoltre, chiarì che le lettere dovevano essere scritte di loro pugno e chi avrebbe barato sarebbe finito col essere disconosciuto come figlio.
Pertanto, incuriositi, diamo un'occhiata a quelle missive.

Lettera di Narciso

Cara madre,
mi dispiace rendermi conto che siamo arrivati a questo momento delle nostre vite, ma trovo la nostra imminente separazione un momento dolce amaro.
Per quanto riguarda la felicità, posso dire che non esiste altro di degno e bello a questo mondo che guardare i miei tratti. Nulla mi soddisfa più di passare le giornate ad ammirare me stesso negli specchi o nei stagni.
Come potrei non provare beatitudine nell'osservarmi in ogni singolo istante? Non sono altro che l'opera perfetta, che voi avete creato madre, con dispiacere, gli dèi mi hanno colmato di questo dono bellissimo. Intimiditi dalla mia bellezza non  si avvicina nessuno, ma solo io posso capire me stesso.
Devo andare, madre, troppo tempo sono stato lontano dal mio riflesso per scrivere questa missiva!
Che la fortuna possa vedervi.

Vostro secondogenito Narciso.
 

Lettera di Fiordaliso

Adorabile madre,

Con tristezza mi rammarico della fine del vostro ciclo vitale, ma nulla è doloroso più della perdita del mio amato!
Lui era la mia felicità! Il colore della gioia era il blu dei suoi occhi e il suo sorriso era sorgente di quel sentimento.
Mi sentivo appagata solo abbracciandolo e il mondo era così colorato che spesso mi chiedevo come faceva ad essere così pieno di luce! Brividi di eccitazione mi attraversavano il corpo appena mi sfiorava e l'orgoglio mi gonfiava il petto, nuvola in tempesta, nel sentire l'invidia delle mie compaesane.
Ah! Ahimè il fato è stato crudele! Quella stessa gelosia, mostro serpeggiante, mi ha privata del mio primo amore. Il mio sole è stato estinto per colpa del sentimento oscuro di una donna cieca. Non mi rimane altro che vivere la mia vita rimembrando quei giorni così felici.
Che la fortuna possa sorridervi.

La vostra addolorata Fiordaliso.

Lettera di Peonia

Dolcissima madre,

È un'onore pensare che nonostante stiate vivendo il vostro inverno, voi lo passiate pensando a noi e ad un nostro futuro senza la vostra presenza.
Spero che la vostra salute stia migliorando e vorrei rimandare il fatidico momento il più possibile.
Per quanto riguarda il vostro cruccio, non so che cosa voi possiate intendere per felicità o quanto possa essa essere pesata nella vostra esistenza, poiché sono convinta che la felicità, come un vestito, è fatta su misura per ognuno di noi.
Mi è permesso dire che cosa è la mia felicità.
Il mio sorriso nasce dall'alba, poiché ogni mattina mi sveglio in tempo per ammirarla.
Il mio sollievo si libera grazie alla cortesia delle persone che incontro ogni giorno.
La gioia grida per quelle piccole volte che riesco a partecipare ad uno spettacolo o a ballare una nuova danza.
La mia risata, uccide il silenzio, scoprendo strane usanze di culture diverse.
I miei occhi brillano di eccitazione ogniqualvolta che vedo qualcosa di nuovo. Mi vedo sempre costretta a trattenermi dal saltellare come una bambina!
E mi sento appagata ogni volta che i miei sforzi vengono ricompensati.
Madre, la mia felicità sta nelle mie memorie e vi ringrazio per ciò che avete fatto per noi, sacrificando voi stessa, senza le vostre grida ora non sarei nelle famose Lande Celesti.
Che possiate vivere altri mille sorrisi!

Dalla vostra avventuriera, Peonia.
 

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Volutta chiuse il libro di fiabe che stava sfogliando per sua cugina di tre anni e con suo scontento iniziò a chiedersi che cosa poté essere per lei quel sentimento.

Era forse qualcosa di materiale?

Voleva dire che i ricordi di quando rideva perché le piaceva correre contro il vento seguita dai suoi compagni di scuola elementare era la felicità? Oppure tutti i suoi regali di compleanno che custodiva gelosamente? Che fosse la calda sensazione che le dava una tazza bollente di cioccolato in pieno inverno?

Se, invece, fosse qualcosa di astratto?

Significava che fosse quel bacio fugace, battito di farfalla, scambiato col suo primo amore dietro casa?  Oppure il sollievo che aveva provato quando era riuscita a far piangere i suoi genitori durante la consegna del diploma?
Perché, provare ad identificare quell'emozione, era così sfuggevole e difficile rispetto le altre?
Sapeva, sebbene ci fossero tutte queste domande, che dietro quella fitta nebbia si nascondeva un cielo pieno di stelle. Ciascun fuoco prometteva un sorriso e calore.
Mentre entrò nella sua stanza da letto e vide che era pieno, superando le innumerevoli fotografie incorniciate sopra i mobili, le parve per un istante sfuggente di aver trovato quell'oggetto del suo desiderio.

 

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