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Autore: _ThisIsOverdose_    04/10/2015    4 recensioni
[HunHan]
Luhan sorrise, e nei suoi occhi si poteva leggere un velo di tristezza.
-Lo so bene che succederà ancora, ma è una cosa che non posso evitare- il suo sorriso era costruito, consapevole e malinconico.
Ne era già al corrente, più tempo passava lì, più sarebbe diventato debole e più sarebbe stato male. Ma non voleva pensarci, in quel momento l'unica cosa che poteva fare era godersi quei giorni, incerto su quello che ne sarebbe stato di lui in futuro.
Sehun capì che qualcosa non andava. Che fosse affetto da una grave malattia? Da come ne parlava, dedusse che quel ragazzo nascondeva qualcosa.
-Perché non la puoi evitare? Sei forse malato?- si rivolse in modo schietto e diretto. Il moro scosse la testa in segno di diniego.
-Io... lascia stare, non capiresti comunque...- lasciò la frase in sospeso, entrando in quel luogo a lui ormai familiare e aspettando che entrasse anche l'altro ragazzo, che al momento appariva stralunato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12


In qualche modo, i due giorni di mezzo che impedivano a Sehun di andare da Luhan erano finalmente passati. Era stanchissimo, questo era un dato di fatto, ma non gli importava più di tanto, non quando finalmente aveva la possibilità di prendere una piccola pausa da tutti gli impegni e passare del tempo con la persona che amava. La nuova serie di concerti sarebbe iniziata la prossima settimana, per cui in quei giorni era concesso al gruppo un po' di meritato riposo.

E gli amici del ragazzo erano stati di parola. Infatti, appena finito tutto, avevano quasi cacciato il maknae dal dormitorio per farlo correre dal suo amato, non senza mancare di sghignazzare e di prenderlo in giro. Sehun aveva semplicemente sospirato avvilito. Cosa poteva farci?


Ed ecco che in poco tempo era già arrivato davanti al luogo del suo interesse. Aveva intenzione di passare il pomeriggio con Luhan, e la sera si sarebbe fermato a cena lì, come promesso al signor Kim, più che felice di sapere che il suo invito era stato accettato.
Ciò che non si aspettava di certo di trovare era un piccolo cerbiatto tranquillamente addormentato sul divano. A quella vista il cuore di Sehun si era completamente sciolto. Non aveva mai visto in vita sua niente di più adorabile, tenero e dolce messi insieme. Sembrava un bambino, raccolto com'era su un lato, con le mani chiuse in due pugni all'altezza del viso, i capelli neri che gli ricadevano dolcemente sulla fronte, e con alcune ciocche in disordine, sparse qua e là. Ma la cosa più bella era quell'espressione angelica, Sehun sapeva solo che non si sarebbe mai stancato di guardarlo mentre dormiva, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, com'era con quelle palpebre chiuse, limitate dalle sue lunghe ciglia nere, con le gote colorate da un lieve spruzzo di rosa, con la bocca leggermente socchiusa, da cui proveniva un calmo e regolare respiro. Tutto di lui era perfetto, non c'era punto di quella pelle e di quel viso che Sehun non avesse tracciato con lo sguardo, più e più volte. Si era imbambolato lì, davanti all'entrata, incapace di dire o fare niente, sentendosi un essere del tutto inutile e inferiore davanti a quella bellezza eterea, innaturale, davanti a quella splendida figura su cui non aveva fatto altro che concentrare i propri pensieri negli ultimi tempi.
Fu la voce del signor Kim a riportarlo alla realtà.
-Credo stia dormendo adesso perché ieri sera non si sentiva molto bene, ha passato una notte un po' difficile, e sicuramente la stanchezza l'ha fatto crollare, altrimenti di solito non è un tipo che dorme di pomeriggio- spiegò a voce bassa l'uomo, non mancando di mostrare un cipiglio preoccupato verso il ragazzo tranquillamente addormentato a pochi passi da lui.
Sehun annuì, senza aggiungere nient'altro. Anche nei suoi occhi era comparso un velo di preoccupazione nell'udire quelle parole. Sperava solo che Luhan stesse bene, non aveva alcuna intenzione di svegliarlo, avrebbe aspettato che fosse lui stesso a ridestarsi dal mondo dei sogni.
-Ehi Sehun, dal momento che sei qui, puoi rimanere con lui per un po'? Ne approfitterei per andare a comprare degli ingredienti che mancano sia al negozio sia per la cena che ho intenzione di prepararti. Ho aspettato il tuo arrivo, non volevo lasciarlo da solo, nel caso avesse bisogno di qualcosa- chiese gentilmente l'anziano, ricevendo subito una cenno affermativo del capo dall'altro.
-Può stare tranquillo, starò qui e mi assicurerò che stia bene, vada pure- rispose togliendosi il cappotto e riponendolo nell'apposito appendiabiti lì vicino.
-Ti ringrazio ragazzo, sono davvero felice che Luhan abbia vicino una persona come te- affermò il signor Kim sorridendo dolcemente, mentre le guance di Sehun si accaldavano leggermente.
-Non deve ringraziarmi, sono io ad essere felice di aver conosciuto Luhan, e naturalmente anche lei- rispose imbarazzato, ma sincero.
L'altro sorrise, uscendo dalla stanza. Ma quel sorriso racchiudeva molto di più di un semplice gesto di cortesia e contentezza.


Fu così che Sehun si ritrovò solo con Luhan, incapace di spostare l'attenzione su qualunque altra cosa che non fosse quella figura attualmente sdraiata sul divano. Più lo guardava, più pensava a quanto gli sarebbe piaciuta l'idea di svegliarsi ogni mattina, aprire gli occhi, ed essere accolto dalla visuale di quel visino angelico e ancora dormiente, dolcemente appollaiato sul suo petto, in un letto che probabilmente nei suoi sogni doveva essere il loro. Avvolto da quei pensieri, inconsapevolmente sorrise, non nascondendo affatto la speranza di volere che un giorno quel sogno diventasse realtà.
Guarda come ti sei ridotto.
Suonava tutto così smielato, soprattutto se pensato da qualcuno come lui che in vita sua non aveva mai fatto simili pensieri, ma non poteva negare che in quel momento l'immaginazione gli stava regalando attimi di vera e pura felicità, un calore al petto in grado di farlo rifugiare da qualsiasi forma di preoccupazione e ansia. L'immaginazione era sempre stata un'arma potente, in grado di far volare in alto con la fantasia, di far accadere l'impossibile o l'irrealizzabile, era stata sempre fonte di piacere e felicità per chi la utilizzava, quindi perché non usufruirne? Perché non lasciarsi un po' trasportare da queste dolci illusioni e da questi tanto forti desideri? L'importante in fondo era solo saper individuare il limite tra realtà e sogno, in modo da poter toccare nuovamente terra una volta usciti da questo involucro di paradiso, di cose belle e appaganti, l'importante era essere consapevoli che questo mondo era qualcosa di inventato, di non esistente, in modo da non rimanere troppo delusi una volta ritornati alla vita reale.
Per Sehun, sognare e immaginare erano diventati termini frequenti da quando aveva conosciuto Luhan. Gli veniva spontaneo soffermarsi su ipotetici scenari che si facevano largo nella sua mente, spaziare al limite della fantasia, rinchiudersi in quel suo mondo isolato da tutto il resto, creando un posto in cui c'erano solo loro due, un posto in cui la mente proiettava ciò che il cuore desiderava, in cui il il sentimento andava secondo ragione e la ragione andava secondo sentimento. Ecco perché gli piaceva questo mondo immaginario, perché tutto era facile, tutto lo rendeva felice e lo riempiva di speranza. Tuttavia Sehun non si faceva divorare da quel mondo che lui stesso aveva costruito, sapeva quando tornare alla realtà delle cose, sapeva conciliare le due parti, e non cadere schiavo dei suoi continui desideri. Per questo ridestandosi da quello stato di trance, decise di avvicinarsi cautamente, senza fare rumore, per non svegliare quel piccolo angelo addormentato, ma allo stesso tempo essergli accanto e non perdersi l'occasione di osservarlo più da vicino, di cogliere nuovi particolari del suo essere ad una distanza ravvicinata, cosa che non gli era possibile se si fosse svegliato.
Si chinò accanto a lui, lentamente e silenziosamente, all'inizio accontentandosi solamente di guardalo da vicino, di avere ancora una volta la conferma di quanto fosse perfetto, e di quanto voleva sua tutta quella perfezione. Ma poi le sue dita iniziarono a prudere dalla voglia di toccarlo, di accarezzarlo, di posarsi su quei lembi di pelle nivea e morbida, e non seppe reprimere quell'istinto. Ed ecco le le sue lunghe dita si ritrovarono a percorrere delicatamente i lineamenti di quel viso, passando sulla fronte, spostando le ciocche dei capelli dagli occhi, scendendo lungo la forma del suo nasino, spostandosi lungo una guancia e accarezzandola dolcemente, e poi finire il loro percorso tracciando i confini che racchiudevano quelle bellissime labbra. Era solo un leggero movimento quello che stava facendo, eppure gli sembrava di stare toccando un'opera d'arte, una di quelle di inestimabile valore, una di quelle che devi stare attento al modo in cui la tocchi per evitare di romperla o scalfirla o sporcarla. Con la sola differenza che per lui Luhan rappresentava molto di più, Luhan era un'opera d'arte vivente, non un oggetto, bensì una creatura in carne ed ossa, vera, e il suo valore nessuna cifra avrebbe potuto comprarlo.
Si, gli era sfiorata molte volte in questione di pochi minuti l'idea di colmare quella piccola distanza che c'era tra i loro visi e baciare quelle labbra, che stavano inebriando i suoi sensi di desiderio e lo stavano facendo fremere da una voglia pazzesca, in grado di farlo impazzire. Ma lui non voleva baciarlo così, voleva baciarlo solamente nel momento in cui Luhan avrebbe potuto vederlo ed essere completamente consapevole del suo gesto verso di lui. Certo, in questo modo fare quell'azione avrebbe richiesto molto più coraggio di quello che aveva attualmente, ma non importava, avrebbe aspettato il momento giusto. Per adesso si limitò a reprimere con tutte le forze quel desiderio. E continuò a scrutarlo attentamente, notando come a volte tendeva a strusciare lentamente la testa contro il tessuto del cuscino, come per cercare di affondarci di più, in un gesto che gli ricordava vagamente quello di un cucciolo, bisognoso di calore e di coccole, o come altre volte rilasciava invece qualche sospiro più pesante dei precedenti, mentre il suo viso rilassato tendeva a contrarsi in una smorfia agitata.
Mi piacerebbe sapere se c'è qualcosa che ti preoccupa. Farei l'impossibile per eliminare quel cipiglio preoccupato dal tuo viso.
Si chiese tra sé, guardandolo affezionatamente, e tornando ad accarezzare la sua guancia, notando come quel tocco lo portava nuovamente a rilassarsi.
Sehun sorrise. Era la cosa più tenera e innocente che avesse mai visto. Solo quel cerbiatto lo portava a scatenare dentro di sé un senso di protezione e di responsabilità mai avuto prima, come se lo sentisse come un dovere, oltre che un piacere, prendersi cura di lui, come se quello fosse diventato il suo compito.
A ben pensarci non so molto di te, ma guarda come sei riuscito a ridurmi in così poco tempo. E' tua la colpa, ma averti conosciuto è stata la mia benedizione, e vorrei davvero tanto che tu provassi ciò che io provo per te. Perché mi dispiace, ma ormai non sono più in grado di immaginarti con nessun altro se non con me.
Questi pensieri riempivano la sua mente in profondità, erano delle parole che voleva dire, ma non poteva farlo.
Lo sai, se continui così sarai davvero la mia fine.
Dopo aver formulato quest'ultima frase nella sua testa, Sehun sentì dei leggeri movimenti provenire dall'altro, segno che si stava svegliando.


La prima cosa che Luhan vide appena aprì gli occhi furono due calde iridi color nocciola guardarlo attentamente, e due bellissime labbra che si allargavano lievemente all'insù, senza contare la loro vicinanza. Sapeva bene a chi apparteneva quel viso, ma essendo ancora in fase di risveglio pensava si trattasse solo della sua immaginazione. Ci volle giusto qualche secondo in più per aggiustare per bene la vista e focalizzare ciò che c'era davanti a lui. E fu in quel momento che si rese conto che avrebbe pure continuato ad aprire e chiudere gli occhi, per poi aprirli nuovamente se la prima cosa che avrebbe visto appena sveglio era il viso perfetto della persona che amava.
Un sorriso si allargò sulle sue labbra, mentre lentamente cercava di mettersi in piedi, strofinandosi gli occhi con le mani.
-Buongiorno cerbiatto- scherzò Sehun sorridendogli dolcemente, e accarezzandogli i capelli, un'azione che era quasi diventata un abitudine per lui.
-Sehun... è da molto che sei qui?- chiese con la voce ancora un po' impastata dal sonno, ma decisamente contenta. L'altro scosse la testa.
-Non da molto, giusto il tempo necessario per vedere come dormi beatamente- scherzò ancora, vedendo come Luhan sorrideva alle sue parole. Ed era felice, perché la causa di quel sorriso era lui.
-Avresti potuto svegliarmi, non dovevi aspettare- disse timidamente, distogliendo lo sguardo da lui. L'aveva visto dormire, non voleva avesse fatto qualche verso stupido o qualche faccia strana nel sonno.
Sehun scosse nuovamente la testa, stavolta andandogli ad accarezzare un guancia.
-Non preoccuparti, il signor Kim mi ha detto che non sei stato bene ieri sera, adesso va meglio?- domandò guardandolo serio.
Luhan annuì, con i battiti a mille dopo quel tocco. Adorava quelle mani, così calde e grandi, adorava la sensazione di quel palmo contro la sua guancia, adorava quando era lui a toccarlo, e ne voleva ancora.
Ma ritornando alla domanda che gli aveva posto, a quanto pare le sue forze erano tornate stabili. La sera precedente aveva avuto una di quelle solite fitte, e per molto tempo si era sentito debole, senza energie, non era riuscito neanche ad alzarsi dal letto. Il signor Kim non l'aveva lasciato un attimo, prendendosi cura di lui e rimanendo sveglio fino all'alba, solo per assicurarsi che le sue condizioni non peggiorassero.
Gli si formò un nodo in gola, e venne assalito da un'ondata di tristezza e dal senso di colpa. Questo cambiamento non passò di certo inosservato a Sehun, che si alzò dalla precedente postazione e prese posto accanto a lui sul divano, guardandolo preoccupato.
-Ehi, qualcosa non va?- chiese apprensivo, stringendogli una mano con la propria, per ridestarlo da qualunque pensiero triste stesse facendo.
Luhan cercò di non incontrare il suo sguardo, in quanto due grandi lacrimoni minacciavano di tradirlo e scendere lungo le sue guance, e non voleva piangere davanti a Sehun. Ma era davvero dispiaciuto, aveva dato un sacco di problemi al signor Kim da quando era arrivato lì, ma quell'uomo l'aveva sempre trattato come la sua famiglia, l'aveva aiutato e si era preso cura di lui come nessun altro, senza mancare mai di dedicargli attenzioni e numerosi sorrisi. Aveva messo anche la sua salute di parte, tutto per renderlo felice e farlo sentire in qualche modo “a casa”. Il peso di tutte queste azioni iniziava a farsi sentire sulle sue spalle, Luhan iniziava a realizzare che aveva sempre ricevuto senza mai dare, e la cosa lo faceva sentire davvero colpevole. Senza rendersene conto le lacrime erano iniziate a scendere da sole, non potendo più essere trattenute, ed ecco che quello che aveva voluto evitare lo stava invece facendo: piangere davanti a Sehun.
-S-scusami... n-non volevo p-piangere...- cercò di nascondere il viso con le mani, in preda ai singhiozzi, ma ad un tratto si sentì avvolto soltanto da un grande e familiare calore, da un profumo che ormai riconosceva come il suo preferito, e sentì le braccia di Sehun stringerlo saldamente e portarlo dritto contro il suo petto.
Questo era il tipo di abbraccio che Luhan aveva agognato così tanto, che aveva immaginato e cercato già molte volte, e che adesso si stava realizzando. Ma la realtà era molto meglio di qualsiasi aspettativa avesse mai avuto. Finalmente si sentiva davvero protetto, si sentiva al sicuro, si sentiva nascosto da qualsiasi forma di male, dal mondo esterno, sentiva tutto ciò che lo tormentava annullarsi, sentiva solo il bisogno che aveva di lui, e basta. E le dolci parole che Sehun gli sussurrava valevano più di milioni di tranquillanti o calmanti messi insieme.
-Shh non preoccuparti, tutto andrà bene. Ci sono io qui con te. Non devi tenerti tutto dentro, va bene sfogarsi. Ma lo sai, un bel sorriso si addice di più al tuo volto- le labbra del più alto accennarono un lieve sorriso, ma i suoi occhi mostravano chiaramente quanto era triste e preoccupato nel vedere piangere il suo piccolo angelo. Sentì le mani di quell'esile figura stringere di più il tessuto della sua maglia, ormai bagnata da numerose lacrime, ma questo non gli importava. Lo strinse ancora di più a sua volta, facendogli sentire che lui c'era, che lui era lì, che gli era accanto, che non aveva alcuna intenzione di lasciarlo. Non sapeva cosa si celava dietro tale e improvviso sfogo, ma avrebbe aspettato per saperlo, ora la cosa importante era farlo calmare, e sembrava che forse ci stesse riuscendo. Finalmente, pensò Sehun, finalmente aveva quel piccolo corpicino tra le sue braccia, e non avrebbe mai permesso a nessuno di allontanarlo da lui. L'unica cosa che voleva adesso era vederlo sorridere, far smettere quelle lacrime di scorrere, far andare via la sua tristezza.
Passarono alcuni minuti abbracciati l'uno all'altro, Sehun aveva appoggiato il mento sulla sua testa, chiudendo gli occhi e cullandolo dolcemente, e Luhan continuava a bearsi di quel calore e di quelle attenzioni, premendo ancora di più il viso contro il petto tonico e forte dell'altro, non avendo alcuna intenzione di abbandonare quel piccolo angolo di conforto e di felicità. Anche i battiti di Sehun erano veloci, ma erano rassicuranti, era sicuro che si sarebbe addormentato lì fra un po'.
Ma finalmente Luhan aveva capito. Finalmente era riuscito a trovare il suo posto in quel mondo. Quel posto erano le braccia di Sehun.


Dopo un'altra manciata di minuti, Sehun si allontanò lievemente, per guardarlo negli occhi. Quando le sue braccia si allentarono intorno a lui, Luhan sentì il bisogno di chiedergli di rimetterle dov'erano, perché aveva appena perso un po' del suo calore, e non voleva perderlo, anzi, non voleva più lasciarlo. Ma poi incontrò i suoi occhi preoccupati, e le parole gli morirono in gola. Aveva la chiara prova che lui si stava preoccupando, quindi che lui ci teneva, che gli voleva almeno un po' bene. E questo gli bastava.
-Va un po' meglio adesso?- chiese piano, mentre con le sue mani andava ad asciugare le ultime lacrime che gli bagnavano il viso. Luhan non riusciva a rispondere, riusciva solo a fissarlo, ad ammirarlo, ad amarlo sempre di più.
-Guarda qui che pasticcio hai combinato, dobbiamo andare a dare una ripulita al tuo faccino, d'accordo?- chiese in tono scherzoso, cercando di risistemare per bene alcune ciocche dei suoi capelli. Ma il moro non sembrò dello stesso parere, visto che timidamente allacciò le sue braccia intorno al collo dell'altro, racchiudendo entrambi nuovamente in un abbraccio.
-Sehun...- disse il suo nome con la voce un po' spezzata, a causa del precedente pianto. Il ragazzo in questione, pur sorpreso, non ci pensò due volte a stringerlo di nuovo a sé e a inebriarsi del suo dolce profumo.
-Cosa c'è?- chiese quasi in un sussurro, sentendo miriadi di brividi giù per la spina dorsale.
Resta qui con me.
Non lasciarmi.
Ho bisogno di te.
Ti amo.
Luhan questo voleva dirgli. Ma dicendolo avrebbe complicato ancora di più le cose, anche se ormai aveva capito che il limite era superato, e non poteva tornare più indietro.
-Grazie- questa parola uscì invece dalla sua bocca, e sorrise, perché in fondo questa parola racchiudeva se non tutto, la maggior parte di quelle cose.
Anche Sehun sorrise. Ma non aggiunse nient'altro. Semplicemente accarezzò i suoi capelli, godendosi la sensazione di averlo così vicino a sé, di avere quel calore tutto per lui.
Passò ancora qualche attimo di silenzio fra i due. Poi Luhan parlò di nuovo.
-Sehun... t-ti andrebbe di andare a prendere un g-gelato?- domandò timidamente, con il viso ancora nascosto nell'incavo del suo collo.
L'altro ragazzo, in uno stato di estasi nel sentire il respiro del più grande in quella zona così sensibile, che lo stava facendo impazzire, cercò di rispondere senza far morire le parole in gola, schiarendosi prima la voce.
-P-per me va bene, ma sei sicuro di voler mangiare gelato visto che è inverno e fa freddo?-
Luhan annuì.
-D'accordo, allora andiamo- affermò.
Tuttavia nessuno dei due sembrava intenzionato a distaccarsi dall'altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Onestamente pensavo di non farcela per questa settimana, e invece... i miracoli esistono! XD No vabbè, scherzi a parte, avevo intenzione di fare un unico capitolo che raccontava dall'arrivo di Sehun a casa di Luhan fino alla cena, ma mi sono resa conto che sarebbe venuto troppo lungo, per cui ecco l'inizio, e poi ci sarà la continuazione.

Luhan ha una specie di crollo emotivo, ma questa volta è Sehun a confortarlo, spero di aver reso bene il tutto, e spero anche che non ci siano errori gravi.

Ringrazio Saseum, Ymawari, KpopBias e tutte le persone che seguono, preferiscono e ricordano la storia! ^^

Spero di riuscire a continuare presto!

Alla prossima! :)

  
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