In una giornata dai colori vivaci,
l'anima di Federico è inquieta,
infatti le prime nubi scure
danno quella percezione di malinconia nell'aria.

Federico è preoccupato
per un paese che ha perso il nome,
non ha un futuro, ma un bel passato
che poi svanisce e non si sa come.

E mentre riflette, l'accompagna la mancanza
della sua vita e dei suoi pensieri che si fanno forti all'evidenza,
con un cielo che promette un po' di speranza,
"o almeno quella" dentro se pensa,
anche se il governo gli dice che si vive bene anche senza.

Guardando una gru prova invidia
perché come essa vorrebbe toccare il cielo,
ma è talmente privo 
che neppure la malvagità s'assedia
nel suo stato d'animo, che è coperto da un velo.

Ora gli resta solo osservare il mondo
con i primari colori,
ed un problema di sottofondo
sembra cacciar via anche i rumori.

Si accende una sigaretta
quel fumo l'accarezza tenace,
a questa Italia che va di fretta
e che sempre più il dolore piace.

Come la sua anima
anche il cielo si pone
ad uno straordinario ed eterno tramonto,
di decisioni tra giorno e notte
di decisioni ta vita e morte.

Anche i lampioni, sono pronti ad illuminarsi,
nel caso sia lui che la luce del sole li volessero abbandonare,
tipico di noi italiani, che siam ricchi di parole
ma ormai privi dell'esser nati sotto il sole,
della nazione dei peccati, della nazione dei conti sbagliati.