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Autore: Nanamin    05/10/2015    3 recensioni
Tara è una ragazza normale: studia, esce con gli amici, è preoccupata per gli esami, ha una cotta. La sua vita tranquilla continua, finché strani eventi cominciano ad accaderle, accompagnati da inspiegabili mal di testa.
Tara è una ragazza con un enorme potere sopito dentro di sé. Un potere che porterà grandi menti a scontrarsi, interi Paesi a sollevarsi e costringerà i Titans a fare i conti con i fantasmi di un passato che credevano ormai perduto.
-
“Sei sicura di volere questo? Che nessuno si ricordi di te? Pensi di ripartire da zero?”
Red X si alzò e si appoggiò al muro.
“La verità è che non puoi cambiare così. Tutto si ripeterà finché non rimarrai da sola.”
“Perché?”
La voce di Terra uscì roca dalla sua bocca. Red X fece una smorfia.
“Perché anche se le persone e i luoghi intorno a te non sono più gli stessi, sei sempre tu.”
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Red X, Robin, Terra, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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METAMORFOSI

 

 

“Il ragazzino ha parlato ai Titans.”

Slade era in piedi, le mani dietro la schiena, lo sguardo fisso nel vuoto.

“Non ha detto nulla di te, altrimenti lo avremmo già saputo.”

L’apprendista incrociò le braccia.

“È solo questione di tempo, dovremmo sbarazzarcene. Non sopporto che la mia identità sia in mano ad un idiota del genere.”

“Apprendista, mantieni la calma. Sa cosa l’aspetta se non terrà la bocca chiusa. È un vigliacco.”

L’uomo si girò di spalle.

“Per sicurezza però, lo terremo d’occhio…” continuò.

L’apprendista annuì.

“E con i Titans? Stiamo perdendo tempo prezioso: sono già alla ricerca di Terra. Inoltre il rifugio di Anne Markov è sorvegliato a vista.”

“I suoi uomini della sicurezza non mi preoccupano.”

“Non sono loro il problema.”

Slade sciolse le mani e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.

“Red X è un buon avversario, ma è l’unico di valore al suo servizio. Non preoccuparti, finché combatterai sarò sempre dalla tua parte.”

L’apprendista sospirò e serrò le labbra. Annuì.

“E gli altri cinque?”

L’uomo rimase in silenzio per qualche secondo.

“Loro potrebbero rivelarsi un problema. Solo il mutaforma non m’impensierisce, soprattutto ora che è diventato cieco.”

“Beast Boy è sparito. Non è più con loro e non ho idea di dove si possa trovare. Gli altri quattro sono preoccupati, sembra sia stato rapito.”

Slade si voltò.

“Gli ultimi eventi ci sorridono. Dovremmo ringraziare il rapitore per l’enorme quantità di tempo che ci farà risparmiare.”

L’apprendista alzò un sopracciglio.

L’uomo rise, la sua voce cavernosa risuonò per tutto il covo.

“Ti vorrei porre un quesito, apprendista.”

“Sì.” Disse inclinando la testa di lato.

Slade fece un passo in avanti, un fascio di luce illuminò la sua maschera.

“Sei di fronte a due porte, una a destra e una a sinistra.”

“Sì.”

“Ciascuna di queste conduce in un luogo dov’è rinchiuso un diverso individuo. Entrambi sono in pericolo.”

L’apprendista annuì.

“Dietro la prima porta, vi è una persona che ti ha tradito in passato, che ha cercato di ucciderti e che si è approfittata della tua amicizia mettendo in pericolo l’intera città; dietro la seconda, vi è una persona a cui vuoi bene come un fratello, con cui hai passato tanti bei momenti e in cui riponi la tua fiducia più totale.”

L’apprendista annuì.

“Ora, in cuor tuo, chi salveresti?

“La seconda senza dubbio.”

Slade rise.

“Speriamo che i nostri amici siano dello stesso avviso.”

 

 

 

 

 

Si risvegliò in un luogo freddo e umido, il fianco destro poggiava a terra impregnato d’acqua, la testa gli doleva. Si portò le mani al viso: la benda era sl suo posto. Sospirò.

I flash degli ultimi avvenimenti lo assalirono come una mandria in corsa. Si  buttò a sedere e si tastò la nuca. Aggrottò la fronte, le dita scorsero sul profilo dei punti di sutura: avevano curato la sua ferita.

Si alzò e si tolse i guanti. Ispezionò con il tatto il luogo circostante: le pareti erano lisce e fredde, il suolo di nudo cemento. Si fermò: le sue mani avevano trovato delle sbarre. Era in una prigione.

“Aaah!”

Visualizzò nella sua mente un gorilla. Il corpo non rispose. Una tigre, un leone, un ratto, un pipistrello. Nulla.

“Aaah!” 

Dette un calcio di fronte a lui: il clangore metallico risuonò per tutta la cella, perdendosi in un eco.

Si bloccò. Un rumore ritmico, leggero e veloce era al di là delle sbarre. Un cuore stava battendo veloce.

“Da quanto sei lì?” urlò.

“Abbastanza da aver visto tutto il tuo spettacolino.”

Beast Boy serrò la mascella.

“Cosa ti aspettavi, che me ne stessi buono buono qua dentro?”

“Ti è andata bene. Non è nel mio stile uccidere.”

Il ragazzo fece un passo verso di lui.

“Ma ti sbatterò in prigione a Markovia e butterò via la chiave.”

Beast Boy sentì il suo alito schiantarsi sul suo viso. Rabbrividì.

“Ti farò provare lo stesso dolore che ho provato io nel vedere mia sorella in quello stato.” Continuò.

“Sorella? Ma quale sorella? Tu sei fuori!” 

Beast Boy avvertì il respiro del ragazzo accelerare, così come il suo cuore.

“T-Tara era mia sorella…anche se non avevo il piacere d’incontrarla da così tanti anni da pensare di essermi dimenticato del suo viso. Ma quando l’ho vista stesa su quel bancone, esanime, tutto è tornato alla mente. Forse troppo.”

La voce era spezzata. Beast Boy allentò i muscoli. Tendendo le orecchie poteva udire il suo respiro veloce, il battito cardiaco ridotto quasi ad un mormorio, le sue mani stritolare le sbarre. Era affranto e arrabbiato. Forse davvero stava vendicando questa sua sorella, Tara. Forse l’aveva confuso, non poteva essere lì per far del male a Terra, le emozioni lo tradivano. Forse si trattava solo di un malinteso. 

“Amico, io non conosco questa Tara di cui parli. Sulla spiaggia io stavo cercando una mia amica, Terra. Potrebbe essere in pericolo, quindi se mi lasciassi andare mi faresti un piacere. Devo assolutamente ritrovarla in fretta!”

Seguirono secondi di silenzio, Beast Boy avvertì il cuore del ragazzo di fronte a lui rallentare di botto.

“Tara è Terra.” Mormorò.

Tara…Terra?

Le dita del ragazzo allentarono la presa sulle sbarre, Beast Boy lo sentì inumidirsi le labbra.

Quel ragazzo di fronte a lui… suo fratello? Beast Boy spalancò gli occhi. Stesa su un bancone…esanime? Cosa voleva dire esanime?

“Tara è Terra? Cosa vuol dire Tara è Terra? Cosa le hanno fatto?”

Buttò fuori quella frase in un unico colpo, finendo il fiato che aveva nei polmoni. In quel momento fu la sua voce ad essere spezzata. Il respiro si fece affannoso. S’immobilizzò, il cuore fu l’unica cosa che riuscì a percepire nel suo stesso corpo. Pregò di non dover ascoltare quello che temeva.

“L’hanno uccisa. Un unico colpo sulla nuca. Ho visto il suo corpo addormentato su un tavolo di metallo, nuda, coperta solo da un lenzuolo. Ho abbracciato a lungo la sua pelle gelida.” 

Pronunciò quella frase lento, soffermandosi su ogni dettaglio, la voce tremolante.

Beast Boy perse un battito. Terra… morta? Ogni parola di quelle frasi lo colpì come un pugnale al petto, mentre la immaginava stesa, illuminata da luci fredde e artificiali, inerte.

Poche ore prima era lì, a pochi chilometri da lui, l’aveva potuta quasi sentire, per un attimo aveva creduto che le cose sarebbero tornate come prima. Morta. Le tornò in mente quel momento, a scuola, in cui aveva provato a farla tornare.

“Prendi questo, per ogni cosa potrò accorrere in tuo aiuto.”

Tese la mano con il trasmettitore verso di lei. La ragazza si allontanò di un passo, i libri stretti fra le braccia.

“Non mi serve.”

“Per favore.”

Negò con il capo, i capelli biondi le coprivano la faccia.

“Beast Boy, no. Le cose cambiano.”

Se solo lo avesse preso, se solo lui avesse insistito di più magari…magari adesso sarebbe diverso. Magari sarebbe viva.

“Stai piangendo?”

Beast Boy si riscosse dai sui pensieri. Fiotti di lacrime calde stavano scorrendo sulle sue guance inzuppando la benda. 

“Perdonami.” Disse.

“Le volevi bene?” continuò il ragazzo.

Ricordò di quando l’aveva incontrata, nel canyon, di quando pensava di doverla salvare e invece lei aveva risolto la situazione da sola; ricordò di quando gli confidò di non riuscire a tenere a bada i suoi poteri; di quando scappò per un malinteso e poi tornò, dalla parte di Slade; del loro appuntamento al luna park; del suo sacrificio in cui era rimasta pietrificata.

Ad ogni ricordo le lacrime scesero giù irrigandogli le guance.

“Le volevo più che bene.” 

Abbassò il volto, la benda bagnata si era fatta pesante.

“Mi parleresti di lei?”

Beast Boy sollevò il viso.

“Cosa?”

“Mi parleresti di lei?”

Il mutaforma tirò su con il naso.

“La prima volta che la vidi pensavo fosse una semplice ragazza da salvare.” Sorrise a mezza bocca.

Beast Boy buttò fuori tutto, tutti i suoi ricordi, tutte le sue paure. Non si fermò per tutto il racconto e il ragazzo di fronte a lui non lo interruppe mai. Non era mai riuscito a parlare di Terra nemmeno con i suoi amici. Li conosceva: l’avevano perdonata per il suo errore, ma non del tutto. Non era libero di sfogarsi con loro, non l’avrebbero compreso, l’avrebbero zittito come quella volta che l’aveva vista a scuola; la volta in cui non vollero cercarla. Volevano bene a Terra, ma non avrebbero mai tenuto a lei quanto lui, non si sarebbero mai più fidati di lei come si fidava lui.

Alla fine di tutto, inspirò profondamente e buttò fuori tutta l’aria che aveva in corpo.

“Grazie per aver fatto sentire meno sola mia sorella. Sei riuscito dove io e mio fratello abbiamo fallito.”

Beast Boy si mise a sedere.

“Mi racconteresti della sua vita prima di venire in America? Lei non ci raccontò mai nulla.”

Il ragazzo sospirò.

“Tara Markov era la mia sorellastra. Figlia illegittima Viktor Markov, mio padre e re di Markovia, e di una donna americana, Anne.”

Beast Boy spalancò gli occhi.

“Figlia di un re? Una principessa? Terra?”

“Esattamente. Viveva a corte, mio padre la adorava, e così io e Gregor. Non abbiamo mai avvertito alcuna differenza tra noi e lei, era semplicemente la nostra Tara: esile, goffa, insicura. Un giorno un barone fece un colpo di stato e uccise mio padre, facendo scoppiare una rivoluzione. In quel momento la situazione precipitò, la gente era affamata, erano più i criminali delle brave persone, il popolo era ingovernabile. Quando tutto sembrava perduto si fece avanti la dottoressa Helga Jace, illustre scienziata del nostro Paese. Si offrì di darci dei poteri per poter sedare le rivolte e riportare il legittimo sovrano sul trono. Gregor le rise in faccia, restio ad offrirsi per la causa; io e Tara, invece, provammo. Furono fatti degli esperimenti su di noi che in poco tempo ci diedero numerosi poteri collegati alla terra. Lei prese parte al primo progetto sperimentale. Il siero che le fu somministrato non era ancora perfezionato e per questo ha molta più difficoltà a controllarsi. Dal suo risultato, fu creato un nuovo composto che andò a modificare anche il mio DNA.”

Beast Boy era a bocca aperta.

“Vi siete lasciati modificare per salvare il vostro Paese?”

“Io e Tara amavamo il nostro popolo e volevamo vendicare nostro padre. Combattemmo e riportammo la pace a Markovia; lei come Terra, io come Geo-Force. Gregor, il mio fratello maggiore, diventò re e prese il comando. Tara dovette andarsene per non generare scandali in quanto figlia illegittima.”

“Ma vi aveva aiutati…”

Geo-Force sospirò.

“Lo so, ma il Paese stava uscendo in quel momento da una situazione delicata. Uno scandalo proprio in quel momento avrebbe rischiato di distruggere la fragile monarchia che eravamo riusciti a ricostruire e di vanificare tutti i nostri sforzi. Anche lei accettò la cosa di buon grado e partì per l’America con la madre. Da quel momento non l’ho più vista, se non fosse stato per pochi giorni fa…”

La voce divenne tremolante in quell’ultima frase. Beast Boy si sentì investire da una nuova ondata di tristezza. Il racconto di quel ragazzo l’aveva toccato e ricordare con lui i momenti in cui era stato vicino a Terra gli aveva infuso del calore in tutto il corpo. Ora che il silenzio regnava di nuovo, però, lo sconfortò lo assalì di nuovo: Terra non c’era più. Non aveva fatto in tempo.

Si morse il labbro.

“Fu un duro colpo quando Terra non si ricordò di me.” Disse portando le ginocchia vicino al mento. “Volevo farla tornare da noi, ma non mi seguì. Adesso mi chiedo: se avessi insistito ora sarebbe viva?”

Geo-Force aprì la porta della cella. Beast Boy non si mosse, aveva il volto incassato tra le gambe, il corpo tremava. Sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla.

“L’avevo persa una volta, quando si era tramutata in una statua. Ora l’ho persa di nuovo…” sussurrò. “Non ha voluto ricordarsi di me, perché?”

“No.”

Il tono di Geo-Force era fermo.

“C-cosa?” Beast Boy spostò il viso verso di lui.

“Se quello che mi hai raccontato è vero, tu sei parte di uno dei suoi più bei ricordi, uno dei pochi. Non avrebbe mai voluto dimenticarti di sua volontà. Credo sia stato semplicemente l’effetto della metamorfosi.”

“Metamorfosi?”

Beast Boy alzò un sopracciglio.

“La terra cura le nostre ferite più gravi e, avvolgendoci in un bozzolo, rimargina i traumi subiti e ricostruisce i tessuti. È come se i nostri poteri ci mantenessero in vita. Sicuramente la forza usata da Tara per fermare il vulcano è stata così grande da rischiare di consumarla e ucciderla. La statua era solo un involucro per non permetterle di disintegrarsi, per preservare il suo corpo e la sua mente. In questi anni ha rimarginato le proprie ferite, fino a poter rinascere in un nuovo stato.”

Beast Boy rimase a bocca aperta. Tutte le prove di quegli anni per rianimarla si erano dimostrate vane: incantesimi, analisi chimiche, preghiere, tutto. Lui e gli altri avevano perso la speranza dopo mesi e mesi di tentativi. Invece Terra si stava curando da sola, per rinascere come una farfalla.

“E come mai non si ricorda?”

Geo-Force sospirò.

“Non so perché non si ricordi più di nulla, forse perché il potere aveva consumato troppo la sua mente, o forse perché si sentiva eccessivamente in colpa per ciò che vi aveva fatto. In ogni caso, la terra ha rimarginato anche le sue ferite psichiche, provocandole amnesia. Rimuovendo il ricordo legato a Slade e al tradimento, lei sarebbe stata in grado di sopportarlo una volta uscita dal bozzolo. Nulla è da escludere, se non che non avrebbe mai dimenticato di proposito.”

Terra…

Si morse il labbro. Avrebbe dato qualsiasi cosa per riaverla indietro, per poterci scherzare di nuovo come una volta. 

“So come ti senti. Anche a me è crollato il mondo addosso una settimana fa. Nella mia testa è come se fosse ancora viva e vegeta…”

Beast Boy si bloccò. Un dubbio s’insinuò nella sua mente.

“Da quanto tempo sono qui?”

“Tre giorni, più o meno.”

Tre giorni? Com’era possibile? La scossa l’aveva avvertita proprio quel pomeriggio in cui era stato colpito alla testa. Inoltre non c’erano dubbi: la spaccatura sulla spiaggia era opera di Terra. Come poteva essere stata vista morta una settimana prima?

Ma allora…

“È impossibile…” sussurrò.

“Cosa?”

Beast Boy si morse il labbro.

“Terra non può essere morta!”

 



Angolo dell'autrice
Sono tornata!
Di lunedì, puntuale come sempre. In realtà non so precisamente cosa scrivere in questo angolo, se non ricordare che il passato di Terra è ispirato al fumetto. Quindi Viktor Markov, il barone Bedlam, la dr. Helga Jace esistono davvero nell'opera cartacea. Ho scelto questo per rendere Tara più verosimile, ma non fraintendete. Come molte cose sono riprese, altre differiscono dall'originale. È pur sempre una fan fiction! 
Spero di aver fatto perdonare la mia assenza con un capitolo più lungo del solito, anche se piuttosto complicato da scrivere. Sistemare i malintesi non è mai una passeggiata...
In ogni caso, la pubblicazione settimanale riprenderà senza intoppi. Ora corro a rispondere alle vecchie recensioni e a commentare le storie che ho lasciato in sospeso!
Alla prossima!

x Carlotta

 

   
 
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