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Autore: Dragon gio    06/10/2015    2 recensioni
La mia personale visione della storia dopo il cap 699, non tiene conto degli eventi canonici del manga.
Sono trascorsi due anni dalla guerra, Sakura sta iniziando a cambiare, quello che un tempo era amore per Sasuke ora è divenuto semplice affetto. Naruto continua ad amarla in silenzio, senza mai osare mettersi in gioco. E mentre la giovane si interroga sui suoi sentimenti, Sai si fa avanti con coraggio e decide di dichiararsi alla "racchia".
{Naruto/Sakura ♥ Sai/Sakura} Accenni Hinata/Naruto
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la serie
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Part 15
Part 15

Quella mattina Naruto era partito con tutte le migliori intenzioni di questo mondo, la sua missione era semplice: doveva andare a ritirare l’anello con cui avrebbe chiesto a Sakura di sposarsi. Poi nella pausa pranzo si sarebbe incontrato con Sai da Ichiraku, e gli avrebbe parlato di questa cosa. La sera stessa, senza troppi preamboli, avrebbe portato Sakura fuori a cena e fra il dolce e il vino, le avrebbe fatto la romantica proposta inginocchiandosi dinanzi a lei. Aveva speso una fortuna fra anello e il prenotare un intero ristorante solo per loro due, il preferito da Sakura fra l’altro.

 
Per essere sicuro di tenere lontana la giovane da lui per tutto il giorno, e quindi rischiare di far scoprire il piano geniale, le aveva chiesto di fare un sopralluogo agli ultimi sfollati ai confini estremi del villaggio.
Bene, perfetto, ogni cosa era partita per il verso giusto, questo pensava Naruto gongolando dietro la sua scrivania. Nonostante fosse sommerso di noiose scartoffie da visionare, non gli importava, era così felice quel giorno che niente e nessuno avrebbe potuto turbarlo. Oh, come si sbagliava.
 
Il primo ostacolo, se così vogliamo definirlo, arrivò di corsa, piombando nel suo ufficio. Quando vide la porta spalancarsi, tutto si aspettava fuorché di vedere un trafelato Rock Lee. Gli occhi che quasi gli strabuzzavano fuori dalle orbite, sudato marcio e con un fiatone allucinante.
“Lee?!”
“Un emergenza, Hokage-sama! Abbiamo bisogno del suo aiuto, subito!”
“Che cosa è successo?!”
“Non c’è tempo, presto, mi segua!”
Naruto, sconcertato, non ebbe altra scelta se non quella di seguire Rock Lee, che prese a correre come un pazzo fino in strada.
“Lee, aspetta! Dimmi cosa sta succedendo!”
Ma l’amico non gli rispondeva, e come avrebbe potuto, lo aveva distanziato talmente tanto che era impossibile. Alche Naruto si domandò se era fuori allentamento lui, oppure era Lee che era diventato più veloce nella corsa, al punto da battere il figlio del lampo giallo di Konoha.
 
Al termine della folla corsa, Naruto si trovò dinanzi uno strano luogo.
“Ma che diavolo?!” esclamò contrariato l’Hokage vedendo l’insegna di Ichiraku, in effetti aveva avuto l’impressione di conoscere quel tragitto.
“Oi, Lee! Che significa?!”
Lui non disse niente, solo fece uno strano sorriso mentre lo invitava ad entrare. Naruto, sebbene non molto convinto gli obbedì, anche se il locale al suo interno pareva davvero buio, un po’ troppo perché si trovassero in pieno giorno.
 
Appena varcata la soglia, udì distintamente la porta dietro lui richiudersi frettolosamente e poi, cosa erano quelle risatine che emergevano dall’oscurità più totale?
Non ebbe il tempo di pensare che le luci si accesero, accecandolo quasi, mentre un vociare prettamente maschile gli perforò i timpani.
“Benvenuto, al tuo addio al celibato!!”
La testa di Naruto venne coperta da coriandoli, palloncini e stelle filanti, il tutto si consumava mentre lui era rimasto semplicemente inebetito. Il locale era totalmente vuoto, fatta eccezione di tutti i suoi più cari amici di sesso maschile. Uno dopo l’altro si fecero avanti, chi per stringergli una mano, chi gli dava una poderosa pacca sulla schiena.
“Ma… che significa?! Che sta succedendo qui?!” sbottò sempre più confuso il povero Hokage, non smettendo di lanciare occhiate stranite a tutti i presenti.
“Certo che sei proprio scemo, Dobe…”
“Sasuke!”
“Prima di sposarsi, è tradizione che si faccia un addio al celibato, no?”
“Non dirmi che… è stata una tua idea!”
Il ghigno malefico che si era dipinto sul volto algido dell’amico, non lasciò spazio all’immaginazione.
“Non ci credo…”
 
Naruto era talmente sconvolto dalla rivelazione, che per un po’ si scordò pure di tutta la sua giornata perfettamente pianificata da almeno un paio di settimane.
Fra i tanti amici presenti però, non vi era Sai, stando al racconto di Sasuke aveva preferito lasciarlo all’oscuro, almeno fino a quando non ci avesse parlato Naruto stesso. Lui non aveva preso molto bene tale idea, se proprio doveva festeggiare un addio al celibato avrebbe voluto che ci fossero proprio tutti gli amici a lui più cari.
E poi nonostante Sasuke si fosse preso ogni merito, un annoiato Shikamaru gli aveva fatto intendere che c’era anche il suo zampino in questa faccenda.
 
Colmo di gioia e gratitudine, Naruto si lasciò andare ai festeggiamenti sfrenati ma soprattutto all’incredibile pranzo che gli aveva preparato il signor Teuchi. Nonostante fosse parecchio in là con gli anni e che fosse ormai in pensione, aveva deciso di rimettersi dietro i fornelli per fare un bel regalo al suo miglior cliente di sempre.
Ogni ciotola di Ramen era pura poesia per lui, se le gustò una dietro l’altra senza tanti complimenti. I ragazzi si preoccuparono di non fargli mai rimanere il bicchiere vuoto, alternando acqua a Sakè pregiato. Era tutto così incredibile che Naruto quasi non poteva crederci, ebbro di felicità lasciò che le ore trascorsero via, inesorabili. Quando si rese conto che il sole stava tramontando, sobbalzò sulla sedia su cui si era accasciato stanco per il troppo ridere e le bevute.
 
“Oh, no! E’ tardissimo!! Devo correre al negozio per ritirare l’anello! E devo parlare anche con Sai, cazzo!”
Si mosse alla velocità della luce, quasi, diciamo che Naruto ne era convinto, ma i fumi dell’alcool lo rallentavano e quindi agli altri i suoi movimenti apparivano goffi e sconclusionati.
Barcollò da un lato all’altro della stanza, recuperando il suo mantello da Hokage e tentando di sistemarsi i vestiti mal messi, dirigendosi poi verso l’uscita.
 
Qualcosa scattò negli occhi dei presenti non appena lo videro imboccare la porta di ingresso, il primo a sbarrare la strada a Naruto fu Akamaru che gli si accucciò praticamente sui piedi. Naruto lo scansò senza troppi problemi, poi fu la volta di Kiba che attaccò bottone con lui facendogli domande strane. Dopo essere sfuggito all’amico si ritrovò davanti Choji e Shino, il primo con in mano una ciotola di Ramen e l’altro che lo osservava austero senza emettere un fiato. Non capiva perché Choji volesse che assaggiasse assolutamente quel Ramen, quando poc’anzi aveva decretato di essere sazio da scoppiare. Si fece strada a forza fra i due, ma di nuovo venne bloccato e trascinato indietro da Rock Lee e Konohamaru, che gli schiaffarono fra le mani un microfono.
 
“Ed ora, inizia il Karaoke! Sì!!” gridò Lee quasi calciando Naruto sull’improvvisato palco fatto da un paio di tavoli allineati uno accanto all’altro.
“Ragazzi, vi ho detto che devo andare!”
“Tu non ti muovi da qui, chiaro?” affermò gelidamente Sasuke, un lampo sinistro scaturì dalla sua mano.
“Ed ora, canta Dobe.”
 
Naruto iniziò ad avere qualche leggero sospetto sul loro comportamento. Ma gli occhi iniettati di sangue di Sasuke e il suo Chidori pronto a scaraventarsi su lui, lo convinsero a far buon viso a cattivo gioco.
 
Quando Naruto comprese che quei pazzi scriteriati, per chissà quale motivo, non lo avrebbero lasciato andare via, dovette ingegnarsi e preparare una fuga in piena regola. Con la scusa di dover andare in bagno, riuscì a defilarsi sgattaiolando fuori dalla finestra, incurante del fatto che Shikamaru, nascosto proprio fuori dal locale, avesse assistito all’intera scena.
Aveva il compito di fermarlo in caso fosse fuggito, ma ormai era quasi ora e loro avevano adempiuto alla loro particolare missione. Quindi permise al suo Hokage di correre via, dileguandosi fra le stradine buie.
 
La serranda abbassata del gioielliere, fu la vista più orribile per Naruto. Sbatté un paio di volte i pugni su essa, sperando che magari il proprietario fosse ancora dentro ma non ricevette nessuna risposta.
Sconsolato non poté far altro che ritornare a casa, quanto meno doveva parlare con Sai prima di fare la sua proposta a Sakura. Ma quando arrivò, altre brutte sorprese lo attendevano.
 
“C… cosa?! Sakura-chan non è ancora tornata e Sai è sparito?!”
“Non ho detto che è sparito, papà! Ho detto che è uscito per andare a vendere dei quadri nel villaggio dell’Erba!”
Il povero Naruto dovette sedersi per non sentirsi male, non era possibile, era partita così bene quella giornata e invece adesso tutto stava andando storto.
“Non devi uscire con mamma, stasera?”
“Sì… cioè, in teoria…”
Shinachiku, ben consapevole di cosa stesse per accadere, tentò di spronare il padre.
“Sarà qui fra poco, vedrai! Perché intanto non ti fai una doccia? Puzzi di Saké, se la mamma se ne accorge di prende a calci fino a romperti tutte le ossa!”
Naruto si rese conto che il figlio aveva ragione, si diede una rapida occhiata e una veloce annusata ai vestiti. Sì, decisamente doveva lavarsi e mettere subito in lavatrice i suoi abiti, prima che Sakura si accorgesse dei bagordi a cui si era dato quel giorno.
 
Con una rapidità incredibile, corse su per le scale, chiudendosi in bagno. Shion, che stava passando da lì, guardò il fratellino che sollevò verso lui il segno della vittoria, tutto felice.
“Qui è quasi tutto pronto direi… Shinachiku, ci pensi tu ad avvisarli?”
“Sì, conta su di me!”
 
 
Naruto si presentò in anticipo al ristorante, nonostante tutto. Si sistemava di continuo la giacca e gli sembrava che i pantaloni fossero così inamidati da rendere i suoi movimenti meccanici. Era nel panico totale, doveva fare la grande proposta senza anello. Faceva su e giù davanti il ristorante nervosamente, doveva inventarsi qualcosa e alla svelta, per giustificare a Sakura la mancanza di un oggetto così vitale. Era così frustato e sudava freddo, ma quando si vide venire incontro la sua amata, si placò tutto un tratto.
 
“Scusa il ritardo, Naruto!”
 
Il suo corpo tonico fasciato dall’abito più sexy che le avesse mai visto indosso, di uno stupendo color vinaccia che si intonava a meraviglia con i lunghi capelli tenuti sciolti. Ad ogni passo, il lungo spacco lasciava intravedere le gambe snelle di Sakura, ai piedi indossava delle eleganti decolté chiare, con un tacco vertiginoso che fece domandare più volte a Naruto come facesse a stare in piedi.
Sul viso l’ombra di un trucco leggero le faceva risaltare i suoi stupendi occhi verdi, messi ancora più in evidenza dal paio di orecchini scintillanti che le donavano molto. Per quanti anni fossero trascorsi, Naruto si rese conto che ancora la sua compagna era in grado di farlo deglutire imbarazzato come un ragazzino. Quasi si vergognò di aver indossato abiti così semplici, a confronto suo lui pareva un barbone.
 
“Sei bellissima, Sakura-chan!” Riuscì solo a dire con la voce rotta dall’emozione. Sakura gli sorrise, sbattendo più volte le lunghe ciglia. Si fece vicino a lui, prendendolo sotto braccio. Naruto percepì immediatamente il delicato profumo del suo shampoo alla lavanda invadergli le narici.
“Entriamo?”
“Sì!”
“A proposito Naruto, stasera ci sarà un ospite con noi!”
“Cosa?!”
 
A Naruto per poco non cadde la mascella quando noto l’inconfondibile figura slanciata di Sai, seduto ad uno dei tavoli.
Osservò stralunato prima lui, che gli sorrideva con espressione ebete, e poi Sakura, anche essa con un ambiguo sorrisetto malizioso dipinto in viso.
“Sakura-chan… perché Sai è qui?!”
“Perché c’è qualcosa di cui dobbiamo discutere, tutti e tre…”
Per la seconda volta, a Naruto si formò un groppo in gola, solo che stavolta era dettato da arcani timori. Si accomodò al tavolo dove Sai li attendeva, non prima di aver fatto sedere Sakura.
 
La tensione era palpabile, Naruto non poteva fare a meno di mordersi l’interno della bocca, facendosi male fra l’altro.
“Naruto, so che volevi parlarmi e so anche di cosa…” Affermò serafico Sai versandosi un sorso d’acqua nel suo bicchiere.
“Che cosa?! Come fai a sapere?”
“Diciamo che un uccellino con i capelli a punta ha cantato…”
 
Immediatamente nella mente di Naruto si stagliò un importante appunto: uccidere Sasuke non appena gli fosse capitato a tiro. Prima la sorpresa dell’addio al celibato ed ora questo. La lingua gli si era sciolta parecchio negli ultimi anni, per essere divenuto un tale chiacchierone impiccione.
Ma in fondo ora, Naruto non poteva permettersi il lusso di perdersi in tali pensieri, c’era qualcosa di realmente più importante da fare adesso e doveva essere concentrato.
 
“Se sei al corrente allora, posso andare dritto al sodo!” Naruto rivolse lo sguardo verso la compagna che gli sedeva accanto, facendo scorrere la propria mano sulla sua. La strinse appena mentre le parole che si era tenuto dentro per così tanto tempo, finalmente vennero allo scoperto.
 “Sai io… voglio sposare Sakura-chan!”
Gli occhi di Sai si abbassarono un istante, sapeva già cosa rispondere all’amico, si era preparato in anticipo, ma le parole si bloccavano sulla punta della lingua come incatenate ad un sigillo.
 
Nella sua mente rivide tutti i momenti passati con Sakura, quando erano solo lei e lui. Rammentò la gioia, le emozioni, la paura. Poi pian piano quelle immagini sbiadirono, annebbiandosi nel suo sguardo lucido mentre sbatteva lentamente le palpebre. Fece un sospiro, doveva prendere coraggio, era arrivato il momento di lasciarla andare.
Le labbra si piegarono nel suo classico sorrisetto di circostanza mentre esclamava “Ce ne hai messo di tempo per deciderti, stupido!”
“Ehi, come ti permetti?! Stupido a chi?!”
Sai rise, sapeva che nonostante tutto quella fosse la cosa giusta da fare, era certo che con Naruto lei sarebbe stata la donna più felice del mondo. Lo aveva constato di persona, vivendo a stretto contatto con entrambi, Sakura era felice come non mai, quindi questo momento prima o poi sarebbe giunto.
 
“Ti chiedo solo un favore Naruto, una sorta di condizione…”
“Eh? Oh… ok, spara!”
“Vorrei essere il tuo testimone di nozze!”
“Sul serio?!” Naruto boccheggiò incerto, fu Sakura a tranquillizzarlo ben intuendo i suoi pensieri.
“E Sasuke sarà il mio invece, ne abbiamo già parlato e lui è d’accordo!”
“Aha, ok… insomma avete già deciso tutto senza di me!”
“Dai Naruto, non fare così!”
Il broncio che mise su Naruto fu qualcosa di epico, Sai dopo aver osservato attentamente entrambi comprese che oramai lui era di troppo.
“Bene, io la mia parte l’ho fatta, quindi mi congedo!” decretò Sai alzandosi da tavola, disorientando per qualche istante Naruto.
“Ma… Sai aspetta, non andare! Resta a cena con noi, sei venuto fin qui!”
“Ti ringrazio, ma se rimanessi rovinerai l’atmosfera romantica! E poi i ragazzi a casa staranno morendo di fame, non posso lasciarli nelle mani di Sasuke, chissà che gli farebbe mangiare!”
“Oh… va bene…” Naruto si alzò a sua volta, Sai non comprese fino a che non gli si avventò addosso abbracciandolo con foga.
“Grazie!”
 
Il cuore di Sai perse un battito, quel grazie così sentito valeva il grande sacrificio che aveva deciso di compiere per amore di Sakura.
Una volta salutato l’amico, Naruto tornò a sedersi, estremamente galvanizzato da come si stava svolgendo la serata. E ancora non aveva idea del gran finale che aveva in mente la sua Sakura.
 
Prima consumarono la loro cena con tutta calma, gustandosi ogni portata e il prelibato Sakè donatogli da Gaara qualche tempo fa.
Indugiarono a lungo sull’ottimo dessert, perdendosi in tante chiacchiere frivole che da troppo tempo non si concedevano a causa della loro vita frenetica.
Solo quando non ebbero più nulla di cui discutere, Sakura esclamò concitata “Naruto! C’è qualcosa che devo domandarti e… voglio farlo subito, prima di perdere il coraggio!”
Naruto non comprese il significato di tali parole, rimase immobile mentre vedeva la compagna alzarsi, tirare fuori qualcosa dalla sua borsetta, sembrava una scatolina piccola e scura. Sakura si inginocchiò di fronte a lui, mandandolo ancora di più nel panico.
 
“Naruto, tu mi sei sempre stato accanto, in tutti i momenti più difficili della mia vita tu c’eri sempre… hai fatto così tanto per me, il tuo sorriso mi ha salvata un infinità di volte… ed io ho ancora la sensazione di non aver fatto nulla per te…”
Prese una pausa, gli occhi smeraldo le brillavano per l’emozione. Le dita trepidanti mentre stringevano spasmodicamente la scatolina di velluto.
“Ti amo Naruto e voglio passare il resto della mia vita accanto a te!”
“Sakura-chan…”
“Per questo ora, voglio essere io a farlo…” Sakura aprì delicatamente la scatolina mostrando uno scintillante anello d’oro. Era molto semplice, liscio, senza pietre o altri fronzoli. Lo stesso anello che lui aveva scelto per Sakura. Il cuore di Naruto tambureggiò violentemente nel suo petto, si rese conto di star attendendo che le labbra di Sakura pronunciassero quella fatidica domanda. E poco gli importava di quanto anticonvenzionale fosse tutto questo.
“Naruto, vuoi diventare mio marito?”
Sorpreso ed emozionato, non fu in grado di respirare per quasi trenta secondi netti. Non poteva credere che Sakura avesse organizzato tutto questo per lui. Che fosse stata proprio lei a chiedergli la mano, in un modo tanto sincero e coraggioso.
Non era mai stato bravo con le parole, per lui erano sempre i gesti a parlare. Si gettò letteralmente addosso a Sakura, travolgendola nell’abbraccio più appassionato di sempre.
“Sì… ! Lo voglio!” gridò con tutto il fiato che aveva in gola, venendo rimproverato subito dopo da Sakura perché le aveva urlato nelle orecchie. Anche se poi non rifiutò il dolce bacio che le diede Naruto. E quello dopo e quello dopo ancora, in un tripudio di gioia e piccole lacrime che per quanto si sforzasse, Sakura non poteva nascondere.
 
 
Quando rincasarono poco più tardi, vennero accolti da coriandoli e stelle filanti. Tutta casa era addobbata con festoni che recavano la scritta Viva gli sposi.
Shinachiku e Shion, non appena li ebbero a tiro, li trascinarono in cucina dove ad attenderli c’erano anche Sai e Sasuke.
“Ragazzi…”
“Non avrete pensato che non avremmo festeggiato l’evento come si deve?” Sentenziò Sai mentre si preparava a stappare una bottiglia di Champagne.
“Mamma, ti piace? Abbiamo fatto tutto io e il fratellone Shion!” trillò Shinachiku abbracciato, tipo koala, alla vita di sua madre.
“Sì! E’ tutto così meraviglioso, grazie!” esclamò commossa Sakura, ricambiando l’abbraccio affettuoso di Shinachiku.
 
Intanto, Sasuke venne avvicinato da Naruto, che aveva tutta l’aria di volergli dire due paroline.
 
“Tutto quello che è accaduto oggi, ogni cosa… è stata una tua idea, vero? Hai coinvolto proprio tutti, complimenti!”
“Non so di cosa tu stia parlando! Io ho solo parlato di matrimonio, e gli altri hanno fatto il resto!” ribatté senza esitazione Sasuke, accettando però di buon grado il sorriso pieno di gratitudine che gli rivolse l’amico. Non ci fu bisogno di aggiungere altro, come al solito, i due si parlavano con lo sguardo. Perfino Sai e Sakura dovevano ammettere che erano un tantino gelosi di quella complicità unica e speciale che legava Naruto a Sasuke.
 
“Ora dobbiamo fare un brindisi!” Sai si era preoccupato di riempire tutti i bicchieri di champagne, i membri della famiglia li solleveranno in aria.
“Cin cin!”
 
I festeggiamenti proseguirono fino a tarda notte, a nulla servirono i rimproveri di Shion verso i genitori che li intimava di piantarla di bere e di andare a dormire. Su consiglio di Shinachiku decise di lasciarli ai loro bagordi, tanto non sarebbero certo stati loro due a fare i conti con la sbornia il mattino successivo.
Verso le prime luci dell’alba, Naruto aprì pigramente un occhio, confuso e con la schiena dolorante si mise seduto, rendendosi conto solo in quell’istante di aver dormito sul pavimento del salotto.
La testa gli pulsava dolorosamente e si sentiva lo stomaco sotto sopra, tentò goffamente di rimettersi in piedi ma nel farlo ondeggiò indietro e il suo piede destro pestò qualcosa, anzi qualcuno.
Nemmeno il tempo di mettere a fuoco a chi appartenesse la chioma nera ribelle, che si sentì subito trafitto da uno sguardo molto molto arrabbiato.
“Naruto…” troneggiò inquietante e gelida la voce di Sasuke nella stanza, mentre l’amico spostava il proprio piede che ancora gravava sulla faccia dell’Uchiha.
“Ops…” balbettò Naruto, iniziando a rendersi conto del grave affronto appena fatto a Sasuke.
 
Quando Sakura riuscì a destarsi, non fu a causa della luce negli occhi ma del gran trambusto che gli aveva trafitto le orecchie tutto un tratto.
Cercò di sollevarsi sui gomiti, anche se il divano era così morbido e invitante che non se ne sarebbe mai separata. Ma due idioti si stavano menando nel suo salotto, e quindi era costretta a svegliarsi, a prendere le due teste bacate e farle scontrare fra loro.
“Ahiio!!”
Le urla disperate di Naruto e i mugugni sommessi di Sasuke fecero destare anche Sai, ancora comodamente addormentato sulla poltrona. Si stiracchiò e poi, ignorando i due amici a terra agonizzanti si diresse in cucina per preparare la colazione per la famiglia.
“Stamattina mi andrebbe di mangiare dei pancake!” affermò Sakura, che già attendeva Sai in cucina.
“E’ un ottima idea, è un po’ che non li cucino!”
“Possiamo farlo assieme, se ti va…”
Sai fu felice di sentirglielo dire, lui di norma non aveva molte passioni in comune con Naruto o Sasuke, ma con Sakura era diverso. Cucinare era una delle cose che amavano fare assieme già in gioventù, oltre alla passione per la lettura e lunghe passeggiate all’aria aperta.
“Certo…”
Mentre i due amici si mettevano ai fornelli, Naruto e Sasuke iniziavano lentamente a riprendersi dalle botte amorevoli di Sakura e, quando varcarono la soglia della cucina si sentirono di troppo.
“Dobe, andiamo, bisogna svegliare quello scansafatiche di tuo figlio!”
“Mh…” Naruto lo seguì sbadigliando rumorosamente, ignorando le lamentele di Sasuke sul fatto che lui odiasse i pancake per colazione.
  
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