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Autore: OniceViola    06/10/2015    5 recensioni
"Mio padre vuole mantenere i nostri problemi in famiglia. Noi due soffriamo di un rapporto Shakespeariano,
che sconfina con la tragedia greca. "(Lucas)
Utilizzando i pochi personaggi caratterizzati decentemente dagli sceneggiatori di Terra Nova, un seguito della prima e unica stagione. Partecipa al Lucket Valentine Challenge, che potete trovare sul Tumblr "Thank you, Bucket".
Anno 2149, la scoperta di poter raggiungere una nuova Terra, su una diversa linea temporale, ha dato speranza a un mondo morente, senza ossigeno o risorse naturali. Pochi fortunati coloni, sotto una rigida dittatura paramilitare, ricreano una civiltà in una Terra in cui ci sono ancora i dinosauri. Le cose però non sono semplici: una ribellione interna e l'invio di un esercito mercenario, intenzionato a depredare ogni risorsa, fanno precipitare Terra Nova nel caos. Che cosa è successo dopo che Lucas e il suo esercito mercenario, il Gruppo Phoenix, sono stati sconfitti? Come si è ripresa Terra Nova dopo la scia di morte e distruzione conseguenza dell'Occupazione militare di Lucas Taylor? Ecco la mia storia!
NB Non so chi abbia i diritti, ma sicuramente non li posseggo io. Nulla di tutto ciò è a fine di lucro.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elisabeth Shannon, Lucas Taylor, Nathaniel Taylor
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Nome Autore: Onice Viola

Titolo: Nightmare (prima parte)

Rating: M

Generi: Sci-fi

Pairing: Lucas/Skye/ Nathaniel

Avvertimenti: Hurt, Family, Angst

Introduzione:
NdA: il “Plex” è una specie di futuristico tablet.

Nel mondo futuristico immaginato dagli autori di Terra Nova, ai terrestri è permesso avere solo due figli per coppia.
 

Lucas a 16 anni
 

Portami fuori stanotte

Portami da qualsiasi parte, non m'importa

Non m'importa non m'importa

Basta viaggiare con la tua auto

Mai e poi mai vorrei tornarmene a casa

Perché non ne ho una

Non ne ho una...”

(The Smiths)

 

Lucas è al buio, in camera sua.

Il buio è netto, penetrante, lo avvolge. A lui piace così.

Ha appena fatto un viaggio di ore per tornare a Chicago, negli appartamenti, relativamente lussuosi, assegnati al Grande Comandante. Suo padre, l'eroe di guerra.

Il quale, ovviamente, non c'è.

Il suo unico figlio è stato buttato fuori a calci dall'Accademia Ufficiali più famosa ed esigente al mondo, per insubordinazione (e per un redditizio giro di spaccio di sostanze che riusciva a creare nel laboratorio di chimica) e lui non c'è.

Ovviamente, starà arrivando, furioso come non mai. Furioso con lui: per aver macchiato il buon nome della famiglia, perché non diventerà mai un militare. Perché è una continua delusione. Deve essere seccante, per suo padre, visto che ha sacrificato la vita di sua madre per lui, ricorda a se stesso.

Non che suo padre non glielo dimostri costantemente, il proprio disprezzo, guardandolo come guarda i propri cadetti, quelli giovani e appena arrivati, quelli che non sono ancora buoni soldati. Che vanno perfezionati, plasmati, cesellati, fino a farli diventare una macchina per uccidere, efficiente, devota, obbediente.

Tutto quello che lui non sarà mai.

 

Lucas non dorme decentemente da circa due anni.

In effetti, quando tua madre viene stuprata e uccisa, molto lentamente, davanti ai tuoi occhi, un po' di insonnia post traumatica è una delle cose che possono capitare.

Appena chiude gli occhi, vede sua madre che urla; tutte le fottutissime notti.

Spesso sente la sua voce, la voce della sua mamma, soprattutto in sogno.

Ciao amore, bentornato a casa”.

Glielo diceva tutti i giorni, tutte le volte che tornava da scuola.

La sua mamma. Che aveva sempre una carezza per lui; quella che nascondeva tutte le sue malefatte, come quella volta che, a sei anni, aveva smontato il costosissimo Plex di suo padre per capirne il funzionamento.

Dio, quanto gli manca la sua mamma. Sapeva far ridere persino il grande e algido Nathaniel Taylor. Suo padre la guardava come se fosse l'unica cosa al mondo, l'unica cosa importante.

Da quando ha imparato a sintetizzare quelle pastiglie di Mcd, per Lucas dormire non è più un problema. Piombava in un sonno profondo, dal quale lo risvegliava solo l'adunata delle sei del mattino.

Poi i suoi compagni di camerata hanno scoperto quello che sapeva fare, ed è stato un attimo, trasformarsi nello spacciatore della scuola. È fortunato che il preside non l'ha fatto arrestare, semplicemente perché non voleva macchiare il buon nome della scuola. Un'istituzione così vecchia, così prestigiosa...

Dio santo, pensa Lucas, sono stato proprio un coglione.

Il buio familiare della sua camera lo culla, confortante...

Forse potrebbero ricominciare da capo, lui e suo padre. Forse stavolta riuscirà a spiegarsi, a fargli capire che è inadatto a essere un militare, un ufficiale; detesta prendere ordini. Niente in contrario a darne ed essere obbedito, ma non vuole il tipo di vita in cui c'è sempre un superiore sopra di te a dettare legge.

Non tutti sono gentili come il Generale Philbrick, il mentore di suo padre. Anzi, all'Accademia ha conosciuto talmente tanti viscidi pezzi di merda da bastargli per una vita intera. Appena suo padre torna a casa, gli spiegherà tutto.

È talmente stanco che, per una volta, si sta assopendo senza pasticche, la sonnolenza comincia ad avvolgerlo.

Poi, sente la porta dell'ingresso aprirsi rumorosamente.

“Lucas!”

Un grido che arriva dal piano di sotto.

Eccolo, alla fine è tornato.

Lucas si mette a sedere sul letto, di scatto.

La testa tra le mani. Deve stare calmo. Deve riuscire a parlarci. Non deve urlare. Deve riuscire a scusarsi, a fargli capire.

Lui non sarà mai un soldato. Mai. Vuole andare all'università e studiare fisica. I suoi voti sono eccellenti; è troppo intelligente rispetto ai suoi coetanei per sprecare il tempo a dire “sissignore.”

Quando suo padre spalanca la porta e accende la luce, Lucas capisce dalla sua faccia che il preside della scuola ha sì lasciato cadere formalmente le accuse, ma, il fottuto bastardo, deve aver fatto una telefonata al paparino per sincerarsi che sapesse tutto: sia delle pasticche che dello spaccio. Chissà come deve essere bello, per un ammuffito burocrate, riuscire a prendersi gioco di un eroe di guerra pluridecorato; sbattergli in faccia che il suo unico figlio è non solo una mammoletta ma anche un drogato. Un poco di buono.

La faccia di suo padre è di pietra. I suoi occhi sono duri come vetro. Non trasmettono altro che rabbia.

Poi Lucas vede la cintura che gli pende dalla mano destra.Troppo tardi per cercare di parlarci o di ragionarci.

Suo padre è troppo arrabbiato, non gli rivolge neanche la parola.

Lo prende per un polso e lo solleva di peso. È sempre stato più forte; molto più forte di quel figlio mingherlino e pallido, perso tra le sue equazioni e i libri.

E quello che Lucas ricorderà, più che il dolore delle cinghiate che per fortuna finiscono in fretta, o la sfuriata conseguente, (quella invece sembra protrarsi per ore) sarà il suo sguardo.

Come se niente al mondo potesse mai più farlo felice, intrappolato in un'esistenza con quel figlio che non capisce e che disprezza.

Bentornato a casa, amore.

 

“Mai e poi mai vorrei tornarmene a casa

Perché non ne ho una

Non ne ho una...”

 

 

 

Lucas a 26 anni

 

 

Lucas è seduto per terra, ha la testa appoggiata alla porta della sua cella.Dall'altra parte, il grande Comandante farfuglia.

Il vecchio è ubriaco, pensa Lucas.

Non lo chiama più papà, neanche nei propri pensieri. Ma è ben consapevole che rimane il nonno dell'esserino addormentato che è nelle sue braccia.

Julius dorme, per fortuna. Il neonato che sta crescendo in una cella. Che cosa ridicola e tremenda.

Almeno mio pad...il Comandante non lo avrà, pensa Lucas.

“Sai Lucas, tua madre diceva sempre 'Avere bambini non ti rende un genitore più di quanto avere un piano non faccia di te un pianista'. Però poi mi rassicurava, sorrideva e mi diceva che sarei stato un ottimo padre...”gli dice Nathaniel dall'altra parte dello spesso acciaio che li divide.

“Vai a dormire, stai offrendo un bello spettacolo ai tuoi soldati,”

“Fanculo i miei soldati. Tua madre era così bella. Quando sei nato, ti stringeva tra le braccia, così radiosa, come se fossi la sua ultima speranza. E in effetti lo eri...”

“Che diavolo stai farneticando, vecchio?”

“Ragazzo, ti sei mai chiesto perché sei figlio unico?

Sono un eroe pluridecorato, potevo permettermi due figli. Diavolo, quelli del governo, a un certo punto, mi amavano così tanto che avrebbero fatto una deroga alla legge e me ne avrebbero permessi tre, di figli. Ma tua madre non riusciva ad averne: tutte le volte che rimaneva incinta, dopo un po' perdeva il bambino… E io cercavo di consolarla, di dirle che non aveva importanza, che mi bastava avere solo lei, la mia Ayani, la mia bellissima Ayani...” La voce di Nathaniel si spezza e Lucas si rende conto che suo padre sta piangendo.

Dannazione!

Poi si ricorda.

Fa caldo, nella sua cella. Julius ha pianto per un'ora, nonostante Lucas lo cullasse e gli cantasse tutte le canzoncine che gli venivano in mente. Era tutto sudato, non riusciva ad addormentarsi.

Deve essere Agosto. L'anniversario della morte di sua madre. Ecco perché il vecchio ha bevuto troppo.

“Non me l'avevate mai detto” sussurra Lucas.

“Tua madre voleva che rimanesse un nostro segreto. Diceva che la tua nascita era un miracolo. Eri il suo piccolo miracolo. E mi diceva che sarei stato il padre migliore del mondo,”

La voce di Nathaniel diventa sempre più confusa. Sta singhiozzando.

Lucas trova ripugnante il pianto di suo padre.

Lo odia così tanto. Ma una piccola parte della sua mente non può fare a meno di chiedersi che cosa penserebbe di lui, di quello che è diventato, la sua mamma.

La sua adorata mamma.

Ha cercato di uccidere suo padre. Due volte. Il coltello che s'infilava nello stomaco, la sensazione di cedevolezza sotto le sue dita mentre affondava la lama nelle viscere di suo padre.

Sua madre lo ha visto? Ovunque sia il suo spirito, si è vergognata di lui?

Lui è un fisico: sa che quando la materia si disperde non c'è più niente. L'anima è incommensurabile, quindi non esiste.

Farebbe qualunque cosa per poterle parlare ancora.

Sua madre avrebbe amato il suo piccolo Julius?

L'avrebbe adorato.

Avrebbe amato Skye, così impavida e ruvida. E avrebbe preso a calci in culo suo padre per averlo bandito da Terra Nova. E figuriamoci cosa avrebbe pensato della deriva autoritaria della Colonia, con suo padre che spadroneggiava, i suoi processi farsa, il coprifuoco, la legge marziale; le fustigazioni pubbliche, le assurde leggi.

Lei avrebbe impedito che suo padre sprofondasse in questa follia.

Dall'altra parte della porta non si sente più nulla. Forse, finalmente, il soldato di guardia ha portato via il Comandante e l'avrà messo a letto.

Lucas chiude gli occhi, finalmente c'è solo buio, il buio e il silenzio.

 

Lucas a 36 anni
 

 

Lucas lo sapeva che sarebbe stata una pessima idea.

Ma Julius ha insistito tanto; adora passare del tempo con suo nonno, maledizione! E il Comandante adora cercare nuovi posti in cui pescare, per cui ora Lucas è incastrato in questa gita tra il suo vecchio e odiato genitore e un preadolescente entusiasta e saltellante, che sembra divertirsi a mettersi nelle situazioni di maggior pericolo che riesce a scovare.

Come se Lucas non ne avesse avuto abbastanza, di quella fottuta giungla.

“Papà, papà! Guarda!Che cos'è questa erba? Si mangia?”

“Non toccarla! È una pianta velenosa: ti viene un rush per una settimana!”

“Che cos'è un rush? “gli chiede il piccolo.

“Chiedilo a tua madre, è lei il medico... Comandante, dove diavolo ci stai portando?”

Nathaniel ignora il figlio per rivolgersi, invece, al nipotino che, chiaramente, si sta divertendo come non mai.

“Vedrai Julius, il nonno ha scovato un bel laghetto. Deve essere proprio dietro a quella collina ma sono anni che non ci torno. O forse era la collina più a destra...”

“Che bella idea, ma perdiamo altro tempo! Io ho un laboratorio da dirigere...” lo interrompe Lucas.

“Non dar retta a tuo padre, Julius. Presto imparerà che il tempo passato con i propri figli, è quello più prezioso...”

“Disse l'uomo che è stato in missione di guerra per dieci mesi l'anno, durante tutta la mia infanzia,”

“Che cos'è una missione di guerra, papà? “domanda Julius.

“Chiedilo a tuo nonno, è lui il militare...”

“Sai, Julius, servire il proprio paese è la cosa più nobile che si possa fare. Tuo padre non l'ha mai capito...”

“Disse quello che è attualmente sotto processo per alto tradimento!”

“Smettila, Lucas, non davanti al bambino!”ringhia il Comandante.

“Beh, il tuo regno del terrore è finito, avrai quel che ti meriti...” lo provoca Lucas.

“Non puoi capire, era la mia responsabilità, il mio fardello,”

“Lo dicono tutti i tiranni.” taglia corto Lucas, pregustando la litigata che sta per avvenire.

Ma il Comandante si chiude in un ostinato silenzio e comincia a scendere la collina. Poi si ferma di botto all'improvviso, incerto. Si guarda intono, smarrito.

“Cazzo, papà, ci siamo persi!“ Lucas è talmente furioso che non si rende neanche conto di averlo chiamato “papà”.

Nathaniel, invece, lo sente e sussulta. Si è appena reso conto che sono finiti in una parte di giungla che non conosce e che sono rimasti solo loro due.

“Dove è finito il bambino?”

“Julius! “comincia a urlare Lucas “ Esci subito fuori, non è divertente!”

L'uomo comincia a cercare il figlio, sempre più nervoso.

Il bimbo non si vede da nessuna parte. La sera sta cominciando a calare su Terra Nova, i rumori degli animali lontani sembrano improvvisamente più minacciosi.

“Una volta tu sei scappato a nasconderti nel giardino dei vicini, ti abbiamo ritrovato solo a sera. Tua madre ha pianto tutte le sue lacrime. Quando ti hanno riportato a casa non sapevo se abbracciarti o ucciderti!”.

“Molto commoventi questi ricordi, vecchio, ma ti vorrei far notare che ci siamo persi in una giungla fitta di dinosauri e mio figlio non si trova!” gli ringhia Lucas.

I due uomini cominciano a cercare il bambino freneticamente; i minuti passano e il nervosismo si taglia con il coltello.

La giungla è tranquilla, ha cominciato a spirare un refolo di vento freddo e il piccolo non si vede da nessuna parte.

Julius è sparito.

(continua)

 

Che cosa è successo a Julius?

Perché Nathaniel è sotto processo?

To be continued...

  
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