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Autore: Meramadia94    07/10/2015    1 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~'' E' assurdo...''- borbottò Lunette cullando la piccola Reneè, una volta che i suoi amici ebbero terminato di esporle la loro teoria.
I moschettieri, si erano recati a casa Montmercy, immaginando  di trovarvi Aramis, dato il profondo legame che i due avevano sempre avuto, fin da quando Lunette era una bambina.
E dopo che Aramis ebbe messo al corrente i suoi amici delle ultime informazioni avute da Lunette stessa, furono tutti d'accordo nel pronunciare un' ipotesi.
Ovvero che Mariette, la domestica dei Montmercy, fosse conivolta.
'' Non ci posso credere... perchè Mariette avrebeb dovuto fare una cosa del genere?''
Francamente, le pareva strano che quella ragazza potesse aver fatto una cosa del genere.
Per lo meno, non riteneva di aver fatto qualcosa per meritare un simile tradimento.
Dal momento che Mariette aveva avuto una storia molto simile alla sua, genitori strappati in tenera età, vita di stenti... si sentiva particolarmente tenuta a trattarla sì come una domestica, ma allo stesso tempo con gentilezza ed umanità.
La ragazza viveva nella loro stessa casa, ed in cambio di aiuto con le faccende domestiche aveva diritto a due pasti decenti al giorno, una letto vero e due abiti al mese come paga.
Lunette, in particolar modo dopo il parto, sedeva spesso con lei ad aiutarla nei lavori di rammendo, ricamo, ed a volte la aiutava anche in cucina.
Anche Nicolàs, era sempre stato molto gentile con lei, malgrado mantenesse un certo distacco nei loro rapporti, visto che oltre ad essere uno dei datori di lavoro della ragazza, era sposato ed innamorato.
Però nessuno avrebbe mai potuto dire che il conte era stato sgarbato o arrogante con la giovane cameriera.
Per questo Lunette, faticava a credere che Mariette potesse davvero essersi resa complice del rapimento di suo marito.
Avrebbe capito un simile gesto se la ragazza fosse stata maltrattata da lei o dal consorte e volesse vendicarsi, ma in quel caso nulla poteva giustificare un simile gesto.
Athos le mise una mano sulla spalla -'' Lunette, comprendiamo il tuo sgomento... ma l'hai detto tu stessa. Tu e Nicolàs avete programmato di uscire all'improvviso, e prima, visto che la bambina dormiva dovevate affidarla a qualcuno almeno per mezz'ora.
E Mariette, dal momento che si occupava di lei, era l'unica a conoscere i vostri spostamenti.''
Athos ed Aramis erano giunti alla stessa conclusione.
Lunette era sconvolta da quello che aveva sentito... però doveva ammettere che in fin dei conti, quelli dei moschettieri, non erano sospetti campati in aria.
'' Ma perchè fare una cosa del genere? Io... Nicolàs... nessuno di noi ha mai...''
Athos cercò di confortarla.
'' Lunette, tu non c'entri niente. Però devi ammettere che un motivo per avercela con te, Mariette ce l'ha.''
Gli altri lo guardarono incuriositi.
'' E sarebbe...?''- fece Lunette più curiosa di chiunque altro. Se davvero aveva fatto qualcosa per mettere la ragazza nelle condizioni di fargliela scontare colpendola in quel modo, era pronta a buttarsi in ginocchio, implorare il perdono... qualsiasi cosa.
Voleva solo riavere con sè suo marito ed il padre di sua figlia.
Non importava quale sarebbe stato il prezzo da pagare, per Nicolàs era pronta a pagare ogni tipo di prezzo.
'' Mettiamola in questi termini. Per molto tempo le vostre vite si sono assomigliate. Niente genitori, lavori pessimi e nemmeno pagati... certo, a Parigi le cose sono cambiate per entrambe. Ma guardati attorno. Hai sposato un nobile, siete felici, avete una bella casa e...''- qui sorrise solleticando sotto al mento della piccola Reneè -'' avete una bambina meravigliosa. Questa è la differenza.''
Lunette si sentì mancare un battito.
Aveva senso ad onor del vero... solo che non poteva credere che Mariette l'avesse pugnalata alle spalle in quel modo, per una ripicca di quel tipo.
Era vero.... aveva conosciuto Nicolàs. Si era innamorata di lui... e lo aveva sposato. Il fatto che fosse un nobile per lei non contava nulla. Lei si era innamorata del ragazzo che aveva rischiato la pelle per lei davanti ad una belva feroce, che aveva lottato con lei contro Maschera Di Ferro, e che le era stato vicino per tutto il tempo.
Ogni volta che aveva avuto bisogno di aiuto, lui c'era sempre stato.
Per il suo coraggio, la sua forza nell'andare avanti malgrado tutto il dolore che si era trascinato dietro per anni, la sua prontezza di spirito, il suo altruismo... era stato questo a farla innamorare.
'' Tutto questo è assurdo... non posso crederci...''
D'artagnan cercò di confortarla quando vide che l'amica stava correndo il grosso rischio di avere un crollo di nervi.
'' Questa è solo un'ipotesi. Parliamo con Mariette e vedrai che si chiarirà tutto.''- propose il guascone.

Purtroppo, malgrado Lunette si fosse sforzata di credere all'innocenza della ragazza, i fatti parevano confermare la colpevolezza di Mariette dando ragione ad Athos.
Infatti, non appena Athos tentò di parlare con la giovane cameriera, questa tentò di darsi alla fuga, ma senza troppo successo visto che Aramis l'aveva prontamente bloccata.
Inoltre, nella sua camera, era stata trovata una sacca da viaggio che conteneva i soldi che aveva messo da parte sino ad ora e quasi tutti i suoi vestiti.
Le regole parlavano chiaro, a quel punto.
Mariette doveva essere portata alla caserma dei moschettieri, interrogata e a seconda della sua collaborazione sarebbe stata indagata o meno per  favoreggiamento.
D'artagnan era andato a casa Bonacieux per informare Costance, Lucille, Martha, Jean e Bonaciuex di quanto era accaduto.
Costance e Lucille si erano subito precipitate a casa di Lunette per confortarla, e per la prima volta da quando era iniziata quella storia, Lunette si lasciò andare ad un pianto liberatorio tra le braccia dell'amica bionda.
Malediva tutta quella storia, ma ce l'aveva con sè stessa in particolare, quasi come se sentisse come sua la responsabilità del comportamento di Mariette.
'' Devo sapere la verità...''- borbottò Lunette calmandosi un poco.
Athos le aveva già dato una plausibile spiegazione di come mai Mariette poteva averla così ignobilmente tradita, ma non era sufficiente.
Doveva sentire la verità dalla bocca di Mariette.
Non importava quanto male avrebeb fatto.
Doveva sapere.
'' Lunette...''- fece Lucille sorridendole cercando di confortarla -'' se vuoi andare in caserma e toglierti un peso, va pure.
Resterò io con la tua bambina.''
Lunette sorrise grata.
In fin dei conti... chi meglio di una madre poteva occuparsi di una bambina così piccola? Non sarebbe stata via molto, un'ora al massimo. Giusto il tempo di capire cosa poteva aver fatto a Mariette per meritarsi questo.
Costance decise di accompagnarla.
Preferiva non lasciarla sola in quello stato.

Aramis si stupì nel vedere Lunette in caserma.
La credeva abbastanza devastata dal rifiutarsi di uscire dalla sua stanza, dal voler stare sola con i suoi pensieri...
Poi si ricordò che Lunette era letteralmente cresciuta con i moschettieri.
E come tale si comportava.
I bei vestiti, i pochi gioielli che indossava ( il braccialetto della madre, il crocefisso del marito e l'anello nuziale) ed il fatto che era moglie di un conte non avrebbero mai cambiato la sua sorellina aquisita.
Poco dopo, anche Rochefort e De Jussac si presentarono in caserma in primo luogo per assicurare che ormai da Parigi non sarenne entrato nè uscito nessuno.
Poi seppero del fatto che la cameriera personale di Lunette era stata messa sotto inchiesta con l'accusa di favoreggiamento.
'' Visto cosa succede a trattare i propri servitori come se fossero dei pari, contessa?''- fece Rochefort mirando ad un'altra persona, in realtà -'' ma non è colpa vostra se vi hanno riempito la testa di assurdità.''
Aramis, punta sul vivo, reagì immediatamente.
'' Cosa volete insinuare?''
'' Secondo voi?''- fece Rochefort a tono di sfottò -'' per anni le avete riempito la testa di sciocchezze... tratta la servitù con rispetto e generosità e ti assicurerai la loro lealtà.
Non mi pare abbia funzionato granchè.''
Aramis rispose a tono -'' Sapete cosa penso? Che se avessi seguito il vostro esempio, ovvero minacciarla  ed usare la frusta, dubito fortemente che mi avrebbe seguito in missioni suicide sia per lei che per me.''
'' Rochefort...''- fece Treville apparendo nel corridoio, di fronte allo studio, luogo dove stava avendo luogo l'interrogatorio -'' se siete qui per aiutare nelle ricerche del conte Nicolàs Montmercy restate pure, ma se invece siete qui per portare zizzania e cercare baruffa vi prego di andarvene.
Non è ne il luogo nè il momento adatto.''
Rochefort avrebeb voluto dire qualcosa ma poi decise di zittirsi.
'' Niente da fare.''- fecero Athos, Porthos ed D'artagnan di ritorno dall'interrogatorio di Mariette, con aria sconsolata e di sconfitta dipinta in volto.
'' Non ha detto nulla?'''- chiese Aramis.
Al diniego dei suoi amici, Aramis fissò per un attimo Lunette, per poi distogliere lo sguardo, come se ad un tratto si vergognasse.
Sentiva di averla delusa. Le aveva promesso che avrebbe ritrovato suo marito sano e salvo e invece...
'' Neanche una parola.''- aggiunse Athos -'' se ne sta in silenzio a fissare un punto morto e sembra sul punto di star per scoppiare a piangere come una fontana.''
Rochefort si fece avanti.
'' Lasciate che me ne occupi io, e vedrete che canterà come un' allodola!!!''- e nel dir così si avvicinò minaccioso alla porta della stanza dove era stata rinchiusa la giovane Mariette, con intenzioni ben poco amichevoli.
Lunette scattò in piedi come morsa dalla tarantola, parandosi davanti alla porta ed allargando le braccia.
'' Se l'interrogatorio che intendete comprende l'uso di una frusta o affini... congelatevi dove siete.''
Rochefort sbuffò.
Possibile che non capisse?
Lui cercava di aiutarla e lei gli metteva i bastoni tra le ruote.
'' Lunette, io proprio non ti capisco!!!''- fece Rochefort, sbottando -'' quella è coinvolta nel sequestro di tuo marito e tu la difendi?''
'' Non la sto difendendo.''- fece Lunette stranamente calma -'' ma posso assicurarvi, e parlo per esperienza personale... che i vostri metodi di interrogatorio non sono esattamente... affidabili.''
I moschettieri, il capitano e Costance ridacchiarono sommessamente, mentre Rochefort diventava rosso come un pomodoro maturo.
Colpito e affondato.
Ma d'altronde, come darle torto? In ordine cronologico, aveva messo sotto torchio Lunette, Aramis e Monseiur Bonacieux per convincerli a testimoniare in suo favore o carpire loro informazioni che poi avrebbe potuto usare a suo piacimento.
E con tre persone, non aveva mai ottenuto i risultati ambiti.
'' Ok, dunque...''- fece Rochefort sarcastico nei confronti della giovane contessa -'' Tu cosa proponi?''
La sua risposta spiazzò tutti i presenti.
'' Che sia io a parlarle.''
Il capitano delle guardie carinaliste la fissò con uno sguardo che diceva esplicitamente di non aver capito troppo bene cosa voleva dire la giovane donna.
Anche i moschettieri, per una volta, parevano pensarla così.
In tanti anni, non si era mai vista una nobildonna dirigere personalmente un interrogatorio.
'' Che cos'hai in mente?''- le chiese Athos, incuriosito dalla tattica che Lunette aveva intenzione di adoperare.
L' interpellata non si fece certo pregare.
'' Mariette si è sentita letteralmente accerchiata da voi, è questo uno dei motivi principali per cui non vuol parlare.
Proviamo in questo modo. Solo io e lei. Occhi negli occhi.''
'' Capitano?''- fece Aramis rivolta al suo superiore per spezzare una lancia a favore di quella che era stata la sua cameriera e che era una sua fidata amica.
In fin dei conti... perchè no?
Forse Lunette aveva ragione e con lei avrebbe avuto un atteggiamento del tutto diverso.
Tanto valeva fare anche quel tentativo.
Treville parve pensarci un attimo.
Non gli era mai capitato che fosse una contessa a parlare con un sospettato di qualche crimine.
'' Beh...''- tentennò il militare -'' non so che dire... la nostra procedura non lo prevede...''
'' Ma visto che non lo prevede, nemmeno lo vieta.''- intervenne D'Artagnan.
Fu l'intervento decisivo.
Treville annuì per darle l'ok e Lunette fece scivolare la mano sula maniglia della porta, aprendola.
Mariette sembrava davvero sconvolta e spaventata, ma parve spaventarsi ancora di più nel vedere la sua padrona entrare nella stanza e chiudere la porta dietro di sè.
Lunette dedusse di non aver stampato in faccia un volto troppo rassicurante, così malgrado la preoccupazione che le serrava il cuore, si sforzò di sorridere rassicurante.
'' Mariette...''- prese posto su una sedia attorno al tavolo dello studio e le fece cenno di sedersi accanto a lei.
La poverina, seppur titubante accettò.
'' Mettiamola così, va bene?''- propose Lunette -'' io non sono qui per accusarti, rinfacciarti, o qualunque altra cosa abbiano fatto i moschettieri. Partiamo con il fatto che io ti domando scusa, va bene?''
Se prima Mariette era spaventata, ora era basita.
'' Non capisco... perchè vi state scusando...?''
'' Le persone non fanno quello che fanno tanto per fare. C'è sempre un motivo. Quindi... se ho fatto qualcosa che ha suscitato la tua rabbia nei miei confronti. Ti chiedo perdono. Anche a nome di mio marito, se invece reputi colpevole lui...''
Mariette iniziò a parlare concitata.
'' No... questo non è vero, no... Io vi sono grata per come mi trattare. E lo sono anche al conte... e voglio tanto bene alla contessina Reneè... non doveva andare così.''
'' Qualcuno ti ha costretta? Minacciata? Mariette, ti prego, dimmi cosa ti hanno fatto perchè io ho come la sensazione che tu sappia qualcosa.
E ho la forte convinzione che tu sia innocente. So che hai paura, ma devi farti coraggio.''
'' Signora, io...''
'' Lo Chatelet non è un posto adatto a te. Non ti succederà nulla di male, hai la mia parola. Dimmi solo quello che sai.''
Mariette annuì.
'' E' iniziato tutto una settimana fa... mentre ero al mercato per fare la spesa per la cena, mi ha fermato una donna...''
Una donna... Lunette iniziò a sudare freddo a quelle parole.
Brutta sensazione.
'' Mi ha chiesto se vi conoscevo... diceva di essere stata una vostra vecchia amica, ma che avevate perso i contatti dai tempi dell'orfanotrofio, aveva saputo che eravate a Parigi... e mi ha chiesto di dirle di voi e della vostra famiglia.''
'' E tu che le hai detto?''
'' Che vi eravate sposata. Che avevate avuto una figlia ed ho aggiunto che non credevo potesse esistere qualcun'altro felice come lo eravate voi ed il conte.''- tirò su con il naso e dunque Lunette le offrì il suo fazzoletto. Quando Mariette si fu calmata, riprese il racconto -'' Mi ha chiesto di non dirvi di lei o della nostra conversazione perchè voleva farvi una sopresa nei prossimi giorni.''
E l'aveva fatta. Altrochè.
Aveva aspettato una settimana, e per la precisione il giorno del loro anniversario di matrimonio, prima di fare la sua mossa.
Probabilmente un po' per tenere d'occhio gli abitanti di casa sua, un po' per dare a quel sequestro un significato più forte.
'' Hanno usato una scusa per farti dire dove eravamo andati, vero?''- fece Lunette sempre più preoccupata dai suoi sospetti, lottando per rimanere calma.
Mariette inspirò e poi annuì.
'' Si è presentata dicendo che per la sua sopresa non c'era giorno più indicato di oggi... io le ho detto che eravate usciti e che visto avevate un impegno per la serata, oggi non vi avrebbe potuti vedere... e così io...''- qui minacciò di scoppiare in un pianto dirotto.
Lunette l'abbracciò, permettendole di sfogarsi.
La storia era chiara da quel punto: la povera Mariette, credendo di fare una cosa gradita, aveva detto alla loro ''misteriosa'' ospite dove trovare i due coniugi e la donan si era organizzata.
Non poteva certo rapire Nicolàs davanti alla panetteria, con tutto quel via vai di clienti. Troppi testimoni.
Così li aveva preceduti dal fiorario con l'aiuto del suo complice. Pizzarro, con tutta probabilità, perchè sapeva che quella zona era molto meno frequentata visto che quel giorno alcuni negozi in quella stradina erano chiusi.
E quando Nicolàs aveva espresso alla moglie l'intenzione di aspettarla fuori a causa dell'allergia ad un fiore in vendita ed esposto in vetrina, lo presero come un segno che il loro piano sarebeb andato a gonfie vele.
Infatti, così era stato.
Piano riuscito, erano fuggiti ed avevano lasciato una povera cameriera a prendersi la colpa dell'accaduto, consci che nessuno avrebbe creduto alle parole di una cameriera.

'' E' così che è andata capitano.''- fece Lunette rivolgendosi al militare una volta che la donna ebbe finito di parlare con Mariette.
L'aveva lasciata sconvolta ed in un mare di lacrime, quindi aveva chiesto a Costance di occuparsi di lei, mentre riferiva ciò che aveva scoperto ai suoi amici moschettieri.
'' Questo spiega tutto, in effetti...''- fece Treville.
Ma Rochefort non pareva ancora del tutto convinto -'' E sentiamo, come mai ha cercato di fuggire, se le cose stavano davvero così?''
Lunette non si fece pregare.
Mariette le aveva dato tutti i dettagli.
'' Era spaventata. Quando mi ha visto tornare a casa da sola e le ho detto che Nicolàs era stato rapito, ha capito che era stata ingannata. Voleva dire quello che sapeva, ma prima  ha sentito Aramis nutrire dei sospetti, che poi Athos ha espresso a voce alta. Era terrorizzata dal pensiero che nessuno le avrebbe creduto, soprattutto come sospettata, visto che era una cameriera. Ha reagito istintivamente.''
I presenti annuirono.
Adesso si spiegava tutto.
Mariette era una vittima in quella storia. Come Nicolàs, come Lunette e come la piccola Reneè.
Una vittima innocente.
'' Capitano, qual'è il prossimo passo?''- chiese Athos.
'' Prima di tutto, mettere delle sentinelle a casa Montmercy.''- il timore che le persone che avevano preso Nicolàs tornassero per fare del male anche a Lunette e Reneè lo aveva preso. Non era riuscito a proteggere Nicolàs per amore della ragazzina che aveva visto crescere, ma adesso avrebbe protetto lei e la bambina.
Ad ogni costo.
'' Io cordineerò le ricerche di quella carrozza.''- fece Rochefort seguito a ruota da De Jussac fuori dall'ufficio di Treville.
'' Signore, cosa accadrà a Mariette?''- fece Lunette in ansia per la sua serva. In fin dei conti, quella povera ragazza non aveva fatto niente di penalmente perseguibile.
Era stata ingenua, questo sì, ma nelle sue azioni non c'era stata malizia nè voglia di vedere qualcuno stare male.
Treville la rassicurò.
'' Sta pure tranquilla, potrà tornare a casa oggi stesso.''
Lunette sospirò di sollievo.
Quello era il primo raggio di sole della giornata.
'' Bene... adesso scusatemi...''- fece Lunette andando a passo svelto fuori dall'ufficio di Treville, decisa a tornare a casa sua, con il passo più svelto che aveva.
Mariett aveva, seppur in buona fede, rivelato ad una donna molto pericolosa, della quale lei temeva aver indovinato l'identità pur non avendone prova concreta, che oltre ad essersi sposata aveva anche avuto una figlia.
Il solo pensiero che quella donna infernale e Pizzarro potessero far del male anche alla sua creatura la faceva impazzire.
Sarebbe stata bene solo quando l'avrebbe stretta fra le sue braccia.
Aramis le corse dietro, preoccupata.
'' Lunette...'' - la bionda le sorrise con un'espressione di orgoglio e conforto.
'' Devo andare da mia figlia...''
'' Lo so.''- fece Aramis -'' ascolta... so che non è il momento adatto. Ma voglio dirti che sei stata incredibilmente forte e molto brava.''
'' Davvero?''- fece Lunette, stupendosi per quel complimento inaspettato, specie in quel momento.
'' Sì. E' stato fenomenale il tuo entrare nella sua anima, guadagnarsi la sua fiducia e farla parlare.''
Era davvero orgogliosa. Lunette non era cambiata, malgrado il cambiamento che era arrivato nella sua vita precisamente un anno prima e malgrado quello che stava attraversando in quelle ore terrificanti, che avrebbe dovuto passare a festeggiare con suo marito.
Una parte di lei sarebbe stata per sempre moschettiere.
'' A proposito... di quella donna... pensi a quel che penso io?'' le chiese la moschettiera.
'' Che si tratta di Milady?''- fece Lunette continuando a camminare -'' in tal caso, penso proprio di sì.''
Vero, Milady era stata travolta da una valanga.
E allora?
Era stata anche travolta da un' esplosione che aveva completamente distrutto un isolotto e pur trovandosi a pochi passi dal luogo in cui si trovava l'esplosivo, un anno e mezzo dopo se l'erano trovata davanti agli occhi viva, vegeta e per niente cambiata.
Vero, non avevano prove concrete che fosse coinvolta in quel reato, però avevano abbastanza sospetti e prove passate che ne sarebbe stata capace.
Inoltre Milady aveva sempre il solito movente per colpire i moschettieri e le persone a loro vicine.
Vendetta.
Per tutte le volte che le avevano messo i bastoni tra le ruote.
Si, erano certi fosse lei.
Lunette si allontanò in fretta per correre via dalla sua bambina. Reneè al momento era l'unica cosa importante a cui poteva pensare per non impazzire.
La sua felicità ormai era finita.
Quella notte avrebbe dormito come su una lastra di ghiaccio.

  
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