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Autore: Malanova    07/10/2015    1 recensioni
Come non detto... HO MODIFICATO LEGGERMENTE LA STORIA!
Ebbene si... perennemente insoddisfatta, ho deciso di fare altre piccole modifiche e cercare di migliorare la storia ed il suo contenuto, grazie anche all'aiuto di Felinala che, con la pazienza di una santa, mi aiuta con la grammatica e mi da qualche spunto XP.
Questa storia narra di Piccolo, figlio del Grande Mago che tenne sotto il suo giogo il mondo per oltre trecento anni, e di Lyrica, la bellissima e alquanto misteriosa fanciulla apparsa dal nulla costretta a prestare servizio alla Famiglia Demoniaca in cambio della sua vita. Sperando di non aver creato un ulteriore pasticcio, vi auguro buona lettura!
P.S. La storia segue la trama dell'opera di Toriyama... se ci sono spazi vuoti vuol dire che la storia è rimasta inalterata
P.P.S Dedico questa storia ad una ragazza molto speciale, di cui non ricordo il nickname (Malanova sei una cretina) che leggeva questa storia, anni fa, ad un gruppo di ragazzini molto speciali... Perdonatemi se vi ho fatto aspettare, non vi ho dimenticati, spero che questa revisione vi piaccia perché grazie a voi che c'è ancora!
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Piccolo, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo rimase a rimuginare per tutto il combattimento tra Goku e Tensing. In fondo sapeva che Lyrica non aveva mai tradito lui e suo padre, anche se aveva avuto più di un’occasione per farlo, ma quando aveva sentito che ella aveva avuto una specie di relazione con quel bastardo… Il solo pensiero gli ritorceva lo stomaco tanto da causargli la nausea. Cercò di concentrarsi sull’incontro. Il triclope era un ragazzo pieno di risorse e talento ma Goku era almeno di una spanna superiore. Con una velocità straordinaria gli aveva sfilato la cintura dai pantaloni e, quando il tizio si era sdoppiato in quattro entità, il moro aveva sorpreso tutti con una specie di –attacco solare-, poi colpì il ragazzo e le sue copie in rapida successione facendoli cadere tutti e quattro dal ring. Piccolo incrociò le braccia al petto e sorrise in modo sprezzante. Odiava ammetterlo ma quel ragazzo era in gamba.

“Ah! Sei grande Goku!” esultò Lyrica dal tetto dell’edificio. Dato che non era riuscita più ad arrivare al suo precedente posto, usò la sua magia per rendersi invisibile e, con un solo balzo, era riuscita ad arrivare là sopra. Osservò Piccolo con perplessità, mentre il giovane planava lentamente sul ring per affrontare il suo avversario, ancora assente. Venne colta da un profonda tristezza quando, infine, vide l’uomo arrivare. Aveva sperato fino all’ultimo che il Supremo avesse cambiato idea e riposto tutte le sue fiducie al suo promittente allievo. Possibile che non provasse nemmeno un briciolo di disagio nell’affrontare Piccolo? Era la parte buona del Grande Mago e, in un certo senso, quel ragazzo era suo figlio! I suoi occhi si velarono momentaneamente di lacrime e, per un attimo, si ritrovò da un’altra parte...

Piccolo era rimasto spiacevolmente sorpreso nell’apprendere che l’omuncolo che aveva davanti fosse il Supremo. Perché quel vecchiaccio si trovava qui? Aveva perso completamente la ragione? Poi lo vide poggiare a terra qualcosa. “Divo ha messo una boccetta per terra…” stava dicendo il cronista “Chissà cosa accadrà…”.

Lyrica chiuse gli occhi e sospirò. La Mafuba. Piccolo, ormai, era spacciato. Nemmeno suo padre avrebbe potuto contrastare la potenza di quell’attacco. Sentì un forte vento provenire dalle sue spalle e concentrarsi al centro del ring. Il Supremo tese le mani davanti a sé, concentrato, e urlò con tutto il fiato che aveva “Mafuba!”, scagliando un’incredibile energia verdastra contro l’altro. Con suo stupore il giovane demone ridacchiò a quella vista “Torna indietro Mafuba!”. Lyrica si portò una mano alla gola e vide il ragazzo portare a sua volta le mani in avanti e intrappolare con la stessa energia il vecchio monarca. Prima che venisse rinchiuso, il Supremo fece una supplica al suo allievo “Goku, uccidilo! Devi pulire il mondo!”. La potentissima luce verde scomparve all’interno della boccetta e tra la folla calò il silenzio. Per terra c’era rimasto solo il misero uomo che il Supremo aveva posseduto per celare il suo aspetto e iscriversi indisturbato al torneo.

Quando l’incontro si concluse con la vincita di Piccolo, Goku si parò davanti a lui appena ebbe raggiunto le quinte “Che cosa gli hai fatto?!? Dammi quella boccetta!” gli stava urlando il moro tendendo una mano verso di lui. Il giovane demone ridacchiò “Vuoi scherzare?”. Gli sventolò la boccetta davanti al naso “Qui dentro c’e rinchiuso un rompiscatole…”. Detto questo, Piccolo si ingoiò la boccetta e sghignazzò.

Mentre si allontanava dal gruppo, una flebile voce gli arrivò alle orecchie “Sei un pezzo di merda”. Lui si voltò, tranquillo, finché non vide Lyrica. Camminava al suo fianco con disinvoltura ma poteva percepire la sua rabbia. Sospirò. Non era la prima volta che la ragazza appariva improvvisamente al suo fianco e lo insultava. Scrollò le spalle e le ringhiò “Quando la smetterai di fare la parte del Grillo Parlante?” “Vuoi dire che mi stai paragonando alla tua coscienza ed, in fondo, ti senti davvero un pezzo di merda?” ribatté l’altra sbattendo le ciglia. Piccolo fece un verso esasperato “Sto dicendo che sei un impicciona e che, se non la smetti di far la parte dell’angioletto che appare magicamente sulla spalla delle persone e gli rompe l’anima con il suo sproloquiare a vanvera, potrebbe causarle un mucchio di grane!”. Lei sbuffò e i due continuarono a camminare fianco a fianco in silenzio. Poi il ragazzo sbuffò “Sei ancora qui?” “Piccolo, per favore, lascia perdere tutto!”. Lui si voltò di scatto e la guardò basito “Libera il Supremo, ritirati dal torneo… Rinuncia al dominio della Terra!” “Chi ti credi di essere per darmi simili ordini?!?” scattò il demone, furioso “Il mio è un consiglio, non è un ordine” ribatté la ragazza “Perseguire le orme di tuo padre non ti porterà altro che alla sconfitta… Potresti anche morire!” “Sei pazza…” “Perché, per una volta, non ascolti una voce che non sia la tua?!?” “Senti da che pulpito vien la predica!” urlò lui “Ti credi diversa da me? Quante volte ho dovuto proteggerti per colpa della tua linguaccia?!?”.

Il gong suonò nell’aria, annunciando sia al pubblico che ai atleti presenti l’inizio della finale. “Finalmente è giunto il momento di vendicarmi del torto subito…” “Piccolo non…”. Il ragazzo la azzittì con un brusco cenno della mano “Non ti conviene assistere… Potrei imbrattare il tuo bel visino con il sangue sporco del tuo spasimante…” “Goku ti sconfiggerà” sibilò lei, dura. Piccolo ridacchiò di fronte a quell’espressione “Vedremo”. Lyrica lo seguì ma dovette fermarsi a pochi passi dalle quinte, riservate solo agli atleti. Il giovane demone si divertì a creare un’ulteriore tensione al gruppo “… Non sono più quello di tre anni fa!” “Neanche io sono più lo stesso!” ribatté Goku con aria di sfida. Piccolo incrociò le braccia e sghignazzò “Eh, eh, eh… Datti delle arie finché puoi ma quando sarai morto, ritornerà il magnifico mondo demoniaco! Ah, ah, ah!”.

E’ iniziato il gran finale del torneo Tenkaichi, che avrebbe deciso le sorti non solo della gara ma anche quelle del pianeta, e già dai primi colpi scambiati tra i due finalisti si preannunciava ardua. Nessuno dei due riusciva a sottomettere l’altro, come era successo tre anni fa. Dopo aver ricevuto un potente calcio da parte di Goku, Piccolo si diede una spinta verso l’alto e tese le braccia. Il moro capì subito le sue intenzioni. Saltò a sua volta in alto, in modo che il demone cambiasse la sua traiettoria, ed il primo colpo energetico esplose a molte miglia di distanza dall’arena. Vedendo che non aveva sortito nessun effetto, il giovane demone si preparò a lanciarne un altro, più potente, in modo da spazzar via il suo rivale e tutte le persone presenti nel torneo. “Sei un vigliacco!” gridò Goku, furioso “Sono io il tuo avversario! Gli spettatori non c’entrano!” “E cosa me ne frega?”.

Lyrica sentì il corpo percorso da brividi familiari. Quest’energia distruttiva… L’aveva già sentita! Era la stessa che utilizzò il Grande Mago quando distrusse la Città Centrale! Saltò sul tetto e si guardò intorno, scioccata. C’era troppa gente… Non sarebbe mai riuscita a produrre una cupola protettiva come quella che creò per salvare gli schiavi del castello abbastanza grande da coprire tutti! Lo scontro tra l’Onda Maligna e la Kamehameha la accecò per qualche istante e temere sia per la propria vita che quella degli altri. Si coprì gli occhi con le braccia, per proteggerli dall’accecante luce.

Dopo il torneo… Piccolo era steso a terra, privo di forze ed a malapena cosciente. Son Goku aveva vinto un’altra volta e questa consapevolezza bruciava più del dolore fisico. Sentì Lyrica che si avvicinava a lui, impossibile confondere il suo passo leggero con quello di chiunque altro, e fermarsi a poca distanza da lui, in silenzio. Intanto sbucò dal terreno Yajirobei che diede a Goku, ancora steso a terra, uno strano fagiolo verde pallido. Appena lo ebbe mangiato egli si librò in aria urlando di felicità. Socchiuse leggermente gli occhi e vide un’ombra avvicinarsi alla ragazza. “Lyrica…” la chiamò il Supremo, con dolcezza “Hai visto quel che ha fatto… Non può rimanere ancora in vita…” “E’ suo figlio, in un certo senso… Come può volere la sua morte?” ribatté lei, gelida. In quel momento planò fra loro Goku e diede manforte alla ragazza “Se lui muore, anche voi seguirete il suo destino…” “Potrete sempre resuscitarmi con le Sfere del Drago” “Il Dio della Terra non dovrebbe mentire… Se voi morite, anche le Sfere sparirebbero…”. Così Goku, insieme al Genio, riuscì a convincere il Dio a risparmiare il ragazzo. “Alla fine ci rincontriamo” disse il moro, rivolto a Lyrica “L’offerta di tre anni fa è ancora valida... Saremo felici se tu venissi con noi!” e gli mise una mano sulla spalla. Sentirono un borbottio provenire dal demone. Lei ridacchiò “Ti ringrazio Goku ma passo anche questa volta…” e gli strinse la mano posata sulla spalla prima di toglierla dolcemente. Si sorrisero. Poi lui gridò alle sue spalle “Ehi! Ce l’hai un altro senzu?”. Il ciccione gli tirò un altro fagiolo e lo fece mangiare a Piccolo. In pochi secondi lui spalancò gli occhi e saltò in piedi, lontano dal gruppo. Dopo aver promesso a Goku che la prossima volta lo avrebbe sconfitto se ne volò via. Lyrica lo seguì con lo sguardo finché non scomparve tra le nuvole, sentendosi stranamente euforica.

Si tolse la polvere dai vestiti. “E’ vero che hai prestato servizio alla famiglia dei Daimao?”. A porle questa domanda fu Bulma che, dopo aver scoperto la sua identità da Goku, voleva assicurarsi che tipo di indole avesse. La ragazza annuì e non fece altro. Rimase a fissare il gruppo come a sfidarli a proseguire. Goku ridacchiò ed alleggerì la tensione “Avanti, ragazzi! Stiamo parlando di cose successe anni fa! Lyrica non è né un demonio né una persona malvagia… Sapete che, chi prestava servizio al King Caste, non aveva altra scelta…”. Gli altri annuirono, sentendosi un po’ in colpa, ma la ragazza liquidò le loro scuse con un cenno della mano. Augurò alla nuova coppia un felice matrimonio, salutò tutti e si diresse verso il porto dell’isola.

“Merda! Ora che ci penso, non ho più una casa dove tornare!”. Lyrica stava camminando da ore tra le coste del porto. Dopo l’incontro Abu l’aveva chiamata al cellulare e le aveva esplicitamente detto che non aveva più desiderio di sposarla e che doveva venire a prendersi la sua roba da casa sua, che ella aveva preso in affitto tre anni fa proprio sulla riva ovest dell’isola, altrimenti l’avrebbe denunciata alla polizia per essere una simpatizzante dei Daimao. Al principio si era infuriata (“Ero obbligata a prestar servizio dai Daimao, come migliaia di altre persone per oltre trecento anni! Il simpatizzante è quello stronzo di tuo nonno, altrimenti come avrebbe fatto a tenersi tutte quelle case senza che la mafia ci mettesse mani?!?”), al chiedere scusa (“Senti, mi dispiace per quello che ho detto… In fondo, anni fa, eravamo tutti degli schiavi…”) fino all’imploro (“Abu, ti prego… Dammi almeno il tempo di cercarmi un altro posto! Un paio di settimane… non di più!”) ma fu tutto inutile. Dopo aver preso la sua roba e rinchiusa in una capsula Hoi Poi stava cercando un alberghetto super economico perché, oltre che alla casa, Abu era il suo datore di lavoro e l’aveva licenziata in tronco, lasciandola a secco di soldi. Intanto delle nuvole nere avevano coperto il cielo un’altra volta e delle grosse gocce di pioggia iniziarono a cadere. Non aveva neanche l’ombrello, disintegrato insieme all’arena del torneo.

La pioggia si trasformò in pochi attimi in acquazzone e, completamente zuppa, cercò un riparo nei dintorni. Si stava dirigendo sotto il balcone di un palazzo quando si sentì afferrare per la vita da due mani grandi e forti, sollevandola da terra, e cacciò un gridolino sorpreso quando si accorse che stava fluttuando. Una donna urlò, isterica “Il Mago Piccolo ha rapito una ragazza! Chiamate la polizia!”. Lyrica si voltò di scatto e gridò “Che stai facendo?!? Mettimi subito giù, bastardo!” “Smettila di urlarmi nelle orecchie, idiota! Ti sto portando al riparo!” ribatté lui, acido. Con velocità spaventosa, volarono al di là dell’isola e di diressero verso le terre del Sud, nel deserto di pietra.

  
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