“Allora? È andato tutto bene?”
“Sì. Ma poteva anche non essere così.”disse James a denti stretti.
Greg alzò gli occhi e zoppicò via.
“Dove vai?”esclamò James, correndogli dietro.
“A lavorare. Rilassati. Sei fin troppo agitato!”
“E me ne fai una colpa? Sono successe troppe cose in troppo poco tempo!”
Chiuse gli occhi un attimo,
passandosi una mano sul viso e
quando li riaprì si voltò verso
“Fammi un favore, ti prego: non fargli fare più cose rischiose. È ancora debole.”
“Sì,
mamma.”rispose
“Vedi? Anche per lei ti stai comportando come una mamma! Calmati, ok? E non pensare a me.
So che sarà impossibile, per il mio charme, il mio genio…. ma almeno provaci!”intervenne Greg, con un ghigno.
Stringeva forte il suo bastone ed era molto pallido.
“Non dovevi andare a lavorare?”disse l’altro irritato.
“Una dose di calmante, no?”
“Vai!”
Greg s’allontanò, ghignando.
Toc Toc Toc
“Sei pronto, tesoro?”
Greg entrò nell’ufficio del suo migliore amico, prendendolo in giro.
James alzò appena la testa dalla cartella che stava leggendo, arrossendo lievemente.
“Non farti venire un
esaurimento nervoso, ok?
“Non rischio nulla. Sto solo rimettendo a posto. Ho un sacco di cose arretrate.”
“Chiedi aiuto alla Cameron. È brava a rimettere a posto cartelle e scartoffie.”
“Se se la cava con le tue, immagino.”
“James, vieni. Anche tempo fa ti comportavi così.”
“Così come?”
“Come un pazzo. Ti stai stressando troppo, ok? Sono successe troppe cose in poco tempo, l’hai detto tu stesso. E non sei in grado di metabolizzarle tutte.”
“Ce la faccio benissimo. Grazie della psicoanalisi.”
“Vieni!”
James lo guardò e lo vide appoggiato alla porta, il bastone stretto nella mano così forte che le nocche era diventate bianche, che lo squadrava.
Era molto pallido.
“Greg…Stai bene?”
“S-sì. Vuoi venire o no?”
James cedette.
“D’accordo.”
“Alleluia.”
James si sedette sul bordo del divano accanto a Greg che, steso, aveva gli occhi chiusi e l’aria esausta.
Gli sfiorò il viso con le dita e si chinò su di lui, accarezzandogli una guancia con i polpastrelli.
“Brutta giornata?”
“Colpa di Chase e Cameron. Non ho idea se stiano o meno insieme, ma non fanno altro che litigare o fare sesso. Noi almeno facciamo entrambe le cose e non diamo fastidio a nessuno.”
“A parte sconvolgere i nostri parenti, non abbiamo fatto assolutamente nulla…”ghignò James, sarcastico.
Si chinò un altro po’ su di lui e lo baciò sulla fronte.
“Per non parlare del caso che ho preso dalla Cuddy…”
“Difficile?”
“Con il mio cervello? Mah!
Impossibile! Ma avrei voluto
risparmiarmi le crisi sentimentali della paziente, che gli altri hanno
deciso
di mollarmi perché
“E non potevi fuggire via o cosa? Come al tuo solito?”
“No…doveva firmare un maledetto consenso per un maledetto intervento.”
“Hai fatto il ciclo di chemio, vero?”
Greg non rispose e James sobbalzò.
“Greg! Maledizione! È il quarto giorno che salti. Così non farai altro che ritardare la guarigione?”
“Sto bene, cavolo! Avete asportato il tumore e…”
“E la chemio si deve fare in ogni caso!”
Tacque chiudendo gli occhi.
Greg aprì i suoi e lo vide esausto, le mani sugli occhi.
“Non esagerare. Ok. Farò i cicli di chemio. Solo perché sei fissato. E per evitare un tuo ricovero.”
“St…”
“Taci e stenditi.”
James si stese accanto a Greg sul divano stringendoselo al petto, forte.
“20 febbraio.”
“Caspita, come passa il tempo! Non sapevo che sapessi leggere il calendario, sai?”
Erano passati parecchi giorni dalla “gita” e Greg aveva tentato di riprendere la vita di sempre, con i suoi casi, le sue teorie e follie, dovendo gestire anche l’umore dell’amico, umore peggiorato dalla morte del padre…
Com’era da prevedere.
“Chemio?”chiese
“No, fuggo.”
“Smettila di fare così. Lo metterai in crisi.”
“Chi? L’infermiere?”
“James. È spaventato per te. È sotto pressione e sta soffrendo. Non complicargli di più le cose.”
Greg alzò gli occhi al cielo.
“Non ho alcuna intenzione di sentirmi uno schifo dopo ogni seduta, chiaro? Se vuoi puoi dirglielo tu, o lo farò io. Benissimo.”
“Non è affatto vero. E poi dovresti pensare a quel povero tailleur…tra un po’ scoppierà. Non è in grado di contenere più il tuo sedere.”
Stavolta fu il turno della Cuddy di alzare gli occhi al cielo.
“Non stavi con James?”
“Abita a casa mia, è diverso da “stare con”. È tutta una questione di sillogismo. E poi non ce lo vedo con la gonna. E tu sei troppo provocante per farmi tacere. Mi provochi, donna!”
Greg le puntò addosso il bastone.
“Tra una settimana è il compleanno di James. Compie 40 anni.”
Greg la guardò, con uno sguardo che voleva dire: “E con questo?”.
“Già.”
Arrivarono al piano del reparto di
diagnostica e
“Pensavo di fargli qualcosa di speciale.”
“Una notte con te? Anzi no,
sarebbe traumatizzante. Non
arriverebbe oltre i
“Ho bisogno del tuo aiuto.”
“Hai dimenticato che sono la persona meno adatta in assoluto per i compleanni?”
“E’ il tuo migliore amico. Il tuo convivente. Il tuo compagno. Scegli quella che più t’aggrada.”
“Non hai detto “mio oncologo”!”
“Perché passa “leggermente” in decimo piano, rispetto alle altre cose.”
Erano arrivati all’ufficio
di House e
“Pensavo ad organizzargli una festa a sorpresa.”
“Non è il tipo da feste. E poi è solo uno stupido compleanno!”
“Per te, forse! Forse sei tu il tipo che odia le feste con gli amici ed i parenti!”
“Vive con me! Qualcosa glielo dovrò aver insegnato!”
Greg sprofondò nella sua poltrona.
“Aiutami.”
“E cosa ottengo?”
“L’aver reso felice il tuo migliore amico.”
“Pessimo motivo.”
“Andiamo!”
“No, scordatelo. È solo uno stupido compleanno. Perché diavolo dovrebbe essere contento per aver raggiunto i 40? Capelli più bianchi, lentezza e…”
“Tu ne hai
“Sì, ma io sono l’immagine della bellezza! Lui è un comune essere umano!”
“Andiamo!”
“Non riesci a ricattarmi, eh?”
“Ti ho già tolto 3 mesi d’ambulatorio per aver accompagnato James.”
“Mi ci hai costretto!”
“Cos’altro vuoi da me? Aiutami. Te lo chiedo per favore.”
“Non sarò di certo l’unico amico di Wilson.”
“No, ma sei il suo compagno, lo conosci da 11 anni e…ti servono altre motivazioni?”
“Almeno 100, se vuoi convincermi ad appoggiare questa tua follia!”
“House! Ti prego! Fallo per Ja…”
“Fare cosa?”
In quel momento entrò
James nella stanza e Greg e
“Ecco…fare la chemio. Ha saltato anche oggi pomeriggio.”
House la fulminò con lo sguardo.
“Mente. Sai che sono un alunno diligente.”
Sorrise all’amico che non ricambiò.
“Cosa
c’è?”chiese
“Nulla. Ho solo deciso che sono stufo di combattere per convincerlo a guarire. M’arrendo.
Ti ho portato solo questo. Pensavo ti potesse interessare.”
Lanciò a Greg un fascicolo ed uscì, senza aggiungere una parola.
“Ehi!
Ehi,
James!
L’oncologo si fermò nel bel mezzo del corridoio, le mani nelle tasche del camice, lo sguardo puntato su di lui.
“Cosa ti prende?”esclamò Greg.
“Nulla. Semplicemente sono stanco di cercare di salvarti. Sei adulto e vaccinato. Sbrigatela da solo.”
E gli voltò le spalle, andandosene.
Greg ritornò in ufficio, confuso.
Cosa diavolo gli era preso?
“Ti ha mandato al diavolo, vero?”
“Indirettamente, ma era quello il messaggio.”
“Te lo meriti. Ha fatto bene.”
Greg tacque.
“E’ un’idiota.”
“Tu sei l’idiota, qui. Lui sta solo cercando d’aiutarti. Mettitelo bene in testa.”
Greg alzò gli occhi al cielo.
Ci mancava solo
“Allora? M’aiuti o meno? Così gli dimostri che non sei un’idiota completo. Dimostragli un po’ d’umanità.”
“Organizzando una festa? Bel modo!”
“Dimostrandogli che ci tieni a lui. Che lo am…”
“Non dirlo. Non è…”
“Vero?”
“No.”
“Perché ti ostini a non ammetterlo?”
“Affari miei. Comunque la risposta è sempre no. E neanche una notte di sesso infuocato con te mi farebbe cambiare idea.”
“Ha bisogno di una tua dimostrazione d’affetto.”
“So io di cosa ha bisogno…”
“Siete una coppia ora, è più…”
“Non siamo una coppia, Cuddy!”
“Cosa siete allora? Due amici che dividono il letto?”
“Sì, una cosa del genere.”
“Sai che posso essere molto fastidiosa, House. Aiutami ad organizzare questa maledetta festa e chiudi la bocca con Wilson.”
“Altrimenti?”
“Ti renderò una vita un inferno. Ci metterò tutte le mie forze.”
“E’ una minaccia?”
“Ti prego!”
“D’accordo. Ti aiuterò in questa stupida festa! Smettila d’angosciarmi!”