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Autore: Armand_    07/10/2015    1 recensioni
" Si decise a ingerire solo acqua per quella giornata e no, non si sarebbe dato pace finché non avesse ricordato cosa diavolo era successo la scorsa notte per ridurlo così."
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Con la vista ancora annebbiata Harry teneva i gomiti poggiati sulla ringhiera, lo sguardo perso nel tentativo di focalizzare la folla confusa sotto di lui. Quando si voltò, al suo fianco spiccava l’algido profilo di Malfoy. D’un tratto tutto sembrò farsi più nitido. Gli occhi grigi del biondo lo scrutavano adesso ed Harry aveva l’impressione che brillassero più intensamente ogni volta che incontravano i suoi. Che pensiero assurdo.  

Harry avrebbe voluto provare repulsione per quegli occhi, disprezzarli per come li ricordava, freddi e calcolatori. Il fatto che adesso vi scorgesse qualcosa di diverso lo agitava profondamente. Si chiese se il biondo avesse potuto intuire qualcosa. Non ne aveva idea. Ciò che sapeva con certezza era che c'ra molto di più dietro quello sguardo di quanto Draco non volesse dire.

Quando il biondo gli parlò nell’orecchio, Harry trasalì ma non riuscì a distinguere le parole pronunciate. Ebbe l'impressione che fossero solo caldi respiri contro il suo orecchio. Era come se tutto fosse ovattato intorno a lui ( o era nella sua testa?). Solo la sensazione di calore contro il suo orecchio e il brivido dei suoi capelli che lo solleticavano resero la presenza del biondo inequivocabile.

Quando si scostò, Harry era ancora confuso.

Stavolta fu lui ad avvicinarsi e a parlargli nell’orecchio con decisione, come se scandire ogni parola fosse assolutamente necessario. Allora, perché nessun suono usciva dalle sue labbra? Quando riportò gli occhi sul viso del biondo, lui gli rivolse un cenno di assenso. Harry sorrise inconsapevolmente quando una mano si alzò verso il suo viso, raddrizzandogli gli occhiali.

La bloccò.  

La trattenne per qualche secondo prima di lasciarla andare, la sorpresa brillò per qualche secondo negli occhi del biondo prima di scomparire. Fu colto totalmente alla sprovvista quando Draco lo afferrò per il collo della camicia un attimo dopo. Harry gli strinse saldamente i polsi mentre lo fissava dritto negli occhi. Un lampo d’eccitazione rimbalzò negli occhi di Draco e per un furioso attimo diverse emozioni lottarono dentro di lui, cercando di prendere il sopravvento. Harry se ne accorse ma continuò a tenere lo sguardo fisso nel suo. Per lui era come una sfida e non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro.

La presa di Harry si allentò solo quando le loro labbra si incontrarono in un bacio avido e frettoloso.Quando Harry gli lasciò andare i polsi, Draco lo tenne stretto a sé, senza interrompere il contatto. 

Harry spinse le mani a fondo nei suoi capelli mentre lo baciava con passione e lentamente lo spinse indietro, fino a che non furono in prossimità dei morbidi divani in pelle nera. Lo spinse delicatamente su uno di questi. La posizione dominante sembrò rendere Harry più audace, approfondì il bacio giocando ed accarezzando la lingua del biondo mentre una mano gli risaliva lentamente il pullover. 

Draco dovette richiamare a sé tutta la lucidità che gli era rimasta per ribaltare le posizioni. Rotolarono sulla moquette scura ed Harry a malapena avvertì il dolore del colpo dato allo spigolo del tavolino quando le labbra del biondo si spostarono avide sul suo collo. 

Era difficile discernere attraverso quel groviglio di emozioni: dolore, passione, piacere, rabbia, eccitazione. Sembravano tutte confondersi nella mente di Harry mentre passava nuovamente le dita fra i capelli setosi del biondo. La sensazione di quel corpo caldo sopra di lui era paradisiaca. Temette che l'erezione nei suoi pantaloni potesse scoppiare da un momento all'altro ma non fu distolto da quel pensiero quando sentì una mano accarrezzargli il fianco.


L’odore della pelle di Draco lo inebriava, era come una fragranza dolce e fresca che gli richiamava alla mente sensazioni piacevoli che da troppo tempo non provava. In quel momento sentì l’irrefrenabile desiderio di spingere le sue labbra in quel punto dove la linea morbida del collo incontrava la candida pelle della spalla. Voleva assaporarla, morderla, succhiarla.

Quando le mani calde del biondo presero a sondare la pelle al di sotto della camicia Harry si riappropriò delle sua labbra. Vi pose un bacio casto che parve quasi una carezza prima di scendere lentamente la linea del collo, desideroso di assaporarla. Depose baci rapidi e leggeri; stavolta era lui a prendere possesso del suo collo e quando inarcò la schiena, la sua lingua scivolò con desiderio nell’incavo della clavicola del biondo, il quale a fatica riuscì a trattenere un brivido.

Harry stava quasi per mordere quella pelle morbida, pregustandone la dolcezza. Era così desideroso di lasciare un segno su quel corpo, qualcosa che attestasse inequivocabilmente che era stato suo.. Quando un rumore molesto, un ticchettio ripetitivo e snervante gli impedì di proseguire nel suo intento. 

A nulla valsero gli sforzi in cui si adoperò per non scivolare via da quel dolce torpore. Quel picchiettare non accennava a diminuire e non ci volle molto prima che lo riportasse, con sua grande frustrazione, alla realtà.  

Quando spalancò gli occhi si trovò di fronte il soffitto. 

Tutto era svanito e sul più bello, pensò con profonda delusione.  
Rimpianse immediatamente quel pensiero quando fu abbastanza lucido da capire che il suo sogno riguardava ciò che era accaduto quella notte con Malfoy.
Passarono ancora alcuni dolorosi secondi prima che Harry riprendesse definitivamente contatto con la realtà e spostasse lo sguardo verso la finestra. Il rumore molesto proveniva da lì. Harry riconobbe subito il gufo del Ministero e senza esitazione  scaraventò il cuscino contro il vetro della finestra. Il gufo non sembrò intimidito da quel gesto, anzi continuò il suo picchiettare con estremo zelo.

Harry emise un lungo sospiro prima di dirigersi verso la finestra.

La spalancò con un gesto brusco e l’aria fredda e umida del mattino penetrò immediatamente.
Il gufo non perse tempo e gli consegnò due lettere prima di sparire. Harry scartò la prima di malavoglia.

Era da parte del Ministro che gli ricordava che all’evento di dopodomani Harry aveva l’ordine tassativo di presenziare. La sua assenza agli eventi pubblici ufficiali degli ultimi cinque mesi doveva iniziare a farsi sentire. La comunità magica doveva proprio sentire la sua mancanza. 

Fece una smorfia inorridita quando scartò un pomposo invito ufficiale alla serata dedicata alla “Promozione della Solidarietà e della Cooperazione fra Maghi.” Una postilla precisava che il Ministero “devolverà in beneficienza, alla cause ritenute di maggiore rilevanza, le donazioni che occorreranno nel corso della serata.”
Harry riuscì solo a leggere altre due righe prima di lanciare entrambe su una sedia, ignorandone il resto del contenuto. Sapeva che non potevano avergli accordato una settimana di permesso senza che ci fosse una dannata fregatura sotto. Tuttavia sperava che l’avrebbe scoperto una volta tornato in servizio e non prima.

Si passò una mano fra i capelli, scompigliandoli ancora di più mentre si dirigeva verso il bagno. Aprì il rubinetto della doccia con un gesto frustato. Non attese che divenisse calda e si sfilò i pochi indumenti che indossava prima di gettarsi sotto il getto d’acqua gelata. Si sforzò di liberare la mente da quei pensieri: Il Ministero, l’invito, quella notte con Malfoy.. Era troppo. Ed ora come ora non voleva pensare a nulla di tutto ciò. Il suo risveglio era stato già abbastanza duro. In tutti i sensi.



*

Quando scese in cucina per la colazione osservò la lettera di Malfoy che aveva lasciato sul ripiano la sera prima. Decise di rispondergli. Già se lo immaginava Malfoy con quel suo sorrisetto antipatico, ormai convinto di aver avuto l’ultima parola sulla questione. Scrisse poche righe e si sentì subito meglio. Scrivere risposte pungenti a Malfoy doveva essere terapeutico per il suo umore. La rilesse brevemente prima di affidarla al suo gufo:


Caro Malfoy,

non avrei mai potuto arrecarti un tale dolore. Sono certo che tu, per primo, saresti stato distrutto dalla mia prematura dipartita. Pertanto voglio rassicurarti circa le mie intenzioni. Sono certo che questo mondo ha ancora bisogno di me. E chissà che non ne abbia anche tu. 
                                                                                                       

                                                                                    Stammi bene, Harry


 


Poteva andare. La affidò al suo gufo senza ulteriori indugi.

 

 

 *   

 

 

Quando Draco ricevette la lettera era comodamente seduto nel suo studio. Inizialmente si stupì dello zelo del moro nel rispondere. Ci riflettè e si disse che era troppo orgoglioso per lasciargli l’ultima parola. Stavolta la lesse senza alcuna evidente reazione. Solo un sorrisetto divertito vagò sulle sue labbra quando lesse l’ultima frase della lettera. La mise da parte, indeciso se replicare o meno. Certo, se l’avesse ignorato il moro avrebbe certamente accusato il colpo. Forse non si darebbe dato pace, sentendosi un totale idiota.

D’altro canto, poteva privare Potter del suo sarcasmo? Sarebbe stato altrettanto crudele.

Diede uno sguardo al resto della posta: una lettera di Blaise e quello che gli sembrò, a giudicare dal pessimo gusto, un invito ufficiale del Ministero. Doveva trattarsi di qualche evento rivolto a raccogliere un po' di galeoni dato che lo avevano invitato. Evidentemente non disperavano che i Malfoy potessero ancora dimostrarsi generosi pur di vedere riabilitato il proprio nome. 

Ovviamente l’evento sarebbe stato presentato come serata di beneficienza e solidarietà strappalacrime. Draco assunse un’espressione disgustata mentre scorreva il contenuto della lettera. “Presenzieranno alla serata tutte le personalità di spicco appartenenti ad ogni Dipartimento...bla bla bla... i quali, il Ministero confida, saranno in prima linea nella promozione della solidarietà e delle pubbliche relazioni fra maghi. Assicuriamo il divertimento di tutti gli ospiti… Bla bla bla…. Al termine della serata verranno eletti il Padrino e la Madrina della serata”.

Sembrava proprio che il Ministero ci tenesse a questa serata se aveva assicurato la presenza di tutte le personalità di spicco. Il che poteva voler dire una cosa sola: Potter sarebbe stato lì con o contro la sua volontà. Beh, almeno qualcosa d’interessante ci sarebbe stato. Era certo.

Stava già riflettendo su cosa indossare quando convenne che ci voleva qualcosa di nuovo, che lasciasse tutti a bocca aperta magari. Qualcosa di elegante e sofisticato, che però non fosse ciò che da tradizione ci si aspetterebbe in un evento come questo.

Si disse che un Malfoy non sarebbe certo passato inosservato in mezzo a quella mandria di rincoglioniti del Ministero. Aveva già una vaga idea di dove dirigere le sue ricerche ma prima decise di rispondere a Potter. Si meritava una risposta. 

Scrisse alcune righe con la sua consueta calligrafia, misurata ed elegante:


Caro Potter,

sono quasi commosso. Credo che l’intero mondo magico possa tirare un sospiro di sollievo sapendo di poter ancora usufruire del tuo insaziabile altruismo Grifondoro. Personalmente, lascerò che tu accarezzi l’idea che io possa aver bisogno di te. Comprendo come tu possa adorarne il solo pensiero. 
                                                                                                                  D.M.

Ps: Temo che ci rivedremo all’evento del Ministero di sabato sera. Stammi bene, Potter!

  

Affidò la lettera al suo gufo e si diresse in camera sua. Era tempo di fare un po' di shopping per Londra, si disse. Avrebbe fatto pentire chiunque si fosse posto sulla sua strada, commessi babbani compresi. Come ogni altra attività, del resto, Draco prendeva lo shopping molto seriamente e non era il tipo che si accontentava, in nessun caso.

D'altra parte, ciò non escludeva che vi fosse una parte divertente, per così dire, nel fare shopping e quella era decisamente la sua preferita.

 

*



Quando la risposta lo raggiunse, Harry stava scorrendo il fascicolo di una caso che stavano seguendo e che certamente per via della sua assenza non doveva aver fatto grossi progressi. Lo mise da parte e si affrettò a leggere la riposta del biondo. Quando arrivò al post scriptum la sua mano si mosse per versare dell’altro caffè nella tazza. Malfoy gli annunciava che si sarebbero visti alla serata organizzata dal Ministero. Harry era sgomento.

Come faceva a sapere che lui avrebbe dovuto partecipare per forza? Era ovvio che non poteva saperlo. Lo aveva indovinato. E non aveva perso tempo nel farlo sapere ad Harry.

Certo era convinto che questo lo avrebbe messo ancora più in agitazione. Non bastava che il Ministero lo costringesse a partecipare a quella tortura contro la sua volontà?

Adesso ci si era messo anche Malfoy con il suo ci rivedremo presto.

Non ci volle molto prima che Harry si scuotesse da quei pensieri e si rendesse conto che il caffè che credeva di star versando nella tazza stava invece innaffiando il fascicolo del Ministero. Guardò il fascicolo zuppo con aria mesta prima di sussurrare un incantesimo e ripulire il tutto. Il solo pensiero di quello che lo aspettava dopodomani gli stringeva lo stomaco. Doveva preparare qualcosa da indossare per l’occasione perché tutti avrebbero avuto gli occhi puntati su di lui..

Ci voleva qualcosa di adeguato ma niente di troppo audace. Non voleva ulteriori occhiate inopportune. E poi conoscendo Malfoy, si sarebbe presentato in pompa magna con la veste più sfarzosa mai partorita dal suo armadio. Già si immaginava il suo ingresso da star..

 


*

 

Quella sera Harry mise a soqquadro il suo armadio.

Vi trovò delle interessanti reliquie di Hogwarts.

Tantissimi abiti dismessi, decisamente anteriori alla moda del ventunesimo secolo… Non che se ne intendesse, di moda, ma era lampante anche per uno come lui. Non aveva mai fatto un raid così spietato nel suo armadio e si sentì ancora più a terra quando si rese conto che gli restavano solo i completi che utilizzava a lavoro e pochi altri capi che aveva catalogato come passabili.

Avrebbe preferito qualsiasi altra attività allo shopping. Sopratutto di vestiti. Ormai non si faceva vedere a Diagon Alley da anni pur di evitare che la gente lo placcasse ad ogni angolo o negozio…

L’unica alternativa era rassegnarsi ad una sessione di shopping nei negozi babbani di Londra.. Con un po' di fortuna sarebbe riuscito a sfuggire ai commessi più impiccioni.. Per non parlare di quelli che gli stavano col fiato sul collo. Per quelli avrebbe dovuto coniare una maledizione ad hoc.
   
 
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