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Autore: treefood    15/02/2009    1 recensioni
"C'è stato un lugubre equivoco" Ripeto, mentre gli occhi dolgono mangiati dai vermi.
Genere: Triste, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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equivoco "C'è stato un macabro equivoco"

Mormoro, mentre i polmoni bruciano, colmi dei fuochi fatui che m'avvolgono.

"C'è stato un lugubre equivoco"

Ripeto,  mentre gli occhi dolgono mangiati dai vermi.

"Io non dovrei essere qui"

Mormoro sicura ad un corvo.
Mi sta beccando una mano, lacerando la pelle e ingoiando filamenti di muscoli.
I suoi occhi neri si intrecciano col mio sguardo ed una goccia di sangue cade dal suo becco, sporcandogli le piume color dell'inchiostro.
Sbatte le palpebre e torna sul suo banchetto.

Sospiro.

Il mio freddo respiro mi gela le labbra, spezzate e secche.

Sospiro.

Un urlo silente che mi dilania i timpani.

"Le ripeto che qui deve esserci stata una svista. Mi presti ascolto, per carità"

Insisto, rivolgendomi ad una figura che scava la terra umida e lucida una marmorea lapide.
Nessuna carità.
Solo un corvo in omaggio, ghiotto di carcasse.

"Nessuna svista, Mia Signora."

Sussurra la figura nera, Becchino d'un cimitero sconosciuto.

"Ma ciò è parecchio sconveniente, Mia Signora. Parecchio sconveniente. Mi è proibito parlar coi morti. Stia in silenzio così come ogni cadavere fa, Mia Signora"

Un verme mi sta scavando la guancia, inopportuno direi.

"Tutti voi siete inopportuni. Siete burattini d'uno spettacolo che non vi riguarda."

Esclamo con tono infastidito spaventando il volatile di pece.

"Pretendo di vedere il Burattinaio. Tutto ciò è estremamente inopportuno"

E' una vergogna. Uno scandalo.
Il becchino mi getta con malagrazia nel buco umido che ha scavato.
Sento il rumore delle mie ossa che cozzano l' una contro l'altra e la pelle marcia che scivola su di esse.

"Addio, Mia Signora. Dicono che l'Amore può essere freddo quanto una tomba"

Uggiola il Becchino, gettando un crisantemo appassito su di me.
Sento sassi e terra che crollano, mentre il Becchino s'allontana, franano zolle di terreno e le radici mi abbracciano in una stretta immortale, seppellendo le spoglie di ciò che ero.
  
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