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Autore: violaserena    08/10/2015    0 recensioni
Seguito de “La Rivincita dei Lupi”.
Dopo due anni di pace e prosperità, dal Continente Orientale arriva una nuova minaccia.
Un uomo ha riunito un imponente esercito e intende marciare a occidente per vendicare la sua regina e conquistare i Sette Regni.
Una nuova guerra si profila all’orizzonte.
Riusciranno gli Stark e le altre famiglie a vincere e a ristabilire l’armonia? O soccomberanno di fronte a questo nuovo nemico?
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Jon Snow, Tyrion Lannister, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
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VICTARION

 

Tradimento.
Una sola e unica parola.
Tradimento.
Coloro i quali avevano osato tanto, sarebbero stati puniti con la morte.
Questo pensava Victarion mentre ascoltava il re del Nord.
Euron e Aeron erano furiosi tanto quanto lui.
La Sala Grande era stata spogliata di tutti gli addobbi per la festa di fidanzamento, la quale era stata rimandata a data da destinarsi.
Tutti i re e i consiglieri dei Sette Regni erano stati convocati lì per discutere di una spiacevole situazione: secondo le notizie riportate, una nave degli uomini di ferro aveva affondato la nave dei guardiani della notte uccidendo tutto l’equipaggio.
Così almeno narrava l’unico sopravvissuto, il quale – neanche a dirlo – non era presente.
Erano menzogne. Sporche menzogne.
«Non siamo stati noi!» gridò adirato Occhio di Corvo.
«Altezza» disse in modo più pacato Victarion a Bran «se fossimo stati noi, non avremmo avuto problemi a rivendicare tale azione. Noi non agiamo nell’ombra e soprattutto non attacchiamo senza uno scopo. E quale avrebbe dovuto essere il nostro scopo affondando una nave dei guardiani della notte?».
«Magari rapire il fratello del re per poi ricattarlo?» suggerì Arianne Martell.
«Questo è un piano da dorniani, non da uomini di ferro».
«Che cosa stai insinuando?».
«Niente, mia signora».
«La verità giace nelle nostre ossa, perché la carne imputridisce mentre le ossa permangono» sentenziò Capelli Bagnati.
I presenti lo guardarono.
«Aeron ha ragione» concordò Gendry.
«Quindi dobbiamo spolparci tutti?» ironizzò Jon Umber.
«No. Semplicemente siamo portati a credere a ciò che vediamo, senza interrogarci se sia corretto o meno».
«Che intendi dire?» domandò Arianne confusa.
«Intende dire che è stato qualcun altro ad affondare la nave di mio fratello. Qualcuno che vuole dividerci, qualcuno che vuole spezzare la nostra alleanza» rispose Bran.
«Qualcuno che vuole indurci a combattere l’uno contro l’altro» concluse Arya.
«Chi potrebbe volere una cosa simile?» domandò lady Catelyn.
«Uno stolto» mormorò cupo Stannis.
«Qualcuno che vuole infangare gli uomini di ferro» grugnì Euron.
«Qualcuno che vuole il Trono di Spade» affermò seria Arya.
Cadde il silenzio nella stanza.
Chi poteva essere così sciocco da rischiare tanto?
Chi poteva essere disposto a causare un’altra guerra?
Nient’altro che un folle.
Ma chi era questo folle?
Victarion lo avrebbe scoperto. Nessuno poteva infangare il buon nome degli uomini di ferro e sperare di rimanere impunito.
«Propongo un sopralluogo a Punta del Drago Marino per esaminare i resti della nave e interrogare il presunto sopravvissuto» disse.
«Si, è una buona idea» concordò suo fratello Euron.
«Molto bene. Allora verrà organizzata subito una spedizione. Non dubito che Galbart Glover possa mettere a vostra disposizione Deepwood Motte in caso di necessità» affermò Bran.
Detto ciò lo fece andare a chiamare e l’uomo si dimostrò disponibile così come aveva pronosticato.
«Ora non ci resta che decidere chi farà parte di questa spedizione» osservò lady Catelyn.
«Io, mia signora, mi propongo» sorrise Victarion.
«Anche io» si fece avanti Davos Seaworth.
«Vorrei andare anch’io» disse Brynden Tully.
«Così sia. Voi tre sarete i comandati di questa spedizione. Siete tutti d’accordo?» domandò il re del Nord.
I presenti annuirono.
«Scegliete gli uomini migliori da portare con voi e partite immediatamente».
«Suggerirei di portare con voi lord Trebor Jordayne» asserì Arianne.
«In rappresentanza di Dorne?» commentò sarcastico Occhio di Corvo.
«E anche se fosse, quale sarebbe il problema?».
«Niente discussioni» tagliò corto Stannis. «Abbiamo un’altra faccenda di cui occuparci».
«È vero. Mio fratello è sparito. Non abbiamo più sue notizie da un po’ di tempo» asserì Jaime.
«Si sarà perso in qualche bordello».
«Potrebbe essere, lord Bracken. Tuttavia è piuttosto raro che Tyrion non trovi un’uscita».
«Purtroppo nemmeno Izembaro ha informazioni precise. L’ultima volta che è stato visto era a Tyrosh» disse Gendry.
«Partiremo da lì, allora. Penso che la corte potrà fare a meno per qualche tempo del Maestro del Conio, dico bene?» affermò il Primo Cavaliere del Re.
«Certamente. Partirò immediatamente per il Continente Orientale» fece un inchino Tycho Nestoris.
«Se le vostre altezze me lo permettono, gradirei andare anch’io. Ho degli amici a Tyrosh che forse possono darci qualche informazione utile» mormorò Aeron.
«Permesso accordato» acconsentirono i sovrani all’unanimità.
«Aegon dovrebbe trovarsi lì, magari lui sa qualcosa» notò Arya.
«Certo, sempre che non sia stato lui a organizzare tutto questo» suggerì malevolo Stannis.
«No, non credo. Ha rinunciato al Trono di Spade. Non ha nessun motivo per farci guerra».
«Di motivazioni se ne possono sempre trovare».
Terminata la discussione, furono effettuati tutti i preparativi necessari.
Per organizzare tutto ci volle più del previsto e gli uomini poterono partire solo il giorno successivo.
Victarion si chiese come mai nessuno degli Stark si era proposto di venire con lui. In fondo, sulla nave c’era loro fratello. Dovevano avere in mente qualcos’altro. Questa era l’unica spiegazione.
Cavalcarono tutto il giorno, fermandosi di tanto in tanto per rifocillarsi e far riposare i cavalli.
Giunta la notte decisero di non proseguire: avrebbero ripreso il cammino alle prime luci dell’alba.
«Mi chiedo se questo periodo di pace stia per finire» disse Meera Reed a nessuno in particolare.
La giovane era seduta davanti al fuoco ed era intenta ad affilare la sua lancia.
Era stato Brynden Tully a volerla nella spedizione.
In fondo non aveva tutti i torti: i crannogmen avevano una certa dimestichezza con gli acquitrini e le paludi.
«Dolce è la pace, ma in quali termini? A che serve trasformare le spade in aratri se poi si è costretti a trasformarle di nuovo in spade?» osservò il Pesce Nero.
«Non deve per forza andare così» affermò serio ser Davos.
«Lo spero, ma temo che sia molto difficile».
«Lo scopriremo presto» concluse Victarion.
Il giorno seguente, come previsto, si alzarono di buon’ora e cavalcarono fino a Deepwood Motte dove si fermarono per riposare.
Ripreso il cammino, non senza qualche difficoltà, raggiunsero Punta del Drago Marino.
Osservarono colpiti le rovine delle antiche fortezze dei Primi Uomini e gli alberi-diga lasciati dai Figli della Foresta.
Il messaggero li condusse sulla spiaggia dove si trovavano i resti della nave dei guardiani della notte.
Victarion e Davos esaminarono con attenzione ogni resto.
«È stata speronata più volte» notò cupo Davos.
«La nave che li ha attaccati doveva essere molto grande e robusta a giudicare da questi segni» proseguì Victarion.
«Guardate qui!» li chiamò Meera.
C’era un elmo a forma di uccello in argento.
«Questo sicuramente non appartiene ai guardiani della notte» si rabbuiò ser Brynden.
Il Maestro delle Navi di Gendry e il Lord Comandante della Flotta di Ferro si guardarono.
«Tyrosh!» esclamò quest’ultimo.
Davos annuì e poi spiegò ai presenti che i tyroshi erano famosi per la fabbricazione di meravigliosi elmi a forma di animali e di uccelli con metalli preziosi.
«Questo significa che sono stati loro ad attaccare Jon e gli altri!» affermò sorpreso il Pesce Nero.
«È molto probabile, però non ne capisco il motivo».
Qualcuno urlò.
Gli uomini si girarono di scatto.
Meera stava puntando la sua lancia contro un ragazzo tarchiato tutto vestito di nero.
«È lui! È lui l’unico sopravvissuto!» lo indicò il messaggero.
Indubbiamente indossava i tipici abiti da guardiano della notte, ma c’era qualcosa che non tornava.
«Vi prego, non fatemi del male» piagnucolò.
«Vedremo e ora parla. Dicci tutto quello che sai» gli intimò la giovane Reed.
Il ragazzo raccontò esattamente quello che aveva raccontato al messaggero.
«Sei un bugiardo! Gli uomini di ferro non farebbero mai una cosa simile!» gridò arrabbiato Victarion.
Brynden cercò di trattenerlo per impedirgli di malmenare il testimone.
Si levò un leggero venticello che portò via le nubi.
Il sole con i suoi raggi illuminò la spiaggia e i volti di coloro che si trovavano in quel luogo.
Davos si allontanò verso la riva. Riempì una fiaschetta con l’acqua di mare e poi, tornato dagli altri, la gettò in testa al guardiano della notte.
Quest’ultimo imprecò e cercò di fuggire, ma il Pesce Nero e Victarion lo fermarono prontamente.
Piano piano i suoi capelli da castani divennero verdi.
Meera gli avvicinò la lancia alla gola.
«Non è un guardiano della notte, è un tyroshi!» esclamò Trebor Jordayne che fino a quel momento era rimasto in silenzio.
Gli abitanti di Tyrosh solevano tingersi barba e capelli di colori improbabili.
«Pagherai per aver infangato il nome degli uomini di ferro» ruggì Greyjoy.
«Calmati, dobbiamo prima strappargli dalla bocca più informazioni possibili» lo ammonì Brynden che subito domandò al giovane: «Perché? Perché i tyroshi hanno attaccato i guardiani della notte? Che fine hanno fatto questi ultimi? Che fine ha fatto mio nipote?».
«Posso solo dirvi che sono tutti morti. Da me non saprete nient’altro! Per l’Ordine!».
Detto questo il ragazzo dai capelli verdi estrasse un pugnale e si tagliò la gola.
«No!» gridarono i presenti.
«Maledizione!» sputò Victarion.
«Se non altro abbiamo una traccia» mormorò Davos.
«E la conferma che Jon è morto» chinò la testa Brynden.
«Non è detto. Potrebbe averci mentito» disse mettendogli una mano sulla spalla per confortarlo.
Il cavaliere lo guardò stancamente, ma poi annuì.
«Dobbiamo informare i sovrani e soprattutto Aeron» concluse Victarion. «Non sono per niente tranquillo. Tyrosh potrebbe rivelarsi una trappola mortale».
«Forse la scomparsa di Tyrion potrebbe aver a che fare con tutto questo e la presenza di Aegon lì potrebbe non essere un caso» notò Trebor.
«Lo scopriremo, ma ora torniamo a Grande Inverno».
Mentre gli uomini si allontanavano in groppa ai loro cavalli, un corvo si avvicinò al corpo esanime del finto guardiano della notte.
Un uomo deve saper guardare prima di sperare di vedere.
Gracchiò e poi col becco strappò via un lembo della maglia del giovane.
Un’ascia era tatuata sul suo petto.

 




Angolo Autrice.
Ciao a tutti! :)
In questo capitolo gli uomini di ferro giurano di non essere i responsabili dell’attacco contro i guardiani della notte e le loro parole sembrano veritiere.
Qualcuno ha voluto ingannarli tutti. I veri responsabili sono i tyroshi come conferma l’elmo ritrovato in spiaggia.
Però, perché Tyrosh dovrebbe attaccare i Sette Regni? Se ha veramente questa intenzione, che cosa è successo a Tyrion? Aeron è quindi in pericolo come pensa sua fratello? Aegon è invischiato in tutto ciò?
Il finto guardiano della notte conferma il fatto che non ci siano sopravvissuti: Jon è quindi morto?
Infine un corvo scopre un particolare che Victarion e gli altri non hanno notato: che cosa significa?
Lo scoprirete nei prossimi capitoli!
Alla prossima! :)
Saluti,
Violaserena.

 

  
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