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Autore: Delfi_SirioStars    09/10/2015    1 recensioni
Ho cercato di creare nella mia immaginazione un possibile primo incontro tra il ladro e la regina
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
“Ed eccomi col quinto capitolo! Scusate, scusate, scusate per il ritardo
Non è da me, ma comunque, leggete leggete, scoperta
Choc!, Spero lo gradiate!”
 
 
 
Tornata al castello, ormai quasi all’alba, la regina, stanchissima e infreddolita, entrò nella sua camera e si sdraiò sul letto. Aveva le occhiaie ed era bianca come la neve, cosa che le ricordava fastidiosamente qualcuno. Sì, quella mocciosa viziata a cui non aveva pensato per un pò e di cui si era quasi dimenticata.
Ripensava dolorosamente a ciò che era successo, e cercava in tutti i modi di capire chi fosse il ladro del suo cuore, preoccupandosi di ciò che sarebbe potuto succedere. Ripensava a Roland e alle ultime parole di Robin “Non ci rivedrai più!”. Significava non vedere più neanche il piccolo Roland, e questo la uccideva.
Cercava di dormire ma in vano, sentiva la testa pesante, e le bruciavano gl’occhi a causa dell’insonnia. Non mangiava e non usciva, stava tutto il giorno sul letto a girarsi e rigirarsi. Pensare e pensare e pensare. Non faceva altro. Stava sinceramente riconsiderando il fatto di chiudersi in una stanza buia. Nessuno veniva a risollevarle il morale. Non c’era nessuno per lei. Nessuno. Anche questa volta si sarebbe dovuta rialzare da sola. Con un po’ di fatica ce la faceva.
“Robin” pensò istintivamente e senza rendersene conto la mora. “Ma che sto dicendo?” si disse aggrottando la fronte. Ma subito dopo pensò che in effetti era stato solo lui una volta, a cercare di risollevarle il morale. E di nuovo inconsapevolmente ripensò all’abbraccio datole dal biondo dagl’occhi infiniti come l’oceano. Un abbraccio che non si poteva dimenticare. Un abbraccio che l’aveva fatta stare bene, ed era quasi riuscito a strapparle un sorriso, nonostante il cuore assente. Voleva tanto risentire il calore delle sue braccia avvolgerla e farla sentire al sicuro. Avrebbe indubbiamente funzionato e avrebbe scacciato tutti quei maledetti pensieri dalla mente della donna. Le mancava. Odiava ammetterlo ma era così. Cazzo se era così.
Ripensò alla sua vita, rivide il suo grande amore morire, sua madre ucciderlo. Odiava quella donna. Pensava di aver fatto il meglio per la figlia, ma invece le aveva solo donato una vita schifosa, fatta di vendette, odio, spargimenti di sangue e lacrime. Quelle cazzo di lacrime che la facevano sentire stupidamente debole. Pensando a sua madre le venne il dubbio che poteva essere stata lei a prenderle il cuore, mandando qualche guardia o semplicemente cambiando forma. Quel pensiero la fece scattare giù dal letto.
-Finalmente ci rincontreremo madre- disse col sorriso maligno e dirigendosi verso lo specchio per poi guardarsi. –Ma di certo non posso farmi vedere così, mi prenderebbe in giro, vecchia megera- aggiunse girando su se stessa esaminandosi per poi far finire la frase con un insulto alla madre. Corse in bagno a farsi una doccia (ma stavolta ci mise di meno). Appena uscita si vestì col suo solito abito col mantello nero che sfiorava il terreno, quei pantaloni aderenti neri che mostravano la forma delle sue gambe e quel busto blu scuro da cui partiva la mantella. Si fece sistemare i capelli e finalmente era pronta ad uscire. Salì sulla carrozza e ordinò di essere portata nel villaggio più vicino al posto in cui aveva sepolto il cuore. Voleva interrogare gli abitanti, quel ladro di cuori si era sicuramente nascosto in qualche paesino per trascorrere la notte. –No, aspetta, li ho uccisi… accidenti a me! Non potevo aspettare qualche giorno!?- esclamò la donna tra se e se dandosi un colpetto sulla testa. Subito dopo ordinò di andare in un altro villaggio, che fosse vicino a quello sterminato. Il cocchiere eseguì l’ordine e finalmente arrivarono a destinazione.
-Allora, miei sudditi, dovrete aiutarmi a trovare una persona!- esclamò la regina dopo aver fatto radunare la plebe. –Stavolta non si tratta di Biancaneve!- avvertì la donna. –Si tratta di un uomo! Un ladro che mi ha rubato qualcosa di molto prezioso!- continuò la mora guardando nel vuoto. –Avete notato qualcuno di sospetto ultimamente?- chiese alla gentaglia. Ci fu un attimo di silenzio, ma poi finalmente qualcuno si fece avanti dicendo –I-io ho visto u-un uomo, ieri a-alla taverna- disse una ragazza, dai capelli neri come la notte più oscura, tremante. –Continua- ordinò la regina calma. –E-era coperto da u-un mantello n-nero, e-e se ne stava in disparte- aggiunse la giovane impaurita. – E tu come fai a sapere che è l’uomo che cerco?- domandò la mora alzando la testa. –B-beh, io lavoro a-alla taverna e-e c-conosco quasi tutti qui, e-e nessuno i-in questo paesino g-gira misteriosamente c-come quell’uomo- concluse la ragazza. –Bene, e sai dirmi dov’è andato?- curiosò Regina in cerca di un “sì”. Ed è quello che ebbe. –Si, mi ha detto c-che si sarebbe diretto n-nella foresta oscura per r-raggiungere u-una certa Regina Cora- aggiunse la giovane soddisfando la regina. –Perfetto, ragazza, ti sei meritata una ricompensa- concluse la mora girando i tacchi e facendo cenno alle guardie dietro di dare la ricompensa in oro alla ragazza che fece in tempo a ringraziarla. Quella donna si sentiva stranamente felice in quel momento. Lo dimostrava il fatto che non aveva ucciso nessuno e che invitò la ragazza a venire con sé affinchè l’aiutasse a trovare l’uomo in questione. Salirono entrambe nella carrozza e cominciarono a dirigersi all’entrata della foresta oscura, creata dalla stessa Regina per tenere lontana sua madre. Ci furono ore di silenzio finchè la ragazza, con un po’ di timore lo interruppe facendo una domanda –M-ma… non avrà bisogno di armi o protezioni per attraversare la foresta oscura sua maestà? S-si dice sia molto pericolosa-
-La magia è molto più potente di qualsiasi arma o protezione ragazzina- rispose sgarbata la mora. –M-mi scusi- disse la ragazza abbassando la testa. –Tu mi servirai soltanto per riconoscere l’uomo che cerco, poi potrai tornartene a casa- spiegò Regina severa. –C-certo sua maestà, n-ne sono onorata- mentì la giovane inesperta. La regina in risposta sospirò, ma poi fece una domanda che alla ragazza dai capelli neri parve strana. –Cosa pensano di me nel tuo villaggio?-
La ragazza si voltò di scatto ma poi abbassò subito lo sguardo impaurita. –Allora?- insistette la mora cercando di evitare lo sguardo della giovane. –Beh… i-io non lo so…- esitò la ragazza.
-Non sai mentire- intuì Regina cercano di essere il più calma possibile. –M-ma io non so… - continuò la giovane. –Se non ti va di dirmelo non fa niente- concluse la donna un po’ delusa e sbalordendo la ragazza che la guardò per qualche minuto con la bocca mezza aperta. Tutto si sarebbe aspettata da quella donna tranne che il rassegnamento da parte sua, era suo solito gridare ai quattro venti minacce del tipo “Pagherai con la vita per il tuo affronto!” oppure “ti strapperò il cuore con le mie stesse mani se non mi rispondi sfacciata!”.
Era tutto molto stano. Che la regina cercasse di cambiare?
-S-si dice che voi… siate crudele e-e che non vi meritate n-neanche di vivere, c-che abbiate ucciso donne e bambini e-e che per questo vi ucciderebbero con le loro mani, m-ma… - si interruppe la giovane. –Ma?- chiese la mora. –M-ma voi avete la magia dalla vostra parte, e-e che loro contro essa non possono nulla- concluse. La regina sospirò tristemente. –Come ti chiami ragazza?-
-Adelaide- rispose la giovane con un vago sorriso.
 
 
“spazio autrice”
“stavo scherzando riguardo alla scoperta choc, scusate di nuovo ma credevo che non avreste letto più visto il mio ritardo. Spero sinceramente che l’abbiate gradito! Che cosa succederà secondo voi? E’ stata Cora a rubare il cuore a Regina? Beh, si scoprirà presto =) fatemi sapere cosa secondo voi dovrei migliorare!! A presto! E spero con tutto il cuore di non ritardare più così tanto nello scrivere un capitolo! =)”
   
 
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