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Autore: mrsSalvatore    09/10/2015    2 recensioni
Alison ha appena otto anni quando incontra Luke Hemmings, un ragazzino di un anno più grande di lei, antipatico e pieno di sé, con cui proprio non riesce ad andare d'accordo; e sebbene i due trascorrano di lì in avanti quasi tutte le giornate insieme, entrambi continueranno ad insistere sul fatto che non sono assolutamente, per niente, mai e poi mai nella vita, amici.
Ma se Alison, bambina viziata e strafottente, è sicura di questo, come mai per lei Luke e una semplice altalena in legno diventeranno le fondamenta della sua infanzia?
“La verità è che il mondo sarebbe migliore se tutti quanti almeno una volta al giorno andassero su un’altalena. Di sicuro sorriderebbero un po’ di più.”
Storia pubblicata anche su Wattpad
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La domenica Luke si alza presto. Indossa la sua camicia migliore, prende la macchina, e va da Alison. Appena arriva è costretto a prendere dei respiri profondi: non immaginava che rivedere la casa in cui è cresciuto da bambino gli avrebbe fatto questo effetto. Si avvicina al portone: tutto è rimasto come una volta. Gli sembra quasi che se ora si guardasse le mani, sarebbero ancora quelle di un bambino. Spinge il portone, e con un sorriso constata che è ancora rotto. Sale i primi scalini, e suona alla porta di casa di Alison. Non risponde nessuno, e Luke rimane spaesato. E’ domenica, dovrebbero essere tutti a casa. Forse è l’istinto, quello che lo prende, ma prima che se ne renda conto si avvicina al parco giochi, quello di sempre. L’aria è pesante, l’erba si muove pigra e tutto sembra più lento. Si ferma all’improvviso, perché lei è lì. Sembra che non se ne sia mai andata. Sembra solo che il tempo l’abbia consumata, che le abbia cucito addosso quel suo nuovo corpo, senza che lei si sia mai spostata da quella vecchia altalena. Anche Alison si muove lenta, come tutto il paesaggio che le fa da contorno. I suoi lunghi capelli biondi ondeggiano con lei. Una volta li portava sempre legati, mentre ora non hanno nemmeno un fiocco o una molletta. Sono solo liberi, lunghi e dello stesso colore del grano. Non si accorge di lui, continua a spingere un po’ i piedi sul terreno, muovendosi di poco. Tiene il viso basso, e gli occhi socchiusi. Luke si riscuote e decide di avvicinarsi a lei. Passo dopo passo le arriva accanto, e lei alza gli occhi. Sono gonfi e rossi, probabilmente ha pianto tutta la notte. Lo guarda per quelle che sembrano ore, e quando distoglie lo sguardo Luke si sente stranamente vuoto. Lei ancora non dice niente, e il ragazzo si perde a guardarla. Potrebbe chiudere gli occhi e riaprirli un secondo più tardi, ed è sicuro che si ritroverebbe davanti una ragazzina con un cappotto celeste, che mangia caramelle mou o che insegue il suo gatto.
-L’ho rotta io.- mormora ad un tratto Luke, ed Alison alza la testa sorpresa. Non si aspettava che lui parlasse, ed ora non capisce a cosa si riferisce.
-L’altalena.- puntualizza il biondo –L’ho rotta io. Dieci anni fa, prima di andarmene. Ero arrabbiato e le ho dato un calcio.- spiega come se la sua confessione potesse privarlo del suo peccato.
La ragazza guarda il sedile a fianco a lei, con le assi spezzate a metà. Quando se ne era accorta, aveva creduto fosse stato qualche ragazzo più grande, o che il legno fosse semplicemente troppo vecchio.
-Ah.- risponde annuendo, prima di lasciarsi sfuggire uno strano verso. Luke si gira a guardarla e rimane spaesato quando si rende conto di cosa sta facendo. Ride. Ride come se fosse la cosa più divertente al mondo.
-Mi dispiace.- dice tra le risa –Non so perché lo sto facendo.- Luke apre la bocca sorpreso e non può fare a meno che imitarla. La bionda si passa una mano sul viso scostandosi i capelli dietro alle orecchie.
-L’ho capito alla fine, sai?- dice quando riesce a smettere di ridere. Luke non dice niente, aspetta in silenzio che lei continui a parlare. –Ho capito cosa voleva da me quell’uomo, e anche quando l’ho capito, non l’ho detto a nessuno ugualmente.-
Luke si siede a terra, poggiando la schiena al palo dell’altalena. –Non so perché quella volta ti dissi di non dirlo a nessuno. Probabilmente avresti dovuto. Poteva tornare da un momento all’altro.-
-Lo so.- Alison gli sorride amaramente –Ma ho avuto fortuna, e non l’ho mai più visto.- I due ragazzi rimangono zitti per un po’, mentre il vento parla per loro, ululando e soffiando forte sulle erbacce per terra.
-E così domani riparti.- mormora lei ad un tratto. I suoi occhi sono ancora socchiusi, e le sue lunga ciglia chiare formano strano ombre sugli zigomi pallidi. Il suo viso è poggiato alla mano che afferra la corda dell’altalena, ed ha un’espressione così dolce che Luke sorride involontariamente, e vorrebbe che il tempo si fermasse per poter vivere così per sempre.
-Mi hanno chiamato dalla UPenn. Non mi hanno preso.- risponde Luke amaramente, ma lei non dice niente. Gli costa ammetterlo, ma quando quella mattina sua madre l’ha avvertito della lettera arrivata, si è sentito sollevato. Ha sempre pensato di dover programmare la sua vita, ma una volta saputo che non era stato ammesso, ha guardato davanti a sé e ha visto il vuoto. E questo, invece che spaventarlo, gli ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Potrebbe provare ad entrare in qualche altra università, sa già che lo prenderebbero, ma per ora vuole lasciare che la sua vita scorra giorno per giorno, senza un filo conduttore.
Per altro tempo ancora, nessuno proferisce più parola. Alison tiene gli occhi chiusi e si dondola dolcemente, mentre Luke guarda dritto davanti a sé un punto indefinito. Di nuovo si ritrova a pensare a quanto tutto attorno sia rimasto uguale. Gli alberi sono sempre gli stessi, solo un po’ più vecchi. Le strade sono ancora quelle di campagna, ricoperte di ghiaia e arbusti. Deglutisce piano, cercando di mandare giù quel groppo di malinconia che gli è rimasto incastrato tra i polmoni, nel cuore, nella mente, e in tutte le pieghe della sua vita. L’unico rumore che sente è il fruscio degli alberi, e il canto dei grilli e dei corvi, ma mentre una volta questi rumori lo infastidivano, adesso non fanno che farlo stare peggio.
Alison apre piano gli occhi, e si scosta un ciuffo di capelli biondi che le è finito davanti al viso a causa del vento. Lo guarda di soppiatto senza aprire bocca: non le sembra tipo da college, forse il fatto che non sia stato ammesso fa tutto parte di un piano superiore.
Luke riprende la parola –Non ti chiederò chi è che ti ha fatto piangere, sappi solo che se Ashton ti ha fatto qualcosa, lo prendo a calci in culo.- dice sicuro, mentre alla bionda sfugge un sorriso.
-Sai L,- replica lei, tirando fuori quel nomignolo che non era mai stata autorizzata ad usare –non te lo dirò, ma mi sei mancato.-
Luke alza il volto e cerca di incontrare i suoi occhi, ma lei si è data una spinta con i piedi ed ha iniziato a dondolarsi in alto, mentre la sua risata echeggia nel vento.


 
Angolo autrice:

Ciao a tutti!
Perdonate il ritardo, ma non mi ero accorta di che ora fosse! Non ho niente da aggiungere, quindi come al solito spero che vi sia piaciuto e mi farebbe davvero felice se mi lasciaste un commentino giusto per farmi sapere cosa ne pensate!
Un bacio in fronte,

-Sve

 
  
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