I Casalinghi Di Choan
Mattina ore 6:15.
Sanzo: -Come hai detto, scusa?-
Facciamo le 6:30.
Gojyo: -No no, non ci siamo.-
6:45?
Goku: -Cala, cala…-
Erano le 7:00 di mattina e i nostri casalinghi preferiti si svegliarono e si
diressero a fare colazione. Completamente nudi.
Sanzo: -Non so perché, ma ho paura che ci aspetti un capitolo davvero duro.-
Gojyo: -Ti prego Sanzo, non usare certe parole.-
Sanzo: -Certo che il capitolo precedente ti ha traumatizzato notevolmente.-
Gojyo: -Sarà, ma vederti nudo di prima mattina mi crea qualche problema.-
Sanzo: -Ma neanche per sogno mi farei vedere nudo da te!-
Gojyo: -Ma da Hazel sì!-
Sanzo: -Guarda che ti ammazzo!-
Purtroppo, da come abbiamo constatato, i nostri beniamini soffrivano il freddo
di gennaio e dunque si diressero a fare colazione già vestiti, lavati,
profumati e impomatati. Si sedettero al tavolo, l’uno davanti all’altro con la
vista annebbiata dal sonno e la mente offuscata dal riposo. A quanto pare poco
ristoratore.
Sanzo: -Hakkai, il mio caffè.-
Goku: -Hakkai, la mia merenda.-
Gojyo: -Hakkai, la mia colazione.-
Tesero le mani in attesa che le loro richieste fossero esaudite. Passarono
ventitre minuti in quella posizione a fissare l’ignoto e i prodotti di scarto
dei loro condotti lacrimali. Li destarono la collisione improvvisa della fronte
di Goku contro il tavolo per un colpo di sonno. E dunque…
…si accorsero che Hakkai non c’era.
Goku: -Oddio, è scappato!-
Sanzo: -Non dire sciocchezze. L’avranno chiamato d’urgenza dall’ospedale.-
Goku: -Chi mi preparerà il pranzo?-
Gojyo: -Non pensi che avrebbe lasciato un messaggio scritto se fosse andato in
ospedale?-
Goku: -Chi mi aiuterà nei compiti?-
Sanzo: -Forse era stanco di vivere con te, Gojyo. Lo sanno tutti che spegni le
sigarette nelle lattine di birra nonostante ti dica che non sono dei
posacenere.-
Goku: -Chi mi impedirà di mangiare cibo scaduto?-
Gojyo: -Senti chi parla! Intanto mi ha detto che continui a lasciare la
tavoletta del water alzata.-
Goku: -Chi mi rimboccherà le coperte?-
Sanzo: -Adesso smettetela tutt’e due! Goku, non è morto!- Smettila, mica è
tua madre!
Goku: -Hakkai è morto?!-
Il panico e la lite si facevano largo tra i ragazzi che furono interrotti da
una vocina proveniente dall’altra stanza: -Ragazzi…-
Goku: -Hakkai…sei vivo!-
I tre si precipitarono in camera del moretto e subito sentirono una morsa allo
stomaco.
Sanzo: -Ha-Hakkai… no-non sarai mica malato?-
Gojy: -Ma no, vedi che ora si alza dal quel letto.-
Goku: -Sì, Hakkai, alzati, per piacere!-
Hakkai: -Ragazzi, mi dispiace deludere le vostre aspettative, ma ho la febbre.-
affermò con voce roca e raffreddata
Goku: -Calma e sangue freddo. Chiamiamo il nostro medico di fiducia!-
Gojyo: -Ma sei un genio! E chi è il nostro medico di fiducia?-
Goku: -Ma è Hak…! Come non detto… Vuol dire che non mi preparerai la merenda?-
Hakkai: -Temo che ve la dovrete cavare da soli.-
Goku: -Cosa?! Moriremo tutti!-
Sanzo: -Smetti di frignare, vatti a fare la merenda, Gojyo, tu fatti la tua
colazione e Hakkai mi va a comprare il giornale.-
Hakkai: -Emh... Sanzo, non sono in grado di alzarmi dal letto, figuriamoci di
uscire di casa…-
Sanzo: -Ma… ma…-
Goku: -Perché non te lo compri per fatti tuoi?-
Sanzo: -Ma sono in ritardo sulla mia tabella di marcia!-
Gojyo: -Ma cosa lo compri a fare il giornale? Il mondo è lo stesso di ieri: c’è
sempre crisi nel mercato finanziario, gli stupri sono in continuo aumento (e io
non c’entro niente), il Grande Fratello anche quest’anno è popolato da cretini
e il mondo è sempre spaccato in due: una metà è schierata dalla parte di Kira e
l’altra è schierata dalla parte di L. Che c’è da sapere poi?-
Sanzo: -Le tue notizie fanno davvero schifo.-
-Muoviti, Gojyo!- esclamava la scimmia guardando il
rosso traccheggiare ai fornelli. Gojyo continuava a sbuffare mentre faceva
saltare le uova sulla padella.
Gojyo: -Senti, ma ti sto preparando la colazione o il pranzo? No, perché
altrimenti potresti prenderti i cereali, affogarli nel latte e facciamo prima…-
Goku: -Ma io devo crescere! Ho bisogno di una colazione sostanziosa!-
Gojyo: -E allora perché non te la prepari da solo?-
Goku: -Perché non sono capace.-
Gojyo: -Io dico di sì. Tieni!- fece posto a Goku
Goku: -Ah, la metti così? Scommetto che non sai lanciare le uova in aria e
riprenderle con la padella!- lo istigò
Gojyo: -Questo lo dici tu! Io ho una mano ferma e precisa, non per niente
faccio l’Accademia delle belle arti! Lo so fare anche ad occhi chiusi. Sta a
vedere!-
Gojyo si fece spazio, allargò leggermente le gambe, tirò fuori la punta della
lingua, chiuse gli occhi e inspirò. Oplà! Aveva lanciato le uova in aria nella
traiettoria perfettamente perpendicolare alla padella. Era concentratissimo.
Questione di pochi secondi e la frittata sarebbe tornata al punto di partenza:
un secondo… due secondi… tre secondi… quattro secondi… cinque secondi… sei sec…
un momento! Gojyo schiuse gli occhi piano piano e vide Goku che lo guardava
preoccupato: -La mia colazione…!- bisbigliava.
A quel punto alzò lo sguardo e la vide spiaccicata sul soffitto, la colazione
di Goku. Accidenti, non ci voleva. Specie adesso che andavano di fretta.
Gojyo: -Se ti lancio in aria, ce la fai a mangiarla prima che la veda Sanzo?-
Goku: -Potrei mangiarmi anche l’intonaco che c’è intorno con questa fame!-
Gojyo: -Bene, monta qui sopra.- intrecciò le dita delle mani per farci salire
Goku. Quest’ultimo posò l’altro piede sulla spalla del rosso che stava per
perdere l’equilibrio in preda al soffocamento. Insomma, una posizione poco
felice e alquanto equivocabile.
Gojyo: -Goku, muoviti! Non è una bella visuale!-
Goku: -Faccio quello che posso! Dammi una spinta che non ci arrivo!-
Mentre i due si davano da fare, Sanzo sbucò dalla porta intento a sistemarsi i
polsini della camicia.
Sanzo: -Che diamine state combinando?-
Gojyo: -N-Niente!- esclamò il rosso mollando la presa e lasciando Goku cadere a
terra.
Goku: -Ahi, che male! E la mia colazione?-
Sanzo: -Dovete ancora fare colazione?! Dai, su muovetevi…- li incoraggiò
spingendoli -…prendete la vostra roba che vi accompagno io a scuo…- ma qualcosa
lo interruppe. I due si irrigidirono e si guardarono. Il silenzio piombò e
l’aria si intrise di timore. Nessuno sapeva come interrompere quella situazione
e i ringhi di Sanzo.
Gojyo: -Goku, la tua colazione è scesa. Adesso la puoi mangiare!- esordì
cercando di strappare un sorriso al biondo
Goku: -Sinceramente, Gojyo…- borbottò ancora intimidito fissando Sanzo -… mi è
passata la fame…-
Sanzo continuò a guardarli e si tolse la fritta dalla testa.
Goku: -Se… se la vuoi te la lascio, Sanzo. Non fare complimenti…-
Gojyo: -è buona… l’ho fatta con tanto amore.-
Sanzo: -…-
Gojyo: -La vuoi più cotta?-
Sanzo: -…-
Goku: -Ti assicuro che è buona anche così…-
Sanzo: -…-
Gojyo: -Dovresti provarla.-
Sanzo: -…-
Goku con cautela si avvicinò a Sanzo, allungò una mano e l’assaggiò. Si voltò:
-Manca un po’ di sale…-
Sanzo: -INIZIATE A CORRERE SE NON VOLETE MORIRE!- esplose d’un tratto
Goku: -Gojyo, comincia a correre!- esclamò la scimmia che era saltata addosso
al rosso per la paura
Gojyo: -S-Sì!- balbettò Gojyo che sparì dietro la porta portandosi l’amico.
Si prospettava una brutta giornata per i nostri tre
piccoli eroi.
Sanzo, a lavoro, era intrattabile (ma va?): sparava alle ruote delle auto che
lo sorpassavano sulla tangenziale, lanciò una vecchietta sul marciapiede
opposto solo perché gli aveva chiesto se, cortesemente, l’aiutava ad
attraversare la strada, sventò una rapina in banca semplicemente entrando e
dichiarando “Oggi sono più arrabbiato del solito”. I rapinatori si costituirono
subito e collaborarono con la polizia.
Goku fu chiamato sei volte in presidenza: una per aver mangiato la merenda di
tutti i suoi compagni di classe, un’altra per aver mangiato la merenda di tutti
quelli del quinto anno, un’altra ancora per aver mangiato anche la merenda della
prof di fisica, la quarta per aver mangiato una pagina del libro di storia, più
precisamente quella sull’introduzione a Carlo Magno asserendo che, la gotta del
conquistatore, lo rendeva poco appetibile. La quinta per aver detto,
all’interrogazione di latino, che Cesare era andato in Gallia per esportare la
bruschetta all’aglio e l’ amatriciana. E l’ultima perché ormai il preside
l’aveva preso in simpatia.
Gojyo dal canto suo si addormentò sul modello a grandezza naturale del
discobolo suscitando il riso tra i compagni del suo corso, i quali, però, non
lo svegliarono. Lo rinvenì la donna delle pulizie che ancora se ne stava
attaccato alle spalle del greco. Di tutta risposta il rosso borbottò “Ancora
cinque minuti, per favore…”. Dunque arrivò il professore e gli urlò
nell’orecchio quanto fosse stupito dalla devozione che il ragazzo nutriva per
la statua. Gojyo scattò in piedi sull’attenti asserendo che la cultura classica
era davvero una passione per lui. Il professore gli fece notare come la
kalokagathia greca fosse irraggiungibile. Il rosso annuì dicendo qualcosa del
tipo “Professore, ha ragione… non esistono più i Kellogg’s di un tempo”.
I tre arrivarono a casa distrutti. O meglio, si
trascinarono a casa distrutti. Goku, in preda ad una crisi di pianto, irruppe
nella stanza di Hakkai: -Hakkai, come stai? Meglio vero? Ti prego aiutaci!- e
abbandonò tutto il suo peso sulle ginocchia. Il moretto alzò la testa per
vedere l’amico accasciato a terra disperato.
-Mi spiace, Goku. Ma la febbre è salita ancora.-
Goku: -Nooo!-
Hakkai: -Magari… una spremuta d’arancia può farmi stare meglio…-
Goku non se lo fece ripetere due volte, corse in cucina veloce e come un
proiettile si schiantò nel lavandino. Nel sentire le padelle schiantarsi sul
pavimento, Sanzo e Gojyo si alzarono da terra mentre quel suono rimbombava
fragoroso nelle loro teste.
Gojyo: -Ma che combina la scimmia?-
Sanzo: -Non voglio saperlo…-
Gojyo: -A volte mi chiedo chi te l’ha fatto fare…-
Sanzo: -Al centro erano rimasti lui e il gorilla del crodino…-
-Sanzo…!- gridò il più giovane dall’altra stanza -… Con cosa posso fare la
spremuta d’arancia se non ho le arance?-
Gojyo: -Beh, Sanzo…-
Sanzo: -Ok, non dire niente… era meglio se adottavo il gorilla del crodino…-
-Ragazzi…-
Gojyo: -Il moribondo ha parlato!-
I tre corsero dall’amico ammalato. Goku teneva le dita incrociate come se
stesse recitando un rosario, Sanzo digrignava i denti dal nervoso e Gojyo
teneva la mano ad Hakkai.
Hakkai: -Non sto morendo…-
Gojyo: -Cosa?! Goku, prendi carta e penna! Hakkai ha detto che vuole fare
testamento!-
Hakkai: -Ho detto che non sto morendo! Comunque dato che Goku ha già il blocco
note, annotatevi cosa dovete fare: caricare la lavastoviglie, le stoviglie e
gli accessori in plastica no, potrebbero danneggiarsi con la temperatura alta…
aggiungete dei piccoli pezzi di limone, serve a sgrassare. Caricate anche la
lavatrice e impostate il programma su “tessuti misti”, mi raccomando a 45°
centigradi, non mettete il mio maglione di lana blu e quello verde di Goku.
Quelli dovete lavarli a mano in una bacinella d’acqua tiepida con un misurino
di detersivo e mezzo di ammorbidente, lasciateli in ammollo per un’oretta e poi
risciacquate con cura. Quando andate a stendere il bucato ricordate di posizionare
le tovaglie e i grandi indumenti all’interno, mentre le cose piccole come i
calzini o le canotte verso l’esterno. Usate i gancini di legno per i tessuti di
seta. Ritirateli prima che venga sera. Per le stanze passate l’aspiratore due
volte, per quanto riguarda lo straccio date due passate: la prima deve essere
intriso d’acqua calda e detersivo, mentre la seconda dovete strizzarlo bene
così asciuga prima. Per pulire i fornelli usate il prodotto che trovate nel
mobiletto sotto l’acquaio, attenti a non spruzzarlo sul marmo che si rovina. Per
pulire i mobili usate la soluzione che potete trovare accanto a quella per i
fornelli. Tutto chiaro?- sorrise
Goku: -Emh… - mugugnò battendosi la penna sulle labbra -… nella lavastoviglie
non vanno messe le cose di plastica o d’alluminio?-
Sanzo: -Seh… buonanotte…-
Gojyo: -Moriremo… lo so. È scritto. Moriremo.-
Gojyo: -Bene, questo lo mettiamo qui e questo di qua.-
Goku: -E se questo lo mettessimo qui?-
Gojyo: -Direi che è perfetto!-
Sanzo: -Siete sicuri che sia così? Io non me la ricordavo in questa maniera…-
Hakkai: -Tutto bene?- gridò dalla camera da letto –Avete messo i piatti sul
carrello in alto e i bicchieri capovolti?-
I tre guardarono la lavastoviglie per una manciata di secondi.
Gojyo: -Certo, Hakkai!- urlò –Diamine, adesso ci tocca ricominciare da capo…-
sussurrò ai suoi amici
Goku: -Io te l’avevo detto che i bicchieri non andavano lì.-
Gojyo: -Taci!-
Trentasei minuti dopo.
Goku: -Oh! Ecco fatto! Finalmente abbiamo caricato la lavastoviglie, Gojyo!-
Gojyo: -è stata dura, ma abbiamo fatto un buon lavoro!-
Sanzo: -Scusate…- interruppe i loro festeggiamenti -… ma quelle?- indicò dietro
di sé
Gojyo: -Da quando abbiamo altre nove padelle?- sgranò gli occhi
Sanzo: -Da quando abbiamo altri sette vassoi.- gli fece notare indicando dall’altra
parte
Gojyo: -Non entreranno mai!-
Cinquantadue minuti dopo.
Gojyo: -Bene!- esclamò spingendo lo sportello della lavastoviglie –Sei pronto,
Goku?-
Goku: -Sì!- annuì dall’altra parte della stanza
Gojyo: -Allora al mio tre! Uno… due… -
Ma il ragazzino partì precocemente senza rispettare le regole e corse fino a
schiantarsi, ancora, stavolta su Gojyo incastrandolo col culo nella pattumiera
dei rifiuti.
Gojyo: -Dannato! Ho detto al tre!-
Goku: -Scusa! È che ci stavi mettendo troppo! Però ce l’abbiamo fatta a
chiudere lo sportello della lavastoviglie!-
Gojyo: -Adesso possiamo accenderla. Sperando che non esploda…-
Sanzo giunse a vedere l’artefatto: -Allora?-
Goku: -Ce l’abbiamo fatta!-
Gojyo: -Possiamo mettere su un’azienda: “Saiyuki s.p.a.” una società per fare
ogni tipo di cosa…!”
Sanzo: -… fatta male…-
Dopo il lungo calvario delle stoviglie, i ragazzi
avevano spuntato una mansione dalla lista delle cose da fare.
Gojyo: -Bene, Goku…tu và di là a dividere i bianchi dai colorati. Io e Sanzo
iniziamo a dare una spolverata qui intorno.-
Sanzo se ne stava in silenzio ad ascoltare il piano a braccia conserte. Si
guardava intorno perplesso: non c’era niente da spolverare, a parte il tavolo,
la televisione e… basta.
Gojyo: -Ah! Prendi anche questa!- si sfilò la maglia e la ripose nel cesto
della biancheria sporca. Sanzo, sempre in silenzio e con le braccia conserte,
lo guardò ancora più perplesso. Poi inarcò un sopracciglio e osservò schifato:
-Puzzi di gnu putrefatto…-
Gojyo: -Ma che gnu! Questo è odore di uomo!-
Sanzo: - …putrefatto… Senti, Goku, và in camera mia e prendi anche la mia
divisa.-
Goku: -Ok! Devo solo dividere i bianchi dai colorati?-
Gojyo: -Sì, fai così e sei sicuro che non sbagli.-
Goku: -Ok.- e trotterellò via con il cesto sottobraccio
Gojyo: -Tieni.-
Sanzo: -Che è?-
Gojyo: -Lo straccio per spolverare.-
Sanzo: -Te lo scordi. Io voglio lo swiffer!-
Gojyo: -No! Quello lo uso io!-
Sanzo: -Ti ordino di darmelo!-
Gojyo: -No, no e poi no!-
DLIN DLON, suonò il campanello della porta, ma fu praticamente ignorato dai due
che erano intenti a litigare come due bambini dell’asilo. Si poteva udirli a
chilometri di distanza.
Gojyo: -è mio!-
Sanzo: -Dammelo!-
DLIN DLON
Gojyo: -No!-
Sanzo: -Lo voglio!-
DLIN DLON
Silenzio.
Passi pesanti.
Gojyo aprì la porta con un grugno.
Gli si parò davanti il sorriso di Hazel.
Gojyo: -Sanzo, c’è la tua fidanzata.-
Sanzo: -Te l’ho detto! Non fare la checca isterica e dammelo!-
Hazel sbarrò gli occhi al suono di quelle parole. Si voltò verso il rosso e lo
vide a petto nudo: -Mi sono perso qualcosa?-
Gojyo si sorprese, inspirò a pieni polmoni e portò una mano alla bocca: -Che
cosa avresti voluto dire? Hai sentito cos’ha detto, Sanzo tesoro?-
Sanzo: -Hazel, dicci che vuoi e sparisci! Dobbiamo fare le pulizie!-
Hazel: -Vuoi una mano?- sorrise
Gojyo: -Sì.-
Sanzo: -NO!-
Hazel: -Sicuro?-
Gojyo: -No.-
Sanzo: -Sì!-
Hazel –Vabeh… mi dareste delle uova?-
Sanzo: -No! E adesso sparisci!- indicò prepotente la porta
Gojyo: -Sanzo, non essere così venale!- lo riprese. Poi si avvicinò al frigo,
lo aprì e consegnò le uova al ragazzo. Sanzo rimase basito ancora con l’indice
puntato.
Hazel: -Grazie…- sorrise al biondo
Gojyo guardò prima Hazel, poi Sanzo, poi ancora Hazel. Corrugò la fronte e si
grattò la testa: -Figurati…-
Il ragazzo lasciò l’appartamento, il rosso perplesso e il poliziotto di pietra.
Sanzo: -Quella…- iniziò agitando l’indice ancora rivolto verso la porta -…era
la nostra cena.-
Gojyo: -Non credo proprio. Quelle uova sono scadute da due settimane.- incalzò
zelante. Forse ad Hazel sarebbe passata la voglia di fare visite continue a
casa Hoshi. Prima che i due potessero ricominciare a litigare per lo
spolverino, una vocina si levò da un’altra stanza: -Sanzo!-
Sanzo: -Che c’è?-
Goku: -Hai presente la tua camicia a strisce?-
Sanzo: -Certo!-
Goku: -Non riesco a dividere le righe bianche da quelle a colori!-
Sanzo si voltò di scatto verso il rosso.
Gojyo: -Perché sento freddo?-
Sanzo: -Ho paura di darti la risposta…-
I due si precipitarono da Goku e lo trovarono intento a tagliuzzare tutte le
parti disegnate dagli indumenti.
Sanzo: -Tu! Che cosa stai facendo?!-
Goku: -Sanzo, perché sei arrabbiato? Sto dividendo i bianchi dai colorati!-
Di tutta risposta, il biondo iniziò a gonfiarsi e gli occhi gli si iniettarono
di sangue. Gojyo allungò tremante le mani e con voce commossa iniziò a
balbettare: -Gli… gli orsetti… del mio pigiama…-
Sanzo: -Gojyo, è tutta colpa tua e del tuo piano del cavolo!- sbottò
Gojyo: -Di che ti lamenti?!- lo riprese il biondo sventolandogli i pantaloni di
servizio sotto il naso –Tu metti quasi tutto vestiario in tinta unita!-
Sanzo: -Ma che c’entra?!-
Gojyo: -è colpa tua che non sai educare nemmeno un ragazzino a cavarsela da
solo!- e in preda alla rabbia scaraventò i pantaloni lontano. Molto lontano.
Più precisamente fuori dalla finestra. A quel punto Sanzo non aveva più solo il
petto gonfio e gli occhi iniettati di sangue, ma intorno a lui iniziarono a
manifestarsi scariche elettriche che nemmeno Goldrake col suo Tuono Spaziale
era in grado di riprodurre. Gojyo deglutì a vuoto, si rannicchiò tra i suoi
orsetti e si fece piccolo piccolo: -Beh… Ne hai degli altri, no?-
Sanzo iniziò ad avvicinarsi lentamente, aprì la bocca mostrando denti
affilatissimi degni dei vampiri di Bram Stoker. La vita di Gojyo sarebbe finita
se Goku non si fosse palesato in quel momento.
Goku: -Adesso basta!-
I fulmini sparirono, la tomba che Gojyo si era scavato da solo si smaterializzò
e la dentatura di Sanzo ritornò quella di prima.
Goku: -Io volevo solo rendermi utile! Per Hakkai…-
I due inspirarono arresi.
Sanzo: -Va bene… Mettiamo i panni superstiti in lavatrice.-
Goku sorrise e il rosso fu ben contento di poter dare una mano.
Sanzo: -Bene, adesso che i vestiti sono nell’oblò, qualcuno di voi dovrà uscire
a comprare cena.- sentenziò tastandosi i pantaloni. Sembrava ballasse la
macarena, ma il suo viso iniziò a bronciarsi.
Gojyo: -Sanzo, tutto bene?-
Sanzo: -Il mio portafoglio…non trovo il mio porta… NOOO!-
Gojyo: -Dov’è il tuoi portafoglio?-
Sanzo: -Nei pantaloni che hai appena lanciato fuori dalla finestra! Se non lo
recuperi, stasera non mangiamo!-
Goku saltò al collo del rosso: -Gojyo, ti prego! Riprendi quei pantaloni!-
Gojyo: -Uffa… perché devo essere sempre io quello che rincorre gli indumenti di
Sanzo che volano fuori dalla finestra?-
Sanzo: -Cos’hai detto?-
Gojyo: -Emh… Niente!-
Sanzo: -Comunque sei tu che li hai lanciati e sei tu che li riporterai qui!-
Gojyo: -Sì, sì… ho capito!- rispose il rosso affacciandosi dalla finestra e
notando che i pantaloni si erano agganciati alla parabola del vicino. Quindi
guardò in basso, deglutì a vuoto e mise un piede sul cornicione. Congiunse le
mani, chiuse gli occhi e si ingraziò tutti i santi. Abbassò la testa per fare
capolino quando…
Sanzo: -Ehi, Gojyo!-
Il rosso dalla sorpresa scattò battendo il capo nella cornice del vetro.
Gojyo: -Ahi! Che vuoi, poliziotto corrotto?! Non vedi che sono impegnato in una
faccenda alquanto delicata?!-
Sanzo: -Scusa… volevo solo chiederti quale detersivo mettere nella lavatrice…-
Gojyo: -Quel fustino laggiù! E adesso non rompere!-
Ri-abbassò la testa per ri-fare capolino. Poggiò anche l’altro piede sul
cornicione e si eresse. Il vento gli passava deciso tra i capelli e l’altezza
lo fece vacillare per alcuni secondi. –Almeno potevo mettermi una maglia prima
di uscire quassù! Accidenti che freddo!-
I pantaloni di Sanzo sembravano così lontani. Ma perché diamine doveva star
sempre a rincorrere il suo bucato? Era una vita ingiusta la sua. Cercava di
strisciare lungo le pareti senza mai guardare giù, ma la cosa non era alquanto
facile perché, oltretutto, la sua pelle nuda sfregava contro i mattoni grezzi
dell’edificio. I suoi capelli lunghi gli coprivano il viso, il suo fisico nudo
e asciutto sanguinava e le sue braccia aperte erano paralizzate. Si sentiva il
protagonista della Bibbia. Alzò gli occhi al cielo: -Perché… Perché mi hai
abbandonato?-. Ormai era in preda ai deliri, stava per immolarsi per i peccati
dell’umanità quando un piccione che aveva dimora lì, lo prese per un predatore
e iniziò a beccargli i capezzoli turgidi per il freddo. All’inizio si sentiva
un po’ Indiana Jones alla ricerca dei pantaloni perduti di Sanzo, ma ben presto
si rese conto di essere a metà tra il film The Passion e la pubblicità della
vigorsol. Sventolò cauto le braccia per liberarsi delle arpie alate che in
massa erano arrivate, ma tra un piccione e l’altro e una folata di vento più o
meno forte anche i pantaloni precipitarono in caduta libera. Immaginate la
faccia di Gojyo nel vederli cadere. Adesso che ormai era a un metro e mezzo di
distanza. Stette fermo immobile con gli occhi spalancati e il torace irrigidito
dal freddo, prima di recuperare un po’ di fiato: -Sanzooo!-
Il biondo si affacciò: -E miei pantaloni dove sono?-
Gojyo: -Non preoccuparti, io sto bene, eh!-
Sanzo: -Ti ho chiesto: dove sono i miei pantaloni?-
Gojyo: -Sono caduti.-
Sanzo: -Ok, io vado a prenderli. Tu torna indietro.- e tornò dentro
Gojyo: -Fosse facile…- sussurrò
Sanzo: -Ah, Gojyo!- esordì affacciandosi di nuovo
Gojyo: -Cosa?-
Sanzo: -Bei capezzoli.-
Gojyo: -Brutto fig…-
Faceva scivolare i piedi uno vicino all’altro sperando di fare ventosa sul muro
con i polpastrelli come Spiderman. Ogni tanto si fermava per respirare.
-Aspetta, prendo una boccata d’aria… non mi sento troppo bene.-
Gojyo: -Uh?- mugolò incuriosito sentendo quelle parole provenire verso l’alto.
Alzò la testa e vide Hazel, un po’ pallido, affacciato alla finestra del piano
di sopra.
Poi il buio.
Mentre Sanzo recuperava i suoi pantaloni e Gojyo
cercava di sopravvivere, Hakkai, ancora sotto le coperte, chiamò il giovane Goku.
Goku: -Che c’è, Hakkai?-
Hakkai: -Hakkai, portami un’altra tachipirina, la febbre continua ad alzarsi.
Figurati, ho le allucinazioni!-
Goku: -Perché?-
Hakkai: -Perché mi sembra di vedere fuori dalla mia fines…-
Goku: -AH!- gridò interrompendo il moretto. Infilò la testa sotto il lenzuolo
di Hakkai e cominciò a mugolare qualcosa.
Hakkai: -Goku, ma che t’è preso?- sollevò il lenzuolo
Goku: -Vedo la gente morta…-
Hakkai: -Eh?!-
Goku: -Sì, vedo Gojyo sul davanzale ucciso dalla diarrea di un piccione che volava
sopra di lui!-
Hakkai: -Allora non era una mia allucinazione!-
Mentre Hakkai si chiedeva cosa ci facesse Gojyo sul cornicione in quelle
condizioni, Sanzo entrò trionfante con i pantaloni nel pugno: -Goku, ordina la
pizza che vuoi! Stas…-. Si bloccò quando vide Gojyo incollato al vetro,
distrutto, due sfere inespressive e tondeggianti al posto degli occhi, la bocca
leggermente aperta, il viso scavato e il suo fiato condensato sulla finestra.
Era diventato, da protagonista di The Passion, al protagonista di Cast Away.
Sanzo aprì la finestra scorrevole per farlo entrare.
Gojyo: -Le forze mi abbandonano. Addio mondo crudele!- e cadde di faccia sul
pavimento. Si riprese dopo trentasette secondi. Aprì pian piano gli occhi e man
mano che la vista si faceva più chiara, si guardava intorno.
Gojyo: -Oh, sì… questo dev’essere senz’altro l’inferno.- bisbigliò guardando i
suoi coinquilini
Sanzo: -Idiota, non sei morto!-
Gojyo: -Oddio, Satana in persona!- urlò alla vista del biondino
Hakkai: -Gojyo, non sei morto e questo non è l’inferno.-
Gojyo: -Ah! Meno male…- disse massaggiandosi il naso
Sanzo: -Ma che ti è successo? Adesso puzzi come una mandria di gnu in
putrefazione.-
Goku si avvicinò al rosso e iniziò ad annusare: -No, Sanzo. Queste sono uova
scadute. Da due settimane, per la precisione.-
Sanzo: -Te l’avevo detto di non dargli niente! Non sei normale!-
Gojyo: -Io? Ti sembra normale uno che si mangia sei uova alle cinque e mezzo
del pomeriggio?!-
Goku: -A me sì…- rispose con dito sulla bocca
Hakkai: -Emh, ragazzi…- li interruppe indicando fuori dalla porta -… ma c’è
della schiuma che si sta facendo largo nel corridoio…-
Il rosso si girò di scatto verso Sanzo lanciandogli uno sguardo fulmineo. Sanzo
alzò le mani: -Ho messo il detersivo come mi hai detto!-
Gojyo: -Tutto?!-
Sanzo: -Certo! Hai detto “Quel fustino laggiù”!-
Gojyo: -Ma non intendevo l’intera confezione! Sei negato per queste cose!-
Sanzo: -Senti, chioma caramellata, non sei nella condizione di giudicare
nessuno!-
Stettero ore a litigare anche su questo. Ci sarebbero
da scrivere altri capitoli su come Gojyo riuscì a rimorchiare Manny per farsi
aggiustare la lavatrice, anche con le uova in testa. E su come Goku rovinò i
mobili dell’Ikea usando il prodotto che Hakkai si era raccomandato di non utilizzare.
Ordinarono quindici pizze quella sera: una per Hakkai, due per Sanzo, cinque
per Gojyo e sette per Goku. A pancia piena, guardarono in camera di Hakkai la
partita di football, finché Morfeo non li prese con sé, facendogli godere un
meritato riposo.
La mattina dopo, Hakkai si alzò dal letto, si sgranchì un po’ le ossa e sorrise
al sole che filtrava dalle finestre. Guardò i suoi amici che ancora russavano:
Goku sembrava un angioletto che abbracciava il cuscino, Gojyo steso sul
pavimento con Sanzo accanto che gli aveva pure infilato un piede in bocca.
Sembrava stessero litigando anche nel sonno.
Hakkai: -Ragazzi, vi ringrazio per ieri! Mi sono riposato e adesso sto proprio
bene!-
Ma i tre si destarono confusi.
Goku: -Cof cof…-
Gojyo: -Etchù!-
Hakkai: -Tutto a posto?-
Sanzo: -No… credo che ci siamo presi la febbre…-