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Autore: Dangerina15    09/10/2015    0 recensioni
Sequel di " Forever Enemies".
Le avventure del Capitano Alyssa Cortès e dell'ex Commodoro Joe Jonas non sono finite! Qualcosa sconvolgerà le loro esistenze, qualcosa che potrebbe portarli indietro...alle origini di tutto!
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4: RAMON



POV JOE


Mille domande affollarono la mia testa nel momento in cui mi trovai davanti alla porta della cabina in cui era alloggiato il nostro misterioso ospite. Esitai qualche momento prima di bussare; per quale motivo aveva voluto parlare con me? Perchè era impallidito quando Gary aveva pronunciato il nome di Alyssa? Come mai quel ciondolo tanto caro ad Alyssa si trovava sulla sua nave?
Non appena dall'altra parte del muro sentii un fievole “ Avanti”, feci un respiro profondo, ruotai il pomello della cabina ed entrai per incontrare, faccia a faccia, l'uomo dal passato sconosciuto.
<< Buonasera, Quartiermastro.>> cominciò una voce rauca, leggera. Seduto sul letto c'era lui, con le spalle curve, debole. In mano aveva una ciotola di minestra calda che Gary gli aveva portato per cena.
<< Buonasera a voi, signore...>> risposi con altrettanta leggerezza. << Ho saputo che volevate parlarmi, data la condizione del Capitano.>>
<< Si, è così. Vi prego, entrate e, se non vi dispiace, potreste chiudere a chiave la porta, desiderei che questa rimanesse una conversazione privata.>> concluse l'uomo, indicando la porta. Feci quello che mi chiese, rimanendo alquanto sorpreso dalla richiesta. Che cosa aveva da dirmi?
Quando nella stanza regnò il silenzio più assoluto, feci per prendere una sedia a lato del letto e sedermi di fianco a l'uomo che, nel frattempo, aveva posato il piatto sul tavolo accanto e si era sistemato meglio a sedere, in maniera che potesse guardare meglio il suo interlocutore.
<< Vedo che vi sentite meglio, signore.>> esordii accennando un sorriso.
<< Si, grazie, devo dire di essermela vista davvero brutta stavolta.>> rispose lui ridendo a fatica. << Ma non siamo qui per parlare di me adesso. Ho bisogno che mi ascoltiate con molta attenzione.>>
<< Perdonatemi, signore>> lo interruppi. << Ma prima di ciò, ho bisogno di sapere se posso fidarmi di voi. Non so nemmeno chi siete, da dove venite e cosa ci faceva la vostra nave in fiamme in mezzo al mare.>> ribattei.
<< Oh, che sciocco! Non mi sono nemmeno presentato, che maleducato: mi chiamo Ramon Alvarez, sono un alchimista.>>
<< Che cosa?>> ribattei stupefatto. << Siete un mago, uno stregone?>> continuai quasi spaventato.
Ramon cominciò a ridere di gusto, anche se ad un tratto fu costretto a fermarsi per via di una insistente tosse.
<< Non esattamente. Vedete, quartiermastro...>>
<< Chiamatemi Joe, signore.>>
<< Va bene, Joe, e voi chiamatemi Ramon.>>
<< D'accordo...Ramon.>> risposi a fatica.
<< Ad ogni modo, ormai la credenza che noi alchimisti in realtà siamo capaci di usare le arti magiche, da dove vengo io ormai è superata da tanto tempo. Vedo che da queste parti la parola “ chimica” non è ancora stata elaborata.>>
<< Mi dispiace, Ramon, ma noi siamo dei semplici pirati, ci occupiamo di altro e non di quella che voi definite “ chimica”.>> risposi perplesso.
Era un individuo davvero strano.
<< Oh no, caro Joe, in questa nave c'è qualcuno che è molto di più.>> ricominciò Ramon, enigmatico. Per un attimo piombò nuovamente il silenzio, un silenzio che nascondeva una grande storia o forse il più grande dei segreti.
<< C'è un motivo se ho chiesto al dottore di poter parlare con voi, Joe. Ma prima rispondete alla mia domanda: quanto conoscete Alyssa Cortès?>>
Quella domanda mi spiazzò all'istante: era chiaro che conoscessi bene Alyssa, ormai erano ben 4 anni che viaggiavamo sulla stessa nave, imbattendoci nelle avventure più disparate, condividendo qualsiasi cosa in qualunque momento.
<< Che razza di domand...>> ma non ebbi il tempo di finire la frase che Ramon incalzò.
<< Rispondetemi con un semplice si o no.>>
Non ebbi altra scelta.
<< Si, certo.>>
<< Quindi sapete anche del suo passato, non è così?>>
<< Ma certo, Alyssa mi ha raccontato tutto.>> risposi quasi risentito; Ramon mi stava interrogando continuamente, forse perchè voleva essere sicuro che ciò che stava per rivelare sarebbe rimasto al sicuro tra noi.
<< Sapevo che mi potevo fidare di voi: Alyssa non ha mai sbagliato un solo colpo nella sua vita.>> disse sorridendo amaramente Ramon.
Ero confuso: come faceva Ramon a conoscere così bene Alyssa? Che cosa mi stava nascondendo e perchè stava ancora girovagando attorno all'argomento portandomi completamente fuori strada?
Alla fine, quasi esasperato da tutto questo mistero, alzai leggermente il tono della voce per cercare di riportare Ramon al motivo che lo aveva spinto a farci incontrare.
<< Insomma, perchè mi avete fatto venire qua? Sapete che Alyssa non sta bene e di certo non ero dell'umore giusto per sentire le vostre chiacchere, per cui o mi dite ciò per cui mi avete fatto venire oppure ritenete per oggi la conversazione terminata. Non ho tempo da perdere, ho una ciurma da governare e una nave da riparare velocemente.>>
<< D'accordo Joe, però calmati. Capirai tutto al momento giusto, lascia solo che oggi ti racconti questa storia, il resto verrà da sé.
In realtà, prima di essere un chimico o un alchimista, come dite ancora qui, lavoravo a Ronda, in Spagna e più precisamente ero maggiordomo personale della contessina della città, una dolcissima fanciulla dai lunghi capelli neri, sguardo penetrante e dagli occhi azzurri come il mare. Era una gioia per me servirla, solo per poter godere della sua intelligenza ogni volta che la sentivo parlare e della sua dolcezza nei confronti di tutti coloro che lavoravano al servizio del signor Conte, suo padre. E fu proprio grazie alla contessina che cominciai ad interessarmi all'alchimia, all'unione di composti per la creazione di qualcosa di nuovo, inaspettato, a volte anche strabiliante. Avevo accesso alla biblioteca di famiglia durante la notte, quando il signor Conte e la signora Contessa riposavano, di nascosto alla servitù; di questo sono sempre stato molto grato alla contessina. Fu così che, un giorno, mentre la contessina e il signor Conte si trovavano a passeggio per il parco, misi a punto quella che, tra varie sperimentazioni, risultò la mia più grande prova d'alchimista. Ero da sempre stato affascinato dal passato, da ciò che poteva esserci prima di me, di noi, coloro che ci avevano preceduti e sognavo da sempre un modo per tornare indietro nel tempo, affinchè avessi la possibilità di conoscere le civiltà più antiche, poterne studiare usi e costumi e scoprire ciò che al mondo appariva sconosciuto. Per questo realizzai quel ciondolo, intriso di uno strano marchingegno derivante da uno studio alchemico approfondito.>>
Rimasi sbalordito ad ogni parola che Ramon proferiva: tutto mi sembrava sempre più una follia della sua mente. Un ciondolo che permetteva agli uomini di tornare indietro nel tempo, assurdo!
<< E' ridicolo tutto ciò.>> dissi altezzoso, alzandomi dalla sedia e mi voltai per andarmene.
<< Non è ridicolo, Joe. Ti sto dicendo la verità e sai anche perchè.>> riprese Ramon severo; sentivo come una strana sensazione, la mia mente continuava a ripetere che tutto quello che stavo ascoltando aveva del fantastico, dell'abnorme, dell'impossibile. Ma c'era una parte di me che, per qualche strana ragione, aveva ancora desiderio di ascoltare la storia di Ramon, di capire di più sul racconto di questo ciondolo, quando mi resi d'improvviso conto che non avevo ancora capito che il racconto si stava riferendo ad un oggetto conosciuto e ad una persona ben chiara.
<< Dimmi una cosa: è Alyssa la contessina che servivi a Ronda, non è vero? E il ciondolo che abbiamo ritrovato per caso in una trave di legno in mare, vicino alla nave...>>
<< Si, è quello.>>
<< Mio dio...>> dissi passandomi una mano tra i capelli, dandomi del folle a pensare che tutta questa storia potesse avere un senso. << Quindi è per questo che Alyssa dice di aver già visto quel ciondolo?>> ripresi tornando a sedermi, ancora più confuso.
<< Lo ha visto solo una volta ma, per mia fortuna, non è mai riuscita ad utilizzarlo veramente. Lo ha solo provato.>> rispose Ramon, riprendendo il racconto della sua incredibile storia.
<< All'inizio tenni questa scoperta per me, non volevo che altri ne venissero a conoscenza per farne un utilizzo sbagliato, ma una notte mi trovavo nella cantina della casa dove tenevo i miei esperimenti quando, senza che me ne accorgessi, la contessina Alyssa entrò di soppiatto e mi domandò cosa fosse quel bellissimo ciondolo che tenevo accanto a me. Tentai di distrarla da quell'oggetto raccontandole una storia falsa ma sai com'è Alyssa, più astuta di una volpe, non vi credette mai. Così decisi di raccontarle tutto, come avevo fatto a crearlo e a cosa serviva. Ma quando lei insistette per provarlo, fu lì che ebbi la prova che quell'oggetto che avevo creato non era solo fantasia ma realtà. Improvvisamente mi ritrovai di nuovo solo nella cantina ed esattamente due minuti dopo accadde nuovamente la scena appena avvenuta. Fu allora che pensai di farlo sparire, prima che la contessina si mettesse nei guai, visti già i difficili rapporti con il signor Conte suo padre a causa della sua “ età da marito” e quindi dell'imminente matrimonio con un ricco dignitario. Non volevo cambiare il corso della storia, non adesso che avevo la possibilità di utilizzare quell'oggetto solo per scopi di studio. Ma le cose non andarono come previsto.>>
<< Alyssa ha rotto i suoi rapporti con il padre poco dopo, non è così?>> ripresi.
<< Purtroppo si e da quel giorno le cose non furono più le stesse in casa. Il signor Conte cominciò a diventare sempre più burbero, isolato e scontroso. Non voleva vedere nessuno, cominciò a trascurare i suoi doveri fino a quando la moglie non si ammalò gravemente e nel giro di pochi mesi morì di polmonite.>>
Rimasi senza parole; Alyssa aveva perso sua madre tempo fa ma lei non lo sapeva. Pensai a cosa avrebbe potuto provare se avesse saputo tutto quello che Ramon stava raccontando a me.
<< Santo cielo, e suo padre?>> incalzai sperando in una risposta più positiva.
<< E' il motivo per il quale ero in viaggio.>> rispose Ramon. << Il Conte è partito mesi orsono ormai e nessuno ha più saputo nulla di lui. Temo che gli sia successo qualcosa di brutto e non voglio che Alyssa, pur così lontana, perda anche l'ultima persona cara della sua famiglia. Suo padre non ha mai accettato il fatto che Alyssa avesse abbandonato casa ma ha sempre avuto un affetto per lei al di sopra degli altri. Non ha mai perso la speranza di ritrovarla e chiederle perdono, di potersi riappacificare. Per questo mi sono sentito in dovere di trovare, ancor prima che lui, sua figlia. Per poterle consegnare ciò che lei aveva già scoperto e di usarlo per ciò che è giusto: se lei impedisse a se stessa quella scenata al ballo, forse la sua vita e la vita di suo padre sarebbe andata in maniera molto diversa. >> concluse Ramon, bevendo dell'acqua, affaticato da tutto quel parlare.
Rimasi in silenzio a pensare; come avrei fatto a raccontare tutto questo ad Alyssa? Dirle che sua madre era morta e suo padre era partito alla ricerca della figlia e che le sue tracce si erano perse da tempo, e che l'unico modo per salvare la sua famiglia era quello di affrontare un assurdo viaggio nel tempo per tornare al tempo della sua giovinezza, impedire il litigio con suo padre e, forse, rinunciare alla sua vita da delinquente.
<< Lo sai che Alyssa potrebbe prendersela con te, non è vero? Perchè in tutto questo tempo non hai cercato dei contatti con lei? >> dissi sussurrando all'uomo che, nel frattempo, si era alzato le coperte del letto.
<< Avevo paura.>> rispose Ramon. << Paura che non volesse sapere la verità e che non volesse sapere nulla della sorte della sua famiglia. Ma da quanto vedo, credo di aver fatto un grosso errore.>>
<< Finchè non si sarà ripresa, tutta questa storia resterà tra noi. Nessuno dovrà sapere chi sei realmente e che legame c'è tra te e Alyssa. Qui nessuno conosce il suo passato, eccetto me.>>
<< Per questo eri l'unico a cui potevo raccontare tutta la verità senza essere preso per folle.>>
<< Beh, diciamo che non è facile credere a ciò che racconti.>> risposi perplesso. << Ad ogni modo, è meglio che vada a vedere come sta Alyssa.>> dissi e mi alzai dalla sedia.
<< Grazie, Joe.>>
<< Per cosa?>>
<< Per avermi capito.>>
Accennai un movimento con la testa.
Aprii la porta per uscire ma una sorpresa mi aspettava davanti alla porta.
Alyssa, poggiata allo stipite della porta esattamente come qualche ora prima, questa volta però con le lacrime agli occhi, si teneva il braccio dolorante e ansimava per la forte febbre. Ostinata e cocciuta come sempre, a stento si reggeva in piedi. Fece un passo ma si accasciò su di me mentre l'afferravo al volo. Alzò il viso e una lacrima le scivolò sul viso, una lacrima amara.
<< Ramon...>>
<< Contessina...>>
<< Dopo tutto questo tempo...>>
<< Non è mai tardi per rimediare ai proprio errori...>>
  
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