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Autore: Dangerina15    06/08/2016    0 recensioni
Sequel di " Forever Enemies".
Le avventure del Capitano Alyssa Cortès e dell'ex Commodoro Joe Jonas non sono finite! Qualcosa sconvolgerà le loro esistenze, qualcosa che potrebbe portarli indietro...alle origini di tutto!
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

Oggi è un dono, per questo si chiama " Presente"




POV JOE


<< Contessina...>>
Ramon allungò lentamente la mano, cercando il contatto con la sua piccola Alyssa, ormai divenuta donna. Non appena le dita dell'uomo le sfiorarono il braccio, ella con un gesto si ritrasse, perdendo quel poco equilibrio che possedeva, scivolandomi dalle braccia e cadendo a terra, stremata a causa della ferita che la rendeva molto debole. Aveva lo sguardo di chi si era stato ferito e abbandonato al suo destino:
<< N-non toccarmi.>> disse Alyssa dolorante, continuando a tenere fisso lo sguardo su Ramon che,nel frattempo, si era lentamente alzato dal letto in cui si trovava, nel vano tentativo di soccorrere Alyssa; lei indietreggiò quasi strisciando a terra, si appoggiò allo stipite della porta e con fatica si tirò su.
<< Contessina, vi prego. Abbiamo bisogno di voi, ora più che mai.>>
<< Non sono più contessa, Ramon. Io sono il capitano di questa nave, sono un pirata, chiaro?>> rispose lei quasi piangendo.
Le faceva male rivedere i fantasmi del suo passato ma le faceva altrettanto male contrastare il presente.
<< Perchè sei tornato adesso, Ramon? Se ci tenevi così tanto a me, avresti potuto cercarmi quando sono fuggita di casa, avresti potuto aiutarmi a far ragionare mio padre tanti anni fa. Ma non l'hai fatto. Non voglio più saperne di te, della mia famiglia, di mio padre. Voi avete spento tutti i sogni di una ragazza che non chiedeva altro che la sua libertà! E tu, Joe, mi meraviglio di te...>>
A quell'affermazione restai spiazzato. Non ebbi nemmeno il tempo di controbattere che Alyssa si voltò e, tenendosi al muro, si avviò verso la sua cabina. Fui costretto ad abbandonare Ramon che rimase a fissare la porta, chiaramente scosso dalle parole che aveva appena udito.
<< Alyssa, aspetta. Alyssa, Alyssa!!>> tentai più volte di fermarla ma senza successo. Attraversammo velocemente tutta la nave, sotto gli occhi stupiti dell'equipaggio, che tentava di capire cosa stesse succedendo. Non appena giunse nella sua cabina, Alyssa scivolò a terra nuovamente per il dolore e ansimando, tentò di ritirarsi su da sola, utilizzando uno sgabello. Appena varcata la soglia, cercai di aiutarla ma lei, ancora una volta, mi spinse via.
<< Lasciami Joe! Non ho bisogno del tuo aiuto.>>
<< Alyssa, devi ascoltarmi.>>
<< No, adesso sei tu che ascolti me.>> rispose lei, riuscendo a rimettersi faticosamente in piedi e continuando a sostenersi per non cadere nuovamente, poggiò entrambe le mani sul tavolo e respirando affannosamente, mi guerdò dritto negli occhi.
<< Per tutta la vita ho vissuto nel senso di colpa, la mia anima è stata lacerata dalle ombre del mio passato che ogni notte di ogni momento della mia esistenza hanno avvolto il mio cuore! Poi sei arrivato tu: la mia ancora di salvezza, l'unico porto sicuro in cui approdare senza paura di essere giudicata, di essere comandata; mi hai detto tante volte che il passato non poteva essere cambiato, che avrei dovuto guardare al presente, vivere a pieno quei momenti di felicità che per tanto tempo mi erano stati negati. Ho creduto ad ogni tua parola perchè mi fidavo di te e perchè sapevo che finchè sarei stata al tuo fianco la mia strada avrebbe seguito la giusta rotta. Adesso? Non solo rinneghi le tue stesse parole, in più ascolti i racconti di un vecchio pazzo che ha cercato di scoperchiare tutto quello contro cui lotto da sempre!>>
<< Ramon non è un vecchio pazzo, Alyssa, lo sai meglio di me! E poi nessuno di noi ha mai pensato di doverti mettere di fronte a ciò che ti fa più male.>>
<< Joe, mio padre è disperso in mare, mia madre è morta! Pensi che questo non mi faccia male?>>
<< Fa più male cercare di negare l'importanza che hanno per te. Alyssa, non devi nasconderti dietro un muro, so che tuo padre ti ha ferita, che Ramon ti ha abbandonata, che hai sofferto molto ma adesso forse è arrivato il momento di rimediare a tutto il dolore che ti lacera.>>
<< E' molto più complicato di così, Joe, e sinceramente, non ho voglia di parlarne adesso.>>
<< Invece si, Alyssa. Se non mi dici qual'è realmente il problema, non saprò mai come aiutarti.>>
<< Perfavore, Joe, non adesso. Ti prego, ho bisogno di stare da sola.>>
<< Alyssa...>>
<< Ti ho detto di andartene via!>> urlò lei battendo violentemente le mani sul tavolo, che la costrinsero a sedersi sullo sgabello.
Rimasi interdetto. Era una donna cocciuta e testarda, che quando si metteva in testa una cosa, era difficile schiodarla dalla sua decisione.
<< Va bene, Alyssa, fa come vuoi!>> risposi alterato. << Hai deciso che il tuo dolore marcirà dentro il tuo cuore? Bene, non sarò io ad impedirtelo. Fa come meglio credi, ma ricorda: stai commettendo due volte lo stesso errore, poi non dire che non ti avevo offerto una via di fuga dall'inferno in cui sei voluta rimanere.>>
Detto questo, mi girai di spalle e a passo svelto, mi richiusi la porta della cabina alle spalle, lasciando Alyssa ai suoi pensieri.






POV ALYSSA


Non appena la porta della cabina si richiuse, scoppiai in un fragoroso pianto liberatorio. Perchè non riusciva a capire? Un misto di rabbia e dolore riempivano le lacrime che scorrevano sul mio viso. Mi alzai dallo sgabello, incurante della mia ferita, e in preda alle emozioni più disparate, feci cadere tutto ciò che si trovava sul tavolo: bicchieri, carte nautiche e bussole. Ogni cosa che incontravo al mio passaggio veniva scaraventato violentemente in una parte della stanza. Mi gettai sul letto e continuai a piangere per diverso tempo fin quando, stremata, mi addormentai senza forze, lasciandomi dietro tutti gli avvenimenti accaduti.
Mi risvegliai quella stessa notte, nel silenzio più assoluto: la ciurma era andata a riposare dopo una giornata di lavoro; ero sola, con tutti i pensieri che affollavano la mia testa. Mi alzai lentamente dal letto e mi misi a sedere, strofinandomi gli occhi per mettere meglio a fuoco ciò che mi circondava: avevo praticamente distrutto tutto; a terra cocci di ceramica e pezzi di vetro di bottiglia, libri per metà aperti e rovesciati in basso, altri sospesi sulla sedia in bilico sul tavolo, bussole con il puntatore piegato e distorto.
Ma che diavolo ti è saltato in mente!” pensai tra me e me guardando quello scenario infernale; tutta quella situazione mi faceva reagire in modo sconsiderato e impulsivo. Era il mio modo di comunicare la devastazione della mia anima: dal nulla, da un giorno all'altro, nella mia vita era riapparso il passato oscuro, quello da cui ero sempre fuggita e che in quel momento tornava a perseguitarmi senza tregua; poi Joe, che non capiva l'effettivo problema che cercavo di dirgli con altre parole, nella speranza che tanti anni trascorsi insieme gli avessero insegnato a leggere quella mappa complessa che era il mio cuore.
Immersa tra un pensiero e l'altro, un piccolo bagliore attirò la mia attenzione: era nascosto sotto uno dei libri caduti e rovesciati. Mi alzai e lentamente mi avvicinai all'oggetto, scostai il libro e notai che a brillare era il famoso ciondolo che aveva dato inizio a tutta quella storia. Lo presi tra le mani e mi sedetti in ginocchio ad osservarlo: era come se splendesse di luce propria, come se irradiasse realmente qualche strano potere. Lo strinsi forte tra le mani e, rimandendo in quella posizione, portando al cuore il ciondolo, cominciai a piangere nuovamente: l'immagine di mio padre e di mia madre facevano capolinea nella mia testa e più continuavo a pensare a loro, più stringevo forte quel ciondolo che sembrava essere l'ultimo legame che mi era rimasto con la Contessina Alyssa. In quel momento capii che forse le parole di Joe potevano essere quella verità che mi ero negata per tanto tempo. Avrei dovuto parlare con lui e avrebbe dovuto ascoltarmi.




POV JOE


Quella notte non riuscì a prendere sonno. Non facevo altro che voltarmi continuamente da una parte all'altra del letto; una quantità smisurata di pensieri invadevano la mia mente. Mi stressava così tanto rimanere sdraiato che alla fine decisi di alzarmi e dirigermi in coperta. Appena arrivai sul ponte della nave, una ventata di aria fresca mischiata all'odore del mare mi rasserenarono. Mi sedetti sui gradini che conducevano al timone e guardai l'orizzonte scuro della notte; la mia testa vagava per altri mari, molto più burrascosi della tavola blu in cui navigavamo. Non potevo fare a meno di pensare ad Alyssa; l'avevo lasciata alle sue emozioni tutto il giorno, non avevo avuto più nessun contatto, nessun modo di vedere se stava meglio o se era riuscita a smaltire tutta la rabbia e il dolore che l'affligevano. Non avevo mai litigato con lei così duramente ma in quel caso sentii di aver fatto la cosa giusta: doveva rendersi conto da sola dell'errore che stava commettendo. Mentre riflettevo su tutto questo, intravidi nel buio un'ombra che a passo lento si avvicinava verso di me: era quasi zoppicante, faceva fatica a muoversi e da questo capii chi era il soggetto che stava venendo verso di me. Quando mi si fermò davanti, nessuno dei due proferì parola; continuavamo a guardarci negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo l'uno dall'altro.


POV ALYSSA


Era giunto il momento di chiarire la faccenda. Mi armai di tutto il coraggio che possedevo in corpo per cominciare a proferire le prime incerte parole.
<< Come stai?>> dissi per rompere quel ghiaccio che c'era tra noi. Era una domanda stupida e senza senso, ma fu l'unica cosa che mi venne in mente per iniziare una conversazione. Joe sospirò profondamente.
<< Potrei rivolgerti la stessa domanda.>> mi rispose lui freddo. Deglutii e presi un bel respiro.
<< Non sto bene, se è questo che vuoi sentirti dire.>>
<< Lo so, ma non sarò io a costringerti a parlarne, te l'ho già detto.>> disse Joe. Lui fece per alzarsi ma d'istinto lo afferrai per un braccio, trattenendolo.
<< Mi dispiace per ciò che è successo oggi...>> ripresi, attirando la sua attenzione. << Mi dispiace per aver reagito così male, per averti offeso e per tutta una serie di mie reazioni impulsive. Io mi trovo in questo momento in una situazione limite, difficile da affrontare. Mi sento come se il mondo cominciasse a precipitarmi sulle spalle, che il terreno solido su cui poggiavo i piedi, adesso non ci fosse più. Io sono confusa, Joe.>> dissi e pian piano i miei occhi si riempirono di lacrime. << Hai ragione, hai ragione su tutto quello che hai detto. Si, mi mancano i miei genitori, al solo pensiero che non rivedrò mai più mia madre mi sento impazzire! Vorrei poter abbracciare mio padre e dirgli quanto, dopo tutti questi anni e dopo tutto ciò che è accaduto, ancora gli voglia bene.>>
<< E allora di cosa hai paura? Che cosa ti trattiene ancora in questo limbo di dolore?>> disse Joe infervorato, piantandosi di fronte a me e tenendomi il viso.
<< Tu, amore mio.>> risposi secca e una lacrima mi scivolò sulla guancia, bagnandogli la mano.
<< Cosa stai dicendo?>> commentò Joe interdetto da quelle parole.
<< Si, Joe. Affrontare il mio passato significa cambiare inevitabilmente il mio presente; questo vorrebbe dire abbandonare la mia vita e rischiare di perderti per sempre. Potrei non averti mai incontrato, potrei non aver mai intrapreso la vita da pirata, vorrebbe dire tornare ai fasti e alle corti nobiliari. Io non posso e non voglio che questo accada.>> dissi con la voce rotta dal pianto, guardando Joe dritto negli occhi. Lui rimase immobile per qualche secondo, ma d'un tratto mi tirò a sé e mi strinse forte tra le sue braccia. Rimanemmo così per diverso tempo, senza proferire alcuna parola; lui cominciò a baciarmi la fronte dolcemente, mi accarezzò i capelli e lasciò che mi sfogassi per liberare tutte le tensioni e le emozioni che mi avevano dominato.
<< Perchè non me ne hai parlato subito?>> ricominciò lui con voce calda.
<< Sono troppo orgogliosa per sfoderare subito ciò che provo.>> risposi sorridendo amaramente.
<< Alyssa, piccola mia: tu non devi negare ciò che sei perchè è questo che ti rende la donna che amo e che amerò per sempre, ma non puoi lasciare che l'unica possibilità che ti è stata data per rimediare agli errori del passato sfugga così, come un lampo nel cielo. Dobbiamo provarci, dobbiamo rischiare altrimenti vivrai per sempre con il rimorso di non averci neanche tentato. Alyssa, se decidessi di farlo, lo faremo insieme, come abbiamo sempre affrontato tutto. Non devi lasciare che io sia il tuo ostacolo perchè sarò sempre e comunque al tuo fianco. Combatterò, lotterò per te ogni giorno e in ogni momento. Il nostro presente sarà anche il nostro futuro, questa è una promessa.>>
<< Joe, promettimelo.>>
<< Dovessero uccidermi e gettarmi in pasto agli squali se non dovessi mantenerla.>>
Detto questo, Joe mi baciò con passione, stringendomi a sé, più forte che mai. Gettai le braccia al suo collo e lasciai che mi trascinasse il quel vortice smisurato d'amore, accompagnato dal soave scrosciare delle onde che rendeva tutto ancora più magico. Mi prese in braccio e, continuando a baciarmi, mi portò nella mia cabina ancora devastata da ciò che avevo fatto; chiuse a chiave la porta e mi portò dritta sul letto. Nel giro di poco tempo, ci ritrovammo immersi nella meravigliosa danza della passione che teneva stretti i nostri corpi, rendendoli un solo unico essere. Avevamo sofferto entrambi ed era giunto il momento di abbandonarci al sentimento più grande che ci rapiva. In cuor mio sapevo che in fondo stavo per fare la scelta giusta; stavamo per intraprendere un viaggio che ci avrebbe riportati a dove tutto ebbe inizio e a rivedere quei fantasmi che ben presto sarebbero scomparsi per sempre dalla mia vita.
  
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