Capitolo 15
Risvegliarmi nel
mio corpo è un trauma, ci metto un po’ a riaprire gli occhi e appena lo
faccio vedo Dimitri in primo piano con
una faccia molto preoccupata che però si rasserena immediatamente appena
nota che ho aperto
gli occhi, non poteva esserci risveglio migliore e mi perdo nei suoi
occhi.
Vorrei tanto avvicinarmi e annullare la distanza ma la voce di mia
madre mi
riporta alla consapevolezza che siamo circondati da altre persone che
non
gradirebbero.
-Cosa è successo? – mi chiede lei e cerco di
riordinare
le idee per darle una risposta, non so esattamente la risposta: l’unica spiegazione che mi viene è che quello che è successo fosse solo nella testa di
Lissa ma continuo a non capire come ha fatto a sentirmi, per non
parlare di
quella sensazione.
-Non lo so
esattamente ma dobbiamo andare dai moroi- esclamo infine pensando ai
morti del
sogno, o qualsiasi altra cosa fosse. C’è una possibilità che si trattasse semplicemente dell’immaginazione di Lissa ma ci sono
state fin troppe stranezze per essere un caso.
Ci rechiamo
velocemente verso l’aula dove era Lissa, che avevo
riconosciuto dal sogno e con grande sollievo
vedo che stanno tutti bene, comprese le “vittime” del sogno. Mi avvicino subito agli
altri che anche se un po’ storditi sono già in piedi.
-Elizabeth, ci
deve una spiegazione- disse la regina uscita dalla stanza adiacente di
solito
usata come ufficio dai professori.
-Tutti i presenti
in questa stanza hanno sperimentato uno stato di sogno condiviso,
grazie a
delle sostanze che vi abbiamo iniettato nel sangue siete entrati in uno
stato
di incoscienza condiviso, parzialmente controllato da noi. Le vostre
azioni
rimanevano autentiche in modo da testare eventuali reazioni e capacità in campo di battaglia, ma lo
scenario
era controllato da noi. Ha superato il test chi è riuscito a sopravvivere per un’ora senza che le circostanze o lo
stress lo costringesse al risveglio forzato- spiega lei confermando ciò che pensavo in parte.
-Avete
oltrepassato il limite stavolta, cosa sarebbe successo se il vostro
esperimento
fosse andato male e qualcuno non si fosse risvegliato? – accusò uno dei moroi causando un’inaspettata risata da parte di
Elizabeth.
-Siete comici
davvero, buona parte dei vostri dhampir è in infermeria per ferite più o meno gravi e voi vi preoccupate
per
poco più di un sonnifero? – esclama lei ancora tra le risate
ottenendo brusii di dissenso da parte dei
moroi.
-Siamo pronti per
spostarci nell’altra sala, raggruppa i vincitori
di questo turno- si intromise la ragazza
che aveva chiamato i gruppi precedentemente, prima di uscire,
probabilmente per
avvisare gli altri.
-Chi non ha
passato il turno può tornare in camera, tutti gli altri
con me. Se volete potete portarvi
dietro i vostri preziosi guardiani visto che non riuscite a vivere
senza-
conclude Elizabeth in maniera acida.
La regina ordina
che ognuno dei moroi abbia almeno un dhampir assegnato fino a nuovo
ordine, i
dhampir così si dividono e io con la scusa di
assegnarmi a Christian riesco a restare
vicino a Lissa e Dimitri.
-Rose, la tua
voce durante il test faceva parte della mia immaginazione o eri
realmente lì? – chiese Lissa non appena iniziammo
a muoverci, stupendo
tutti gli altri.
-Non hai
immaginato niente, come è stato possibile? – chiedo io sperando che qualcuno
abbia un idea, ricevendo solo delle
scrollate di spalle in risposta.
-Pensi di poterlo
fare ancora? –mi chiede lei e io in risposta ci
provo, chiudo gli occhi e mi concentro
solamente su di lei.
Lissa, Lissa mi
senti? Ma non ottengo nessuna risposta, solo il suo solito flusso di
pensieri.
Quando riapro gli occhi tutti ci guardano curiosi fino a quando sia io
che
Lissa scuotiamo la testa.
-Sarà stato un effetto collaterale della
sostanza che ci hanno rifilato- si intromette allora Katya, io annuisco
e
continuiamo a camminare.
-Io continuo a
non capire come hanno fatto, va bene il sonnifero ma come hanno fatto
esattamente a fare vedere a tutti noi contemporaneamente la stessa
cosa? -
chiede Christian.
-Anche durante la
prova dei dhampir sono successe delle cose strane, l’apertura della tenda dove si è tenuto il combattimento era
sparita
ed è ricomparsa solo quando tutto è finito- interviene Dimitri, in
effetti non avevo fatto
molto caso a questo dettaglio.
-Katya tu cosa
sai dei vampiri oltre al fatto che sono più forti e veloci di noi? –chiedo io ricordandomi che lei e
Armand erano gli unici a
conoscenza della loro esistenza prima che tutto questo accadesse.
-Io so solo
quello che sono riuscita a percepire da Armand, ma di solito si chiude
e
rattrista quando ci pensa impedendomi di accedere alla sua mente.
Probabilmente
c’entrano i poteri mentali che alcuni
di loro hanno oltre alla compulsione-
risponde lei.
-Poteri mentali
del tipo lettura della mente o manipolazione dei pensieri? – chiede Adrian con una strana
espressione in viso.
-Non lo so
esattamente, penso un po’ entrambi. Perché? A cosa stai pensando? -.
-Somigliano molto
a delle nostre capacità rafforzate, tu e Armand sapete
leggere nel pensiero e io so manipolare i
sogni; mi chiedo se non ci sia una relazione- risponde lui stranamente
serio e
lucido.
-Se è così è un problema, se hanno anche queste
capacità come dovremmo liberarci di loro? -
chiedo io iniziando a
perdere le speranze.
-Non ne ho idea-
risponde Katya.
Il resto del
tragitto lo passiamo in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri.
Quando
arriviamo nella sala già quasi tutti si sono accomodati e
siamo costretti ad occupare la prima
fila.
-Se siete
arrivati fino a qui vuol dire che avete il potenziale necessario per
imparare a
combattere, ovviamente la strada non sarà facile visto la vostra attuale
completa incompetenza.
Per chi di voi vuole finalmente imparare a difendersi da solo questa è l’occasione perfetta, per tutti gli
altri sappiate che non
rischierete nessun attacco durante la permanenza con noi. La decisione è vostra e avete tempo fino a domani
per
offrirvi volontari, lascio ora la parola ai vostri consiglieri che vi
parleranno della burocrazia- esclama Elizabeth senza troppe cerimonie
per poi
sedersi vicino a Michal e la ragazza di prima.
-La diplomazia
non è proprio il suo forte- intervengo
io ricordando il discorso molto più efficace di Michal.
-Non riesco
proprio a capire perché si sente tanto superiore, è lei che è venuta a chiedere aiuto a noi-
risponde Adrian indignato.
-Credo che non
sopporti i vostri complessi di superiorità rispetto ai moroi non regali e
soprattutto verso i
dhampir- interviene Katya guardandolo male, in parte la capisco: ho
capito come
le famiglie reali vengono viste di malocchio in Russia.
-Cosa vorresti
dire con questo? Che ha ragione? – risponde Adrian e cerco di
fermarli prima che inizino a
battibeccare di nuovo.
-Non è il momento di discutere di questo,
dovremmo piuttosto decidere se andare con loro o meno. Io penso che non
dovremmo, dubito che possiamo fidarci di loro-.
-Voi potete fare
quello che volete, io andrò per farmi dare l’amuleto per me e mio padre- Katya è la prima a rispondere lanciando
uno sguardo alla madre
per farle capire che non avrebbe cambiato idea, immagino ne abbiano già parlato precedentemente perché dopo un sospiro rassegnato
Alexandra
annuisce.
-La penso anche
io così, devo almeno provare a trovare una
soluzione per lo spirito, non posso
rischiare che quello che è successo prima della battaglia
capiti ancora- esclama Lissa guardandomi
bene; non credo che dimenticherò mai la paura che ho provato quella
sera, prima per lei e poi per me stessa
e le stringo una mano con fare rassicurante.
-Io sono con te-
continua Christian avvicinandosi più a lei.
-Io credo che
preferirò sempre l’alcol come rimedio ma non posso
mica lasciarvi soli- interviene Adrian con
tono scherzoso smorzando la tensione facendo ridere persino Katya.
-Mi sa che allora
devo venire anche io, non posso mica lasciarvi nelle mani di Adrian-.
Il resto della
conferenza la passiamo scherzando tra di noi ottenendo non pochi
sguardi
sorpresi dagli altri moroi.
Al termine io e
Dimitri accompagniamo Lissa e Christian in camera, Lissa gli chiede di
restare
con lei perché ha paura degli incubi che la
coglieranno di notte.
Appena la porta
si chiude Dimitri si offre di accompagnare anche me e io sorrido felice
di
poter passare ancora del tempo con lui.
-Stai bene? – mi chiede lui dopo alcuni istanti
di
silenzio.
-Si perché? -.
-Stavo pensando
che qualsiasi cosa abbia provato Lissa l’hai provata anche tu e lei sembra
abbastanza scossa-
risponde lui fermandosi un attimo per guardarmi negli occhi,
probabilmente per
rendersi conto se stavo dicendo la verità. Non so cosa abbia visto ma il suo
sguardo preoccupato
mi porta a spiegarmi.
-E’ stato orribile, non cercherò di negarlo e quando pensavo che
fosse
reale, poco prima che tutto finisse, stavo perdendo le speranze ma ora
mi sento
più sicura. Sarà ingenuo probabilmente visto che
nessuno gli impedisce di venire qui ma mi
sento al sicuro, fino a quando avrò vicino tutte le persone più importanti per me non ho niente di
cui preoccuparmi.
Probabilmente è tutto merito della mia
incoscienza- concludo cercando di sdrammatizzare
verso la fine non ottenendo però l’effetto sperato.
-Non hai idea di
quello che ho provato mentre eri incosciente, ho avuto paura di non
poterti mai
più guardare negli occhi- mi dice
intensamente prendendomi il viso per le mani
e facendomi perdere nei suoi occhi.
Il rumore di
passi ci riporta alla realtà e ci stacchiamo continuando a
camminare verso la mia stanza.
-Mi dispiace di
averti fatto preoccupare, ma non potevi davvero pensare che ti saresti
liberato
di me così facilmente- dissi io
rassicurandolo prendendo le sue mani tra le mie.
Lui si gira un
attimo verso di me regalandomi un fantastico sorriso.
-Non vorrei mai
liberarmi di te- dice lui prima di avvicinarsi velocemente per
lasciarmi un
casto bacio sulle labbra, quando si allontana io passo la lingua nelle
labbra
per risentire il suo sapore e vedo lo sguardo infuocato che mi manda.
-Sai in realtà prima di decidere di andare a
controllare Lissa avevo intenzione di stuzzicarti un po’ ma il tuo sguardo serio mi ha
fatto
desistere- aggiungo io maliziosa.
-Ah davvero? -
risponde lui con un ghigno per poi continuare: -cosa esattamente avevi
intenzione di farmi? – è assurdo come solo queste parole
riescano ad accendermi, per poi non
parlare dei pensieri che mi balzano in testa in questo momento.
Decido di
accettare la sfida e avvicinandomi sensualmente a lui mi alzo in punta
di piedi
per sussurrargli nell’orecchio: -se ci sbrighiamo ad
arrivare in camera potrei mostrartelo- per
poi lasciargli un bacio sul collo prima di iniziare a scappare via
ridendo. Lui
dopo un secondo di stupore inizia a corrermi dietro e quando arrivo
davanti
alla porta vengo spinta contro di essa da Dimitri che non perde neanche
un
secondo iniziando a baciarmi appassionatamente.
Mi lascio subito
andare rispondendo al bacio e portando le mie mani sui suoi capelli.
Quando ci
manca l’aria si stacca dalle mie labbra
solo per lasciare una serie di baci sul
collo e verso la scollatura sussurrando: -Roza, un giorno mi farai
impazzire-.
Io inizio a perdere il controllo e prima di perdere del tutto la lucidità apro la porta per poi continuare a
baciarlo appassionatamente iniziando a sbottonargli la camicia fino a
quando
non sento qualcuno schiarirsi la gola. Mi fermo immediatamente e mi
sporgo
oltre la testa di Dimitri per vedere mia madre seduta nel mio letto con
occhi
sgranati, mi stacco di scatto portando Dimitri a girarsi. Appena si
rende conto
della situazione tiene chiusa la camicia con una mano, imbarazzato.
-Guardiano
Belikov può lasciarmi sola con mia figlia? – chiede mia madre seria marcando
particolarmente la
parola figlia, lui annuisce ed esce chiudendosi la porta alle spalle.
-Posso spiegare-
cerco di iniziare io ma vengo interrotta dal tono freddo di mia madre.
-Spero proprio
che tu abbia una spiegazione del perché tu stessi facendo quello che stavi
per fare con un
guardiano più grande di te di ben sette anni.
Cosa ti è passato per la testa? -.
-Non è solo sesso o l’ebrezza di stare con un ragazzo più grande e perché tu lo sappia lui non ha cercato di
influenzarmi in nessun modo, sono stata io a convincerlo- cerco di
spiegarle,
non posso permettere che lo dica a qualcuno rovinando così la carriera di Dimitri.
-Non mi interessa
chi ha convinto chi, quello che state facendo è sbagliato e irresponsabile. Pensi
davvero che ci sia un
futuro per questa storia? – continua lei sempre più arrabbiata facendo però innervosire pure me.
-Perché mai non dovremmo avere un futuro?
Ci
amiamo e stiamo bene insieme, per il resto troveremo una soluzione-
rispondo io
trattenendo a stento le urla, non sopporto come si stia intromettendo
in
qualcosa che non la riguarda.
-Come intendi
trovarla? Vi ritirerete abbandonando il vostro dovere per continuare la
vostra
vita tra gli umani? O forse continuerete entrambi a lavorare vedendovi
due
volte all’anno? -.
-Qualsiasi
soluzione troveremo saremo insieme e felici, mi deludi: non mi
aspettavo che
organizzassi una festa ma pensavo saresti stata felice per me, felice
della mia
felicità. O forse ti importa solo che la
tua reputazione potrebbe essere rovinata
da tutto questo? –rispondo senza trattenere le urla
stavolta, cercando di trattenere invece
le lacrime dovute sia alla rabbia che alla delusione.
-Io voglio solo
evitarti una sofferenza più grande in seguito- risponde lei
addolcendo il tono, probabilmente sperando
di farmi calmare, fallendo però miseramente.
-Come hai fatto
tu per tutta la tua vita? Prima con mio padre e poi con me? Pensavi che
dedicarti al lavoro ti avrebbe evitato di soffrire? -.
-Come ti
permetti? Non sai niente di quello che è successo con tuo padre- risponde
lei oltraggiata.
-Hai ragione, ma
so che non rinuncerò mai a vivere per paura delle
conseguenze. Amo Dimitri e lui ama me,
qualunque cosa succeda questo non cambierà-.
-Anche se questo
significherebbe rinunciare al tuo futuro? Buttare all’aria ciò per cui hai lavorato così tanto? – chiede lei più stupita che arrabbiata.
-Mamma,
probabilmente tutti noi non sopravvivremo il prossimo mese e anche se
tutto
dovesse andare bene molte cose cambieranno. Non riesco a preoccuparmi
per il
futuro al momento perché non riesco ad immaginarmelo ma so
che non voglio lasciarmi sfuggire niente
nel presente per paura- rispondo io calmandomi un po’ stupendomi da sola per la mia
maturità. Devo aver stupito anche lei perché rimane silenziosa per un po’.
-Promettimi di
stare attenta- dice infine dopo un sospiro.
-Solo se mi
prometti che non lo dirai a nessuno, non voglio che abbia problemi per
causa
mia- dico infine sedendomi accanto a lei ricevendo un colpo della testa
come
assenso.
Passano alcuni
momenti di imbarazzato silenzio, non avrei mai immaginato che mia madre
scoprisse di me e Dimitri così.
-E’ vero che quelli più calmi sono quelli che riservano le
più grosse sorprese- esclama
improvvisamente mia madre facendomi arrossire.
-Mamma- rispondo
io cercando di farla fermare, imbarazzata come non mai.
-Che c’è? Avrò almeno il diritto di essere
stupita, sembrava una
persona così seria- continua lei fregandosene
del mio imbarazzo.
-A furia di stare
con me devo avergli trasmesso un po’ della mia pazzia- rispondo
sperando di farla smettere e
pensando come a volte questo suo lato stupisca anche me, molto
positivamente
ovviamente.
-Almeno devo
ammettere che hai buon gusto, anche se avrei preferito che avesse
qualche anno
in meno devo ammettere che non avresti potuto scegliere meglio-
continua lei e
in quel momento capisco che devo fermarla se non voglio rischiare di
morire d’imbarazzo.
-Bene credo che
sia arrivato il momento di interrompere questa conversazione- dico io
spingendola fuori dalla porta, prima di andarsene si gira guardandomi
per un
momento prima di dirmi: -sono davvero felice che tu sia felice, mi
dispiace che
la mia reazione prima ti abbia fatto pensare il contrario-. Le sorrido
felice
che abbia capito per poi chiudere la porta alle sue spalle.
Mi giro e mi
butto nel letto con forza, tutto questo ha del surreale e ho bisogno di
riordinare un po’ le idee.
Sono passata dal
farmi rincorrere da Dimitri a sentire i commenti maliziosi di mia madre
su
quest’ultimo in meno di mezzora, è un esperienza abbastanza
destabilizzante. Ripensando a Dimitri penso come
deve essere preoccupato in questo momento all’oscuro del fatto che ho convinto
mia madre a non dire
niente a nessuno.
Sgattaiolo quindi
fuori infiltrandomi nelle residenze degli insegnanti e senza farmi
notare busso
alla porta di Dimitri. Appena mi vede mi bacia tirandomi dentro e
spingendomi
verso il letto dopo aver chiuso la porta, cerco di fermarlo anche se a
malincuore per dargli la buona notizia ma mi azzittisce per poi
aggiungere:
-non mi importa cosa succederà domani, al momento mi importa solo
di te-.
Ciò che segue è passione pura e mi arrendo presto
alla sua volontà decidendo di dirgli tutto dopo,
dopo un intenso orgasmo ricado esausta
sopra di lui senza parole. E’ stato completamente diverso dalle
altre volte, la sua urgenza moltiplicata
per venti unita alla sua solita dedizione.
Tracciando delle
linee sul suo petto con le dita gli racconto della mia conversazione
con mia
madre compresi i momenti imbarazzanti della fine, lo sento rilassarsi
sotto di
me nel momento in cui gli dico che non lo dirà a nessuno e ridacchiare quando gli
dico della mia teoria
sulla pazzia che gli ho trasmesso. Mi sento in pace e al sicuro,
stretta tra le
sue forti braccia e cullata dal suo respiro pronta per addormentarmi ma
sento
prima il bisogno di fargli questa domanda: -noi ce la faremo vero? - il
mio è quasi un sussurro ma lui mi sente
comunque.
Note autrice:
Eccomi qui con il capitolo, come promesso entro la settimana. Spero che questo capitolo vi piaccia, mi sono divertita tantissimo a scrivere la scena madre-figlia e credo sia un bel modo per veder evolvere il loro rapporto. Ovviamente voglio il vostro parere, soprattutto perché mi è sembrato di andare un po' OOC con Janine.
Visto che questo capitolo è un po' di passaggio cercherò di aggiornare il più presto possibile, anche se effettivamente non mi ricordo se il prossimo lo è altrettanto.
Alla prossima