- Occhi
Di
Gatto
- Capitolo
1: Un legame rischioso
- La
ragazza si accuattò dietro alla parete, in attesa che la
guardia terminasse
l’ennesima ronda notturna. Le luci erano spente, e le
tapparelle chiuse, ma da
una finestra filtrava ancora un raggio di luna che permise alla ragazza
di dare
un’ultima fugace occhiata alla mappa che stringeva tra le
mani, esattamente una
piantina degli interni dell’edificio disegnata dalla sua
compagna. Stette in
silenzio fino a quando la guardia non si fu allontanata, poi lesta si
diresse
verso la megacassaforte incastonata nel muro di fronte. Trasse dalla
tasca un
mozzicone di dinamite, gli dede fuoco con un accendino e lo
scaraventò ai piedi
della porta gigantesca, per poi scappare e rintanarsi nuovamente
nell’angolino
di prima. Contò mentalmente fino a tre, poi
l’esplosione vibrò, facendo tremare
l’intero palazzo. Dai muri si staccarono parecchi calcinacci,
il lampadario
oscillò paurosamente e una densa nube di polvere si
alzò nella stanza. Il
rumore assordante richiamò la guardia di poco prima, che
terrorizzata si guardò
attorno puntando la torcia in ogni direzione, cercando di cogliere
anche il più
leggero movimento. E fu così che la vide. Era una ragazza,
una donna, dai
capelli corvini e dagli occhi azzurri, alta e slanciata, con indosso
una tutina
aderente viola scuro. Fece appena in tempo a
guardarla in volto che venne subito atterrato da un
potente pugno della
ragazza, incredibilmente forte. Poi la stessa si guardò
intornò per assicurarsi
che nessun altro avesse assistito alla scena e quando ne ebbe la
conferma si
voltò verso la porta della cassaforte, ora aperta grazie
allo scoppio. L’alone
di polvere le impediva quasi di respirare, così estrasse
sempre dalla tasca un
fazzoletto bagnato e se lo premette sul naso, avanzando tra le macerie
in
direzione del portale. Quando lo raggiunse chiamò a bassa
voce la compagna e la
esortò a venire fuori: - Nami, sono io, esci.-
- Una
ragazza con una tutina blu e coi capelli arancioni uscì
diffidente dall’antro
scuro, stringendo tra le mani un fagotto leggero.
- - L’ho preso,
possiamo andare.- Disse
indicando l’involto. La mora annuì,
l’aiutò a scavalcare i detriti fuori dalla
cassaforte, e insieme si avviarono in punta di piedi verso
l’uscita. Ma quando
furono a meno di un passo dalla porta, una mano uscì
dall’oscurità e si protese
verso la rossa, cingendole la vita e obbligandola a fermarsi. La
ragazza non
sembrava affatto spaventata, e non diede segni di paura nemmeno quando
una lama
affilata le sfiorò la gola. Stette rigida e immobile,
avvinghiandosi al petto
il fardello, come se qualcuno glielo volesse prendere.
- - Facciamo le belle
statuine, eh micetta?-
- La
ragazza riconobbe all’istante il timbro di voce del detective
della polizia
scentifica, il prestigioso Zoro. Non riuscì a frenare il
solito brivido di
piacere che provava quando era in sua compagnia, e si fece sfuggire un
risolino
divertito, facendo così alterare il giovane poliziotto.
- - Ti stai prendendo gioco
di me per caso?
Restituisci il diamante che hai rubato e metti le mani in alto,
così non ti
farò del male.-
- Il
pugnale continuava a scorrere lungo il suo collo liscio e perfetto,
senza osare
ferirle la pella candida. Nami sorrise nella penombra e alzò
lentamente una
gamba, dopodiché assestò un poderoso calcio ai
punti bassi, con tutta la
l’energia che aveva in corpo. Il poliziotto
diventò d’un tratto paonazzo e si
morse il labbro inferiore, intenzionato a non lasciarsi sfuggire la
ragazza, ma
dopo già qualche minuto stramazzò a terra
dolorante schiamazzando come una
gallina in amore. Nami osservò la scena sorridendo bafferda,
poi seguì la sua
compagna uscendo dalla stanza dirigendosi verso le scale antincendio
per
raggiungere i piani bassi. Ma una brutta sorpresa le attendeva: uno
squadrone
della polizia aveva circondato la porta per le scale, e così
quando le due
giovani vi fecero irruzione furono attorniate senza più la
possibilità di
procedere. Fecero per tonare indietro, ma da dietro la porta
sbucò Zoro, ancora
sofferente e pesto, ma col pugnale saldo in mano. Erano finalmente in
trappola,
senonché la rossa intravide una vetrata alla sua sinistra,
che indicò subito
anche alla compagna. Entrambe sorrisero complici e fecero qualche
passetto
indietro, per poi prendere la rincorsa e gettarsi di peso sulla
vetrata,
infrangendola e volando giù da trentacinquesimo piano
dell’Empire State
Building. Volarono per qualche metro, poi aprirono in sincronia il
paracadute
nascosto che tenevano nello zaino. Atterrarono senza inconvenienti, e
subito
montarono sulla Honda nera metallizzata parcheggiata lì
accanto. Accelerarono,
sterzando a sinistra e prendendo la statale verso la periferia, mentre
Zoro si
affacciava dalla vetrata rotta e continuava a sbraitare e a imprecare
contro le
ladre.
- ***
- - Café Occhi Di
Gatto, vuole ordinare
signore?-
- - Smettila con le
formalità Robin. E portami
un caffè, che sta’ notte non ho chiuso occhio.-
- La
mora
si allontanò irritata dal bancone e accese la caffettiera
automatica. Proprio
in quel momento arrivò Nami, ancora in vestaglia, e
salutò il cliente
calorosamente con un gesto della mano. Poi, quando vide che
quest’ultimo era
alquanto adirato, gli si avvicinò e gli schioccò
un bacio sulla guancia,
tornando a sedersi poi dietro al bancone. Il giovanotto al contatto con
le
dolci labbra di lei si sciolse, e si decise a parlare.
- - Nami, scusa se ieri sono
mancato
all’appuntamento, ma Smoker mi ha affidato il furto di ieri
all’Empire State
Building. La banda “Occhi di Gatto” ha colpito
ancora, e oltrettutto- aggiunse
indicandosi un punto indefinito tra le gambe. -
una di loro ha osato anche toccare i miei
preziosi gioielli di famiglia.
Giuro
che se la rivedo non gliela faccio passare liscia. Dannazione, quando
arriva il
mio caffè?!?- Zoro
preferì concentrare
la rabbia sul ritardo del caffè, non gli andava di
raccontare alla sua ragazza
tutti i dettagli del suo fallimento per filo e per segno. Quando
finalmente una
Robin alquanto seccata gli porse una tazza fumante, riprese a parlare:
-
Scusate se mi sono presentato qui da voi a quest’ora del
mattino, ma dato che
io ho il privilegio di essere il ragazzo della proprietaria,
perché non approfittarne?
E poi il caffè che danno in ufficio è davvero
vomitevole…-
- Nami
gli
regalò uno sguardò pieno di comprensione e gli
poggiò una mano sulla spalla.
- - Zoro, so bene quanto
quelle ladre ti hanno
fatto impazzire. Ho visto il telegiornale delle undici, dicevano che
hanno
rubato “la goccia della regina”, il famoso diamante
che era tenuto in custodia
dal governo… Mi spiace che sia andata così, ma
sono certa che un giorno le
catturerai.- Concluse facendo di nascosto l’occhiolino a
Robin, che segretamente
contraccambiò.
- - Ascolta, per rimediare
all’appuntamento di ieri
che ne dici se andiamo a fare un giretto per il parco, domani
pomeriggio?-
Riprese Nami con voce mielata, sporgendosi dal bancone e mettendo in
mostra il
seno abbondante. – Noi due, soli soletti…- Si
sporse ancora verso Zoro, e con
una mano gli alzò il colletto della camicia e gli
allentò la cravatta con
malizia. – Che ne dici?-
Domandò infine
provocante.
- Zoro
era
congestionato per l’eccitazione, rosso in volto
–quasi violaceo- per
l’imbarazzo. Acconsentì con un rapido movimento
della testa e poi si alzò e
fuggì via dal locale, lasciando prima sul bancone una
piccola monetina. Nami
scosse la testa divertita.
- - Spadaccino squattrinato-
Mormorò afferrando
la moneta e posizionandola accuratamente nel registratore di cassa.
- - Perché gli
hai chiesto di uscire il giorno
del prossimo furto?- Le chiese la compagna amaramente, incrociando le
braccia.
Nami scrollò le spalle: - Perché mi
va…-
- Robin
la
guardò amorevole: - Povero ragazzo. Perché poi lo
hai spronato se sai già che
fallirà?-
- Nami
ridacchiò.
- -
Perché
è così maledettamente divertente!-
-
- Ciao!!
Mi
presento: mi chiamo Emma e mi sono registrata da poco, ma devo dire che
leggo
fic da tempo, e che tutte quelle che ho letto fin’ora mi sono
piaciute così
tanto( siete forti ragazze!!) che ho deciso di farne una
anch’io!! L’idea di
questa storia mi è venuta mentre mia sorella (più
piccola =_=”) si stava
riguardando tutte le puntate di Occhi di gatto in videocassetta, quindi
devo a
lei questa mia nuova creazione! Ditemi cosa ne pensate, fatemi sapere i
vostri
pareri, perché ho già in mente i prossimi
capitoli… Non dovete essere per forza
appassionate alla serie televisiva, perché la mia storia ne
ha rubato solo la
trama, che sarà facile intuire anche se non conoscete
l’anime. Devo avvertirvi
che sono una rigorosa Zonamista, e che per cui questa sarà
la coppia
principale, mentre la rurobin
avrà un
ruolo secondario. Sono ancora una novellina, quindi prego tutti
– e anche
runamiste- di avere pietà di me! Aspetto con ansia qualche
vostra recensione,
- Emma
:)