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Autore: emydema    16/02/2009    5 recensioni
Universo alternativo: una famosa banda di ladre si aggira per le strade di New York. E poi ci sono due giovani. Lui, prestigioso detective. Lei, famigerata ladra appartenente alla banda stessa. Sono già fidanzati, ma la loro storia reggerà? Si preannuncia una sfida… Ma a Zoro e a Nami sono sempre piaciute le sfide… [ZONAMI, accenni Rurobin]
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Occhi Di Gatto
Capitolo 1: Un legame rischioso
 
La ragazza si accuattò dietro alla parete, in attesa che la guardia terminasse l’ennesima ronda notturna. Le luci erano spente, e le tapparelle chiuse, ma da una finestra filtrava ancora un raggio di luna che permise alla ragazza di dare un’ultima fugace occhiata alla mappa che stringeva tra le mani, esattamente una piantina degli interni dell’edificio disegnata dalla sua compagna. Stette in silenzio fino a quando la guardia non si fu allontanata, poi lesta si diresse verso la megacassaforte incastonata nel muro di fronte. Trasse dalla tasca un mozzicone di dinamite, gli dede fuoco con un accendino e lo scaraventò ai piedi della porta gigantesca, per poi scappare e rintanarsi nuovamente nell’angolino di prima. Contò mentalmente fino a tre, poi l’esplosione vibrò, facendo tremare l’intero palazzo. Dai muri si staccarono parecchi calcinacci, il lampadario oscillò paurosamente e una densa nube di polvere si alzò nella stanza. Il rumore assordante richiamò la guardia di poco prima, che terrorizzata si guardò attorno puntando la torcia in ogni direzione, cercando di cogliere anche il più leggero movimento. E fu così che la vide. Era una ragazza, una donna, dai capelli corvini e dagli occhi azzurri, alta e slanciata, con indosso una tutina aderente viola scuro. Fece appena in tempo a   guardarla in volto che venne subito atterrato da un potente pugno della ragazza, incredibilmente forte. Poi la stessa si guardò intornò per assicurarsi che nessun altro avesse assistito alla scena e quando ne ebbe la conferma si voltò verso la porta della cassaforte, ora aperta grazie allo scoppio. L’alone di polvere le impediva quasi di respirare, così estrasse sempre dalla tasca un fazzoletto bagnato e se lo premette sul naso, avanzando tra le macerie in direzione del portale. Quando lo raggiunse chiamò a bassa voce la compagna e la esortò a venire fuori: - Nami, sono io, esci.-
Una ragazza con una tutina blu e coi capelli arancioni uscì diffidente dall’antro scuro, stringendo tra le mani un fagotto leggero.
  - L’ho preso, possiamo andare.- Disse indicando l’involto. La mora annuì, l’aiutò a scavalcare i detriti fuori dalla cassaforte, e insieme si avviarono in punta di piedi verso l’uscita. Ma quando furono a meno di un passo dalla porta, una mano uscì dall’oscurità e si protese verso la rossa, cingendole la vita e obbligandola a fermarsi. La ragazza non sembrava affatto spaventata, e non diede segni di paura nemmeno quando una lama affilata le sfiorò la gola. Stette rigida e immobile, avvinghiandosi al petto il fardello, come se qualcuno glielo volesse prendere.
  - Facciamo le belle statuine, eh micetta?-
La ragazza riconobbe all’istante il timbro di voce del detective della polizia scentifica, il prestigioso Zoro. Non riuscì a frenare il solito brivido di piacere che provava quando era in sua compagnia, e si fece sfuggire un risolino divertito, facendo così alterare il giovane poliziotto.
  - Ti stai prendendo gioco di me per caso? Restituisci il diamante che hai rubato e metti le mani in alto, così non ti farò del male.-
Il pugnale continuava a scorrere lungo il suo collo liscio e perfetto, senza osare ferirle la pella candida. Nami sorrise nella penombra e alzò lentamente una gamba, dopodiché assestò un poderoso calcio ai punti bassi, con tutta la l’energia che aveva in corpo. Il poliziotto diventò d’un tratto paonazzo e si morse il labbro inferiore, intenzionato a non lasciarsi sfuggire la ragazza, ma dopo già qualche minuto stramazzò a terra dolorante schiamazzando come una gallina in amore. Nami osservò la scena sorridendo bafferda, poi seguì la sua compagna uscendo dalla stanza dirigendosi verso le scale antincendio per raggiungere i piani bassi. Ma una brutta sorpresa le attendeva: uno squadrone della polizia aveva circondato la porta per le scale, e così quando le due giovani vi fecero irruzione furono attorniate senza più la possibilità di procedere. Fecero per tonare indietro, ma da dietro la porta sbucò Zoro, ancora sofferente e pesto, ma col pugnale saldo in mano. Erano finalmente in trappola, senonché la rossa intravide una vetrata alla sua sinistra, che indicò subito anche alla compagna. Entrambe sorrisero complici e fecero qualche passetto indietro, per poi prendere la rincorsa e gettarsi di peso sulla vetrata, infrangendola e volando giù da trentacinquesimo piano dell’Empire State Building. Volarono per qualche metro, poi aprirono in sincronia il paracadute nascosto che tenevano nello zaino. Atterrarono senza inconvenienti, e subito montarono sulla Honda nera metallizzata parcheggiata lì accanto. Accelerarono, sterzando a sinistra e prendendo la statale verso la periferia, mentre Zoro si affacciava dalla vetrata rotta e continuava a sbraitare e a imprecare contro le ladre.
 
***
  - Café Occhi Di Gatto, vuole ordinare signore?-
  - Smettila con le formalità Robin. E portami un caffè, che sta’ notte non ho chiuso occhio.-
La mora si allontanò irritata dal bancone e accese la caffettiera automatica. Proprio in quel momento arrivò Nami, ancora in vestaglia, e salutò il cliente calorosamente con un gesto della mano. Poi, quando vide che quest’ultimo era alquanto adirato, gli si avvicinò e gli schioccò un bacio sulla guancia, tornando a sedersi poi dietro al bancone. Il giovanotto al contatto con le dolci labbra di lei si sciolse, e si decise a parlare.
  - Nami, scusa se ieri sono mancato all’appuntamento, ma Smoker mi ha affidato il furto di ieri all’Empire State Building. La banda “Occhi di Gatto” ha colpito ancora, e oltrettutto- aggiunse indicandosi un punto indefinito tra le gambe.  - una di loro ha osato anche toccare i miei preziosi gioielli di famiglia. Giuro che se la rivedo non gliela faccio passare liscia. Dannazione, quando arriva il mio caffè?!?-  Zoro preferì concentrare la rabbia sul ritardo del caffè, non gli andava di raccontare alla sua ragazza tutti i dettagli del suo fallimento per filo e per segno. Quando finalmente una Robin alquanto seccata gli porse una tazza fumante, riprese a parlare: - Scusate se mi sono presentato qui da voi a quest’ora del mattino, ma dato che io ho il privilegio di essere il ragazzo della proprietaria, perché non approfittarne? E poi il caffè che danno in ufficio è davvero vomitevole…-
Nami gli regalò uno sguardò pieno di comprensione e gli poggiò una mano sulla spalla.
  - Zoro, so bene quanto quelle ladre ti hanno fatto impazzire. Ho visto il telegiornale delle undici, dicevano che hanno rubato “la goccia della regina”, il famoso diamante che era tenuto in custodia dal governo… Mi spiace che sia andata così, ma sono certa che un giorno le catturerai.- Concluse facendo di nascosto l’occhiolino a Robin, che segretamente contraccambiò.
  - Ascolta, per rimediare all’appuntamento di ieri che ne dici se andiamo a fare un giretto per il parco, domani pomeriggio?- Riprese Nami con voce mielata, sporgendosi dal bancone e mettendo in mostra il seno abbondante. – Noi due, soli soletti…- Si sporse ancora verso Zoro, e con una mano gli alzò il colletto della camicia e gli allentò la cravatta con malizia. – Che ne  dici?- Domandò infine provocante.
Zoro era congestionato per l’eccitazione, rosso in volto –quasi violaceo- per l’imbarazzo. Acconsentì con un rapido movimento della testa e poi si alzò e fuggì via dal locale, lasciando prima sul bancone una piccola monetina. Nami scosse la testa divertita.
  - Spadaccino squattrinato- Mormorò afferrando la moneta e posizionandola accuratamente nel registratore di cassa.
  - Perché gli hai chiesto di uscire il giorno del prossimo furto?- Le chiese la compagna amaramente, incrociando le braccia. Nami scrollò le spalle: - Perché mi va…-
Robin la guardò amorevole: - Povero ragazzo. Perché poi lo hai spronato se sai già che fallirà?-
Nami ridacchiò.
- Perché è così maledettamente divertente!-
       
 
 
 
Ciao!! Mi presento: mi chiamo Emma e mi sono registrata da poco, ma devo dire che leggo fic da tempo, e che tutte quelle che ho letto fin’ora mi sono piaciute così tanto( siete forti ragazze!!) che ho deciso di farne una anch’io!! L’idea di questa storia mi è venuta mentre mia sorella (più piccola =_=”) si stava riguardando tutte le puntate di Occhi di gatto in videocassetta, quindi devo a lei questa mia nuova creazione! Ditemi cosa ne pensate, fatemi sapere i vostri pareri, perché ho già in mente i prossimi capitoli… Non dovete essere per forza appassionate alla serie televisiva, perché la mia storia ne ha rubato solo la trama, che sarà facile intuire anche se non conoscete l’anime. Devo avvertirvi che sono una rigorosa Zonamista, e che per cui questa sarà la coppia principale, mentre la  rurobin avrà un ruolo secondario. Sono ancora una novellina, quindi prego tutti – e anche runamiste- di avere pietà di me! Aspetto con ansia qualche vostra recensione,
Emma  :)

 

  
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