Cara Frafra, grazie per avere recensito l'ultimo capitolo di Profezie.
Accolgo con gioia i tuoi incoraggiamenti.
Rispondo alla tua domanda: Daniel Richter è un nome a caso. Magari esisterà realmente, ma non mi sono ispirato ad una persona reale. Il quadro l'ho buttato giù usando Photoshop come una tela, e sono contento che ti piaccia. Se ti è interessato il discorso di Will, la sua storia è sviluppata meglio in Dopo l'ultima pagina, parzialmente estrapolato da Davanti a un quadro, che è stato scritto parecchio tempo prima di essere pubblicato. In questo capitolo ci sono parecchi riferimenti alla quarta serie
di WITCH, in cui Elyon fu imprigionata a Kandrakar da Endarno, posseduto
da Phobos, e al triumvirato Oracolo-Yan Lin-Endarno che seguì.
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PROFEZIE
Riassunto delle puntate precedenti
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a impadronirsi del Cuore di Kandrakar e a sostituirsi ad Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. Carol si è opposta, ed è stata costretta con l'ipnosi. Vera e Wanda hanno sottratto il Cuore di Kandrakar a Will. Il giorno dopo, ritrovatesi davanti allo specchio magico della libreria, le W.I.T.C.H. assistono alla trasformazione delle loro gocce in copie delle guardiane e della regina, ed alla loro partenza per Meridian, in contemporanea all'arrivo di Elyon. A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura; pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto. A Heatherfield, rifugiatasi con i genitori nella sua vecchia casa, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, contenuta in disegni e frasi casuali, la cui interpretazione fino a quel punto era ambigua; a priori, si poteva pensare che sarebbero state le stesse Elyon e le Witch a instaurare una tirannia nel metamondo. Inoltre, la profezia prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza, ma Will non si rassegna. Facendo un sopralluogo nella casa delle Gocce a Midgale, Hay Lin percepisce frammenti di ricordi contraddittori: le sembra che Vera sia cambiata subito dopo l'ultimo incontro con Elyon. Questa non sa dare spiegazioni convincenti del cambiamento, ma non sembra risentita per il tradimento. A Will sembra che Cornelia possa aver capito qualcosa di più su questo atteggiamento, ma lei risponde alle sue insistenze solo con una frase sibillina. |
Cap. 39
Ultimatum
Heatherfield, casa Vandom
Sente la sua pelle calda accanto a lei, il dolce profumo del suo sudore.
Il suo respiro si fa profondo. Sente le sue mani che la cercano. Sta per
dire il fatidico ‘sì’.
All’improvviso, tutto si accende di una tenue luminosità grigio-azzurra.
‘Matt, dove sei?’, le sembra di gridare. Lo cerca con gli occhi, con le
mani. Inutile. Non c’è più.
Una sagoma piccola e ieratica sembra condensarsi dalle nubi. Le fattezze
di un viso anziano prendono forma davanti a lei.
“Will, ti devo parlare”.
“Saggia Yan Lin!”. La ragazza si guarda. E’ presentabile? Non lo saprà
mai. Al posto del suo corpo, vede solo nuvole.
“Guardiana del Cuore, ho un messaggio dell’Oracolo. Vuole incontrare
Elyon al più presto”.
“Al più presto… a quest’ora della notte?”. Si fa per dire. Non
sa affatto che ora possa essere.
“Aspetterà fino a domani pomeriggio, non di più”.
Nel sogno, Will si inchina in un rispettoso congedo, poi le sorge una
domanda: “Saggia Yan Lin, perché lo vieni a dire proprio a me?”.
Il viso dell’anziana si increspa in una vaga espressione di disappunto.
“Perché sembra che la giovane Luce di Meridian non ricordi troppo
bene i sogni, alla mattina”.
Il chiarore si affievolisce, fino a sfumare nell’oscurità più
completa.
Un biip-biip elettrico la richiama al mondo. La notte è finita.
Il suo sogno d’amore non tornerà.
Al suo posto, c’e il sorriso di una sveglia batraciforme che le indica,
con le lancette sul suo grosso ventre, l’ora meno amata delle sue giornate.
Dall’alto della mensola, gli occhi di una grande rana di peluche la
guardano con immobile allegria.
La luce del nuovo giorno appena sorto filtra attraverso la tenda alla
finestra, e lei si sente già stanca.
Heatherfield, casa Portrait, ore tredici e un quarto
Finalmente è tornato un assaggio di quel passato felice che le
sembrava perso per sempre. La stessa cucina di una volta, le stesse pietanze,
le stesse facce dei genitori … un po’ più cupe, però.
“Mamma, papà, vi prego!”. Elyon fa un sorriso supplichevole.
“Erano tre anni che non mangiavamo assieme qui. Lasciatemi credere a questo
bel sogno”.
“Come ai bei tempi di Phobos”, risponde sarcastico il signor Thomas.
“Caro, devi proprio incupirti così?”, lo riprende Eleanor, mettendogli
davanti un piatto con due toast caldi. “Sai che dovremo restare qui diciotto
mesi. Cerca di vederci il buono!”.
Lui annuisce, mal rassegnato. “Va bene… Ma cercate di capirmi! Ora
mi sento più impotente di allora”. La mano si contrae sul coltello
da tavola come se brandisse una grande spada dalla lama luminosa e frastagliata.
Elyon gli sorride, e lo guarda intensamente negli occhi. “E’ così
bello essere ancora una famiglia”.
L’uomo resta incantato un attimo, poi il suo malumore svanisce, ed
un sorriso conquista il suo viso. “E’ vero”, risponde allegro, “E’ proprio
bello”.
DIN-DONN
Tutti gli occhi si volgono verso l’ingresso.
“Chi sarà?”. Eleanor si dirige verso l’ingresso. “Speriamo non
la polizia…”.
Elyon si alza e segue la madre, cercando di non far trasparire la sua
apprensione.
Quando la porta viene aperta, rivela le sue cinque amiche che, impacciate,
tentano dei sorrisi poco convincenti. Hanno ancora gli zaini di scuola
sulle spalle.
“Buongiorno!”. “Disturbiamo?”.
“Ragazze”, si sorprende Eleanor, “Se mi aveste avvertito… avrei preparato
qualcosa anche per voi”.
Will parla per tutte: “Vi prego di scusarci per l’ora, ma portiamo
un messaggio urgente”.
“Prego…”. Si scosta per farle passare.
Entrano tutte nel soggiorno. La loro tensione mal dissimulata fa capire
che non è una visita di cortesia.
“Prego, sedetevi”, le invita Eleanor con un gesto ampio verso il divano
e le poltrone.
“No, grazie”. Will si fa coraggio. “Elyon, l’Oracolo vuole incontrarti
al più presto”.
Elyon, a disagio, deglutisce. “Perché tanta urgenza?”. Teme
di saperlo già: ha cercato di prendere altro tempo, e non gliel’hanno
concesso.
Will fa un gesto di dubbio, come per dissociarsi da quella convocazione
perentoria. “Te lo spiegherà lui stesso”.
L’altra si morde le labbra e comincia a torcersi le trecce . “A Kandrakar?
Ragazze, io ho ricordi orribili di quel luogo”. Rivive lo sguardo di Endarno,
le parole umilianti, i gradini che si deformano fino ad avvolgerla in un
bozzolo. Si rivede china su un masso di pietra sospeso nel nulla, sente
funi come sanguisughe che le succhiano ogni energia.
Will la studia. “Allora?”.
Elyon scuote il viso. “No, io non verrò lì. Parlerò
all’Oracolo attraverso quel coso che avete nella libreria”.
Le ragazze si guardano.
“Hai le tue ragioni”, risponde Cornelia portandosi al suo fianco.
“Va bene”, conviene Will, “Puoi venire subito?”.
Elyon annuisce malvolentieri. “Lasciatemi cinque minuti per prepararmi.
Sedetevi pure”. Si allontana verso il vano delle scale.
Eleanor fa di tutto per apparire tranquilla. “Ragazze, siete venute
qui senza pranzare? Non ho problemi a prepararvi qualche paninetto”.
“Davvero?”. Gli occhi di Irma si illuminano al pensiero, e il movimento
delle guance fa intuire che sta già salivando come i cani di Pavlov.
“Grazie mille. Magari... magari con del formaggio?”.
Will si acciglia. Ha la sensazione che non sia l'occasione migliore
per chiedere favori. “Per me no, grazie”.
“Beh, ve ne porterò cinque lo stesso, poi divideteveli voi”.
Eleanor ammicca, poi si allontana diretta in cucina.
Mentre le ragazze siedono, Thomas torreggia ancora in piedi, a braccia
conserte.
Cornelia si fa coraggio. “Signor Portrait, si sa qualcosa di Caleb?”.
“Niente di nuovo”, risponde lui, “Aveva un sigillo per il teletrasferimento,
ma era partito per un viaggio a cavallo. Dovrebbe tornare a Meridian nei
prossimi giorni, ed allora ci aspettiamo di vederlo qui”, accenna col capo
alla stanza in cui si trovano, “Per sua scelta o, mal che vada, esiliato
come noi”.
Eleanor torna ansiosa dalla cucina. “Ora che ci penso... quella falsa
Elyon aveva dato ordine di richiamarlo subito a palazzo!”.
“Cosa? Perchè non l'hai detto prima?”.
“Me ne sono ricordata solo ora”, si giustifica lei.
Cornelia, sbiancata, chiede con un filo di voce: “E allora, perchè
non è già qui?”.
“Non so”, fa Eleanor, “Forse quelle là avranno cambiato i settaggi
della barriera contro il teletrasporto che avvolge il palazzo, in modo
che il suo sigillo sia considerato un’entità estranea”.
Lui ci riflette un attimo. “Non preoccupiamoci troppo. Caleb è
in grado di cavarsela in mille situazioni”.
Irma sorride a Cornelia. “Magari sarà stato irretito dalla tua
goccia”.
In un secondo, molte espressioni diverse si inseguono sul viso della
compagna.
Thomas squadra severo la guardiana dell'acqua. “Non credo proprio,
in queste circostanze”, risponde gelido.
“Facevo per dire”, si difende Irma con un gesto della mano, “Preferite
pensarlo rinchiuso in qualche segreta?”.
Tutte rabbrividiscono immaginando, ciascuna a modo suo, Caleb prigioniero
in qualche locale squallido e oscuro, dove la luce di una torcia fumosa
illumina solo ossa e ragnatele.
“Quelle false guardiane non ci fanno fare una bella figura”, commenta
amareggiata Hay Lin, “Il loro operato a Meridian è odioso”.
Taranee si copre il viso, pensierosa. “Spero che la gente si accorga
che non siamo davvero noi”.
Thomas annuisce. “E spero che capiscano che quella perfida là
non è la vera Luce di Meridian. Se no il discredito…”.
Sentono i passi di Elyon che scende dalle scale.
La regina entra nel soggiorno, pronta per essere accompagnata al patibolo.
“Parlavate di Caleb? Non credo che Vera e le altre gli farebbero del male.
Lo manderebbero qui, come hanno fatto con voi”.
“A meno che non sia cambiato qualcosa”, fa presente Taranee.
Tutti la guardano preoccupati.
“Cosa vuoi dire?”, chiede Elyon, apprensiva.
“Non so cosa ne pensiate voi, ma è già passata una settimana.
Potrebbe avere reagito. O magari potrebbe essere scoppiata qualche rivolta”.
Elyon resta senza fiato. “Qualche… rivolta?”. Si morde il labbro. “La
profezia parla di un anno di tirannia…”.
Taranee si incupisce. “Allora, potrebbe tradursi in un massacro inutile”.
Elyon annuisce, avvilita, riportando le mani alle trecce. “Come vorrei
che ora Caleb fosse qui!”.
Scambia un’occhiata ansiosa con Cornelia.
Dopo qualche secondo di silenzio, Will si alza in piedi. “Elyon, andiamo.
L’Oracolo sta aspettando di parlarti”.
“Ehi, aspettate”, protesta Irma. “E i panini?”.
Heatherfield, Ye Olde Bookshop
La stanzetta è illuminata dalla debole luminescenza azzurrina
del portale a forma di esagono irregolare. Ormai tutte lo chiamano ‘specchio
magico’ per sminuire la soggezione dettata dalla sua natura aliena.
Nello schermo immateriale, increspature si propagano lente come onde
in un lago di luce.
“Coraggio, Ellie”. Cornelia la tiene per mano, ben consapevole di cosa
stia rivivendo.
Will è di fronte allo schermo. “Ragazze, pensate all’Oracolo…”.
L’immagine prende forma.
La voce pacata dell’uomo attraversa le dimensioni. “Eccovi, guardiane”.
Il suo sguardo scruta nella semioscurità della stanza.
La ricercata si porta timidamente davanti allo schermo.
“Ed eccoti finalmente, Elyon di Meridian”.
E’ un attimo. Il corpo della ragazza si sfalda in linee di luce, che
vengono come aspirate dal portale.
“Ellie!”, grida Cornelia. Si sente ingannata. La sua amica le è
stata portata via dalle mani.
Il suo grido si smorza in un gemito angoscioso quando il portale davanti
a loro perde tutta la sua vita, come un televisore appena spento.
Kandrakar
L’incubo ricomincia.
Non c’è più l’altissima scalinata che ricordava inerpicarsi
verso il trono sotto un baldacchino. Non ci sono più gli stucchi
pesanti, le statue opprimenti e dorate che riflettevano la poca luce di
un ambiente scuro e pomposo. Lo stile è cambiato: le pareti sono
cesellate e coperte di delicati affreschi bianchi ed azzurri.
Sbuffi bianchi galleggiano sul pavimento e disegnano lenti vortici, e anche la luce che pervade l’ambiente sembra quella di una nuvola. Elyon sa che d’ora in poi odierà le nuvole. Davanti a lei c’è l’Oracolo, seduto a gambe incrociate mentre
levita a due spanne dal pavimento. Al suo fianco destro si libra immobile
l’anziana Yan Lin, con un’espressione da sfinge.
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Il primo freddo benvenuto spetta a Yan Lin.
“Elyon di Meridian, non è stato facile averti qui”. Tocca all’Oracolo. Parla con tono calmo e sguardo sereno, ma le sue
parole tagliano come lame di rasoio.
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“Io…”.
“Non voglio giustificazioni. Sappi che a noi importa pochissimo se
tu o la tua creatura sarete i nuovi tiranni di Meridian. Ciascun popolo
ha, nel lungo termine, il governo che merita”. Tace un attimo per scrutarla,
poi continua, con un tono calmo che stride con il senso delle sue parole:
“Quello che noi non permettiamo sono le eccessive ingerenze tra i diversi
mondi, e tu ti sei avvicinata al limite. E, soprattutto, non tolleriamo
la tua indifferenza per il furto di quello che è il fulcro stesso
dell’equilibro degli universi, il Cuore di Kandrakar”.
Elyon tenta un debole contrattacco. “Oracolo, il vostro talismano è
diventato un’arma per sottrarmi il regno. Potrei essere io a reclamare”.
Esita. Ha osato troppo con questa risposta?
L’Oracolo scuote la testa. “Non hai fatto niente per impedire ciò
che sta succedendo a Meridian. Peggio: avevi promesso che avresti recuperato
in breve quell’oggetto, ma non hai mosso un dito”. Si interrompe un attimo,
studiando l’effetto delle sue parole.
Veramente, ho promesso solo che ci avrei pensato, sta per specificare
lei, ma, guardandolo in viso, non trova il coraggio per dirlo.
“Luce, hai un’ultima possibilità. Dovrai recarti al più
presto a Meridian con le guardiane per recuperare il Cuore, o riattiverò
la muraglia, quella vera, impedendo ogni contatto futuro tra i due mondi”.
No! Questo no! “Oracolo, così farete il loro gioco. Chi si è
impadronito…”.
“Non importa! Le guardiane potranno comunque superare la barriera,
tu no. Se dovranno agire senza di te, lo faranno”.
“No! Oracolo, non voglio questo! Ascolta, ti prego. C’è una
seconda parte della profezia. Questo stato di cose sarà rovesciato
dopo un anno. Affrontare le congiurate in questo momento significa votarsi
ad una sconfitta sicura, che potrebbe anche costare molto cara”.
“E quindi…”, echeggia nel salone la voce autoritaria di Endarno, “… cosa propone la ‘luce di Meridian’?”. Elyon rabbrividisce a sentire il suo bel titolo pronunciato con quel tono di disprezzo. L’uomo non le sembra diverso da quando era posseduto da Phobos. “Vi prego di pazientare per un anno, un anno metamondese di soli diciotto
mesi. Dopo questo tempo, la profezia assicura che la cosa sarà risolta”.
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L’Oracolo scuote la testa, come se parlasse ad una persona senza speranze. “Ho già sentito questo modo di ragionare, Elyon. E’ identico a quello della regina Nadarin, la tua cosiddetta madre. Profetizzò la tirannia di Phobos, ma non fece niente per prevenirla”.
Mia madre! Lasciate stare mia madre! “La regina Nadarin portava in sé la saggezza di una dinastia al trono da milleduecento anni. Anziché cercare di fermare l’inverno, lei ha preferito seminare per la primavera”.
Il viso dell’uomo resta impassibile. “Luce di Meridian, il Cuore di Kandrakar deve essere recuperato subito”. Le sue parole hanno l’ineluttabilità di una lapide. “Se non collaborerai, sarai considerata complice della sua sottrazione. Ho parlato”.
Elyon non sa più a cosa aggrapparsi. “Ma certo avranno usato il Cuore di Kandrakar per erigere una barriera dimensionale…”.
Endarno la apostrofa come avrebbe fatto, millenni prima, con un soldato pavido. “Sappiamo benissimo che puoi arrivare a Meridian attraverso il portale naturale. Non cercare scuse. Hai pochi giorni per fare ciò che devi!”.
Elyon chiude gli occhi per un attimo. Non c’è altra uscita. “Una battaglia in questo momento sarebbe persa. Piuttosto, sarò io stessa a penetrare di nascosto nel palazzo per recuperare il vostro Cuore”. Esita. Sa che un fallimento potrebbe costare carissimo. “Però, se mi cattureranno, finirò come pianta ornamentale nel giardino di Phobos. Vale la pena, per risparmiare un annetto?”.
Endarno Occhi-di-serpente le sorride. “Se succedesse, ciò ci lascerebbe libera una cella in più nella Torre delle Nebbie”.
No! Il suo sguardo si perde, mentre Elyon rivive la sensazione di essere legata ad un masso nell’immobilità senza rumore, senza cambiamento. L’oblio. Il silenzio. Il nulla. Questa è la Torre delle Nebbie.
Heatherfield, Ye Olde Bookshop
Cornelia si tortura le mani, mentre guarda angosciata le altre. Ormai
sono passati più di dieci minuti da quando il portale ha ingoiato
la sua amica d’infanzia.
Irma ha smesso di porre domande a cui nessuna sa rispondere. O forse,
a cui nessuna vuole rispondere.
Will riflette. Elyon aveva un’idea di quello a cui andava incontro.
Ma perchè? Cosa ha nascosto a loro, che non è riuscita a
nascondere all’Oracolo?
Hay Lin è combattuta. Non si aspettava questa specie di rapimento.
Cosa penserà di loro Elyon quando tornerà… se tornerà?
Crederà alla loro buona fede?
Taranee è cupa. In un’occasione precedente, si è ribellata
contro l’Oracolo che le ha fatte agire come gendarmi inconsapevoli. E questa
volta, lo deve accettare? E’ il loro destino, quello di essere sempre messe
davanti al fatto compiuto?
Improvvisamente il portale si riattiva. Dopo dieci minuti nella semioscurità,
il suo improvviso guizzo di vita sembra un lampo abbagliante.
Quando la stanza riappare ai loro occhi, Elyon è lì.
Immobile, sconvolta, spaurita.
Per contrasto, il viso dell’Oracolo appare sereno nel portale.
“Guardiane, la Luce di Meridian si è offerta di recuperare il
Cuore di Kandrakar entro pochi giorni. Voi le darete tutto l’aiuto che
richiederà”.
La luce scompare. Elyon alza gli occhi lentamente. “Oh, Corny…”.
Cornelia la stringe a sé, sente i suoi tremiti. “Ellie, questo
non dovevano fartelo”.
Heatherfield, casa Portrait
La camomilla con i biscotti non è un abbinamento usuale, ma ha
aiutato Elyon a riprendere il controllo, assieme alla vicinanza di Cornelia
seduta sul bracciolo della poltrona.
“… E così dovrò sfidare la mia stessa profezia per recuperarlo”.
“Non lo farai da sola”, la rassicura Will. “Assieme, saremo una squadra
formidabile”.
Cornelia le accarezza la spalla. “Entreremo anche noi per proteggerti”.
Mentre lo dice, sa già che quest’offerta sarà rifiutata.
Per un attimo, Elyon alza gli occhi. “Grazie, ragazze, ma non basterà”.
Hay Lin fa una smorfia scettica. “Dovremo usare la dislocazione per
entrare? Sapete che causiamo uno spettacolo di luci che difficilmente passerà
inosservato”.
Il breve sguardo di gratitudine della regina si adombra. “Vedete, io
so come entrare nel palazzo di nascosto. Però contavo di usare quel
passaggio per il mio ritorno definitivo, tra diciotto mesi. Sfruttandolo
ora, lo brucerò”. Torce il viso, guardando verso l’alto. “Caro Oracolo!”.
Anche Will ha un suo piano: “Facci entrare, poi ci penserò io.
Il Cuore di Kandrakar ha una volontà propria, e già in passato
ha lasciato le mani di Nerissa, di Cedric e di Endarno per tornare a me.
Succederà ancora così”.
Al nome di Endarno, Hay Lin sembra ricordarsi di qualcosa d’importante.
“E la Corona di Luce? E’ anche quella nelle loro mani?”.
“Già!”, riflette Taranee. “Quella farebbe la differenza”.
Elyon scuote il viso, con l’espressione indefinibile che ormai non
le è più nuova. “Non potremo contare sulla Corona di Luce.
Dimenticatevene, per piacere”.
Le amiche si guardano un attimo, perplesse.
Hay Lin si porta un dito al mento. “Cosa stavamo dicendo?”.
“Forse dovremo lottare”, riflette seria Taranee. “Allora, dovremo agire
al più presto. Più il tempo passa, più quelle là
si rafforzeranno”.
Elyon si tira su. “No, niente combattimenti. Forse ora sono deboli
e spaventate. La disperazione fa fare delle cose orribili. Soprattutto
se hanno poteri come…”. Si interrompe, riflettendo in attimo. “In definitiva,
ragazze, è meglio che vada da sola”. Guarda le nuvole fuori dalla
finestra. “Partirò domenica mattina, sarà notte fonda a Meridian”.
La voce ansiosa di Eleanor le fa voltare. “E se non dovessi tornare?”.
Elyon deglutisce, e risponde a fatica. “Allora, riconoscete la loro
vittoria. Trattate con loro per riavere il Cuore di Kandrakar, e lasciatemi
al mio destino”.
Le guardiane si scambiano un’occhiata. Non lo farebbero mai.
Heatherfield, fuori casa Portrait
“Ciao, piccoletta”. Hay Lin si sbraccia ancora una volta verso Elyon,
che le saluta mesta dall’ingresso. “Andrà tutto bene!”.
Qualche passo dopo, svoltato l’angolo, Taranee commenta seria: “Non
ne sarei così sicura”.
“Infatti, facevo per dire”, ammette Hay Lin.
“Dividere le forze è un errore”, riprende Taranee. “Se Elyon
fosse catturata, le possibilità di noi guardiane di recuperare il
Cuore di Kandrakar sono inesistenti”.
“Mai dire mai!”, fa Irma. “Abbiamo rovesciato situazioni che parevano
disperate”.
Will annuisce. “Sì, però questa sarebbe l’occasione migliore.
Se Elyon ci portasse fin dentro il palazzo, sono certa che il Cuore tornerebbe
a me”.
“Ma non avete capito?”, sbotta Cornelia. “Quelle non possono essere
sconfitte prima di un anno!”.
“Non serve sconfiggerle subito”, fa presente Taranee. “Dovremo partire
con l’idea di recuperare il Cuore e basta”.
Cornelia scuote il viso. “Lasciate fiducia ad Elyon! Se potessimo essere
utili, lei sarebbe stata la prima a chiamarci”.
“Oh, sì, diamo fiducia ad Elyon”, fa Irma imitando il modo di
parlare della bionda. “Ne è così degna che l’Oracolo ha appena
minacciato di sbatterla nella Torre delle Nebbie”.
Cornelia si incupisce di più. “E tu cosa ne sai?”.
Hay Lin fa eco: “Di una cosa devi darle atto: sta facendo di tutto
per non metterci in pericolo”.
“Come quando ha affrontato da sola Phobos, e poi Endarno”, ricorda
Cornelia.
“Ehi, calma, facevo per dire”, dice Irma sulla difensiva.
“Come sempre”, sbotta Cornelia.
“Non fraintendetemi! Non ho detto che è vigliacca. Coraggio
ne ha! Ma facciamo i conti: l’abbiamo salvata prima dalle sue stesse guardie,
poi all’incoronazione, poi dallo scontro con Phobos, infine da Endarno…
insomma, non è difficile fare pronostici su come andrà a
finire”. Guarda un attimo i visi lunghi delle altre. “Resta solo da vedere
da dove la dovremo recuperare stavolta”.
All’incrocio con Green Hill Street, che porta verso casa sua, Taranee
si ferma. “Ragazze, qui vi lascio. E’ inutile fare i conti senza l’oste.
Riparliamone con Elyon questo sabato, prima che vada a Meridian”.
“D’accordo, tanto seguirla contro la sua volontà sarebbe impossibile”,
conviene Will. “Ciao, Tara”.
“Ciao”. “A domani”.
Taranee lascia si avvia verso casa.
Dopo un attimo di indecisione, anche Cornelia lascia il gruppo. “Aspetta,
Tara. Vengo con te”, dice raggiungendola. “Ciao, ragazze”.
“Appuntamento galante in vista?”, sorride Irma voltandosi indietro.
“Corny, salutaci il tuo maritino, e auguri per la suocera!”.
Appena vede sparire le altre tre dietro l’angolo, Cornelia sbotta: “Quanto
parla, quella!”.
Taranee le sorride senza rispondere: certi battibecchi la hanno sempre
lasciata indifferente.
Comincia a fare freddo. Senza smettere di camminare, si aggiusta il
collo della giacca. “E così, anche oggi abbiamo saltato il rientro
pomeridiano a scuola”.
Cornelia annuisce. “Non è il primo. Come la prenderà
tua madre?”.
“Mi processerà per direttissima. Non sono neppure brava ad inventare
scuse, tanto le scopre subito. La condanna agli arresti domiciliari è
assicurata”. La guarda. “E tu, non eri già in punizione?”.
“Già”. Cornelia abbassa la voce, imbarazzata. “Però ho
chiesto ad Elyon di venire a trovare mia mamma”.
“E…”.
“E lei si è convinta che uno scivolone può capitare anche
alle studentesse migliori, con un po’ di sfortuna”.
Taranee la guarda severamente. “Non avresti dovuto!”.
Cornelia si volta verso di lei, un po’ stizzita. “Senti, lo sai che
non siamo andate a divertirci! Abbiamo fatto il nostro dovere di guardiane!
E poi, tra il raccontare una bugia e non essere credute, e il raccontarla
ed essere credute, che cos’è meglio?”. Riprende a camminare. “Dovresti
presentare Elyon anche ai tuoi”.
“Un giudice ed uno psicologo legale! Dovrebbe andarci molto pesante
per convincerli!”. Scuote il viso. “No, non voglio”. Resta un attimo
in silenzio, camminando fianco a fianco. “Stai venendo verso casa mia per
vedere Peter?”.
Cornelia riflette un attimo. “Veramente avevo in mente un’altra cosa.
Non mi accompagneresti di nuovo al Ye Olde Bookshop?”.
“Perché?”.
“Perché voglio cercare di contattare Caleb”.
Taranee aggrotta gli occhi. “Ma lo sai, il portale non prende più
immagini di Meridian”.
“L’ultimo tentativo è stato quasi una settimana fa. Potrebbe
essere cambiato qualcosa”, risponde speranzosa l’altra.
Per tutta risposta, Taranee storce il naso.
“Puoi escluderlo?”, le chiede Cornelia, accalorandosi.
“No. Ma perché lo hai chiesto proprio a me?”.
La bionda si stringe nelle spalle. “Le altre, ormai, sono andate. E
poi… tu sei bravissima con quel portale”.
“Ma che sciocchezze dici?”. Taranee la guarda, cercando di capire.
“Cornelia, provi ancora qualcosa per Caleb?”.
La Guardiana della Terra abbassa lo sguardo e arrossisce appena. “Tara,
se riuscissimo a portarlo qui… preferisco averti accanto a me, a ricordarmi
alcune cose importanti”.