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Autore: galvanix    10/10/2015    4 recensioni
Un'oscura presenza rischierà di mettere in serio pericolo la vita della piccola Bra, soltanto per vendicarsi del Principe dei Saiyan.
Riuscirà Vegeta a proteggere sua figlia?
A volte l'angoscia e la paura possono essere cattive consigliere...
“Ti conviene tornare a casa in fretta Vegeta, altrimenti tua figlia rimarrà davvero male del tuo comportamento, soprattutto nel giorno del suo compleanno” concluse il saiyan voltando le spalle all’amico per andarsene.
Goku riuscì a fare soltanto due passi bloccandosi alla rivelazione dell’altro:
“Ho una strana sensazione Kakaroth, riguardo Bra e non mi piace per niente” disse Vegeta con tono angosciato.
“Di cosa stai parlando, Vegeta?” chiese seriamente Goku.
“Ho come l’impressione che qualcosa stia per accadere…”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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                             CAPITOLO VENTESIMO
                                  La Fine di un Incubo

            






Bra non sapeva cosa stesse succedendo al suo corpo, ma sentiva soltanto una grande rabbia invaderla e una scarica di adrenalina avvolgerla totalmente.
Non riusciva davvero a controllarsi, non dopo aver visto suo fratello, esanime, a terra.
Lui le aveva fatto scudo con il suo corpo unicamente per proteggerla dall’attacco di colui che credeva suo amico.
Probabilmente era stato proprio quel fatto a ferirla maggiormente perché si era sentita tradita da una persona di cui si fidava e questo le era bastato per scatenare la sua ira.
Non poteva sorvolare su una faccenda simile e in fondo non voleva neanche farlo.
Lei credeva davvero nell’amicizia con il mago, in fondo le era stato vicino, quando la strega la maltrattava e questo non poteva di certo dimenticarlo.
Le sue rassicuranti parole e le cure che le aveva riservato in tutto questo tempo, avevano toccato profondamente il cuore della piccola, facendola capitolare all’istante.
Lei si era fidata senza pensarci due volte, non solo perché si sentiva protetta, ma anche perché percepiva chiaramente la sua estrema sincerità.
Non avrebbe mai pensato, un giorno, di doversi scontrare con lui, non dopo quello che avevano passato insieme, ma purtroppo non poteva fare altrimenti.
Trunks era stato colpito per colpa sua e di certo non riusciva a sopportare l’idea di stare a guardare soprattutto perché la sua natura non glielo permetteva.
La rabbia che aveva in corpo era troppa per rimanere inascoltata e doveva, in qualche modo, farla esplodere.
Non importava come, ma sentiva l’esigenza di liberarsi di quel peso opprimente che la stava letteralmente schiacciando.
Fu un attimo e la bambina, urlando con tutta se stessa, si ritrovò completamente avvolta da un’aura dorata che fece sgranare gli occhi ai presenti, eccetto per il padre.
Lui, in fondo, non si meravigliò di tale sorpresa perché sapeva che, un giorno, la sua piccola avrebbe dato prova della sua forza e dell’appartenenza alla nobile razza dei saiyan…era solo questione di tempo.
Tuttavia, riflettendoci, la faccenda era piuttosto esilarante…
Poco prima la bambina teneva stretta la mano del proprio padre, come per cercare protezione, mentre ora era lì, davanti a lui, mostrando la sua potenza nascosta.
A quel pensiero, il Principe, non poté trattenere un ghigno compiaciuto e pieno di orgoglio per la sua piccola saiyan.
Nel frattempo anche Bulma e Gohan, che erano appena atterrati, riuscirono a vedere, con i propri occhi, la trasformazione di Bra.
Nonostante fosse trasformata, la scienziata dovette rassegnarsi all’idea che anche la sua bambina fosse proprio come suo padre.
Probabilmente, sapeva, che prima o poi sarebbe arrivato, anche per Bra, il momento di dimostrare la sua vera natura, ma non credeva così presto.
In fondo era ancora molto piccola e non la vedeva adatta per il combattimento, ma forse era soltanto preoccupata, come madre, che le potesse di nuovo accadere qualcosa di irreparabile.
Vegeta si era accorto dell’apprensione da parte della compagna, ma decise di sorvolare e riprendere l’argomento, quando l’intera storia sarebbe giunta al termine.
Le si avvicinò e la bloccò per un braccio, quando la vide partire per andare a sincerarsi delle condizioni di suo figlio.
La donna lo fissò con aria perplessa e lui, per rassicurarla, le disse con tono fermo e autorevole:

“Aspetta, lascia fare a Bra”.

A quel punto, Bulma, anche se controvoglia, seguì il consiglio del suo uomo e rimase a guardare con attenzione.
Intanto la piccola trasformata, ormai in super saiyan, si avvicinò a Trunks, conciato piuttosto male, e con tono dispiaciuto, gli domandò:

“Fratellone, mi senti?”
“Bra…tu stai bene, vero?” ribatté sofferente, il giovane, per via dell’attacco subìto.
 “Si. Mi dispiace Trunks…per colpa mia ti sei fatto tanto male”.
“Non preoccuparti per me, piccola, io starò bene”.
“Però non è giusto. Vorrei tanto poterti aiutare.” aggiunse lei rammaricata.
“Ma lo stai già facendo…ti sei trasformata in super saiyan e, grazie al tuo calore, mi sto già sentendo meglio” gli riferì lui, mentendole. In fondo non voleva farla preoccupare, né tantomeno farla sentire in colpa.
“Davvero?” domandò lei speranzosa.
“Si, è così”.
“Io, però, vorrei tanto poter fare di più, per te” replicò Bra, affranta,  adagiandosi, poi, sul torace del fratello.

Fu un attimo ed il ciondolo di Bra prese a brillare improvvisamente avvolgendo, di una luce intensa, entrambi.
I presenti furono costretti a chiudere gli occhi, ma poco dopo quel fasciò di luce cessò, facendo tornare tutto alla normalità.
Nessuno riuscì a comprendere realmente la situazione, tranne Vegeta.
Lui aveva già vissuto un’esperienza simile, quando Bra era tornata in vita e la stessa cosa stava accadendo ora.
Grazie al potere sprigionato dalla collana, Trunks era guarito sotto lo sguardo stupito di tutti i presenti, eccetto del padre.
In quel preciso istante neanche la bambina riuscì a capire realmente cosa fosse accaduto, tuttavia sentì soltanto due accoglienti braccia stringerla forte.
Sollevò lentamente lo sguardo e si ritrovò davanti il viso sorridente del suo fratellone.
Per un momento rimase stupita perché il ragazzo sembrava come rinato, senza nessun graffio.
Non riusciva a spiegarsi come il fratello fosse guarito così istantaneamente, ma era troppo contenta per rifletterci ancora, così si strinse maggiormente al corpo del giovane e, con tono sin troppo allegro, affermò:

“Fratellone, sei guarito!”
“Esatto, anche se non capisco come sia potuto succedere”.
“Ora, però, non mi lasci più, vero?”
“Ci puoi scommettere”.

Nel frattempo i presenti si avvicinarono ai due fratelli per sincerarsi delle condizioni del giovane.
La prima ad intervenire fu la scienziata che, accovacciandosi a terra, mise una mano sulla spalla del lilla e, con tono preoccupato, domandò:

“Trunks, sicuro di stare bene?”
“Certo mamma non preoccuparti. Mi sento come rinato, anche se ancora non capisco cosa sia realmente successo”.
“Il merito è di tua sorella e della collana che porta al collo.
La sua energia ha come ricaricato la collana, sprigionando così tutto il suo potere.
È grazie a lei, se sei completamente guarito” spiegò chiaramente il padre con orgoglio.
“Lo immaginavo” rispose il figlio scompigliando, affettuosamente, i capelli alla sorella.
“Ora cosa facciamo?” chiese Gohan con aria seria, riferendosi al mago e alla strega.
“Ci voglio pensare io, a loro” intervenne determinata la bambina.
“Bra, non mi sembra il caso” replicò prontamente la madre.
“Invece, io, credo proprio di si” interruppe deciso il Principe.
“Ma, Vegeta?” replicò stupita la turchina.
“Lei deve avere la possibilità di riscattarsi, dopo quello che le è accaduto. È il suo momento e nessuno deve intromettersi.
Nel caso in cui abbia bisogno, sarò io stesso ad intervenire. Sei d’accordo, Bra?”
“Si, papà”.

Dopo aver acconsentito, la piccola, con passo sicuro, si diresse lentamente verso i nemici per sistemare, una volta per tutte, l’intera faccenda.
Intanto Vegeta si avvicinò alla compagna per farle comprendere che non doveva temere nulla, ma, al suo minimo tocco, la donna si scostò immediatamente.
Era, senz’altro, arrabbiata con lui per aver preso una decisione senza consultarla e la sua donna odiava non sentirsi presa in considerazione, a maggior ragione se si trattava dei suoi figli.
Malgrado ciò, l’uomo non si stupì del suo atteggiamento, in fondo immaginava il suo timore, come madre, ma doveva accettare che Bra fosse una saiyan e forse, con il tempo, ci sarebbe riuscita.
Sicuramente veder combattere la propria bambina l’angosciava, ma lei doveva avere fiducia nelle capacità della piccola perché, dietro al suo dolce visino, nascondeva un grande potenziale e di questo, Vegeta, non aveva alcun dubbio.
Tuttavia il saiyan decise, per ora, di accantonare la questione con la compagna e rimandare il tutto una volta ritornati a casa.
Inizialmente avrebbero, come di consueto, discusso per qualche ora e poi avrebbero fatto pace nell’unico modo che il Principe conosceva e che, sicuramente, la scienziata non avrebbe saputo rinunciare.
In fondo sapeva come prenderla…
Tuttavia decise di rifletterci più tardi perché, in quell’istante, aveva qualcosa di molto più importante da vedere e non voleva assolutamente perderlo.
Infatti, la bambina, era arrivata davanti ai suoi nemici con l’atteggiamento fiero di chi non temeva niente e nessuno.
La sua aura risplendeva di una luce accecante e i suoi occhi verdi erano decisi ed impenetrabili.
Nemesis rimase stupito, non solo di saperla ancora in vita, ma persino del cambiamento avvenuto in lei... non immaginava quanto potesse cambiare attraverso quella trasformazione.
In realtà aveva già avuto modo di scorgerla, con quelle sembianze, attraverso lo scontro avvenuto con Arcadia, ma era stato solo per breve tempo.
Ora aveva modo di vederla con più attenzione e ciò che vide lo turbò particolarmente.
Non era tanto la trasformazione a renderlo nervoso, ma il suo ghigno compiaciuto, ripreso, senza ombra di dubbio, dal suo nobile padre.
 


Persino i tratti del suo viso si erano induriti, rendendola decisamente più sicura di sé.
Non sembrava più essere la bambina indifesa che gli stringeva la mano, quando aveva paura, e questo lo rese piuttosto triste.
Si era affezionato molto a Bra e aveva imparato a conoscere, in parte, il suo carattere dolce, tenero, allegro, sincero, ma, ora, vedendola trasformata, si rese conto di quanto poco conoscesse di lei.
Tuttavia, l’uomo ero contento di saperla ancora viva e si ritrovò a pensare che, probabilmente centrasse il suo ciondolo.
Si fissarono a lungo negli occhi, finché non fu proprio la piccola a rompere quell’imbarazzante silenzio, domandando delusa:

“Perché?”
“Cosa?” rispose perplesso l’uomo non riuscendo a capire l’interrogativo posto dalla bambina.
“Perché hai fatto del male al mio fratellone?
Credevo fossi mio amico…”

Fu proprio in quell’istante che il mago riconobbe la vera Bra…quella dolce bambina che aveva avuto modo di incontrare e che gli aveva regalato tanti sorrisi.
La maschera da dura che si era ostinata ad indossare era crollata nel momento in cui lei gli aveva rivolto la parola.
Tutti i suoi dubbi svanirono anche se continuava a rimanere turbato, non tanto dal suo aspetto, quanto dalla sua impulsività.
Tuttavia, Nemesis, cercò di replicare alla sua domanda nel modo più sincero che conosceva soprattutto perché era davvero arduo rimanere impassibile di fronte al malinconico viso della bambina.
Così, con tono sincero, le disse:

“Vedi Bra, ho solo cercato di difendere me ed Arcadia dall’attacco che tuo fratello ci ha scagliato.
Non era mia intenzione fargli volutamente del male…devi credermi”.
“Però lo hai fatto” ribadì triste la piccola.
“Lo so e mi dispiace. Hai tutte le ragioni del mondo per avercela con noi e se vuoi scontrarti con me io non muoverò un solo dito”.
“Non sono sicura di volerlo fare… io, in fondo, ti voglio bene” proferì la piccola con tono affettuoso.
“Anch’io ti voglio bene, Bra” rispose commosso il mago.
“Infatti non è con lui che dovesti prendertela.
Sono io la responsabile di tutto…uccidi me” interruppe la strega debolmente, mentre era tra le braccia dell’amico.
“Cosa dici?” replicò duramente il mago.
“E’ vero Nemesis e tu lo sai. Devi sapere, mocciosa, che sono riuscita ad ucciderti due volte, ma con scarsi risultati… a quanto pare non è ancora arrivato il tuo momento”.

L’ultima frase, pronunciata dalla strega, spiazzò tutti i presenti, persino il Principe.
Tentò di capire a cosa si riferisse Arcadia con quel “due volte” e, dopo qualche istante, si accese in lui una lampadina che gli fece intuire ogni cosa…
Come una furia, incapace di trattenersi, il saiyan si scagliò contro la donna, prendendola per il collo, e furioso le domandò:

“Sei stata tu, vero?”
“Vi prego, mettetela giù” intervenne preoccupato Nemesis, non solo per la sorte dell’amica, ma anche per le sue misere condizioni.
“Silenzio!” esclamò, con tono durissimo, il padre della bimba.
“Ci s-sei arri-vato, final-mente.
Ebbene si, sono io la re-sponsabile dei tuoi incubi e del malessere di tua fi-glia che poi l’ha por-tata alla mor-te, qualche an-no fa, ma a quanto ve-do i miei stratagemmi non so-no servi-ti a molto” asserì lei, senza paura, appurando le ottime condizioni di Bra, ma allo stesso tempo sofferente per via della stretta di Vegeta sul suo collo.
“Co-sa hai usato, que-sta volta, per ri-portarla in vi-ta?” elargì, curiosa, la megera.
“La collana di mia madre.
Devo ammettere che, persino a distanza di anni, funziona alla perfezione.
Te la ricordi, vero?”
“Hai sempre avu-to schifosamente fortu-na, saiyan”.
“No, sei tu che mi fai schifo.
Ti sei permessa di uccidere mia figlia due volte e dovresti finire all’inferno soltanto per averlo pensato”.
“E allora, per-chè non lo fai?” chiese la strega provocandolo.
“Perché è quello che desideri, visto le tue pessime condizioni ed io non ho nessuna intenzione di accontentarti” proferì severamente il saiyan lasciando la presa e facendo cadere, rovinosamente, a terra la donna. 

Il mago le si avvicinò immediatamente per soccorrerla, mentre la piccola guardava la scena turbata.
Non sapeva spiegarsi bene il motivo, ma si sentiva diversa.
Una volta rivista la strega voleva soltanto scontrarsi con lei per avere la sua rivincita, ma ora, dopo aver appurato le sue pessime condizioni, aveva cambiato idea.
In fondo era soltanto una bambina e il combattimento non rientrava nelle sue priorità.
Lei ambiva unicamente di tornare alla sua vecchia vita, alle sue abitudini…era questo che voleva più di ogni altra cosa.
Il padre si accorse del repentino cambiamento della bambina, così, per risvegliarla da quel torpore, si accovacciò per arrivare alla sua altezza e con tono deciso le chiese:

“Bra, ascoltami”.
“Si, papà?”
“Sei tu che devi decidere cosa fare del tuo nemico. Hai subìto un torto ed ora hai la possibilità di riscattarti.
Vuoi sfidarla?”
“Io, non lo so. Prima volevo farlo, ma, ora, mi fa solo pena” aggiunse confusa la piccola abbassando lo sguardo.
Il padre le prese il mento, sollevandole il viso, per poi aggiungere:
“Non abbassare mai lo sguardo, Bra, con nessuno.
Non sei costretta a farlo, se non vuoi...sei ancora piccola e non sei pronta per questo”.
“Papà, io voglio solo tornare a casa” disse lei gettandosi tra le braccia del padre.
“Va bene, ma non c’è bisogno di piagnucolare.
Ci penserò io a lei” asserì serio il saiyan, ricambiando, tuttavia, la stretta.
“Ti sba-gli saiyan…io non ti permet-terò di ferirmi ancora” s’intromise seccata la strega.
“Che vuoi dire, Arcadia?” le domandò preoccupato il mago.
“Mi dispiace Nemesis, ma credo sia la soluzione migliore per tutti. Io metterò fine a tutta questa storia, ma a modo mio” affermò decisa la donna allontanando, da sé, l’amico.

La donna, con la poca forza rimasta, si alzò in piedi con non poca fatica e creò, grazie alla sua magia, una sfera luminosa di grandi dimensioni che lanciò contro i presenti, cogliendo di sorpresa persino l’amico.
Il Principe, intuendo subito la sua mossa, si preparò a ricevere il suo attacco cercando di respingere quello del nemico, ma prima allontanò immediatamente la figlia da sé, per poi urlarle:

“Vattene Bra, scappa!”
“No papà, io non ti lascio”.
“Avanti, non fare la sciocca. Ubbidisci”.
“Te lo puoi scordare, io non me ne vado”.

Dopo aver preso la sua decisione, la bambina si affiancò al padre e tentò di sfruttare la sua trasformazione in saiyan per aiutare il genitore, contribuendo con al sua energia.
Nonostante fosse arrabbiato per il comportamento sconsiderato della piccola, l’uomo non riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto.
Quella bambina era davvero una forza della natura, anche se, a volte, riusciva ad essere più testarda della madre.
Tuttavia, malgrado l’aiuto di Bra, la sfera lanciata dalla strega sembrava essere davvero potente e aveva paura che la figlia non sarebbe riuscita a resistere per molto.
Cercò di trovare una rapida soluzione finché non vide apparire al suo fianco il figlio maggiore.
Trunks era andato in loro aiuto, in fondo doveva aspettarselo da un valoroso guerriero come lui.
Il giovane si mise in posizione e usò tutta al sua energia per aiutare a respingere quella maledetta sfera.
Fissò, per un momento, il padre che ricambiò la sua occhiata e, con tono sarcastico, disse:

“Pensavi davvero che sarei rimasto a guardare?”
“No e comunque se non fossi intervenuto, una volta ritornati sulla Terra, non ti avrei dato tregua” replicò ghignando il padre.
“Allora ci ho visto giusto”.
“Non dubitare mai di tuo padre”.
“Va bene. Che ne dici, sistemiamo, una volta per tutte, questa faccenda?” chiese, accennando ad un sorriso, il giovane.
“Non avrei saputo dirlo meglio” ribatté Vegeta ricambiando l’intesa venuta a crearsi con il giovane.
“Sei pronta Bra?” chiese deciso il genitore.
“Puoi contarci, papà”.
“Bene, allora facciamogli vedere chi sono i veri saiyan”.

E con questa ultima frase un padre e i suoi due figli, si ritrovarono a combattere, per la prima volta tutti insieme, fianco a fianco come il Principe aveva sempre sognato…


 

                                                                                 

                                                                                                                                                               CONTINUA…
 

 

 







ANGOLO DELL’AUTRICE

Eccomi, da come avete potuto intuire siamo ormai quasi giunti alla conclusione di questa storia.
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo e, sinceramente, mi dispiace un po’, in fondo mi sono divertita parecchio a scrivere questo racconto, ma tutto, prima o poi, ha una fine.
Sicuramente senza le vostre recensioni non sarebbe stato lo stesso e vi ringrazio tantissimo per avermi seguito con tanta costanza.
Rimando i ringraziamenti al capitolo finale.
GRAZIE davvero tanto anche ai lettori silenziosi.
Ci sentiamo prestissimo!
Un Abbraccio.

GALVANIX

  
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