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Autore: Flox_H    11/10/2015    1 recensioni
"Sono troppo convinta che la vita sia bella anche quando è brutta, che nascere sia il miracolo dei miracoli, vivere: il regalo dei regali. Anche se si tratta d’un regalo molto complicato, molto faticoso, a volte doloroso."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                          Primo capitolo
Sophy veloce dobbiamo andare, siamo già in ritardo”
Si si mamma sto scendendo” sto correndo da dieci minuti  da una stanza all’altra per prendere i pod, cuffie (che non trovo) e un libro che ho già letto almeno tre volte. Finalmente trovo le cuffie che , per qualche strana ragione erano sotto il mio letto. Metto tutto nel mio borsone blu e scendo di corsa le scale.
Ce ne hai messo di tempo” sbuffa seccata mia madre.
Scusa mamma, non riuscivo a trovare le cuffie
Saliamo in auto diretti all’ospedale centrale di Londra. Ormai è diventata per me come una seconda casa, conosco tutti: infermieri, dottori e anche qualche paziente che deve rimanere lì giorno e notte per le cure. Fortunatamente io non ho bisogno di rimanere, posso tranquillamente prendere i miei farmaci a casa e poi venire una volta a settimana per fare tutti i controlli.

Circa un mese fa mentre correvo sul tappeto in palestra, mi venne una crisi respiratoria, mi vengono raramente ma so come affrontarle, infatti tengo sempre con me l’inalatore. Quella volta però fu diversa: era una crisi più forte di tutte quelle che avevo avuto in passato e mentre andavo dal tappeto  al borsone dove tenevo l’inalatore, svenni; non ricordo più niente se non il letto di ospedale dove poi mi ritrovai.

*Flashback*

Davanti a me mio fratello maggiore Louis ha gli occhi pieni di preoccupazione,  alla mia destra , mia madre con occhi gonfi e rossi , segno che ha pianto, alla mia sinistra mio padre che mi guarda pietrificato.
Che succede?” chiedo preoccupata. Mia madre ritorna a piangere e si allontana, mio padre si risveglia dallo stato di trance in cui era e mio fratello si avvicina a me e mi prende la mano.
Come ti senti?” mi chiede sviando la precedente domanda.
Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda.” Rispondo stizzita. “Comunque adesso sto bene, solo un’po’ stordita.”
Vado a dire al dottore che ti sei svegliata” dice alzandosi e uscendo dalla stanza. Odio il fatto che alla fine non ha risposto alla mia domanda.
Provo a mettermi seduta sul lettino ma mio padre mi ferma.
Fai  attenzione” dice indicando i fili che avevo attaccati al braccio e di cui mi sono accorta solo adesso.
Mi metto seduta cercando di mettere a fuoco gli oggetti nella stanza. Le pareti grigio scuro danno un’aria cupa alla stanza. Un piccolo comodino azzurro chiaro, con sopra una bottiglia d’acqua è l’unico colore più vivace presente. Mi allungo verso di esso per prendere l’acqua ma mio padre nuovamente mi ferma.
“Non so se puoi bere, dobbiamo prima chiedere al dottore” non mi guarda in faccia quando parla. Tutto ciò mi sta facendo innervosire. Sbuffo rumorosamente e guardo dietro di lui. C’è una finestra coperta da una tenda bianca dalla quale non filtra neanche un raggio di sole, probabilmente perché il tempo come sempre fa schifo. Davanti al letto ci sono: un grande armadio che si confonde con le pareti poiché anche questo è grigio e, poco distante da questo, c’è un tavolo con delle sedie grigio perla. Da una di quelle si alza mia madre e viene verso di me, sta per dire qualcosa ma viene interrotta dal battere alla porta di qualcuno. Vedo entrare nella stanza un signore sulla quarantina con un camice bianco, occhiali da vista e una fascicolo in mano, seguito da mio fratello.
“Salve signorina Tomlinson , come si sente?”
“Un po’ frastornata”  rispondo sistemandomi meglio sul letto.
E’ normale è svenuta” dice lui cominciando a guardare il fascicolo che aveva in mano.

Grazie tante questo lo avevo capito.

Adesso le spiego cosa succede..”

Finalmente!

“..purtroppo quello che sto per dire non le piacerà.”

Bene.

“Sarò molto diretto e conciso, non mi sono mai piaciuti i giri di parole. Le abbiamo riscontrato un male al cuore: è visibilmente compromesso, per  intervenire in qualsiasi modo rimangono quattro.. cinque mesi massimo.” Silenzio. Nessuno osa parlare dopo che il dottore ha sganciato una bomba del genere. Avete presente quando dopo che vi accade  qualcosa di talmente  sconvolgente ,per un attimo non riuscite a capire neanche dove siete? Quando il mondo vi cade addosso? Quando il cervello si dimentica di dare i comandi ai polmoni per respirare? Quando l’intera vita vi passa davanti? Io in questo momento mi sento già morta. Adesso si spiega mio fratello pietrificato davanti a me, mio padre immobile e mia madre che piange. Dopo attimi di silenzio il dottore riprende a parlare. 
Ma..” ricomincio a respirare e mi viene una forte fitta alla testa. “Una possibilità ci sarebbe…: il trapianto. Non vorrei regalarle false speranze, è difficile trovare un cuore in così poco tempo ma non possiamo escludere neanche questa possibilità.”

*Fine flashback*

Arrivati all’ospedale, entro dalla porta principale e vedo che viene verso di noi Hanna, l’infermiera che sta con me ogni volta che vengo a fare i controlli. Avanza con il solito camice bianco, i capelli scuri che le ricadono sulle spalle e i suoi occhi verdi puntati su di me. Avrà una trentina di anni ma sembra più piccola. E’ un’ottima amica qui all’ospedale e un po’ il mio angelo custode.
Buongiorno Sophy!” dice venendomi incontro e aprendo le braccia.
Buongiorno Hanna” ricambio il saluto gettandomi tra le sue braccia e stritolandola.
Come stai? Tutto bene a scuola?”
Si sto bene, a scuola tutto apposto ho preso una B+ nel compito di matematica!” Sono al quinto anno di liceo, forse  quest’anno mi diplomo.
Brava! Salve signora Tomlinson ” dice rivolgendosi a mia madre.
“Salve Hanna” ricambia lei cordiale per poi stringerla in un abbraccio.
“Bene adesso cominciamo subito. Prima si comincia, prima si finisce, quindi saluta tua madre e.. dov’è tuo padre?”
“Sta parcheggiando, adesso arriva. Ciao mamma ci vediamo dopo
” le prendo il borsone dalle mani e mi avvio insieme ad Hanna a fare il primo esame. Quello del sangue.
“Prima di andare a fare l’esame del sangue puoi posare la tua borsa nella stanza numero -”
“312”
diciamo insieme e scoppiamo a ridere. Ormai è la mia stanza, tutte le volte che vengo qui casualmente è libera quindi mi danno quella.
Ecco a te la chiave, sai dove si trova la camera, ti aspetto qui a piano terra tra cinque minuti. Puntuale mi raccomando.”
“Cinque minuti? Ma sono troppo pochi.” Piagnucolo.
Mi dispiace ma gli orari sono questi, poi avrai qualche minuto in più di pausa tra un esame e l’altro. Su sbrigati.” Mi da una pacca sul sedere e si allontana.
“Va bene” mi dirigo verso l’ascensore che fortunatamente è vuoto. La stanza è al terzo piano di questo padiglione. Ormai so tutti i piani, non c’è il rischio che mi possa perdere.
Salita al terzo piano, la mia camera è la quinta a destra. Un suono mi distrae dalla ricerca della stanza e prendo il telefono che squilla. Mio fratello. Ogni volta che devo fare i controlli, prima di entrare in ospedale, mi chiama. Ora che ci penso è in ritardo di qualche minuto, generalmente è come un orologio svizzero.
 “Fratellone! Ti stavi dimenticando di me?” rispondo fingendomi offesa.
Come potrei dimenticarmi di te? Prima non ho potuto chiamare perché il professore non mi lasciava uscire”
“Non ti preoccupare… a scuola tutto bene?”

Si si alla prossima ora ho il compito di chimica” sbuffa scocciato. Mio fratello e la chimica hanno una relazione… come dire…complicata, anzi rettifico mio fratello e la scuola sono letteralmente divorziati.
Louis adesso devo andare, Hanna mi aspetta sotto per il primo esame e ho solo cinque minuti per sistemarmi e scendere da lei. In bocca al lupo con il compito di chimica!”
“Crepi e a te in bocca al lupo per i tuoi esami
” mi risponde lui facendo il ‘verso’ di un bacio. Chiudo la chiamata. Sto per mettere il telefono nel borsone quando mi scontro con qualcuno.
Ops scusa non ti avevo visto” dico abbassandomi per recuperare il telefono e il borsone che mi sono caduti dalle mani.
Scusami tu… ero distratto” dice abbassandosi e aiutandomi . Aspetta io conosco questa voce.. Ci alziamo e mi passa ciò che è di mia proprietà.


Note:
Salve a tutti. E' la prima ff che scrivo quindi abbiate pietà di me ahahahaha. Lavoro su questa storia da un bel po' di tempo. Finalmente mi sono decisa a postare questo primo capitolo perché la mia curiosità è tanta,  troppa. Mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate; per questo ho deciso che  per un po' di tempo ci sarà solo questo capitolo. La lunghezza del periodo di tempo sarete voi a deciderla in base a quante persone mi faranno sapere cosa ne pensano.
Un bacione e alla prossima!
Flox_H

 

  
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