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Autore: Black Friday    11/10/2015    1 recensioni
Per la prima volta si sentiva persa [...] Per la prima volta si sentiva sopraffatta.
Una piccola flashfic introspettiva su Lavellan dopo la dismissione dell'Inquisizione. Mini-edit in data 12/10/2015.
[Post DLC "Trespasser/Intruso", possibili Spoiler!]
[ Partecipa alla challenge “La Corsa delle 48 ore” del forum “La Torre di Carta”]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inquisitore
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Kathara Lavellan'
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Duir
[Prompt: Albero – Parole: 394 – Partecipa alla challenge “La Corsa delle 48 ore” del forum “La Torre di Carta”]
 
~*~

Pizzicate dalle carezze del vento, le foglie frusciando spandevano un leggiadro richiamo, intonavano un canto segreto e ammaliante, una nenia che conduceva la mente di Lavellan in un altrove leggero e indefinito in cui poteva perdersi noncurante del presente, dimentica dello smarrimento che covava in sé.

Non le fu facile arrivare ad ammetterlo, ma per la prima volta si sentiva persa, svuotata della sua identità: chi era ormai Kathara Lavellan? Non più l'Inquisitore; allora un simbolo, l'Araldo di Andraste? O solo una Dalish a stento degna di tale nome? Una cacciatrice elfo senza neppure un Clan a cui fare ritorno.
Egoista” si rimproverò, sospirando severa.
E pensare che le sorelle ed il fratello di Cullen l'avevano davvero accolta nelle loro case come una di famiglia.

Per la prima volta Lavellan si sentiva sopraffatta: l'Inquisizione ufficialmente sciolta, il folle proposito di Solas... erano le conseguenze del Sacro Concilio a preoccuparla, la paura di non essere adeguata privata com'era del suo potere. Guardò di sbieco il moncherino del braccio sinistro, era ancora difficile accettarne del tutto la menomazione, per quanto essa avesse significato l'unica possibilità di continuare a vivere.

Camminava a passi lenti nel folto, ondeggiante verde di un campo nelle Distese Meridionali; tra l'erba alta e ciuffi di fiori rustici stava la sua strada, il percorso che la separava dalla sua meta.

Tra quello sconfinato nulla, le sembianze di una maestosa Quercia centenaria si fecero sempre più nitide davanti ai suoi occhi.

La visione della pianta la lasciò senza fiato, colma di riverenza. “Che splendido Adahl*!” mormorò, posando con delicatezza le mani e la fronte sulla corteccia dell'imponente albero. Ne percepì il sostegno, solido e sicuro, ne percepì la forza ed il sapere, c'era saggezza antica dentro quell'essere.
Se l'illusione delle divinità elfiche era crollata, per quanto poco affidamento lei vi avesse sempre fatto, le rimanevano altre fonti d'ispirazioni e conforto, gli spiriti della natura a cui innalzare le sue preghiere e a cui porgere omaggio.

Il grande oracolo di linfa e legno, allora, proferì in fretta il suo silenzioso ammonimento: benaugurante, una ghianda precipitò dritta in testa a Lavellan, riportandola alla realtà.

Kathara sorrise tra sé stringendo nel palmo il prezioso frutto, qual era il messaggio celato in quel piccolo dono?
Forse, per un attimo, poteva concedersi semplicemente di essere, proprio come quel seme. Fedele al suo nucleo, il resto sarebbe venuto col tempo.

 
~*~

 
Note:
Duir è il termine celtico che indica la Quercia
*Adhal = Elfico per “albero”
  
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