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Autore: invasata    11/10/2015    5 recensioni
E se i Cullen non fossero gli unici "non umani" a Forks? E se Bella non avesse avuto l'infanzia felice che ha sempre avuto? Se il suo passato fosse costellato di Istituti, Camici Bianchi ed Eliminatori? Una Bella completamente diversa, fisicamente e mentalmente, immersa in una storia d'amore costellata di pericoli... e non un gruppo di vampiri assetati a costituire un pericolo per la nostra protagonista!
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Another capitolo!!!
Questi miei personaggi li faccio sudare parecchio (non quanto nell'altra storia ma anche qua devono lavorare^^), fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura!

Un bacione.


POV EDWARD:


E' vero quello che dicono le persone.

Non senti la mancanza di una persona finchè non la perdi.

Io la mancanza di Bella la sentivo ogni giorno.
Quando entrava in un'aula diversa dalla mia.
Quando la portavo a casa per la cena.
Quando, dopo aver buttato giù il telefono, dovevo aspettare la mattina dopo per rivederla.
Ma era un'attesa dolce.
Sapevo, ero sicuro, che la mattina dopo sarebbe stata di nuovo tra le mie braccia.
Nel mio campo visivo.
Nelle menti delle persone a lei vicine.

...finchè non la perdi.

Chi avrebbe mai pensato che un giorno avrei potuto perderla?
Certo, il fatto che io sia una creatura immortale e lei un essere umano (seppur modificato geneticamente) rendeva la cosa plausibile per chiunque.
L'avrei persa un giorno.
Molto lontano.
Forse neanche in quel caso... ma vederla sparire così presto da me è stato un atto così crudele da farmi chiedere se la mia eternità non mi sia stata donata solo per subire una tale punizione.
La perdita di una persona amata.
Lei.
L'unica donna che abbia mai amato.
La cosa che odio di più della mia immortalità è la memoria a lunga durata.
Ricordo tutto.
Ogni cosa.
Anche il momento in cui quella minuscola lacrima che mi ero ripromesso di non farle più versare è scivolata sulla sua guancia, scendendo poi verso il mento e cadendo indisturbata nella maglietta.
Quella lacrima maledetta.
Il tremore nella sua voce.
Il terrore nei suoi occhi.

-Edward?-

Non mi volto neanche verso Esme che mi guarda sulla porta di camera mia, nella sua mente posso vedere la mia immagine insieme ai suoi pensieri tristi.
Pensieri di una madre che vede un figlio soffrire.
Un pò mi dispiace per quello che sto facendo passare alla mia famiglia, ma è impossibile per me fingere anche un sorriso.
Anche uno piccolo sarebbe difficile.

-Posso sedermi con te?-

Annuisco meccanico scattando quando la vedo sedersi sulla poltrona in cui una volta si era seduta Bella, lei sgrana gli occhi prima di sorridere dolce e cambiare posto con un mio sbuffo di sottofondo.
Non chiede perchè.
Semplicemente mi accontenta.

-Grazie-

La mia voce è rauca.
Per un momento mi sembra di vedere Bella di fronte a me che mi guarda con i suoi occhi sgargianti e bellissimi ed il mio cuore fermo sobbalza in un singhiozzo doloroso, scuoto la testa ed ingoio l'amaro boccone di verità.
Lei non c'è.
Adesso.
Ieri.
10 giorni fa.
In tutto questo tempo in cui la vedevo in giro per la casa.
In cui sentivo la sua voce.
La sua risata.

-Perchè non la chiami?- chiede Esme

-Vive a La Push-

-Potrei chiamare io-

-Mi odia-

-Non usare parole così dure- sussurra sedendosi sul bracciolo della mia poltrona -Odiare è un gesto così estremo...-

-Tu non hai visto i suoi occhi- singhiozzo nascondendomi nel suo grembo

-Che fosse solo paura?- dice lei accarezzandomi i capelli -E' normale per una persona come le altre avere paura di una notizia così sconvolgente tale la nostra natura, non potevi aspettarti una reazione differente, se in più ha avuto un passato tanto doloroso la poveretta ha rischiato davvero l'infarto...-

-Volevo dirglielo-

-Quando?-

Rimango in silenzio a quella domanda.
Mi lascio coccolare dalle mani gentili di Esme sentendo la stanchezza emotiva di quelle due settimane crollarmi addosso come un macigno, chiudo gli occhi stringendo la presa sul suo vestito e lei si china su di me lasciandomi un bacio tra i capelli.
Nella marea di tristezza una piccola luce si accende.
La mia mamma.
Mi ha sempre fatto questo effetto.

-Forse in cuor tuo speravi che lo scoprisse da sola e reagisse come volevi-

-Già-

-Non è così che ti ho educato!- borbotta lei dandomi un piccolo pugno

Si alza di scatto ed io per poco non cado a terra, la guardo con occhi sgranati emntre lei si erge fiera nel suo metro e sessanta scarso, ma in questo momento sembra un gigante.
Mani suoi fianchi.
Sguardo sottile.

-Se vuoi passare la tua vita con lei vai a prenderla e chiarisci!-

-Esme...-

-Non è facile- mi blocca -Non ho detto il contrario... ma se fosse facile non vorrebbe forse dire che non è importante per te?- ghigna infine

La guardo per qualche secondo scoppiando poi in una risata liberatoria.
Ha ragione.
Ha sempre avuto ragione.

-Me la vado a riprendere-

-E' così che parla il mio bambino preferito- dice sussurrando le ultime parole

Io ridacchio alzandomi ma lei mi spinge a sedere stupendomi per la seconda volta e ghignando della mia espressione.

-Dovrai aspettare domani al tramonto-

-Perchè?-

-Perchè le ho dato appuntamento con te a quell'ora-

-Tu cosa?- strillo

Senza parlarmi mi mostra una parte del loro incontro ed il mio cuore torna vivo appena il volto di lei sorridente appare nei ricordi di Esme, non faccio a cosa stiano dicendo ma solo alle sue espressioni.
Così belle.
Perfette.
Improvvisamente la mente si chiude e tutto diventa nero.

-Un'altra immagine- chiedo

-Non preferisci rivederla dal vivo?- sussurra andandosene -Domani al tramonto, ho lasciato alcuni fiori sul posto esatto, segui quella scia-

Non faccio in tempo a dire niente che lei sparisce lasciandomi solo come un'idiota a fissare la porta di camera mia, mi siedo e mi rialzo un centinaio di volte non sapendo esattamente cosa voglio fare finchè non mi ritrovo non so come difronte alla liberira a ascegliere un libro.
Passerò la notte a leggere.
Ed anche il resto della giornata.
Perchè non posso dormire?
No... anche se potessi non ci riuscirei.
Prendo il primo libro che mi capita in mano e lo lancio via.

Genetica.

-Perchè avete rimesso quel dannato libro al suo posto?- grido sentendo la risatina di Emmett in lontananza


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-Io vado-

-Arriverai lì in 2 minuti e l'incontro è tra mezzora- sbuffa Rosalie -Aspetta...-

-E' tutta la notte e tutto il giorno che aspetto!- strillo portandomi le mani tra i capelli -Non ce la faccio più...-

-Allora vai!- strilla Alice spingendomi via -Non ti sopporto più!-

-Grazie- sorrido correndo via


----------------------------------------------------------------------


Sono nel punto indicatomi da Esme.
Ho seguito la scia.
E' stato facile.
Ho fatto in fretta... forse aveva ragione Rosalie, avrei dovuto aspettare.
E se pensasse che sono un patetico ossessionato da lei, cosa che sono a tutti gli effetti?
E se volesse lasciarmi?
E se...

-Come posso camminare veloce con queste cose?- strilla qualcuno -Maledette donne!-

Alzo gli occhi e la vedo poco lontano da me che fissa i suoi piedi con sguardo afflitto, sbuffa persa nei suoi pensieri ed io quasi svengo alla sua vista.
E' bellissima.
Perfetta.
Possibile che sia diventata così bella in solo due settimane?
Forse è la mancanza...
La vedo guardarsi intorno smarrita ed un raggio di sole mi colpisce in pieno, non ci bado e continuo a fissarla assuefatto dalla sua presenza.
Il vestito che porta mette in risalto la pelle diafana e liscia.
I capelli sono lisci e lasciati liberi al leggero vento.
Si porta una mano al volto e si volta verso di me.
Fa che mi ami ancora.
Ti prego.
Vedo i suoi occhi guardarmi curiosi prima di sgranarsi in due fari enormi in cui vorrei perdermi per il resto della mia vita, capisco che è colpa del bagliore della mia pelle ma non faccio niente per nascondermi.
Sono qua.
Sono io.
Il vero io.
Ho già fatto l'errore di nascondermi, questa volta non lo ripeterò rischiandola di perderla.
Un lacrima bagna il suo volto ed io mi forzo a non correre da lei, un piccolo singhiozzo e poi, mormorata tra le mani, una frase.
LA frase.

-Scusa...-

Non ce la faccio più.
Corro da lei ed in un istante è tra le mie braccia, la stringo forte e lei singhiozza abbracciandomi in una stretta che nessuno dei due sembra intenzionato a sciogliere nell'immediato futuro.
Fosse per me resterei così in eterno.
IIl suo profumo cancella via ogni dolore io abbia mai provato in queste 2 settimane.
Ogni mia ansia.
Tristezza.
Paura.
Sparisce tutto lasciando posto alla felicità di averla ritrovata.
Lei continua a piangere sul mio petto.
Amo questo suo essere libera.
Vuole piangere, lo fa.
Vuole ridere, lo fa.

-Ti amo- sussurro senza pensarci

-Mi dispiace- singhiozza ancora lei

-Non importa- sorridendo

-Non starmi più lontano- sussurra

Un sussurro che arriva alle mie orecchie come un urlo.
Un grido disperato.
Lo stesso grido che ho io dentro il cuore.

-Starò con te per sempre- dico alzandole il volto

Lei mi inchioda a terra con i suoi occhi sgranati e pieni di lacrime, le accarezzo un guancia con lentezza prima che lei mi baci portando le braccia al mio collo; rimango un attimo stupito ma appena la sua lingua calda accarezza le mia labbra fredde mi sciolgo come neve al sole e mi lascio andare.
Tenendola tra le mia braccia.
Sempre.




Già.
Non è proprio in questo capitolo la riappacificazione dei nostri piccioncini (sappiate che per me è davvero arduo scrivere scenette d'amore come questa... FATENE TESORO!! Io sono amante dell'horror, della paura e non dell'amore carino e coccoloso... mamma quant'è difficile!), ma volevo farvi vedere anche il punto di vista di Edward e così ho deciso di scrivere questo capitolozzo^^
Vi piace?
Edward è sempre più scemo ma amo questo lato maschile.
Vabbè, vi lascio e ci vediamo alla prossima pubblicazione!


  
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