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Autore: Nenottina    12/10/2015    2 recensioni
Ciao a tutti :) Eccomi tornata con una nuova fanfiction ^^ Spero che vi piaccia, è su Bulma e Vegeta. Un giorno come tanti alla Capsule, ma tutta la storia cambierà per un cosiddetto "incidente"...
Erano state poche le volte che aveva desiderato tornare alla sua vecchia vita, ma quella fu forse una di quelle volte in cui lo volle più ardentemente.
Erano stati tutti così oppressivi quel giorno, mentre lui non voleva altro che starsene in pace.
Se solo ne avesse avuto l’occasione…

Spero di avervi incuriosito :)
Ditemi cosa ne pensate, mi farebbe piacere ^^ Aspetto i vostri commenti :)
Nenottina
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò in volo per osservare meglio.
In effetti era quasi come essere sulla Terra. Alberi, laghi e fiumi, e soprattutto molte città.
Sorrise. Non si era mai sentito così libero. O forse aveva solo dimenticato quell’emozione.
Lanciò altre sfere di energia contro le persone che correvano da tutte le parti terrorizzate.
A quel punto iniziarono a contrattaccare. Il corpo di polizia del pianeta intervenne e gli sparò dei raggi con delle strane pistole.
Bastava semplicemente spostarsi e schivarle.
Si trasformò in Super Sayan.
-Big Bang Attack!
Quelli vennero scagliati via come foglie durante una tempesta.
Non ricordava che fosse così semplice.
In effetti stava iniziando ad annoiarsi. E poi cosa avrebbe potuto farsene di un pianeta disabitato?
No, non avrebbe certo sprecato la possibilità che gli era stata data.
Lanciò un urlo e caricò di più l’aura, poi cominciò a colpire le varie abitazioni con diversi attacchi mentre la popolazione fuggiva in preda al panico.
Quando tutti gli edifici e le strade attorno a lui furono diventati semplici calcinacci, si concentrò sugli abitanti.
Ne colpì diversi con una rapida successione di calci e pugni, lasciandoli tutti doloranti o svenuti, dopo di che lanciò una grande sfera di energia che li fece volare lontano.
Si spostò poi in un’altra città e come prima cominciò a distruggere ciò che aveva di fronte.
Certo che a farlo da solo non c’era proprio gusto.
Atterrò e si diresse verso un gruppo di quattro alieni che si erano stretti insieme vicino ad alcune macerie, due erano sicuramente adulti, gli altri invece sembravano ancora giovani.
Doveva essere una famiglia.
Il maschio adulto ed il ragazzo si pararono davanti alle due femmine impaurite, guardandolo duri.
Si misero in posizione di difesa.
Lui si fermò ad osservarli.
Volevano forse proteggere le due donne? Avrebbero dovuto capire già da un pezzo che non potevano competere con lui. Eppure non mollavano.
Stese il braccio e creò una sfera di energia.
Le due donne si abbracciarono ancora più strette, mentre i due maschi strinsero i denti, ma mantennero la posizione.
Erano pronti a morire per proteggerle.
Serrò le labbra, insicuro.
Gli sembrava quasi di rivedersi, in quell’atteggiamento. Lui e Trunks a proteggere la sua donna e la sua bambina.
Anche lui sarebbe stato disposto a tutto per la sua, di famiglia. Nonostante tutte le cose che avevano detto e fatto, anche se quel giorno si era infuriato, ci teneva ancora a loro, più di quanto volesse ammettere.
Non ce la fece.
Fece scomparire la sfera e tornò indietro, camminando verso la navicella, mentre quelli lo seguivano con lo sguardo a bocca aperta.
Inutile, ormai era completamente cambiato. La sua vecchia vita non gli si addiceva più.
E allora cosa fare, in quelle ore?
Degli altri agenti gli si pararono di fronte, le armi puntate contro di lui, e gli intimarono di fermarsi.
Lui continuò ad avanzare, senza curarsene, e quando arrivò loro di fronte si aprì un passaggio spingendo verso i due lati quelli al centro.
Non avevano sparato, notò.
Quando era in missione per conquistare un pianeta, prima di stabilirsi sulla Terra, gli avevano sempre sparato contro, in vari modi, in ogni caso avevano sempre cercato di fermarlo. E allora perché non lo avevano fatto anche in quel momento?
Si chiese se non fosse per quello che non provava più piacere a combattere per sottomettere una popolazione aliena. Forse prima si sentiva diversamente perché rimanere vivo per lui era anche una sfida, perché prima non era così semplice.
Si sedette nuovamente ai comandi e cercò un altro pianeta, augurandosi che i suoi abitanti fossero un po’ più forti di quelli appena incontrati, che potessero dargli almeno un po’ di filo da torcere.
Magari avrebbe provato di nuovo le emozioni di un tempo.
La navicella partì e lui controllò il cronometro. Erano passate circa nove ore dalla partenza.
Decise di tornare normale e dopo quattro ore piene di viaggio finalmente atterrò sul pianeta scelto.
Scese e si guardò intorno, mentre alcuni abitanti lo accoglievano disponendosi a cerchio attorno a lui, in posizione d’attacco.
Niente armi significava che si sarebbero difesi a mani nude, quindi sapevano combattere.
Magari ora si sarebbe divertito un po’. Sorrise.

Angolo Autrice: Grazie a chi ha già recensito, mi fa piacere vedere che vi è piaciuta la storia finora :) Volevo solo dirvi che spero continuerete a seguirla e mi direte che ne pensate anche per i capitoli successivi :)
Grazie ancora!
Nenottina
   
 
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