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Autore: kymyit    17/02/2009    1 recensioni
Quando Franky acquistò al mercato nero il legno dell'albero Adam, certo non conosceva quanto fosse importante per l'isola al quale era stato sottratto, ne chi si occupasse delle vendite illegali. Come nessuno era a conoscenza del dolore di Narciso, il cui nome è l'unica cosa lasciatagli dai suoi prima che questi venissero brutalmente massacrati insieme alla loro ciurma.
L'unica cosa insieme ad un comando.
"Vendicaci"
Ma Narciso troverà il coraggio di ribellarsi all'assassino di genitori?
La ciurma verrà distrutta da un megalomane e dai suoi tre scangnozzi oppure verrà arricchita di due nuovi membri?
[Zoro/Robin][Sanji/Narciso][Sanji/ogni gonnella XD]
Genere: Avventura, Comico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Sanji, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Il Presidente, il Medico, il Piercingato e il Fioraio.

Pier, dall'alto del suo ufficio legnoso, stava alla finestra ad osservare col binocolo ogni mossa dei suoi due complici. Erano fermi all'approdo, senza accennare a muoversi. I fiori non facevano effetto su di loro dato che tutti gli abitanti dell'isola avevano "l'antidoto" perciò potevano stare impalati per ore senza risentire minimamente dell'effetto narcotico dei Papaveri.
Si voltò verso la scrivania, in cerca di qualcosa in grado di placare l'apprensione, ma evidentemente aveva sbagliato dove cercare. Era così eccitato al pensiero di mettere le mani sul cospicuo bottino, che aveva dimenticato di firmare una montagna di documenti che in quel momento troneggiavano maestosi sulla sua scrivania.
Si sforzò di dare un'occhiata.
Se ci fossero stati seri problemi, Levi lo avrebbe avvertito.
Cominciò a leggere.
Uno dei fogli riguardava una riunione che si sarebbe dovuta tenere quella sera.
"Che rottura." pensò.
Era la festa della Rinascita, un evento importantissimo nell'isola di Florence. Si festeggiava la fine delle numerose guerre che da secoli attanagliavano quel piccolo paradiso in terra. L'albero Adam fioriva in quei giorni ed era uno spettacolo favoloso assistere continuamente allo schiudersi dei bellissimi fiori azzurri sulle sue cime smeraldine, anche se in quegli ultimi tempi, l'albero sembrava affaticato e tardava a fiorire, perciò la festa veniva rimandata. E così era successo anche quell'anno.
Pier firmò il foglio della riunione.
Tra gli argomenti che si sarebbero trattati, c'era proprio l'albero Adam, colonna portante e simbolo dell'isola.
"I vecchi saggi sospettano qualcosa, ma non posso fermarmi adesso."
Lasciò il foglio alla sua destra e passò ad un fascicolo con una serie di numeri. Erano i dati economici dell'isola, i suoi preferiti, infatti leggerli lo portava di buon umore. Non per il fatto che i bilanci fossero positivi, erano i numeri e il simbolo dei Berry che lo rallegravano. I soldi erano la sua sola ragione di vita.
A volte sembrava che persino Anais, sua sorella, passasse in secondo piano.
Levi una volta aveva scherzato su questo, affermando che era strano che uno come lui fosse riuscito ad ottenere la carica di presidente, dato che l'unico verde che desiderava vedere era quello delle banconote e degli smeraldi.
Il lumacofono emise il suo tipico verso, attirando la sua attenzione. Pier lo afferrò di scatto, coi riflessi pronti.
-Si?-
-Signore, sono il primo ministro Fiordalis. Mi preme ricordarle della riunione.- disse con voce roca, quasi provocante.
-Le devo essere proprio antipatico.- rispose Pier. Odiava Fiordalis. Era un vecchino rinsecchito e malaticcio, ma era uno delle personalità più in vista di Florence. Era piuttosto conservatore e l’idea che il governo di un’isola dal così delicato equilibrio fosse passato a dei giovani stranieri, non gli era mai andato particolarmente giù.
Era vecchio ma non rimbambito, si era accorto che l'Adam aveva iniziato a tardare la fioritura più o meno da quando, quattro anni prima, lui era sbarcato sull'isola.
-Vedo che lei è sveglio, signore. Ma vede, non la chiamo per la solita schermaglia che sembra divertire più lei che me.- seguì un attimo di silenzio -Volevo avvisarla in anticipo che alcune delle priorità della riunione di questo pomeriggio sono state modificate.-
Pier ebbe un presentimento.
-Che intende dire?-
-Stasera si discuterà delle prossime elezioni presidenziali.-
Pier abbozzò un sorriso forzato, come se il suo interlocutore fosse davanti a lui, e invece c'era solo il suo lumacofono che rifletteva le sembianze senili e maliziose del vecchio Fiordalis.
-Non è un po' troppo presto?- chiese -Le elezioni normalmente si tengono d'inverno.-
-E' proprio questo il punto. Alcuni ritengono che si debba eleggere il nuovo capo di stato in un momento particolare. E non c'è niente di meglio che la festa della Rinascita, per segnare un momento così.-
"Dannato stronzo." pensò Pier. Quel qualcuno era sicuramente Fiordalis, altro che.
-Capisco. Scommetto che si è candidato lei come nuovo Presidente. O sbaglio?-
-Le suggerisco di rimandare a questo pomeriggio la schermaglia, Presidente. Si concentri, piuttosto, su un nuovo piano politico.-
Detto questo, Fiordalis riattaccò.
Pier rimase fermo, con la cornetta in mano. Era stato fregato. Questo fu il suo primo istantaneo pensiero.
Fiordalis sapeva qualcosa. Doveva capire cosa, ma come?
Non poteva minacciarlo, ne sarebbe andato della sua carica e del suo ambizioso progetto.
-No... Devo riflettere con calma... A meno che...-

Quasi avesse ricevuto un messaggio telepatico, Levi chiamò Pier non appena la mente del biondo ebbe intuito un nuovo malefico piano.
-Qui il Presidente.- disse
-Pieeeer!- fece Levi allegramente.
Il tizio coi capelli argentati alzò gli occhi al cielo.
Il sole era alto e si rifletteva sui numerosi piercing che spiccavano sul suo viso abbronzato. Due sfere metalliche al termine delle sopraciglia, due ai lati del naso, uno sotto il labbro e almeno 5 cerchietti metallici nelle orecchie. Aveva anche delle sfere in corrispondenza delle vertebre e incuteva timore in chiunque.
-Alla buon ora Levi, che ci fatte lì impalati?-
-Ti sento nervoso, Pieruccio, che succede?-
-Lasciamo perdere... Ne parliamo in ufficio. Piuttosto, lasciate perdere i pirati e venite subito qui.-
Sia Levi che l'altro si lanciarono un'occhiata e fecero per ribattere.
-Adesso.- disse ancora Pier. Non ammetteva repliche.



Il Green Day era il negozio di fiori di Florence.
Un locale ampio e ricco d’articoli vegetali di prima scelta. Fiori, piante, alberelli d’ogni tipo erano venduti in quel luogo.
Un estraneo avrebbe reputato inutile la sua esistenza, considerando che piante e fiori erano praticamente ovunque e bastava semplicemente allungare le mani e raccoglierli, piuttosto che spendere soldi.
Ma la legge dell'isola imponeva che solo certi fiori o piante potevano essere raccolti liberamente, per la maggior parte, bisognava comprarli, perché rari nel resto del mondo. Inoltre per ogni pianta o fiore raccolti, bisognava piantarne dieci e, per quanto volenterosi, gli abitanti dell'isola non avrebbero rispettato questa clausola perché portava via troppo tempo ed energie.
Così erano i dipendenti del Green Day ad occuparsi di questo. Raccoglievano le piante e ne piantavano dieci volte tanto. In questo modo, l'isola era sempre rigogliosa e verde. Seconda solo ad Emerald, il polmone verde del mondo.
Narciso Edelweiss era un dipendente. 16 anni appena compiuti e il viso delicato come quello di un angelo, velato di tristezza.
Indossava tutti i giorni un completo pelucchioso rosa a righe azzurrine, a volte viola, e se non fosse per l'assenza di seno, sarebbe stato scambiato per una donna. I capelli erano lunghi sino alle spalle davanti e leggermente più corti dietro, con la riga a zig zag sulla sommità, setosi e lucenti, di un verde intenso e meraviglioso. Gli occhi erano verde acqua, molto belli e profondi e la pelle chiara e morbida.
Era molto impegnato a distribuire composizioni a manca e a destra, ma nonostante le ore passate a servire clienti sempre più esigenti, il fragile corpo non risentiva della fatica. Anzi, pareva revitalizzato.
Adorava le piante e provava quasi disinteresse per qualsiasi altra cosa.
Mentre terminava una composizione di rose, notò che era rimasto un unico Narciso, in un angolo, nascosto tra delle belle rose rosse.
Si chinò, quasi per liberarlo dai rovi.
"Siamo simili noi due..." pensò.
Lo prese e lo nascose dietro alcune piante che nessuno avrebbe guardato perché rovinate. Avrebbe voluto comprarlo, ma qualcosa gli diceva di non farlo, di aspettare. Sarebbe arrivato il giorno in cui qualcuno l'avrebbe trovato e glielo avrebbe regalato per la festa della Rinascita. Era quello il giorno in cui sarebbe stato libero.

-Narciso.- un ragazzo che lavorava accanto a lui lo chiamò. Era biondo, alto, occhi ametista, molto bello. Il migliore amico che avesse mai avuto. -Il dott. Leonhart ti sta cercando.-
Narciso rabbrividì.
Se Levi Leonhart lo chiamava, non era certo per una visita medica urgente. D’urgente c'era ben altro.
Il ragazzo biondo, Giacinto, gli porse il lumacofono fiorito del negozio e lui si ritirò nel retro bottega.
-Sono Narciso.- disse.
All'altro capo Levi, che si trovava nell'ufficio di Pier, rispose.
-Ciao, cucciolo!- Narciso odiava il suo tono allegro e spensierato. Era falso. -Vieni nell'ufficio di Pier, dobbiamo parlare.-
-Va bene.- rispose.
Giacinto si affacciò -Tutto bene?-
Il ragazzo coi capelli verdi sorrise. -Si. Devo solo fare delle analisi.-
Giacinto annuì e salutò l'amico con il sorriso sulle labbra, ma non poté fare a meno di notare dei piccoli lividi sotto il collare rosa che portava al collo. Non glielo aveva mai detto, ma stonava con l'abbigliamento.


Intanto, all'approdo, Franky, Sanji e Brook stavano cercando di risvegliare gli altri in tutti i modi, ma nulla da fare.
Anche scuoterli, schiaffeggiarli (solo ai maschi, ovviamente) era inutile.
Persino il tè e il caffè che Sanji preparò erano inutili.
Le finestre e la porta erano sigillate, e il fumo delle sigarette del cuoco aveva pervaso il locale.
-Non possiamo andare avanti così.- fece Franky.
-E' il caso di cercare un medico.- gli rispose il biondo. Era inutile, anzi, controproducente stare fermi.
Rufy e gli altri rischiavano di non risvegliarsi più.

Fine Capitolo 3

Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Lasciate un commento, mi farebbe piacere e inoltre mi aiuta a migliorare come scrivo, per questo, fatevi sotto che non mi chiamo Wapol.

   
 
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