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Autore: Layla    12/10/2015    1 recensioni
Leah è la dottoressa dei Pierce The Veil, ama Mike Fuentes da anni, ma proprio quando lei decide che è arrivato il momento di dichiararsi lui inizia una relazione con Alysha Nett.
Lei scappa e, ascoltando il consiglio dell'amico Jacky Vincent, diventa medico dei Falling In Reverse.
Ma la fuga non risolve nessuno dei suoi problemi e sarà chiaro quando le due band dovranno fare un tour insieme.
Leah dovrà fare i conti con i suoi sentimenti e decidere chi vuole veramente: Ronnie o Mike.
Asia è la merchgirl dei Falling in Reverse, da sempre innamorata di Jacky riesce a vivere con lui una notte di passione che porterà a delle conseguenze. Asia vuole scappare, riuscirà a capire che non è la cosa giusta?
Delilah è la nuova dottoressa dei Pierce The Veil. Stringe amicizia con Ronnie, ma quando le cose si faranno serie vorrà scappare. Riuscirà a non farlo e ad affrontare le sue paure?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Fuentes, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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5)Feelings like this they need a home

 
Leah p.o.v.

 
I concerti di solito mi piacciono, è per questo che ho scelto di fare il medico per musicisti e non un comune medico generico, ma questa sera è diverso.
Oggi so che dopo il concerto dovrò parlare a Ronnie e sarà una conversazione di quelle non facili, spinosa, direi.
Non è facile dire al tuo ragazzo – se così si può definire Ronnie – che Mike mi ha detto che gli piaccio e che la cosa è ricambiata.
Oh, non è per niente facile!
in ogni caso mi metto nel mio angolo del backstage dove ci sono anche Sofia, Viviana –che sta fotografando come una matta – e Delilah. Asia e Liz sono alle loro bancarelle.
Sia Sofia che Delilah notano il mio nervosismo.
“Tutto bene?”
Mi chiede Sofia.
“Oh, sì. Perché?”
“Sei tesa come una corda di violino.”
“Oh, sapete, è la performance. Cioè il concerto, sono un po’ preoccupata per tutto quello che è successo.”
Delilah mi lancia un’occhiata scettica, in quanto alla ragazza dai capelli azzurri mi guarda e scuote la testa. Mi conosce abbastanza da non essersela bevuta nemmeno per un secondo.
La prima band che si esibisce sono i Pierce The Veil e devo dire che sono stati davvero bravi – non che la cosa mi stupisca, so che una bomba live – e come ogni volta Vic fa salire sul palco una fan e le dedica “Hold on till may.”
È bello vedere le lacrime di queste ragazze che vedono il loro sogno realizzato, ti fa salire un po’di speranza nei miracoli.
Mike – nonostante la quantità spropositata di alcool ingerita poche ore prima – suona perfettamente, senza commettere un errore, sobrio come un prete. Inizio a credere che il preparato di Viviana sia una pozione magica e che lei sia la cugina messicana della Signora di Avalon.
Una volta che i Pierce The Veil finiscono salgono sul palco i Falling in Reverse e devo dire che ammiro il comportamento di Ronnie: calmo e ironico come al solito.
Non si direbbe che questo pomeriggio si è preso a pugni con Mike e che ha minacciato di far saltare concerto e tour: è un buon professionista.
Qualcosa di familiare mi artiglia lo stomaco: ansia.
Trascinata dalla musica mi ero completamente dimenticata della mia futura discussione con il signor Radke. Come cazzo reagirà?
Vorrà prendere di nuovo a pugni Mike?
E Mike si ricorderà di avermi detto tutto o la magia di Vivi avrà cancellato tutti i ricordi?
Delilah si allontana per andare un attimo ai ragazzi e io rimango da sola con Sofia.
“Allora, cosa c’è che non va?”
“Mike da ubriaco mi ha confessato che gli piaccio, ma che non si fa avanti perché sono nobile di nascita e io devo dirlo a Ronnie.”
Sputo tutto d’un fiato, come se stessi buttando fuori qualcosa di velenoso.
“Tu sei nobile?”
“Esattamente. Lady Leah Marie Eulalie Lancaster, per servirla.”
“E piaci a Mike?”
“Così parrebbe.”
“ ‘Azzo, poca roba da dire a Ronnie! Qui si rischia la rissa!
Tu ami ancora Mike, vero?”
“Sì, purtroppo. Ho il vago sospetto che Ronnie non me la renderà facile perché ho l’impressione che i sentimenti da parte sua siano cambiati. Che dalle sole scopate iniziali siamo passati a qualcos’altro che non so definire.”
“Ok, i suoi sentimenti sono cambiati e i tuoi?”
“Non lo so.”
Ammetto sinceramente.
“Mi ha aiutato molto durante quest’anno e credo che siamo diventati amici, buoni amici, ma non so se c’è qualcosa di più.”
Mi fermo un attimo.
“Nella mia testa…”
Ansimo.
“Nella mia testa c’è sempre Mike e le immagini di quando bacia quella vacca e fa male. Continua a fare male, tanto da pensare che forse non vale la pena rincorrere una persona che è andata avanti senza di te.”
Sofia rimane in silenzio.
"Forse per avere l’amore che sogniamo dobbiamo soffrire a lungo, senza mai perdere la speranza che le cose cambieranno prima o poi.”
“Non voglio arrivare a tentare il suicidio per lui.”
“E non devi. Parla con Ronnie, adesso io devo andare.”
Mi fa cenno e noto che Tony ci sta osservando da un po’, in attesa della sua ragazza.
“Sì, ciao.”
Rimango da sola ad ascoltare la fine del concerto dei Falling in Reverse, quando finalmente tornano dietro le quinte sono sudati e sorridenti, tranne Ronnie.
Oh, no! Lui è mortalmente serio, non si è scordato nemmeno un attimo che mi doveva parlare.
Vanno a farsi una doccia e venti minuti dopo un Ronnie con i capelli bagnati fa la sua comparsa.
“Gli altri sono a una festa, io e te abbiamo un discorso in sospeso, se non mi sbaglio.”
“No, non ti sbagli. Possiamo affrontarlo sul pullman? Lontano da orecchie indiscrete?”
Lui annuisce.
“Papa-paparazzi.”
“Non cantare Lady Gaga, non mi piace.”
Lui ride sarcastico, si diverte a irritarmi.
Camminiamo verso il pullman, io qualche passo dietro di lui che ogni tanto si ferma per un autografo o una foto con qualche fan. Alla fine arriviamo e lui si chiude la porta alle spalle.
“Forza, dimmi tutto.”
“Ronnie, non è meglio…”
“No, Leah. Lo sai che odio le bugie, vuota il sacco.
Dopo cena è successo qualcosa.”
Io deglutisco.
“Ho incontrato Mike, ubriaco.”
“E?”
“L’ho accompagnato al suo bus, anche se all’inizio non voleva. Quando è caduto per terra perché le sue gambe non lo reggevano ha deciso di accettare il mio aiuto.”
“E?”
“Niente!”
Lui stringe gli occhi.
“Le bugie, Leah, le bugie non mi piacciono.”
“Beh, mi ha parlato.”
“E cosa ti ha detto?”
Io abbasso gli occhi e la testa lasciando che il mio ciuffo bianco copra il mio volto.
“Che gli piaccio, ma che non si fa avanti perché sono di origine nobile e le regine non stanno con i plebei.”
“Sei nobile?”
“Sì.”
“Perché non me l’hai mai detto?”
“Perché non definisce chi sono! Non ho scelto io di esserlo e, se vuoi saperlo, odio essere una lady, anche se ho abilmente scantonato le responsabilità del mio ruolo fino ad ora.”
“E tu lo ami?”
“Io… Sì.”
“E se ti dicessi che mi sono innamorato di te?”
Con questa frase enigmatica lascia il pullman per raggiungere gli altri alla festa.
Stava dicendo sul serio o era solo una provocazione delle sue?
Mi siedo sul divano e senza dire una parola mi attacco a una bottiglia di whisky.
Stasera la dottoressa si prende una serata di ferie.

 
Le mie ferie non durano molto, in un punto imprecisato della notte qualcuno mi sveglia e mi obbliga a bere un po’ di acqua. A causa del buio non vedo bene chi sia.
“Ronnie, sei tu?”
Chiedo con voce debole.
“No.”
Riconosco la voce vellutata di Vic Fuentes.
“Vic! Cosa ci fai qui?”
“Ho visto Ronnie alla festa e non ho visto te. Mi sono preoccupato ed eccomi qui, quanto cazzo hai bevuto?”
“Troppo, immagino.”
Lui mi fa bere un paio di aspirine.
“Domani ti eviteranno un gran bel mal di testa, dottoressa.
Si può sapere cosa ti succede?”
“Perché deve essermi successo qualcosa.”
“Tu non sei la ragazza che beve in solitaria per dimenticare, un anno non può averti cambiato così tanto.”
Io sospiro.
“Lo sai già.”
“So solo una parte. Non mi è sfuggito che tu e Ronnie vi siete allontanati a un certo punto e ora ti ritrovo così. Ti ha picchiata?”
“No, scemo. Vedi qualche livido?”
Lui mi osserva con attenzione fino a imbarazzarmi.
“No. Allora cosa ti ha detto?”
“Vic, ti prego.”
“Leah, se ti tratta male devo saperlo.”
Io scuoto la testa.
“Non mi tratta male, vi preoccupate tutti troppo per questa cosa, pensi che non sia capace di badare a me stessa?”
“So che sei in grado di farlo, ma so anche che in questo momento tu sei debole e più facile da ferire.”
“Ti ringrazio per preoccuparti per me, Vic. Io non lo merito, Mike ha ragione.”
“Sh! Tu sei mia amica, è normale che io mi preoccupi per te.”
Una lacrima solca la mia guancia, poi abbasso subito la testa lasciando che il ciuffo bianco mi copra il volto, lui mi abbraccia.
Io scoppio di nuovo a piangere.
“Era per questo che mi sono messa a bere da sola, se fossi rimasta lucida avrei pianto di sicuro.”
“Cosa è successo, Leah?
Sono seriamente preoccupato.”
“Ronnie mi ha detto una cosa del tipo: “E se ti dicessi che anche io sono innamorato di te?”.”
Altre lacrime bagnano la maglietta di quel sant’uomo di Vic.
“Come si sta comportando?”
“Chi?”
“Tutti e due.”
“Mike è a letto perché nemmeno lui riuscirebbe a sopravvivere a due sbronze in un giorno, Alysha sta limonando duro con il tecnico di Mike.”
“Nicholas?”
“Lui. In quanto a Ronnie sta bevendo in un angolo da solo, allontana tutte le ragazze che ci provano e sembra… Non so, incazzato, scazzato. Si vede che ha qualcosa che non va e vuole avere nessuno attorno.”
Io mi metto le mani davanti al volto.
“Sto rovinando questo tour!”
Lui scuote la testa e mi accarezza i capelli, tentando di calmarmi: la mia isteria aumenta di minuto in minuto.
“No, stai mettendo ordine nella tua vita.
Stai affrontando le cose, ti stai comportando da donna matura.
Pensavi che sarebbe andata avanti all’infinito così?
Scappare da noi, da quello che provi e chiuderti in una bolla fasulla con Radke, senza sapere cosa provi per lui?”
“No, non sarebbe potuta andare avanti per sempre, ma fa un male cane.”
“La vita è dolore, è anche dolore. Non puoi …”
“Lo so che non posso eliminare il dolore!”
Lo interrompo aspa.
“Pensi che per me siano stati anni facili quelli in cui vi ho fatto da medico?
Vedere ogni giorno la persona che ami trattarti da amica o da confessore, a seconda delle occasioni?
Vedere Mike farsi troie di ogni tipo e guardarmi allo specchio e non vedermi mai abbastanza.
Odiare ogni singolo particolare del mio corpo: dai miei occhi scuri, alla mia pelle cadaverica e ai miei capelli assurdi.
L’insonnia mi ha consumato per anni, perché le voci urlavano nella mia testa che non ero abbastanza e non ero adatta a nessuno dei due mondi in cui ho vissuto.
Troppo ribelle e indipendente per essere una nobile schiava dell’etichetta e troppo poco figa o con le palle per far parte del mondo delle rockstar che ammiravo sui poster della mia camera.”
Mi fermo un attimo.
“Pensavo davvero di avere trovato una specie di casa in questo anno, sul serio, Vic.
Ho pensato che un po’ di vita anestetizzata avrebbe potuto aiutarmi, perché c’è un limite anche al dolore che si può provare e io l’avevo raggiunto.
Quando ho visto la foto di Mike e Alysha un anno fa mi sono sentita soffocare e ho capito che non ce l’avrei fatto a fare un altro tour con voi, anche se non era nei miei piani abbandonarvi.
Poi sai quello che è successo e hai ragione, non poteva durare per sempre.
Ora non so cosa fare, sento il mio mondo sgretolarsi e non è bello.”
Scoppio di nuovo a piangere.
“Non… Non sai chi scegliere?”
“No.
Mike è quello che amo, ma che mi ha fatto soffrire e che mi respingerebbe.
Ronnie mi è stato accanto in tutto questo anno.”
“Non puoi iniziare una relazione con lui su questi presupposti e non è detto che mio fratello ti respinga.”
“Io non lo so. Io non so… niente.”
Mi tolgo le mani dalla faccia e lascio penzolare le mie braccia inerti lungo il corpo.
“Leah, vai a letto.
Sei troppo stressata.”
Mi lascio mettere a letto dalle mani delicati di Vic, ci auguriamo la buonanotte e – non appena se ne è andata – cado in un sonno senza sogni.

 
Durante la notte sento dei rumori, come se qualcuno fosse entrato maldestramente nel bus e non sapesse nemmeno la disposizione degli oggetti.
Un po’ spaventata prendo una delle mie collane a forma di crocifisso, una che nasconde un piccolo segreto: la parte sotto l’incrocio dei bracci della croce si può togliere ed è un affilato coltello.
È un cimelio di famiglia che mi ha regalato mia nonna.
Cammino con attenzione ed esco dalla zona dei bunk per trovare che la fonte del rumore è un Ronnie ubriaco.
“Woah! Non ho cattive intenzioni giuro!”
Dice alzando entrambe le mani, io abbasso la mano con ci sto tenendo il coltello e mi siedo vicino a lui.
“Cosa ci faceva qui Vic Fuentes?”
“Mi stava consolando.”
“Sì, certo.”
Io sospiro.
“Senti, non c’è niente tra me e lui. Siamo solo amici e mi conosce da tanti anni, non mi ha visto alla festa e si è preoccupato. Tutto qui.”
“Cos’è? Teme che ti picchi?
Non è che magari anche lui è innamorato di te?”
“No. È già dura sapere che si è formato questa specie di triangolo, non voglio quadrati.”
Lui rimane in silenzio fin troppo a lungo, probabilmente non mi crede. Forse pensa che come non gli ho detto di Mike e delle mie origini, non gli ho detto anche qualcosa su Vic.
“Senti, ama Liz. Li ho persino aiutati a mettersi insieme, incoraggiando lei. Non ti nascondo nulla, non lo amo e lui non mi ama.”
Lui rimane ancora in silenzio.
“Ok, non mi credi.
Va bene, lo accetto.
Venire qui è stato uno sbaglio, sto solo incasinando tutto. Domani darò le mie dimissioni, sono certa che avranno un dottore di riserva da assegnarvi.”
Mi alzo dal divano, ma la sua mano si chiude sul mio polso.
“Ti prego, non te ne andare.
Sei l‘unica che mi tratta da essere umano e non mi fa pesare i miei guai con la giustizia e le voci che mi danno come uno che picchia le donne.
Ti credo.
Per favore, resta.”
Sento gli occhi inumidirsi leggermente e la mia voce incrinarsi un po’.
“Va bene, Ronnie.
Adesso ti porto un paio di aspirine per evitare un po’ di postumi domani e poi si va a letto.”
“Dormi con me?”
“Io… ok. Va bene.”
Vado nel minuscolo bagno e trovo la porta mezza occupata da Derek ubriaco, che quel cazzone non ce l’ha fatta a tornare a letto. Noto anche il macello che ha fatto, domani dovrò pulire.
Reprimendo la tentazione di prenderlo a calci, prendo le aspirine dall’armadietto e le do a Ronnie, lui le ingolla diligentemente e poi tenta di alzarsi. Ricade subito dopo sul divano a gambe larghe rischiando di sfasciare il tavolino.
Nella mia ricerca metterò che è indicata una discreta dose di pazienza per non picchiare omoni più grandi di e di forza fisica per sostenerli quando sono ubriachi marci. Metterò anche che è consigliata un’infarinatura sui lavori domestici base, tipo pulire il bagno quando il più collassato di tutti non riesce a raggiungere in tempo il cesso, si vomita addosso e poi rimane lì a dormire.
Sì, insomma dirò che è necessario essere un misto tra un medico, un’infermiera e una tata.
Arriviamo davanti al letto di Ronnie e lui si toglie subito scarpe, calzini e pantaloni.
“Forza, vieni.”
Batte la mano sul materasso, io appoggio il mio crocifisso-pugnale su una specie di comodino.
“Sei una donna pericolosa. Cosa ci fai in giro con quell’aggeggio?”
“Lo uso come ornamento per la maggior parte del tempo e come arma quando qualcuno non sta al suo posto. Una ragazza deve sapersi difendere, girano certi tipacci.”
“Sembra antico.”
È del diciassettesimo secolo, fa parte dei gingilli di famiglia. Me l’ha regalato mia nonna quando ho compiuto quattordici anni, nessuno sa che è anche un pugnale.
Forse se l’avessero saputo non avrebbero dormito sogni così tranquilli.”
“Ehi, Lizzie Borden! Certo che anche tua nonna!
Regalare un pugnale a una ragazzina, per fortuna non ti ha regalato una pistola!”
“Quella me l’ha regalata per il mio diciottesimo, infatti.
Un revolver da borsetta del diciannovesimo secolo, lungo dieci centimetri, letale come un cobra.
So sparare, per la cronaca.
Me l’ha insegnato mia nonna, ha fatto la resistenza in Francia.
Cristo, quella donna è incredibile!
Anche da vecchia aveva una mira da spaccare il culo ai passeri, letteralmente. Sarebbe riuscito a centrare un bersaglio così piccolo in movimento.”
“Ricordami di non farti arrabbiare, non voglio essere assassinato da uno dei tuoi cimeli di famiglia.”
Mi dice con la voce impastata, due secondi dopo si addormenta.
Io guardo per un attimo il pugnale.
Nonna, mi manchi.
Nonna, giuro che tornerò a trovarti di persona.
Nonna, saresti orgogliosa di me se mi vedessi adesso?
Sono diventata la donna orgogliosa e forte che volevi che diventassi?
Poco dopo mi addormento anche io, pensando a una vecchia e a una bambina che sparavano a dei barattoli e alle bottiglie di Porto, come se fossero straccione, quando avevano secoli di nobiltà nelle vene.
È un bel ricordo.

Angolo di Layla.

Recensite, per favore.
   
 
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