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Autore: Onaila    13/10/2015    1 recensioni
Qualcosa di nuovo crebbe dentro di lei, niente che avesse a che fare con l'amore.
Non provava tenerezza nel vederlo e come poteva?
Non era il suo bambino. Era il figlio di sua sorella, Zelena.
Solo al pensiero di quel nome riuscì a identificare il sentimento che le stava ribollendo dentro: Invidia.
Le sue mani cominciarono a tremare.
Era gelosa?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
 
 

Lo aveva visto entrare, ma non uscire.
Che fosse andato a trovarla?
Dopotutto era sua madre che male c'era se andava a farle visita?
Doveva aspettarlo.
No, non l'avrebbe aspettato, sarebbe andata lì e l'avrebbe rimproverato.
Con sicurezza entrò nell'edificio e sempre con la stessa determinazione di affrontarlo si diresse ai sotterranei, dove era nascosto il manicomio, o un modo più dolce per chiamare le segrete di Storybrooke.
<< Non manca molto, mamma >> sentì chiaramente la sua voce provenire dalla stanza di quella che doveva essere sua zia << Non manca molto?! Dimmi la verità, per caso ti sei innamorato di lei? >> << Cosa?!NO! >> sembrava molto scosso dalle parole della madre << Davvero? >> << Perché mai dovrei farlo? >> le gridò contro e Annabelle riuscì a intravedere lo schiaffò che ricevette Gabriel prima ancora che il suono le raggiungesse le orecchie << Perché ha distrutto la tua famiglia! >> gridò lei e la giovane strega vide il ragazzo portarsi una mano alla guancia, ora rossa << Ma...lei
è la mia famiglia >> lo sguardo di Zelena si fece più dolce adesso mentre si avvicinava al giovane << Lo so, lo so caro, ma devono pagare. Lei deve pagare. Ti hanno allontanato da me, dalla tua mamma e questo mi ha fatto soffrire molto, lo capisci vero? >> << No, non lo capisco. Devi abbandonare l'idea di vendicarti e cerca di farti perdonare invece. Sono brave persone, mamma >> il ragazzo si passò una mano tra i capelli prima di tornare a guardare la madre << Hai ragione caro, dopotutto ti hanno cresciuto. Mi dispiace, non volevo colpirti, lascia perdere tutto quello che ti ho detto. Sei mio figlio e ora posso vederti. Questo mi è sufficiente >> lo abbracciò stavolta e Annabelle rimase sconvolta tanto da smaterializzarsi il più lontano possibile da loro, abbandonando ogni pensiero di affrontarlo.
Che cosa doveva fare?
Si passò una mano tra i capelli agitata e per la prima volta nella sua vita non sapeva che cosa dovesse fare.
Non poteva dirlo né alla mamma né al papà, l'avrebbero sicuramente punito.
Gabriel aveva davvero intenzione di ascoltarla?
No, certo che no, sapeva di che cosa era capace quella rana, anche lui aveva ascoltato e letto le sue storie da Henry.
Si appoggiò al tronco di un albero per poi sedersi sul terreno << Annabelle, va tutto bene? >> Robin apparve da dietro un cespuglio con in mano la sua balestra e si affrettò a raggiungere la figlia preoccupato << Tesoro? >> doveva mentirgli, questo lo sapeva, ma che cosa avrebbe fatto poi con Gabriel? << Sì, sì, sto bene papà >> fece alzandosi dal terreno e ringraziò la genetica perché di certo aveva imparato dalla madre a raccontare bugie << Tua madre mi ha detto che hai litigato con Darell >> lei gli sorrise prima di abbracciarlo, visto che era da poco tornato da uno dei suoi viaggi, ma dentro di lei nel frattempo, sperava che il costo di quel segreto non fosse alto.


*


Quella donna era maledettamente furba.
Doveva escogitare qualcosa al più presto, dopotutto non glielo avrebbe mai consegnato di sua spontanea volontà.
Si grattò la nuca mentre ammirava il bosco, durante una delle passeggiate con Pongo.
Doveva ammettere che l'olfatto di quel cane era formidabile, ma niente che un incantesimo non potesse occultare.
Che cosa poteva fare?
Di certo la soluzione non gli sarebbe cascata dal cielo.
Sospirò profondamente, massaggiandosi gli occhi stanchi sotto gli occhiali e quando tornò a guardare il sentiero quasi scoppiò a ridere nel vedere un volto amico.
Con leggerezza ritornò nella propria forma, ricordandosi quanto gli fosse mancata << Darell Bealfire Gold >> lo chiamò portandolo a voltarsi, ma smaterializzandosi poi alle sue spalle << Questa è davvero un'inaspettata sorpresa >> continuò colpendolo alla testa prima che potesse reagire.
Un sorriso colorò il suo volto mentre il giovane ragazzo perdeva i sensi.

*


Sua madre era particolarmente silenziosa e questo la infastidiva, non che nel futuro parlasse molto, ma era il perché lo fosse.
Si umettò le labbra con lingua nel togliersi le cuffie, incamminandosi su per le scale e superando le infinite stanze di quella casa a cui i suoi occhi avrebbero dovuto essere abituati, eppure riusciva a scorgere così tante differenze che tutto le appariva come nuovo.
Bussò prima di aprire con il timore di disturbare qualsiasi cosa stesse facendo da ore lì dentro e rimase sorpresa di scoprire che cosa quella camera celasse: centinaia di rotoli di pergamena erano ben riposti su altrettanti scaffali di forme e altezze diversi, alle pareti c'erano foto, ritratti e dipinti di quelli che potevano sembrare volti o paesaggi ignoti, ma occhi esperti avrebbero riconosciuto il suo castello, suo padre << Sono le persone e i luoghi che ho conosciuto e visitato personalmente >> la voce di sua madre la prese alla sprovvista e ritirò immediatamente la mano che stava toccando quello che probabilmente era un ritratto di sua nonna Cora << Che cosa ci fai qui dentro? >> chiese palesemente un poco arrabbiata, ma Annabelle non si fece intimidire << Che cosa c'è nell'altra stanza? >> la donna sospirò della curiosità della figlia e chiuse alle sue spalle la porta << Non dovresti essere qui, non permetto a nessuno di entrare >> spiegò costringendo la ragazza a seguirla fuori dalla stanza << Perché? >> << Perché no >> sembrava particolarmente irritata che Annabelle avesse scoperto quel posto << Scusami, non volevo >> la donna la guardò un poco scettica << Non è vero, sei dannatamente curiosa, ma non è una cosa che mi dispiace >> sospirò prima di guardarla nuovamente << Allora perché mi cercavi? >> sapeva perché glielo aveva chiesto e sapeva anche che non avrebbe mai accettato una mezza verità, ma la loro conversazione venne interrotta dall'arrivo di qualcuno di poco desiderato << Che cosa ci fa lui qui? >> lo sentirono bussare al portone di ingresso << Non fatemelo buttare giù >> disse probabilmente percependo la loro magia.
Regina smaterializzò la ragazza nella sua camera chiudendola all'interno prima di dirigersi al piano inferiore << Che cosa vuoi? >> fece senza nascondere l'odio che provava nei suoi confronti << Dov'è la mia sorellina? >> chiese con un tono beffardo che non fece altro che peggiorare l'umore della donna << Che cosa vuoi Gabriel? >> il ragazzo attese ancora qualche secondo prima di rivolgerle uno sguardo pieno di disgusto << Dammi il sortilegio o giuro che te ne farò pentire >> << E come pensi di fare? >> intimò Regina avvicinando il proprio volto a quello di lui senza però varcare la soglia di casa << Beh vedi, io ho qualcosa di molto prezioso o meglio qualcuno di molto prezioso. Qualcuno che tiene davvero molto a tua figlia e spero con tutto il cuore di non dovergli fare alcun male anche se ogni parte del mio corpo lo desidera >> la donna si accigliò a quella minaccia non riuscendo a capire di chi stesse parlando << Sta mentendo! >> sentì alle sue spalle << Ciao sorellina >> << Stai mentendo! >> ripeté lei falciando i passi che gli divideva, ma fermata dal braccio della madre perché non varcasse il confine dell'incantesimo di protezione che circondava la casa << Non lo sto facendo sorellina, sai che a te non mentirei mai >> fece sempre con tono scherzoso alzando le mani in segno di resa << Chi?! Chi stai minacciando? >> un sorriso crudele apparve sul suo volto che accapponò la pelle alla ragazza << Darell >> sussurrò divertito.
Gli occhi di Regina si spostarono sulla figlia che era divenuta bianca come un cencio << N-non è possibile >> << Certo invece, davvero pensavi che non ti avrebbe seguita? Lui ti ama Annabelle e l'amore non è forse tutto? >> il tono di lui si fece più serio sulle ultime parole, come a volerle sottolineare qualcosa << Non è vero! >> gridò lei ancora sconvolta << Sta a te credermi o meno, la vita di Darell è sulle tue mani. Portatemi il sortilegio entro l'alba o giuro che di lui non resterà che un amaro ricordo >> fece prima di scomparire davanti ai loro occhi.
Regina la vide cadere in ginocchio mentre lacrime copiose le bagnavano le guance << No..ti prego...ti prego... >> continuava a ripetere mentre un dolore allucinante le attanagliava il cuore << Annabelle... >> la chiamò chinandosi di fronte a lei << Guardami Annabelle, ho bisogno che tu mi parli >> continuò invano << Perdonami per questo >> disse la madre prima di farla sprofondare in un lungo sonno.

*


Quando si svegliò lo sguardo che le rivolse non era per niente cordiale << Ho dovuto farlo Annabelle >> << Davvero? E' così che ti comporti con i tuoi figli? >> era arrabbiata, ma Regina sapeva che non era lei la causa di tutta quella rabbia << Chi è Darell? >> chiese porgendole un bicchiere d'acqua e dandole tutto il tempo necessario perché rispondere << Un amico a cui tengo molto >> << E' solo questo? >> la ragazza si passò una mano tra i capelli irritata << E se non fosse solo questo? Mi aiuteresti comunque? >> fece irata alzando le mani al cielo << A questa domanda non serve una risposta Annabelle >> Regina si alzò dal divano massaggiandosi il collo << Davvero? Perché sono certa che tu non voglia dargli il sortilegio >> la madre fece un lungo respiro profondo prima di tornare a guardare la figlia << E hai ragione, non ho alcuna intenzione di farlo, ma troveremo un modo per salvare Darell >> << E hai intenzione di salvarlo quando sarà già morto? Perché per salvarlo si presuppone che lui resti in vita >> le gridò contro nuovamente << Annabelle devi calmarti, così non stai facendo che il gioco di Gabriel. Sei più intelligente di così >> << No, la verità è che tu lo sottovaluti! Non hai la minima idea di quello che lui è in grado di fare >> fece Annabelle, adesso a un solo passo da Regina << Continui a dirmi cosa sia giusto fare e cosa non lo sia, continui a dirmi di avere fede, di credere nel prossimo, quando non hai la minima idea di chi tu stia combattendo >> << Smettila Annabelle >> disse la Strega senza gridare ma guardandola dritta negli occhi senza distogliere lo sguardo nemmeno un instante << No, non ti ascolterò di nuovo. Non lascerò che Gabriel uccida di nuovo qualcun altro, dammi il sortilegio >> la donna scosse la testa e la rabbia della ragazza non fece che aumentare << Così non cambierai niente, se lui ottiene il sortilegio hai perso >> << Non mi importa >> << Davvero? Perché a me sembra che invece non sia così, se davvero non ti fosse importato nulla, non saresti tornata indietro nel tempo per cambiare le cose. Molte persone hanno riposto la loro fiducia in te, non puoi deluderle così, non puoi deludermi così >> Regina la guardò con severità adesso << Non farti sopraffare dall'emozioni Annabelle >> rimproverò prima di abbracciarla << Io ho fiducia in te, nelle tue capacità e sono certa che riuscirai a battere Gabriel >> le sussurrò prima di tornare a guardarla << Ora ho bisogno che tu mi dica chi è Darell, così da poterlo rintracciare >> << E come? >> chiese Annabelle asciugandosi il volto << Tramite i suoi genitori, sono certa che riusciremo a creare un incantesimo che sarà in grado di trovarlo >> spiegò la donna vedendo la figlia riacquistare un poco di autocontrollo << Qualche problema? >> la ragazza scosse la testa allontanando ogni incertezza << Tremotino e Belle, sono loro i genitori >> Regina rimase sorpresa di quella rivelazione << Me lo immaginavo che prima o poi il mio sangue si sarebbe mischiato con quello del Signore Oscuro >> commentò indossando la giacca e porgendone una alla figlia << Almeno sarà meno restio ad aiutarci stavolta >> continuò uscendo dalla casa e dirigendosi alla macchina, ma sì sentì afferrare da un braccio << Riusciremo a salvarlo vero? >> le sorrise prima di abbracciarla nuovamente << Lo salveremo Annabelle te lo prometto >>.

 

   
 
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