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Autore: cristalskies    13/10/2015    3 recensioni
Ambientata dopo la 8x02
Piccola divagazione con finale alternativo...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo quell’inizio di mattinata Beckett decise, nonostante lo scombussolamento emotivo, di rendersi comunque utile al caso e riuscì a parlare con alcuni degli amici della vittima e a raccogliere quel minimo di informazioni che le servivano.

Dopo un paio d’ore passate in uno dei locali più gettonati del campus a intrattenere alcuni dei ragazzi più giovani della confraternita della vittima, si sentiva ad un passo dall’avere qualche indizio interessante ed era venuta a conoscenza della festa di halloween che si sarebbe tenuta quella sera.

-Allora, Andrew- disse al ragazzo che le sedeva vicino, spostando la conversazione su quello che le interessava veramente -possibile che a questa fantasmagorica festa non ci sia qualche invito in più per l’ultima arrivata?-

Il ragazzo fu preso in contropiede, ci teneva davvero tanto a impressionare la donna super sexy che si trovava di fronte -Ecco… Noi essendo al primo anno possiamo entrare ma non possiamo dare inviti. Non ne abbiamo nessuno… Ma che ne diresti se andassimo nel pub di cui parlavamo prima, invece che alla festa? Ti giuro che è un posto fantastico!-

"Fantastico" Pensò Beckett "sono riuscita a beccare le uniche matricole senza inviti del campus..."

-Beh, in realtà…- Fortuna volle che in quel momento le iniziasse a suonare il cellulare

-Scusatemi ma ora devo proprio scappare- Disse, dopo aver visto che era il numero della centrale. Detto questo riprese la sua borsa e i suoi libri e riuscì ad andare via.

 

Aveva passato il resto della giornata al distretto, ora che era capitano non poteva più dedicarsi ad un singolo caso ma le spettava dirigere l’intera squadra del distretto e in quel momento era necessaria la sua presenza in sede per coordinare il lavoro di tutti.

Era conscia di aver concluso poco o nulla fino a quel momento e sentiva il bisogno impellente di fare qualcosa.

In aggiunta Castle aveva provato a chiamarla più volte nel pomeriggio, sia al cellulare che al suo diretto di lavoro. Non gli aveva mai risposto.

Era arrivata sera in un attimo ed era rimasta quasi sola al distretto, decise quindi di staccare e di provare a imbucarsi alla festa. Ai tempi in cui frequentava davvero il college non avrebbero mai lasciato fuori una bella ragazza e lei era abbastanza sicura dei suoi mezzi.

Passò all’hotel a cambiarsi, e poco dopo raggiunse gli alloggi della compagnia che organizzava il party a tema halloween.

Il posto era molto kitsch, completamente addobbato con zucche e scheletri e l’intera area era piena di ragazzini sbronzi impegnati ad ubriacarsi ancora di più.

Si accorse subito che difficilmente sarebbe riuscita ad apprendere qualcosa di interessante, era ancora presto ma la maggior parte degli invitati era già in uno stato in cui non erano nemmeno in grado di camminare su una linea retta, figurarsi collegare il cervello per parlare di cose serie...

Decise comunque di fare un giro attorno all'edificio. Il grosso del party si teneva in giardino, viste le temperature più che permissive di quella settimana, mentre gli spazi interni erano destinati a musica più calma e alle coppie che avrebbero poi probabilmente occupato alcune delle camere da letto a disposizione ai piani superiori.

Quando arrivò nella zona esterna principale si rese conto che forse la festa non era ancora degradata completamente nell'alcool, c'era una atmosfera di spensieratezza e ragazzi e ragazze ballavano e ridevano vicini al ritmo della musica sparata dal DJ piazzato sul piccolo palco centrale.

Si perse a guardarsi attorno e invidiò quei momenti gioviali che lei non si era voluta concedere alla loro età. Certo, era andata a molte feste, aveva frequentato le compagnie "giuste" e fatto tutto quello che ci si sarebbe aspettati da una ragazza del college ma sotto sotto non si era mai concessa di lasciarsi andare, sempre troppo cinica e ossessionata dalla morte della madre. Sempre troppo controllata.

-Castle, si, si sarebbe divertito un sacco a una festa come questa- Si ritrovò a pensare. E mentre lo pensava l'immagine di lui apparve davanti ai suoi occhi ai bordi della folla, salvo poi accorgersi che si trattava soltanto di uno sconosciuto che non gli assomigliava per nulla.

Eppure per un momento era stato così reale!

Si rese conto che in mezzo a quella confusione non avrebbe concluso nulla e virò verso l'interno della grande casa decisa a fare un ultimo giro per poi tornarsene subito a casa.

Non era da lei abbandonare la missione a metà, ma si sentiva incredibilmente stanca e sentiva che non c’era nulla che potesse fare in quel momento. Decise che all'indomani sarebbe tornata ai classici metodi di investigazione e sarebbe ripartita facendo convocare nuovamente la famiglia della vittima per vedere se avevano pensato a qualche dettaglio strano degli ultimi giorni del ragazzo ucciso.

 

Stava girando per uno dei due corridoi del primo piano quando all'improvviso un braccio la strattonò all'interno di una stanza vuota e semibuia. Accadde tutto in un attimo. Un momento prima stava girando tranquillamente e quello dopo aveva sferrato un calcio alle parti basse dello sconosciuto che stava cercando di abbracciarla.

Peccato che lo sconosciuto fosse suo marito e che nel colpirlo lui le si accasciò addosso.

Risultato? Ora erano entrambi a terra. Con lei praticamente bloccata sotto di lui.

-Auch... Speravo in un momento di riavvicinamento più pacifico ma se vuoi passare subito a cose più sadomaso lo sai che mi trovi sempre pronto- Ironizzò Castle riprendendo fiato dopo il colpo ricevuto.

Incredibile, non si smentiva mai! Sempre con la risposta pronta!

-Castle!!- lo richiamò appena si rese conto di quello che stava accadendo - Ma si può sapere che diavolo credevi di fare??-

-Io? Mah... Giravo da queste parti e ho pensato bene di tirare dentro la prima che passava...-

-Ma sei ubriaco?- Gli chiese lei -Spero vivamente tu non sia qui per interferire con il mio caso, Castle! Stamattina non ho potuto mettere in chiaro le cose ma tu non puoi immischiarti in un caso di...-

-Non ho bevuto!- Si indignò lui, interrompendola -A dirla tutta se sono qui stasera non è sicuramente per il caso, non c’è nulla di utile a questa festa. Speravo più che altro di trovare la donna più bella del mondo e di poterla riportare a casa sua-

-Castle,io non… O mio Dio, mi stavi seguendo?- lo interrogò lei, stupita di non essersi accorta di essere pedinata e cercando di non dare troppo retta a quello che diceva.

-Più che seguirti ho tirato a indovinare che ti saresti presentata qui e così ti ho aspettato. Sappi però che mi dovresti essere riconoscente. Il mio fascino avventuroso mi ha attirato un sacco di studentesse in cerca di una notte di passione con il loro nuovo professore preferito e io sono riuscito a schivarle tutte e a sequestrarti prima che te ne andassi via-

Non ci poteva credere, prima la stalkerava e poi si permetteva pure di provocarla raccontandogli delle ragazze che gli si gettavano addosso!

-Sai, ti ho chiesto tempo e spazio per riflettere e mi trovo invece sbattuta a terra sotto di te in uno stanzino sconosciuto! E secondo te ti dovrei pure essere riconoscente? Perchè non puoi lasciarmi stare come ti ho chiesto?-

-Perchè tu hai bisogno di me, anche se non lo vuoi ammettere-

Ecco, era riuscito ad aprire la voragine su cui era riuscita a tenersi in bilico.

Una sola frase di lui, così istintiva e naturale, e lei aveva sentito rompersi quel delicato filo che la stava tenendo in equilibrio da quando aveva fatto la scelta di andarsene.

Non ebbe il tempo di fare mente locale e nemmeno la possibilità di fare quello che le veniva più naturale e che nella sua ottica era la cosa più giusta, cioè andarsene da li prima di fare una sciocchezza.

 

-Castle, ti prego, mi stai schiacciando- Provò a liberarsi lei, evitando il suo sguardo, senza successo.

Lui era praticamente steso sopra di lei, si sollevò un po' per paura di stare davvero soffocandola ma senza lasciarle libertà d'azione per andarsene.

Si sentiva un po' cacciatore e aveva finalmente preso la sua cerbiatta. Non aveva intenzione di lasciarsela fuggire.

Sollevò il braccio e le accarezzò piano il viso, spostandole delicatamente i capelli e proseguendo poi con la carezza fino al suo collo.

Era un gesto così intimo e dolce che Beckett si trovò a guardarlo e a perdersi nel suo sguardo cristallino.

Quante promesse e quanta dolcezza in quello sguardo, lui la guardava come se fosse la persona più importante al mondo e la faceva sentire completa, integra, dopo giornate infinite in cui sembrava che il suo cuore si fosse lacerato.

Stava per dirgli qualcosa ma lui la anticipò, guardandola deciso a mettere in chiaro alcune cose.

-Ti ho detto che mi fido di te ma ci ho pensato e sono arrivato alla conclusione che in realtà su questa cosa non lo posso fare, Kate. Già una volta hai deciso di seguire la tua ossessione. Hai rischiato la vita e ti sei resa poi conto che la tua ancora di salvezza sono io. Non sono stupido. Ho capito che c'è qualcosa che non mi hai ancora detto e non posso lasciarti fare questa cosa, qualunque essa sia, da sola.-

Eccolo li, il suo scrittore... Come sempre pronto a convincerla che poteva risolvere tutti i suoi problemi. Ma questa volta era diverso, giusto? Il ricordo al caso Bracken le stava facendo tornare in mente tutto quello che lui aveva fatto per riscattarla e metterla in salvo quando l'avevano incastrata e volevano ucciderla facendo sembrare la sua morte un suicidio.

Doveva tenere bene a mente gli avvertimenti di Rita e ricordare perchè lo stava facendo.

 

Beckett lo guardava confusa, sapeva che non era ancora convinta delle sue parole.

Quindi continuò -Ci siamo fatti delle promesse, Kate.- continuò lui, dopo un attimo di pausa -Non devi dimenticare mai chi è il tuo partner. Nella vita ma anche nel crimine, avevamo detto.-

 

Castle abbassò le labbra sulle sue e la baciò, prima piano e dolcemente, facendole schiudere lentamente le labbra e tentandola sempre di più, poi scendendo con una scia di baci umidi a tracciare una linea sul suo collo fino a sfilarle poi in giù la spalla del morbido abito che indossava.

Com’era già accaduto quel mattino lei non sapeva resistergli, stare con lui era come essere nuovamente completi e integri, averlo vicino le trasmetteva una sensazione di euforia e gioia, senza contare quella fitta che sentiva al basso ventre e che chiedeva immediata soddisfazione.

In mezzo a tutta l'ansia e allo stress vissuto in quei giorni caotici si accorse che in quel momento stava... Bene! Non avrebbe saputo in quali altri termini definire quella sensazione.

Dopo pochi minuti Castle si fermò e la tenne semplicemente stretta nel suo abbraccio.

-Ti prego, Kate- La scongiurò sussurrandole all'orecchio -torna a casa con me stasera-

In quel momento lei si rese conto della situazione in cui erano. Stesi sul pavimento in moquette di una stanza in una casa sconosciuta e con una festa universitaria in corso, fu come se qualcuno avesse riacceso improvvisamente l'audio della scena e prese nuovamente coscienza della musica e degli schiamazzi che provenivano dall'esterno.

-Castle, io...-

Non sapeva bene cosa rispondergli, una grossa parte di lei chiedeva a gran voce che tornasse immediatamente nella loro casa, nel loro letto, con il suo uomo. Quella piccola e fastidiosa parte di lei che ancora era concentrata sulla realtà esigeva però che lei se ne andasse. Sola. E il prima possibile.

Lui però le aveva ricordato una cosa, "partner nella vita e nel risolvere il crimine", si erano giurati. Era giusto quello che stava facendo? O stava andando contro le cose più importanti che su cui avesse fatto giuramento?

-Non posso venire a casa con te...- Sussurrò poi.

La paura per la sua incolumità era cosi forte e viscerale che la risposta le era uscita di netto, pur se non del tutto convinta e con le sue parole che le continuavano a ronzare in testa.

Castle si alzò e tirò su anche lei aiutandola per le braccia e tenedola sempre stretta a lui, non che lei desse cenno di volersi staccare, in ogni modo.

-Kate, torna con me, e domani con calma ne discuteremo. Dentro di te sai di avere bisogno di me. Pensa a come funzioniamo bene quando lavoriamo insieme- Tentò lui.

-Castle ci sono dei motivi se me ne sono andata, non posso accettare che la mia famiglia sia in pericolo per colpa mia-

-Se una cosa mette in pericolo me, solo perchè sono collegato a te, come pensi che io possa permetterti di restare come unico bersaglio al centro del poligono di tiro? Come credi possa stare a guardare senza poter fare nulla?-

-Rick, io...-

-No, non dire nulla. Ti avviso, volente o nolente, io sarò al tuo fianco-





Eccomi qui di nuovo. Finalmente Castle e Beckett iniziano a parlarsi un po' più seriamente... Scusatemi se non ho aggiornato subito ma ora che la storia si sta sviluppando avevo bisogno di capire io per prima dove volevo andare a parare!
Grazie a chi vorrà leggere!
   
 
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