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Autore: mrsSalvatore    13/10/2015    1 recensioni
Alison ha appena otto anni quando incontra Luke Hemmings, un ragazzino di un anno più grande di lei, antipatico e pieno di sé, con cui proprio non riesce ad andare d'accordo; e sebbene i due trascorrano di lì in avanti quasi tutte le giornate insieme, entrambi continueranno ad insistere sul fatto che non sono assolutamente, per niente, mai e poi mai nella vita, amici.
Ma se Alison, bambina viziata e strafottente, è sicura di questo, come mai per lei Luke e una semplice altalena in legno diventeranno le fondamenta della sua infanzia?
“La verità è che il mondo sarebbe migliore se tutti quanti almeno una volta al giorno andassero su un’altalena. Di sicuro sorriderebbero un po’ di più.”
Storia pubblicata anche su Wattpad
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                             Nota: Alla fine non vi ho diviso i capitoli,
ma li ho postati tutti e due insieme
perchè vi voglio bene e non volevo
farvi aspettare <3

                                                                                               
                                                                                      7 MAGGIO 2003, MATTINA
A maggio i genitori di Alison decidono di risposarsi. La ragazza ne è felice, e sua madre la sceglie come damigella d’onore. Da qualche giorno ha ripreso ad uscire con Ashton. La sera stessa in cui aveva incontrato Luke, i due avevano litigato. Il moro le aveva detto che non doveva bere, che poi la colpa sarebbe stata sua, e che non aveva tempo per occuparsi di una bambina. Lei aveva pianto, ma Ashton era stato implacabile. Qualche settimana dopo aveva sentito dire che usciva con un’altra, ma lui invece l’aveva chiamata per dirle che erano tutte fesserie. Hanno ripreso a vedersi da poco, e Alison vuole che questa volta duri, perché si ripete che la loro è una storia che vivrà per sempre, e deve essere perfetta. L’ha invitato al matrimonio, ma lui ha detto che deve studiare, così ha dato il suo invito a Luke, che non se l’è fatto ripetere due volte.
La cerimonia si svolge in un parco enorme, pieno di alberi e fiori. Sua madre è bellissima, stretta nel suo abito da sposa color crema, mentre Alison indossa un abito turchese che arriva fin sopra il ginocchio ed ha uno scollo a barca. Ha i capelli sciolti e felice continua a passeggiare avanti e indietro con la sua sorellina in braccio. Chloè ha pochi mesi, ma ha già qualche capello biondo in testa e due enormi occhi blu.
-E’ sua figlia, signorina?- dice ad un tratto qualcuno, e Alison si volta stupita trovandosi davanti Luke, impettito nel suo smoking. La ragazza ridacchia. Gli invitati sono già quasi tutti arrivati, il sole è alto, c’è poco vento, e la giornata sembra andare per il meglio.
-Questo parco è bellissimo.- mormora Alison, e Luke annuisce, mentre fa qualche strano versetto alla bimba che ride contenta.
-Credo che sia ora.- La ragazza si riscuote dai pensieri e si avvia verso l’altare con Luke al seguito. Gli invitati iniziano a sedersi, e in poco tempo fanno silenzio.
-Tienila tu.- esclama la bionda mettendo tra le braccia di Luke la sorellina, mentre lui rimane con uno sguardo stupito quando se la ritrova addosso.
La musica comincia, e dal fondo delle due file di sedie appare la madre di Alison. Cammina lungo la navata, mentre sua figlia, dietro, le regge lo strascico. Quando Alison fa vagare lo sguardo sugli invitati, si imbatte in Luke che del tutto preso dal suo lavoro di babysitter sta muovendo la manina della bambina fingendo che sia lei a salutare la madre. Alison sorride, e quando sua mamma ha finalmente raggiunto suo padre all’altare, si siede affianco a Luke, nei primi posti.
-Credo di non aver mai visto una damigella più bella, ma considerando che questo è il primo matrimonio a cui assisto, parti vantaggiata.- le mormora, e lei sorride nuovamente senza rispondergli.
La cerimonia scorre in fretta, i due pronunciano i voti e Alison non ricorda di aver mai visto sua madre così felice. Alla fine i suoi genitori si baciano, la musica ricomincia, e lei non può fare a meno di domandarsi se avrà la stessa espressione di sua madre, il giorno del suo matrimonio.
 
Quando Alison gli aveva dato l’invito, Luke l’aveva accettato immediatamente. Credeva che lei volesse farlo rientrare nella sua vita, ma si era ricreduto non appena lei gli aveva spiegato che l’invito era per Ashton ma lui non sarebbe potuto venire. E’ una bella giornata di primavera, quella, e lui era da un po’ che aveva smesso di interessarsi alle condizioni meteo. La cerimonia è terminata, ma la festa finirà a tarda notte. E’ andato a prendere da bere per lui e per Alison, e quando le va incontro, non può fare a meno che fermarsi ad osservarla. E’ in piedi, di spalle. Sta guardando la città su dalla collina. I suoi capelli biondi si muovono morbidi con l’aria, ed è un momento, ma una leggera folata di vento fa volare i fiori di glicine giù dagli alberi, e pare una nuvola di farfalle gialle che le volano attorno. E’ davvero bella, questa è la cosa a cui più pensa Luke da quando l’ha rivista. E’ bellissima.
-Tieni.- le dice porgendole un calice quando le è vicino. Lei lo afferra, ma non beve.
-Anni fa mi hai regalato un trifoglio, per il mio compleanno.- mormora Alison, tenendo lo sguardo fisso all’orizzonte. Luke ride appena, pensando che questo sia un ricordo felice, ma la ragazza invece continua imperterrita –L’ho sempre tenuto.- dice girandosi a guardarlo –E’ per questo che mi sono arrabbiata quando ho trovato il mio bigliettino in casa tua. Perché io mi sono sempre portata dietro un pezzo della nostra amicizia, e tu invece il tuo l’hai gettato.- conclude bevendo tutto d’un fiato ciò che un attimo prima conteneva il bicchiere.
-Ascoltami Alison.- soggiunge Luke –Lo so adesso. So adesso quanto fosse importante per te quello che avevamo, e ti giuro che lo era anche per me, ma allora non me ne rendevo conto.- le afferra la mano e lei sussulta appena, ma non si scosta.
-Grazie per essere qui. Non penso che Ashton avesse da studiare.- mormora, e poi torna a guardare davanti a sé, mentre una lacrima le scende piano lungo lo zigomo.
 
 
 
                                                                                              7 MAGGIO 2003, SERA
Non tutti gli invitati restano per la cena, così di sera c’è meno confusione e meno gente. Alison si è ripresa, ed ora ride allegramente con gli amici di famiglia, mentre Luke è in disparte con in braccio Chloè.
-Lo so, lo so.- le dice cullandola –Dovrei andare a parlarle, ma lei sarà sempre arrabbiata con me per essermene andato.- La bimba sbadiglia e lui le carezza piano la testa –Credo che un giorno diventerai una bellissima bambina bionda, e magari un ragazzino sarà scortese con te e tu sosterrai di odiarlo. Ma sappi che quel ragazzino un po’ di bene te ne vuole, è solo troppo orgoglioso per dimostrarlo.-
-Parli da solo?- chiede qualcuno. Luke alza il viso e si ritrova Alison che gli sorride raggiante. Prende in braccio la bimba e la posa nel passeggino di fianco.
-Credo che sia ora che faccia la nanna.- dice sorridendo alla sorellina. Poi torna a guardarlo, e gli dice di seguirlo. Afferra una bottiglia di Champagne dal tavolo del buffett e tirandolo per il braccio lo trascina fuori, nello stesso punto in cui erano quella mattina, quando lui si era fermato a guardarla. Adesso nel parco non c’è quasi nessuno. Gli unici rumori che si sentono sono i brusii che vengono dal tendone dove gli invitati stanno finendo di cenare, e la musica in sottofondo. La ragazza posa a terra la bottiglia, e si siede sull’erba. Fa cenno a Luke di imitarla e lui obbedisce. Sotto di loro la città è immensa, piena di tante piccole luci colorate.
-E’ così bello qui.- ripete Luke e lei annuisce prima di bere un lungo sorso direttamente dalla bottiglia.
-Mi sono preso un anno sabbatico, ecco perché sono ancora qui.- confessa Luke –La California non faceva per me, mi mancava troppo questo posto.-
-Non hai fatto altri test per il college? Da quanto ricordo eri bravo…- constata lei e Luke le dice che ne ha fatti di test, ne ha fatti anche troppi.
-Dopo che la UPenn mi ha scartato, mi sono arrivate altre lettere, così un giorno mi sono ritrovato con tre buste in mano, e dovevo scegliere quale mi avrebbe dato più possibilità degli altri due, ma non ce l’ho fatta. Ho strappato le lettere e ho detto no. Stavo progettando la mia intera vita scegliendo una di quelle scuole, e non volevo. Volevo vivere giorno per giorno, e ho pensato che il college non mi sarebbe servito a nulla e tanto valeva prendersi un anno per riflettere.-
Alison lo guarda e poi si mette a ridere. Alterna una risata ad una bevuta e poi torna a puntare gli occhi in quelli di Luke.
-Sei proprio un idiota.- gli dice –Ma sei davvero bello. Sei davvero tanto bello. Voglio dire, all’inizio credevo che quel piercing ti facesse risultare ancora più scemo, e invece sei tremendamente sexy.-
A quel punto Luke scoppia a ridere e le toglie dalle mani la bottiglia –Credo che qualcuno qui abbia bevuto troppo Champagne.-
La ragazza sospira e poi si stende sul prato. –Sai L,- dice chiudendo gli occhi –io ti amo. Insomma, questi anni senza di te sono stati uno schifo, piangevo continuamente, e più piangevo più mia madre diceva che sembravo una bambina, e più mia madre diceva che sembravo una bambina, più pensavo a te. Ma ho pensato a te ogni giorno, qualsiasi cosa io facessi. Anche quando hanno chiuso il negozio di dischi. Lo sapevi?! E’ stato bruttissimo, volevo dirtelo ma tu non c’eri. Ti ho cercato in ogni gesto, in ogni giorno. Quando pioveva mi aspettavo che tu entrassi dalla mia finestra con in mano una videocassetta, e mi obbligassi a vedere qualche stupido film dell’orrore. Era come se tu fossi sempre accanto a me senza esserci mai. E’ per questo che ti amo, non è forse amore, questo?- la bionda termina di parlare, e i canti dei grilli sostituiscono le sue parole. Luke rimane amareggiato. Nelle ultime settimane ha voluto così tanto che lei glielo dicesse, ma poi ha imparato a conoscere la nuova Alison, e ha capito che lei era troppo. Troppo perfino per lui.
-No Ali. Tu non mi ami. Tu ami l’idea che io possa essere questa persona, quella che conosci fin da bambino, e un giorno torna da te e ti salva da tutti i tuoi problemi. Ma io non sono questa persona, e tu non mi ami.- questa volta è Luke a bere un lungo sorso dalla bottiglia.
-Forse hai ragione.- acconsente lei – Ma in questo momento le luci della città mi sembrano tante piccole lucciole, quindi posso permettermi di pensare di amarti, anche se magari mi sbaglio.-
Luke annuisce, anche se sa che lei non può vederlo, perché è buio ed ha gli occhi chiusi. Volge lo sguardo alla città e sorride. Gli ricorda tanto una notte di tanti anni fa. Potrebbe quasi cercare di acchiappare quei piccoli insetti e sperare di trovarli trasformati in soldi il mattino seguente.
-Arriva per tutti il momento di crescere Alison,- mormora. Più a se stesso che alla ragazza –e rendersi conto che le favole finiscono, e il lieto fine non esiste.-



 
Angolo autrice:

Ciao a tutti!
Allora, allora, allora. Ho scritto questo capitolo ancora quest'estate e mi piaceva davvero molto, poi oggi l'ho riletto e... bah, lasciamo stare. Questo pomeriggio mi sono messa di nuovo, dopo tanto tempo, a scrivere, ma tralasciando il fatto che sono un po' a corto di idee, ho molto da studiare, quindi le opzioni sono due: o faccio capitoli brevi e mi rimetto a studiare l'età ellennistica, o scrivo capitoli belli lunghi e prendo quattro in storia. So cosa state scegliendo e vi dico già NO!
Scherzavo, dài. Spero veramente di riuscire a fare tutte e due le cose, sennò vi avviserò prima e spererò che abbiate pietà di me. Intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi chiedo di perdonarmi per quelli che penso saranno stati numerosi errori grammaticali (sono stanca e non mi andava di rileggere >.<
Un bacio in fronte,

-Sve

 
  
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