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Autore: Emily27    13/10/2015    4 recensioni
A volte è così bello, d'aver paura che non sia vero. O troppo doloroso da desiderare che non sia vero.
E un giorno tutto può cambiare.
(Continuazione della oneshot "Adesso che te ne vai", ma non è necessario averla letta)
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jackson Hunt, Javier Esposito, Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sei solo tu



 
Quando Javier, in maglietta e boxer, si presentò in cucina, Kate si stava riprendendo dal momento di tristezza.
«Buongiorno» lo salutò sforzandosi di sorridere.
«Ciao» disse lui, e le si avvicinò per darle un bacio. «Che cosa prepari di buono?» domandò abbassando lo sguardo sulle uova che Beckett aveva posato accanto ai fornelli.
«Uova e pancetta» rispose lei. L'idea dei pancakes era stata accantonata.
Dall'espressione, Esposito sembrò gradire, poi si diresse verso il bagno. «Una doccia e arrivo.»
Kate prese dal frigorifero la confezione di pancetta, per fortuna ancora rimasta, e pensò a come era iniziata la sua relazione con Javier.
Quando Rick era morto, in un banale e stupido incidente a bordo di un taxi mentre si trovava a Los Angeles per il tour promozionale del suo ultimo libro, il mondo le era letteralmente crollato addosso, insieme a tutti i loro progetti, speranze e promesse di giorni felici. Si era sentita morire, preda di un dolore così grande da risultare insopportabile, lo stesso che avevano provato Martha e Alexis. Le tre donne più importanti della vita di Castle si erano strette in un abbraccio, cercando consolazione alla loro sofferenza inconsolabile.
Suo padre le era stato vicino, e a Beckett era sembrato di rivivere il periodo della morte di sua madre. L'intero Distretto era rimasto sconvolto dalla scomparsa dello scrittore, Ryan e la Gates non le avevano fatto mancare il loro affetto, Lanie le aveva dimostrato quanto grande potesse essere un'amicizia e Javier le era rimasto accanto in modo particolare.
Kate si era trovata sull'orlo del baratro. Per evitare di cadere in quel buco nero, l'unica maniera era stata quella di seppellire la sua pena in fondo al cuore e andare avanti con la sua vita, lontano da tutto ciò che le ricordava la felicità passata. Dopo un breve periodo di congedo dall'FBI, era tornata a Washington, senza più rimettere piede a New York.
Aveva però mantenuto i contatti con le persone che aveva lasciato in quella città e Lanie era anche andata a trovarla in un paio d'occasioni. Vedeva suo padre regolarmente, mostrandosi ogni volta serena per non farlo preoccupare, ma solo nell'ultimo periodo Jim sembrava essersene convinto.
Per quasi un anno dopo la morte di Castle, quando gli era stato possibile, Javier si era recato da lei a Washington durante il fine settimana. Kate era stata lieta di godere della compagnia di un amico con il quale parlare e svagarsi, che l'aveva sostenuta nei momenti di sconforto e fatta ridere come un tempo. Ad un certo punto aveva però intuito che lui provasse nei suoi confronti qualcosa di diverso dall'amicizia, restandone dapprima stupita e quasi imbarazzata. Con il tempo e senza rendersene conto, si era poi ritrovata anch'ella a vedere Esposito sotto una luce diversa, finendo con l'essere attratta da lui.
Così era iniziata la loro storia, che andava avanti ormai da un anno.
Ciò che provava per Javier, tuttavia, non era paragonabile all'amore che l'aveva legata a Castle. E che ancora la legava. Se dopo il funerale non aveva più fatto visita alla sua tomba, non significava che volesse dimenticarlo, semplicemente non sopportava l'idea di leggere il suo nome inciso su una lapide.
Esposito comparve in cucina, distogliendola dai suoi pensieri.
Le uova erano pronte e Kate le servì in tavola insieme a due tazze di caffè, poi entrambi si sedettero a fare colazione.
«Che giornata spettacolare» considerò Javier guardando fuori dalla finestra, da dove si scorgeva l'azzurro intenso del cielo privo di nuvole. «Perfetta per un giretto in bici. Ti va?»
Kate bevve un po' di caffè e poi rispose: «Mi hai letto nel pensiero.»
«È solo un'altra delle mie qualità» disse lui prima di portarsi alla bocca una consistente forchettata di uova e pancetta.
«Vuoi dire che non le ho ancora scoperte tutte?»
Javier fece segno di no con la testa e uno sguardo ammiccante.
Finirono la colazione decidendo il percorso da seguire durante la loro pedalata, poi Esposito si alzò per andare a posare i piatti sporchi nel lavandino. Passando accanto a Kate, le diede un bacio fra i capelli. «Sono un uomo pieno di risorse...» affermò, richiamando le battute di poco prima.
Beckett sorrise e avvicinò la tazza alle labbra per bere l'ultimo sorso di caffè. Esposito era sempre pieno di attenzioni e le dimostrava continuamente il suo amore, che le aveva anche espresso a parole. Un sentimento che non poteva essere eguagliato da quello che gli stava offrendo lei, anche se era tutto ciò che più si avvicinava all'amore che il suo cuore potesse ancora donare ad un uomo. Non glielo aveva mai confessato esplicitamente, ma era sicura che Javier lo sapesse.

In tenuta sportiva, uscirono nel sole e nell'aria piacevolmente tiepida di quella mattina di inizio settembre. Si allontanarono da casa di Beckett parlando e ridendo, senza far caso all'uomo all'interno di un'auto in sosta sull'altro lato della strada, il quale li osservò andare via attraverso un paio di lenti scure.

Raggiunsero a piedi il negozio del noleggio che distava solo due isolati, presero due biciclette e si diressero verso le zone del fiume.
Procedettero ad andatura da passeggiata arrivando fino all'Arlington Memorial Bridge, al centro del quale sostarono per meglio apprezzare la vista sul corso d'acqua e sulla città, dopodiché proseguirono attraversando il ponte fino all'altra sponda, dove una pista ciclabile seguiva il lungofiume. Pedalarono con il Potomac River che scorreva di fianco a loro, immersi nel verde del parco che incominciava a popolarsi di altri ciclisti, persone che facevano jogging o portavano il cane a passeggio.
Si fermarono all'ombra di un olmo, appoggiarono le biciclette alla pianta e si sedettero sull'erba. Javier ammirò il profilo di Kate, la quale teneva lo sguardo sul fiume che brillava alla luce del sole.
Lui e Beckett stavano insieme. Fino a un anno prima, se gli avessero detto che sarebbe successo non ci avrebbe creduto, invece il destino aveva deciso in quel modo.
Dopo la morte di Castle si era recato assiduamente a Washington da Kate, ma non certo per lucrare su quella disgrazia e trarne vantaggio, se lo aveva fatto era stato perché non aveva voluto lasciarla da sola con il grande dolore che stava provando e nascondendo agli occhi del mondo. Si era sempre ripromesso di sostenerla e proteggerla, di esserci quando ne avesse avuto bisogno, e aveva mantenuto l'impegno preso dal suo cuore.
Poi, inaspettatamente, ciò che era stato possibile soltanto nella sua immaginazione di uomo innamorato senza speranza, era diventato realtà.
Gli piaceva tutto di Kate: il modo in cui sorrideva, in cui aggrottava la fronte quando era pensierosa, la sua intelligenza e il suo coraggio, quando era arrabbiata e quando scherzava. Desiderava vederla ogni giorno, non gli bastavano più i fine settimana che, a causa degli impegni di lavoro di entrambi, a volte arrivavano a distare nel tempo anche un mese.
Beckett si voltò verso di lui e gli sorrise, guardandolo con i suoi occhi limpidi.
E Javier diede voce a quella che da un po' di tempo era una domanda che si portava dentro.
«Che cosa ne diresti di vivere insieme?»
Sul viso di Kate si dipinse un'espressione indecifrabile.


 
Perché mi piaci
in ogni modo
da ogni lato o prospettiva tu
perché se manchi
stringe un nodo
e il respiro non mi ritorna più

perché sei bella
che mi fai male
ma non ti importa
o forse neanche tu lo sai
e poi la sera vuoi far l'amore
ogni volta come fosse l'ultima

sei solo tu
nei giorni miei
sempre più
dentro me
sei solo tu
e dimmi che sono questo ora anch'io per te



(Nek - “Sei solo tu”)





Adesso sapete perché Riccardone è andato nel Paradiso degli scrittori.
Capitolo più che altro esplicativo, per capire come Beckett ed Esposito siano giunti fino a qui, a parte la proposta finale: Kate dirà di sì o dirà di no?
Come dite? L'uomo all'interno dell'auto...? Ah... A dire il vero non ci ho fatto caso nemmeno io...
Al prossimo capitolo, che sarà un po' più “movimentato” :P









 
  
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