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Autore: lostinpercyseyes    14/10/2015    1 recensioni
All'inizio vidi solo delle ombre che si muovevano, ma presto si trasformarono in sagome di corpi.
Qualcuno calò dentro la stanza. Volevo strillare, piangere, vomitare. La presenza che avvertivo si stava avvicinando, quando mi fu di fronte si chinò su di me. Sentii un sussulto provenire dalla figura e poi un'esclamazione in un gergo che non capii: -Caspio...-
Era sicuramente un ragazzo, lo capivo dal tono della sua voce, ma non riuscivo a vedere i lineamenti del suo volto, solo a distinguere il colore dei suoi capelli, biondo sporco.
-Che c'è che non va, Newt?- chiese una voce dall'alto.
Il ragazzo di fronte a me, Newt evidentemente, mi guardò un attimo e poi si girò verso la folla.
-È una ragazza.-
Dall'esterno sentii provenire un gran vociare, di cui riuscivo a cogliere solo poche frasi sparse.
Mi sentivo confusa, infondo una ragazza non doveva essere un così grande stupore, o forse sì?
{Sequel: "Into The Scorch"}
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chuck, Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La prima cosa che sentii furono due mani calde sulla spalla che presero a scuotermi.
-Anna, è ora di alzarsi.- disse il ragazzo in modo dolce.
-Un minuto.- mugolai rigirandomi sul letto.
-Devi venire con me.- aprii gli occhi sedendomi, per poi spostare lo sguardo su Newt.
-È già ora?- chiesi con falsa felicità.
-No, pensavo di portarti a fare una doccia, cambiare le fasciature e poi all'Adunanza. Se ti ricordi bene prima che succedesse tutto questo casino dovevo parlarti.- mi disse in tutta calma, sorridendo sulle ultime parole.
-Sì, ricordo. La mattina in cui Ben...- non terminai la frase.
-Prima di tutto doccia, mi dispiace dirtelo, ma puzzi.- sorrise.
-Ma come...?- gli lanciai il cuscino in faccia. -Io non puzzo.- dissi andandogli incontro con fare minaccioso.
-Che vorresti fare? Picchiarmi?- mi schernì.
-Razza di...- gli tirai una piccolo schiaffo sul braccio.
-Questo non dovevi farlo.- adesso mi stava facendo paura. Nel giro di un secondo mi buttò nel letto e mi si mise sopra, bloccandomi i polsi sopra la testa.
-Lasciami, mi fai male.- risi.
-Chiedi e scusa e me ne vado.- rispose lui inflessibile.
-Scusa...- sussurrai.
-Non ho sentito.- fece il finto tonto.
-Scusa!- gli urlai nell'orecchio.
-Ci sento!- urlò lui a sua volta.
-Non mi sembra!- continuai io.
-Perché stiamo urlando?!- mi chiese.
-Non lo so.- ripresi a ridere, seguita subito da Newt. Quando finimmo di ridere il ragazzo non accennò a spostarsi, anzi rimase a fissarmi senza far nulla. 
-Ho detto scusa.- ruppi il silenzio.
-Già...- sussurrò alzandosi. Mi porse una mano e mi aiutò a mettermi in piedi, poi mi scortò fino alla latrina, un posto che normalmente evitato finché mi era possibile.
-Prego signorina.- mi aprì la porta Newt, passandomi degli asciugamani.
-Grazie.- risposi prendendoli.
-Io ti aspetto qui fuori. Anche se è presto, potrebbero esserci Radurai curiosi in giro.- disse con tono serio.
-Basta che non guardi.- gli feci la linguaccia prima di chiudere la porta.
Mentre facevo la doccia, potei finalmente esaminare tutte le ferite che avevo procurato al mio corpo: nel fianco sinistro si stava formando un grosso livido violaceo, seguito da tanti altri sulle gambe; le mani, ora senza fasce, erano ricoperte di piccolo tagli sulle nocche e bruciature sui palmi; la schiena, che riuscii a toccare solo in parte, risultava lacerata al tatto. Non potevo vedermi in volto, ma sapevo che anche lì avrei visto tagli simili a quelli sulle mani. Mi sentii in colpa per quello che avevo fatto, fino ad allora non mi ero preoccupata minimamente di quello che il mio fisico sopportava ogni giorno. Quando finii di lavarmi, non dando troppo peso alla sensazione di bruciore che provai, e mi fui rivestita, chiamai Newt, che con pazienza mi rimise tutte le bende, sia sulle mani che sulla schiena, per poi andare all'Adunanza. 
-Rimani tranquilla.- mi disse durante il tragitto. -È solo per farli contenti. Non ti esilierei mai.- 
-Non dovevi dirmi qualcosa?- chiesi per cambiare discorso.
-Diciamo mostrarti.- sorrise. 
-Quello che è.- cercai di non sembrare troppo incuriosita.
-Dopo.- disse mentre mi spingeva verso l'entrata del Casolare, portandomi in una grande stanza in cui non ero mai stata prima di allora.
Zoppicai fino a una sedia, preoccupata e agitata, ritrovandomi davanti ad altri dodici ragazzi, che a loro volta erano seduti a semicerchio intorno a me. Quando si furono sistemati, mi resi conto che si trattava di tutti gli Intendenti e, con mio disappunto, questo significata che tra loro c'era anche West. La sedia di fronte a me era vuota. Non ci fu bisogno di spiegare che era quella di Alby. Almeno fui sollevata di vedere Newt, Minho e Thomas, cosa che mi sorprese dato che non potevano essere entrambi Intendenti, o sì?
-In sostituzione del nostro capo, che è a letto malato, dichiaro aperta questa Adunanza.- disse il biondo, roteando gli occhi. Probabilmente detestava qualunque cosa fosse anche solo lontanamente formale. -Come sapete tutti, gli ultimi giorni sono stati dannatamente assurdi e non poche cose sembrano ruotare intorno alla nostra Fagiolina, Anna, seduta qui di fronte.- 
Arrossii per l'imbarazzo.
-Ora è solo una che ha infranto le regole.- disse Wes, la voce gracchiante tanto bassa e crudele da sembrare quasi comica.
Questa frase diede inizio a tutto un borbottare di sussurri e mormorii, ma Newt mise tutti a tacere. All'improvviso, presi a desiderare di essere il più lontano possibile da questa stanza. 
-Wes,- disse Newt -cerca di startene fottutamente buono. Se hai intenzione di far blaterare quella caspio di bocca ogni volta che dico qualcosa, puoi anche prendere e andartene, cacchio. Perché non sono di umore tanto allegro, sai.- mi era parso fosse felice un momento prima.
Wes incrociò le braccia e si appoggiò allo schienale della sedia, con un broncio tanto teatrale che mi venne quasi da ridere.
Newt rivolse a Wes un'occhiataccia e poi proseguì. -Sono contento che ci siamo capiti.- Roteò gli occhi. -La ragione per cui siamo qui è che nell'ultimo giorno o due ogni santo abitante della Radura è venuto da me. A lamentarsi di Anna, o a chiedere la sua cacchio di mano in matrimonio. Dobbiamo decidere cosa fare di lei.- non mi guardò negli occhi.
Wes si sporse in avanti, ma Newt lo interruppe prima che potesse aprire bocca: -Arriverà il tuo turno, Wes. Uno alla volta.- poi si voltò verso di me, addolcendo lo sguardo. -E Anna, tu non hai il permesso di dire una sola parola finché non te lo chiediamo noi. Bene così?- Attese un cenno di assenso da parte mia, che acconsentii di mala voglia, e poi indicò il ragazzo seduto all'estrema destra. -Zart, comincia tu.-
-Beh.- cominciò il ragazzo, con gli occhi che saettavano da una parte all'altra, come alla ricerca di qualcun altro che gli suggerisse cosa dire. -Non so. Ha infranto una delle nostre regole più importanti. Non possiamo lasciare che la gente pensi che vada bene farlo.- Fece una pausa e abbassò lo sguardo sulle sue mani, strofinandole. -Ma del resto, ha... Cambiato le cose. Adesso sappiamo che là fuori possiamo sopravvivere e che possiamo sconfiggere i Dolenti.-
Il sollievo mi inondò come una marea. C'era qualcun atro dalla mia parte. Mi ripromisi di essere gentilissima con Zart.
-Oh, ma fammi il piacere.- sbottò Wes. -Scommetto che a liberarsi di quegli stupidi, in realtà, è stato Minho.-
-Wes, chiudi quella fogna!- strillò Newt, questa volta alzandosi in piedi per risultare più convincente. -In questo momento sono io il cacchio di presidente, e se sento anche solo un'altra fottuta parola arrivare da te prima del tuo turno, organizzerò un altro Esilio per le tue povere chiappe.-
-Per favore.- sussurrò Wes, sarcastico, assumendo di nuovo quel broncio ridicolo mentre si lasciava andare di nuovo contro lo schienale.
Newt si rimisi a sedere e fece un cenno a Zart. -Tutto qui? Qualche suggerimento ufficiale?-
Zart scosse la testa.
-Okay. Tocca a te, Frypan.-
Il cuoco sorrise sotto la barba e si tirò a sedere più dritto. -Questa pivella ha più fegato di quanto ne abbia fritto io da tutti i porci e le vacche che mi sono arrivati nell'ultimo anno.- Fece una pausa, come aspettandosi una risatina, ma non rise nessuno. -Che roba stupida: questa salva la vita ad Alby, ammazza un po' di Dolenti e noi siamo qui seduti a blaterare su cosa fare di lei. Come direbbe Chuck, questo è un mucchio di sploff.-
Avrei voluto alzarmi e andargli a stringere la mano; aveva appena detto esattamente ciò che pensavo io.
-Quindi cosa suggerisci?- domandò Newt.
Frypan incrociò le braccia. -Fatela entrare nel cacchio di Consiglio e fate in modo che insegni a tutti quel che ha fatto là fuori.-
Si sollevarono voci da tutte le parti, e ci volle mezzo minuto perché Newt calmasse tutti i presenti. Feci una smorfia: con quel suggerimento, Frypan aveva esagerato, finendo quasi per invalidare la mia lucida opinione riguardo a tutto quel casino.
-Va bene, lo segno.- disse Newt, scarabocchiando su un bloc-notes. -Adesso chiudete quelle cacchio di bocche, dico davvero. Le regole le conoscete: nessuna idea è inaccettabile. E tutti direte la vostra quando le metteremo ai voto.- Finì di scrivere e indicò il terzo membro del Consiglio, un ragazzo che non avevo ancora incontrato. Aveva i capelli neri e il viso lentigginoso.
-A dire il vero non ho un'opinione.- disse.
-Cosa?- chiese Newt, rabbioso. -Allora abbiamo fatto proprio bene a farti entrare nel Consiglio.-
-Mi dispiace, ma davvero non so.- Si strinse nelle spalle. -Se proprio devo dire qualcosa, allora mi sa che sono d'accordo con Frypan. Perché punire qualcuno che ha salvato una vita?-
-Allora un'opinione ce l'hai, giusto?- insisté Newt, matita alla mano.
Il ragazzo annuì e il biondo scarabocchiò un appunto. Mi sentivo sempre più sollevata: sembrava che la maggior parte degli Intendenti fosse dalla mia parte. 
Il Raduraio successivo fu Winston, il ragazzo coperto d'acne del Macello. -Penso che debba essere punita. Senza offesa, Fagiolina, ma Newt, sei tu che la meni sempre con l'ordine. Se non la puniamo, sarà di cattivo esempio. Ha infranto la Regola numero uno.-
-Okay.- disse Newt, scrivendo sul taccuino. -Quindi suggerisci una punizione. Di che genere?-
-Credo che debba essere messa nella Gattabuia a pane e acqua per una settimana. E che tutti debbano saperlo, così da non farsi venire idee strane.-
Wes si mise ad applaudire, guadagnandosi un rimbrotto da Newt. Mi sentii un pochino scoraggiata.
Parlarono altri due Intendenti, uno a favore dell'idea di Frypan e uno di quella di Winston. Poi venne il turno di Newt.
-Sono d'accordo con tutti. Dovrebbe essere punita, ma dobbiamo capire come. Mi riservo di dare i miei suggerimenti dopo aver sentito gli altri. Avanti al prossimo.- mi sentii ferita dalle sue parole.
I ragazzi proseguirono. Alcuni pensavano che andassi premiata, altri che andassi punita. O tutte e due le cose.
Non riuscivo quasi più ad ascoltare, visto che potevo intuire i commenti degli ultimi due Intendenti, Wes e Minho. Quest'ultimo non aveva detto una parola da quando avevo fatto il mio ingresso nella stanza.
Wes parlò per primo. -Credo di aver già fatto capire la mia opinione in modo abbastanza chiaro.-
Grandioso, pensai. Allora tieni la bocca chiusa e basta.
-Bene così.- disse Newt, alzando di nuovo gli occhi al cielo. -Allora parla tu, Minho.-
-No!- sbraitò Wes, facendo sobbalzare qualche Intendente per lo spavento. -Voglio aggiungere qualcosa.- 
-E allora parla, cacchio.- ribatté il secondo in comando.
-Ci sono troppe cose che non tornano. Non ci si può fidare di questa pivella. Penso sia una spia mandata dalla gente che ci ha messo qui.- Fece una pausa.
-Tu sei pazzo.- sbottai senza riuscire a controllarmi.
-Anna.- mi ammonì il biondo. -Finito, Capitan Wes?- domandò poi.
-Smettila di fare il brillante, Newt. Lo sanno tutti nella Radura che sbavi dietro alla Novellina da quando è arrivata. Non fare il finto tonto, vi abbiamo visto in giro. Davvero una bella coppia.- sputò lui, con il viso paonazzo. -Sono serio. Come facciamo a fidarci?- 
-Va bene, Wes.- disse Newt. -Mi dispiace. Ti abbiamo ascoltato tutti e prendiamo in considerazione il tuo cacchio di suggerimento. Hai finito?- Non aveva ribattuto al commento sul fatto che tutti pensassero che tra me e lui ci fosse del tenero; probabilmente era così inverosimile da non aver bisogno neanche di essere chiarito. Mi sentii un po' delusa, ma perché?
-Sì, ho finito. E ho ragione.-
Senza altre parole da parte di Wes, Newt indicò Minho.
-Dicci, ora. Da ultimo, ma non meno importante degli altri.-
Il Velocista si alzò in fretta, cogliendo tutti di sorpresa. -Io ero là fuori e ho visto cosa ha fatto. È rimasta calma, mentre io mi sono trasformato in un polletto cacasotto. Non esiste che ci sia da ciarlare come fa Wes. Voglio dare il mio suggerimento e farla finita.-
Trattenni il respiro, chiedendomi cosa avrebbe detto.
-Bene così.- disse Newt. -Parla, allora.-
Minho mi guardò. -Nomino questa pivella quale mio sostituto nel ruolo di Intendente dei Velocisti.-
Sulla stanza calò il silenzio più totale, come se il mondo si fosse congelato di colpo. Ogni membro del Consiglio rimase a fissare Minho. Ero seduta, sbalordita, in attesa che il Velocista dicesse che stava scherzando.
Infine Wes spezzò l'incantesimo, alzandosi. -È ridicolo!- Si mise davanti a Newt e indicò Minho, che si era rimesso a sedere. -Dovremmo cacciarlo a calci dal Consiglio per aver detto una cosa così stupida.-
In effetti, alcuni Intendenti sembravano essere d'accordo con il suggerimento di Minho. Per esempio Frypan, che si mise ad applaudire per sovrastare Wes, il quale sbraitava che si andasse ai voti. Altri, invece, no. Winston scosse la testa, risoluto, dicendo qualcosa che non riuscii a capire bene. Quando tutti presero a parlare insieme, mi coprii le orecchie con le mani per isolarmi, spaventata e stupita allo stesso tempo. Perché Minho aveva detto quelle cose? Deve essere uno scherzo, pensai. Newt ha detto che ci vuole un mucchio di tempo solo per diventare Velocista, figuriamoci Intendente. Tornai a sollevare lo sguardo. Avrei voluto essere a metri e chilometri di distanza da questo posto.  
Finalmente Newt appoggiò il taccuino e fece un passo, uscendo dal semicerchio e gridando agli altri di tacere. Continuai a guardare. All'inizio, nessuno parve sentire o notare Newt. Tuttavia, gradualmente l'ordine fu ripristinato e tutti tornarono a sedersi. 
-Che caspio.- disse Newt. -Non ho mai visto tanti pive comportarsi come mocciosi. Magari non ne abbiamo l'aspetto, ma siamo adulti, da queste parti. Comportatevi come tali, oppure scioglieremo questo cacchio di Consiglio e ripartiremo dall'inizio.- Camminò  da un'estremità all'altra della fila curva di Intendenti seduti ai loro posti, guardandoli tutti negli occhi. -Sono stato chiaro?-
Il gruppo era sprofondato nel silenzio. Mi aspettavo altri scoppi di grida, ma fui sorpresa di vedere che tutti annuirono, compreso Wes.
-Bene così.- Newt tornò al posto e si sedette, appoggiandosi in grembo il bloc-notes. Scarabocchiò alcune righe sul foglio, poi sollevò lo sguardo su Minho. -È una sploff piuttosto seria, questa, fratello. Mi dispiace, ma devi argomentarla se vuoi sostenere questa proposta.-
Il Velocista aveva un'aria esausta, ma cominciò a difendere la sua idea. -Sono sicuro che per voi pive sia facile starvene seduti qui a parlare di qualcosa di cui non sapete niente. In questo gruppo siamo solo due Velocisti, e l'unico altro qui che sia mai stato nel Labirinto è Newt.-
Wes intervenne: -Non se conti la volta che io...-
-No, invece!- gridò Minho. -E credimi, né tu né nessun altro di voi ha la minima idea di come sia essere là fuori. L'unica ragione per cui sei stato punto è perché hai infranto la stessa regola per cui stai incolpando Anna. Si chiama ipocrisia, faccia di caspio di un pezzo di...-
-Basta.- disse Newt. -Spiega le tue ragioni e falla finita.-
La tensione era tangibile. Avevo l'impressione che l'aria della stanza si fosse trasformata in vetro e che potesse andare in mille pezzi da un momento all'altro. 
-Comunque, ascoltami.- proseguì Minho, tornando a sedersi. -Non ho mai visto niente del genere. Non è andata nel panico. Non si è messa a frignare o a piangere, non è mai sembrata spaventata. Ragazzi, era qui solo da qualche giorno. Pensate a come eravamo tutti, all'inizio. Ce ne stavamo rannicchiati negli angoli. Eravamo disorientati, piangevamo a tutte le ore, non ci fidavamo di nessuno, ci rifiutavamo di fare qualunque cosa. Siamo stati tutti così, per settimane o per mesi, finché non abbiamo avuto altra scelta se non quella di mandare tutto affancaspio e vivere.-
Minho si rialzò e mi indicò. -Solo qualche giorno dopo il suo arrivo, questa esce nel Labirinto per salvare due pive che conosce a malapena. Tutta questa sploff sul fatto che abbia infranto una regola va oltre la stupidità. Le regole non le aveva ancora imparate, lei. Ma un mucchio di gente gli aveva detto che roba è il Labirinto, specialmente di notte. E tuttavia lei è uscita, proprio mentre la Porta si chiudeva, pensando solo che c'erano due persone che avevano bisogno d'aiuto.- Fece un respiro profondo. Sembrava acquistare forza a ogni parola che pronunciava. -Ma questo è solo l'inizio. Dopo, ha visto me mollare Alby, darlo per morto. E il veterano ero io. Ero io quello con tutta l'esperienza e la conoscenza. Così, quando Anna mi ha visto rinunciare, non avrebbe dovuto metterlo in discussione. Invece l'ha fatto. Pensate alla forza e alla volontà che ci sono volute per spingere Alby su per quel muro, un centimetro alla volta. Era roba da fuori di testa. Da pazzi fottuti. Invece lei non ci è andata fuori di testa. Poi sono arrivati i Dolenti. Ho detto ad Anna che dovevamo dividerci e ho cominciato a scappare come siamo allenati a fare, correndo per i sentieri. Quando si sarebbe dovuta pisciare addosso, invece, Anna è rimasta lucida, ha sfidato le leggi della fisica e della gravità per alzare Alby, ha distratto i Dolenti perché lo lasciassero stare, ne ha sconfitto uno, ha trovato...-
-Il succo l'abbiamo capito.- sbottò Wes. -Anna è una pivella fortunata.-
Minho andò all'attacco. -No, razza di caspio da quattro soldi, non hai capito niente! Sono qui da due anni e non ho mai visto niente di simile. Il fatto che tu provi a dire qualcosa...-
Minho fece una pausa, si strofinò gli occhi, gemendo per la frustrazione. Mi resi conto che la bocca mi si era spalancata. Provavo emozioni confuse: apprezzamento per Minho che mi stava difendendo davanti a tutti, incredulità per l'ostilità continua di Wes, paura della decisione finale.
-Wes,- disse il Velocista, con voce più calma -tu non sei altro che una femminuccia. Non hai mai chiesto di diventare Velocista. Neanche una volta. Non hai mai fatto le prove per farlo. Non hai diritto di parlare di cose che non capisci. Quindi chiudi la bocca.-
Wes si alzò di nuovo, fumando di rabbia. -Dinne un'altra come questa e ti spezzo il collo qui, davanti a tutti.- disse, sputacchiando per la foga.
Minho scoppiò a ridere, poi sollevò il palmo della mano e lo schiaffeggiò in pieno volto. Feci per alzarmi, mentre vedevo il Raduraio ricadere violentemente sulla sedia, facendola rovesciare all'indietro e spaccandola in due pezzi. Wes finì a terra, scomposto, ma si tirò su in fretta, lottando per mettersi a carponi. Minho si avvicinò e gli batté forte sulla schiena con un piede, appiattendolo contro il pavimento. 
Ricaddi sula sedia con un tonfo, sbalordita.
-Ti assicuro, Wes,- disse Minho con una smorfia -che ti conviene non minacciarmi mai più. Non venire neanche più a parlarmi. Mai. Se lo fai, sarò io a spezzare quel tuo caspio di collo, subito dopo averti sistemato le braccia e le gambe.-
Newt e Winston balzarono in piedi e acciuffarono Minho prima che mi rendessi conto di cosa stava succedendo.
Lo trascinarono via da Wes, che saltò in piedi, il viso reso rubizzo dalla furia. Tuttavia, non fece un solo passo verso l'altro ragazzo: rimase lì, con il torace scoperto e il respiro affannoso.
Infine indietreggiò, incespicando verso l'uscita alle sua spalle. I suoi occhi saettarono in giro per la stanza, accesi da un odio bruciante. Ebbi la spaventosa impressione che Wes stesse per commettere un omicidio. -Ora le cose sono cambiate.- disse, sputando a terra. -Non avresti dovuto farlo, Minho. Non avresti proprio dovuto farlo.- Il suo sguardo si spostò su Newt. -So che mi detesti, che mi hai sempre detestato. Dovresti essere esiliato per la tua imbarazzante incapacità di guidare questo gruppo. Dovresti vergognarti, e come te chiunque altro in questa stanza. Le cose cambieranno. Ve lo prometto. Ti auguro ogni gioia con la pivella, Newt, siete fatti l'uno per l'altro.-
Mi sentii mancare. Come se la situazione non fosse già abbastanza penosa. 
Poi Wes si voltò verso di me, mi si avvicinò e mettendo le mani sui braccioli della sedia mi disse: -E tu,- lo sguardo infuocato di rabbia. -la Fagiolina che si crede una cavolo di divinità. Non scordarti che io ti ho già visto. Io ho subito la Mutazione. Quel che viene deciso da questi qua non conta una cippa.-
Fece una pausa, guardando tutti i presenti. Quando il suo sguardo cattivo ricadde su di me, disse un'ultima cosa: -Qualunque cosa tu sia venuto a fare, giuro sulla mia vita che ti impedirò di farla. Ti ammazzerò, se sarà necessario.-
Poi si voltò e lasciò la stanza, sbattendosi la porta alla spalle.
Rimasi paralizzata sulla sedia, sentendo la nausea crescere nello stomaco.
-È uscito di testa definitamente.- disse Minho, quasi in un sussurro. 
-Beh, tu non sei certo un cacchio di santo.- disse Newt. -Ma che avevi in testa? Sei andato un po' sopra le righe, non credi?-
Minho strabuzzò gli occhi e tirò indietro il capo, come sbigottito dalla domanda di Newt. -Non tirare fuori questa storia. Eravate tutti contenti di vedere quel puzzone mentre beccava ciò che merita e lo sapete bene.-
-C'è un motivo se fa parte del Consiglio.- disse Newt.
-Amico, ha minacciato di spezzarmi il collo e uccidere Anna! Quel tizio è andato fuori di testa. È pericoloso.-
-Forse aveva ragione.- disse Winston, a voce quasi troppo bassa.
-Cosa?- chiese Minho, rispecchiando alla perfezione i miei sentimenti.
Winston apparve sorpreso del fatto che ci fosseimo accorti delle sue parole. -Beh... Wes l'ha subita davvero, la Mutazione. Significa che lui ha dei ricordi e ha detto che la Fagiolina gli è familiare. Perché avrebbe dovuto inventarselo?-
-Winston, ma hai visto cosa è appena successo?- domandò Frypan, con un'espressione incredula. -Wes è fuori di testa. Non ci si può fidare troppo delle sue cavolate. Cosa, credi che Anna, qui, sia un Dolente travestito da ragazza?-
-Posso dire qualcosa adesso?- chiesi, con voce resa più alta dalla frustrazione.
Newt sollevò lo sguardo verso di me e annuì. -Parla. Questa cacchio di riunione non potrebbe essere più incasinata di così.-
-Non so perché Wes mi detesti. Non me ne importa. Mi sembra pazzo. Riguardo a chi sono io veramente, ne sapete quanto me. Ma se mi ricordo bene, siamo qui per quel che ho fatto nel Labirinto, non perché qualche idiota pensa che sia cattiva.-
Qualcuno ridacchiò e io smisi di parlare, sperando di essermi fatta capire.
Newt annuì con aria soddisfatta. -Bene così. Finiamo la riunione. Di Wes ci preoccuperemo dopo.-
-Non possiamo votare senza che siano tutti presenti.- Insisté Winston. -A meno che non stiano davvero male, come Alby.-
-Per carità, Winston.- ribatté il biondo. -Direi che anche Wes oggi è sul malaticcio, quindi proseguiamo senza di lui. Anna, difenditi. Poi voteremo sul da farsi con te.-
Mi accorsi di aver stretto le mani a pugno in grembo. Le rilassai e mi asciugai i palmi sudati sui pantaloni. Poi cominciai, incerta su cosa avrei detto.
-Non ho fatto niente di sbagliato. So solo che ho visto due persone che si sforzavano di entrare nelle mura e che non ce la facevano. Ignorarle per qualche stupida regola mi è parso egoista, codardo e... beh, stupido. Se volete mettermi in prigione per aver cercato di salvare la vita di qualcuno, fatelo. La prossima volta prometto che mi limiterò a puntare il dito verso di loro ridendo, e poi ad andare da Frypan a mangiare qualcosa.-
Non stavo cercando di essere divertente. Ero semplicemente scioccata dal fatto che tutta questa storia potesse essere un problema.
-Ecco il mio suggerimento.- disse Newt. -Hai infranto la nostra cacchio di Regola numero uno, quindi te ne starai nella Gattabuia per un giorno. Quella sarà la tua punizione. Suggerisco anche di... Farti iniziare le prove per diventare Velocista. Quanto a diventare Intendente, scordatelo.-
Minho non parve sorpreso, ma controbatté comunque. -Perché? È la migliore che abbiamo, o lo diventerà sicuramente... Lo giuro.-
Newt si guardò intorno. -Okay, sono arrivati diversi suggerimenti, quindi facciamo un giro...-
-Oh, dai.- disse Frypan. -Votiamo e basta. Io voto per il tuo.-
-Anch'io.- disse Minho.
Tutti gli altri si unirono al coro, riempiendo il mio cuore di sollievo ed orgoglio. L'unico a dire no fu Winston, ma non mi importò. Ero salva.
-E la mia punizione?- chiesi a Newt.
-Domani.- mi rispose. -Dalla sveglia al tramonto.-
La riunione fu sciolta e tutti, tranne Newt e Minho, se ne andarono alla spicciola.
Minho mi si avvicinò e mi diede scherzosamente un pugno sul braccio. -Intendente? Vuoi che io faccia l'Intendente? Sei molto più pazzo di Wes.- gli diedi un pugno a mia volta. 
-Ha funzionato, no? Spara alto e colpisci in basso. Mi ringrazierai dopo.- mi fece l'occhiolino.
-Anna, andiamo.- mi chiamò Newt.
-Arrivo.- gli fui subito dietro, lasciandomi alle spalle quella stanza, sperando di non doverci mai più rientrare.
   
 
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