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Autore: Cloris84    14/10/2015    2 recensioni
Ispirato liberamente all'opera di Shakespeare, "The Taming of the Shrew", La bisbetica domata.
CaptainSwan AU
"Cosa c’era che non andava in Emma?
Pochi erano i suoi pretendenti, visto il suo…burrascoso temperamento.
Anzi, si poteva dire per certo che nessuno osasse avvicinarsi a lei."
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti, William Spugna
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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7 ACT. Indovina chi viene a cena



Arrivarono in serata della dimora del conte Nolan.
Si fermarono vicino all’ingresso, facendo passare prima la folla di invitati agghindati a festa.
La stessa Emma ora vestiva l’abito che credeva Killian aveva distrutto. Era rimasta piacevolmente sorpresa dal gesto del marito –un gentiluomo in verità- l’aver recuperato quel vestito che le piaceva tanto- ed era altrettanto piacevolmente sorpresa nell’osservare l’uomo in abiti veramente eleganti e regali. Quella sera, si sentiva particolarmente affascinata da lui e, dalle occhiate che lui le lanciava, convinto di non essere visto, il sentimento che condividevano le pareva reciproco.
EMMA- Avanti, entriamo in casa.
KILLIAN JONES- Prima di entrare, dammi un bacio, amore, poi entreremo.
La donna lo guardò confusa e imbarazzata.
Le tornò alla mente il sogno della notte precedente e sentì allora mancarle la forza di sostenere lo sguardo di lui.
EMMA- Oh, ma…come?- balbettò- Qui, davanti a tutti?
KILLIAN JONES- E perché? Non ve ne sentite all’altezza?- ghignò soddisfatto l'uomo, piacevolemnte sorpreso dell'imbarazzo di lei.
EMMA- AFFATTO! Magari…siete VOI a non esserne all’altezza!
KILLIAN JONES- Provamelo cara Emma. O ce ne andiamo.
Emma sospirò, già sconfitta.
Chiuse così gli occhi e lo tirò a sé, dandogli un bacio a stampo sulla fronte.
EMMA- Bè? Ora non entriamo?- ridacchiò
Killian roteò gli occhi e seguì la sua sposa.

Al banchetto per gli sposi, tutti festeggiavano.
Jefferson si avvicinò all’amico, avvisandolo che aveva trovato nel giro di poco tempo una nuova moglie, più anziana di lui, una certa vedova con un consistente patrimonio.
KILLIAN JONES- Buon per te, amico! Gallina vecchia…fa buon brodo- scherzò, dandogli una leggera pacca sulle spalle.
JEFFERSON- Ma ditemi, come procede il vostro matrimonio con quella bisbet…cioè con vostra moglie?
Killian osservò Emma seduta al tavolo che beveva. Quando lei incrociò il suo sguardo, lui distolse in fretta gli occhi da lei. Che effetto gli faceva, quella donna!
KILLIAN JONES- Scusatemi, ma ora vado dalla mia signora. Se permettete…
JEFFERSON- C’è una cosa che debbo dirvi, prima che ve ne andiate, e che ho scoperto di recente sulla contessa Nolan.
Inarcò il sopracciglio.
JEFFERSON- Pare che in sala vi sia una sua vecchia conoscenza, un uomo che in passato si vociferava avesse una- diciamo - tresca con la vostra signora…
KILLIAN JONES- Che siano verità o no queste dicerie, sarà lei stessa a parlarmene. Ora, scusatemi. –rispose freddamente e si accomodò al fianco della compagna.
Era tutta la sera che Emma guardava rapita la sorella, con il suo compagno, abbracciarsi e giocare tra di loro. Una parte di lei invidiava quella tenere confidenze, che ancoranon riusciva a permettersi con il suo sposo...ma cosa andava pensando?
EMMA- Ora..- disse- vado a fare le congratulazioni alla mia cara sorella. A..a dopo.
Si alzò bruscamente e mentre si avvicinava alla coppia felice, un uomo le si parò al suo cospetto.
Non lo riconobbe immediatamente, forse per gli anni che erano passati, ma lo riconobbe dallo sguardo, quegli occhi scuri, quasi sorpresi quanto i suoi.
EMMA- Walsch! – Esclamò, cercando di darsi un contegno.
WALSCH- Emma…quanto tempo.
EMMA- Già. Se ora mi lasciaste passare…- si sentiva goffa, non sapendo come affrontare quel momento che, in cuor suo, sperava non avvenisse, non ora, non più, né mai.
WALSCH- Posso…parlarvi un momento in privato.
EMMA- Io…ecco…- lui la prese per mano -a tradimento- approfittando di quel momento di confusione e la portò in un angolo di una stanza adiacente al salone.
WALSCH- Vi devo parlare Emma…è passato molto tempo ed è giusto vi debba una spiegazione per ciò che accadde quel giorno…
EMMA- Il giorno in cui mi lasciaste? Avete preferito una donna più ricca a me, questo mi bastò per capire che uomo eravate e quale fosse il vostro reale sentimento nei miei confronti.
WALSCH- Mia madre combinò quel matrimonio per il bene della mia famiglia.
EMMA- …e voi non foste abbastanza uomo per rifiutare.
Poi lo guardò in volto. Quel volto che aveva tanto amato e poi comprese.
EMMA- No anzi…io…non provo più rancore nei vostri confronti. Per molto tempo ho dato a voi la colpa della mia infelicità. Ma la realtà era ben diversa: mi sono nascosta dietro alla vostra ombra per fuggire dall’amore, per paura di soffrire di nuovo. Allora…ora vado. Addio.
WALSCH- Emma, non fuggite, io …vi amo ancora. Non vi ho mai dimenticato, questa è la realtà.
EMMA- Ho un marito Walsch.
WALSCH- Un marito…dato da un matrimonio combinato. Non siate infelice come lo sono io. Voi lo amate…come amavate me?
EMMA- Io…credo di poterlo amare –ma in realtà forse lo stava già facendo-
Mentre Emma usciva dalla porta Walsch cercò di afferrarle il braccio.
EMMA- Lasciatemi!
KILLIAN JONES- Che succede qui? -Emma spalancò gli occhi e guardò il marito, disperata. Come avrebbe potuto spiegare questa situazione al suo sposo senza che lui completamente perdesse le staffe?
WALSCH- Emma non vi ha parlato di me?
KILLIAN JONES- Fatemi indovinare…siete il famoso uomo del medaglione.
Walsch si girò sorridendo ad Emma.
WALSCH- Lo conservate ancora?
Emma incrociò le braccia, infastidita. Voleva parlare ma le salì un nodo alla gola.
Lei, che si era mostrata sempre forte, decisa, senza paura…ora tremava.
KILLIAN JONES- Ora ve lo dirò con molta educazione e creanza- disse, mantenendo il sorriso, un sorriso di circostanza - Mantenete le distanze da mia moglie. Andiamo mia cara. – sussurrò poi dolcemente alla donna.
Le mise un braccio intorno alle spalle, la strinse un pò e la sicurezza di quel contatto le bastò per calmarsi. Ora si sentiva al sicuro, a casa. Sentiva –lo sentiva di cuore- di aver compiuto la scelta giusta.
WALSCH- Non vi interessa allora…- ed alzò il tono della voce- che io sia stato il primo a cui si è concessa? – le parole uscirono fredde, immediate.
Killian si bloccò rigidamente ed Emma chiuse gli occhi, imbarazzata, paonazza in volto.
Ed ecco il finimondo, si disse.
Lui non l’avrebbe più guardata come prima, l’avrebbe ripudiata, sì…e abbandonata. Quello era il suo destino, lo era sempre stato…se lo avesse accettato prima però… Questi ed altri pensieri nefasti giravano nella sua mente, mentre lui si staccava da lei, e già sentiva la fredda sensazione dell’abbandono.
Killian si girò verso l’altro, con uno sguardo indecifrabile sul volto.
KILLIAN JONES – Io allora sarò l’ultimo al quale si concederà, fino a che morte non ci separi.


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