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Autore: mrsSalvatore    14/10/2015    1 recensioni
Alison ha appena otto anni quando incontra Luke Hemmings, un ragazzino di un anno più grande di lei, antipatico e pieno di sé, con cui proprio non riesce ad andare d'accordo; e sebbene i due trascorrano di lì in avanti quasi tutte le giornate insieme, entrambi continueranno ad insistere sul fatto che non sono assolutamente, per niente, mai e poi mai nella vita, amici.
Ma se Alison, bambina viziata e strafottente, è sicura di questo, come mai per lei Luke e una semplice altalena in legno diventeranno le fondamenta della sua infanzia?
“La verità è che il mondo sarebbe migliore se tutti quanti almeno una volta al giorno andassero su un’altalena. Di sicuro sorriderebbero un po’ di più.”
Storia pubblicata anche su Wattpad
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E’ una mattina di luglio, il giorno del suo diploma. Alison sta indossando la toga rossa e nel frattempo continua a fare numerosi respiri profondi. E’ agitata, non prova nemmeno a negarlo. Sa che non succederà niente di inaspettato, ma ogni qualvolta crede sia tutto sotto controllo, è terrorizzata dall’idea di aver dimenticato qualcosa. Ultimamente Luke scherza molto su questo aspetto di lei: le dice che è una maniaca del controllo e anche se Alison si offende, sa che lui ha perfettamente ragione.
Si guarda un’altra volta ancora allo specchio. Ha il viso pallido, probabilmente sta per avere una crisi di nervi. I capelli sono intrecciati da un lato della testa, e sebbene sia un’acconciatura morbida, le pare che le stia comprimendo la mente.
L’orologio sta scandendo i secondi e lei riesce a sentirli uno ad uno in testa, così afferra la borsa, la cartelletta con dentro il suo discorso da diploma, e decide di uscire. I suoi genitori si stanno ancora preparando per la cerimonia, mentre lei torna come sempre al parco giochi. Le corde dell’altalena si stanno consumando, e lei ormai non riesce più a dondolarsi senza che i suoi piedi tocchino terra. Qualche volta ha la sensazione che tutto attorno a lei si stia rimpicciolendo, fino a scomparire piano piano. Guarda quei campi che sono stati teatro di tutti i suoi più infantili giochi, e si sente stranamente vuota, come se tutto quanto non facesse più parte di lei, della ragazzina che è stata. Non c’è il sole quel giorno: il cielo è bianco, senza luce, e Alison ride quando ricorda che da piccola credeva che qualcuno dipingesse il cielo per fargli avere le diverse tonalità. Un giorno c’era un tempo simile, e lei aveva domandato alla madre se fosse stato possibile chiamare gli omini che dipingevano il cielo, per pitturarlo di azzurro. Adesso le sembrano tutte sciocchezze di una vita passata, ma di nuovo pensa a quanto tutto le sia scivolato via dalle dita come acqua piovana, e a come lei non sia riuscita a fare niente per tentare di afferrarla.
 
E’ da circa mezz’ora che è seduta su quella scomoda sedia di legno. La preside del liceo ha tenuto un discorso, ed ora sta terminando di consegnare i diplomi a tutti i maturandi. Lei ha già preso il suo, così quella minima parte di ansia l’ha abbandonata, ma tra qualche minuto dovrà parlare al pubblico, e l’agitazione la sta divorando da dentro.
Luke è seduto qualche fila più indietro, insieme agli altri genitori. Aveva insistito per venire a tutti i costi, ripetendo che voleva sentire il discorso di Alison. Così ora è seduto su una sedia accanto ad Ashton, con cui finge di parlare senza alcun problema.
Quando la preside fa il suo nome, Alison sussulta presa alla sprovvista. Tutti gli occhi della gente si puntano su di lei, e la ragazza raggiunge il palco con la preside con passo tremante. Si ripete in testa che ce la può fare, che conosce quasi tutta la gente che la sta guardando, e che si tratta solo di qualche parola.
Si posiziona davanti al microfono e rivolge lo sguardo alla folla. E’ una massa indistinta di volti che ha completamente dimenticato di conoscere. Ne guarda uno per uno, sperando di cogliere qualche faccia familiare su cui focalizzarsi, finché non incontra il viso di Luke. E’ sorridente, e ha gli occhi strizzati dal sole che sta facendo capolino nel cielo.
-Buongiorno a tutti.- mormora Alison, prima di alzare la voce dopo aver preso confidenza. –E’ finito un altro anno, ma questa volta a settembre nessuno di noi tornerà in questa scuola, in questi corridoi, ma inizierà invece un nuovo percorso, una nuova vita. Sarò sincera con voi: i ragazzi odiano il liceo. E’ un continuo sentirsi presi di mira, messi a confronto, alla prova. Nessuno sta bene con se stesso, e come se non bastasse nel frattempo è anche costretto a crescere. Già, crescere, è una brutta parola. Quando si parla di crescere, si parla di responsabilità, di impegno, di maturità. Ma io non la penso in questo modo.- la bionda prende un respiro profondo, prima di incrociare nuovamente gli occhi di Luke.
-Ho imparato troppo presto che Babbo Natale non esiste. Che i soldi che trovi il mattino dopo nel barattolo al posto delle lucciole, te li ha messi tuo padre. Che il colore del cielo è solo una percezione visiva, e non c’è nessun omino che con una scala arriva in alto fino alle nuvole per dipingerlo. Ho imparato troppo presto che gli arcobaleni nelle pozzanghere sono in realtà perdite di gasolio delle automobile, e ho imparato troppo presto che crescere significa rinunciare alle cose belle della vita. Che poi un giorno ti ritrovi a guardarti attorno e a chiederti cosa stai facendo, dove stai andando. Le persone si sentono importanti quando si sentono dire di essere cresciute, ma io non lo prendo come un complimento. Penso che la cosa migliore sarebbe riuscire a maturare mantenendo sempre viva in noi la consapevolezza che un giorno, potremo sempre tornare in quel parco giochi in cui ci divertavamo da bambini, salire su un’altalena, e tornare a volare nel cielo, magari anche più in alto di quanto mai ci siamo spinti.- termina di parlare e scende i gradini. In sottofondo sente gli applausi indistinti della gente, ma tutto ciò che vede in quel momento, sono gli occhi azzurri di Luke.
 
-Bel discorso.- le dice il biondo quando la raggiunge. La cerimonia è finita, ed ora la gente sta festeggiando al banchetto organizzato dalla scuola. Nell’ultimo periodo Alison ha ripreso ad uscire con Ashton. Quei due non fanno altro che lasciarsi e riprendersi, e anche se Luke non le ha detto niente a riguardo, non capisce come lei possa ancora perdere tempo andandogli dietro. Luke non le ha mai tirato fuori la storia della sua confessione al matrimonio dei suoi genitori, ma ogni volta che la guarda non può fare a meno che ricordarsi di quelle due paroline che gli ha detto. Forse per lei non hanno significato un granché, ma Luke non ha il coraggio di chiederlo, così ha semplicemente lasciato che la questione cadesse nel dimenticatoio.
-Ti ringrazio.- replica Alison, prima di rivolgergli un sorriso timido. Luke la osserva, senza sapere cosa risponderle. E’ diventata imprevedibile: una volta bastava che la guardasse negli occhi per capire cosa pensava, cosa voleva. Adesso invece sembra che ogni cosa che dica nasconda un significato, e lui è terrorizzato dall’idea di poter dire qualcosa di sbagliato. Entrambi restano in silenzio, un silenzio riempito solo dal chiacchiericcio degli altri studenti.
-Senti…- prorompe ad un tratto Luke, ma è interrotto da Ashton che gli si è fatto vicino all’improvviso.
-Ehy Luke!- esclama, e questo si gira verso di lui –Ho sentito che te ne torni a San Francisco. Proprio ora che ricominciavamo ad andare d’accordo!- gli dà una pacca sulla spalla e poi domanda ad Alison di seguirlo per andare a mangiare qualcosa.
-Arrivo.- risponde lei sorridendogli, e non appena Ashton si è allontanato punta lo sguardo su Luke.
-Spero sia uno scherzo.- constata con voce controllata e lui per un attimo teme il peggio, mentre cerca di scusarsi dicendo che stava per informarla della sua partenza.
-Non ci posso credere!- inveisce lei –L’hai rifatto! Un bel giorno ti svegli e decidi di andartene, così dal nulla. Devi smetterla!- Alison grida, e qualcuno si volta indispettito a guardarla.
-Alison abbassa la voce.- dice lui.
-Perché?!- chiede con voce acuta –Ti sto mettendo in imbarazzo? Oh mio Dio!-
Luke sospira: non immaginava avrebbe reagito così. Pensava che in questi anni lei fosse cambiata, invece è rimasta impulsiva come sempre. Le afferra un braccio e la trascina in un corridoio vuoto dentro la scuola.
-Mi hai stancata Luke.- riprende lei –Sei un bambino. Credevo che non fossi più l’incosciente di una volta, e invece sei rimasto uguale come sempre.-
-Non sono l’unico.- mormora lui, e questo non fa che agitarla ancora di più.
-Non puoi fare così, Luke. Non puoi! Non puoi andartene e lasciarmi a pezzi, poi tornare e sconvolgere la mia esistenza. Non puoi andare via di nuovo, senza salutare. Non ci pensi mai a me?! Non puoi venire qui, mandare all’aria tutto ciò che ho costruito in questi anni e poi andartene. Non puoi farmi innamorare e poi lasciarmi un’altra volta!-
Luke la guarda: ha il respiro affannato ed è rossa in volto. E’ arrabbiata, è ferita. E’ la prima volta che ritira fuori quella storia, che ammette di essere innamorata di lui e non ha nemmeno bevuto un bicchiere di champagne.
-Lo so, Ali. Mi dispiace.- mormora. Non sa che altro dire. Sa di aver sbagliato, ma non vede altra soluzione. Lei ad ottobre andrà al college, e lui deve pensare a cosa fare del suo futuro, perché il tempo passa e lui se ne sta sempre con le mani in mano.
-Questa volta hai oltrepassato il limite.- assicura lei. Non riesce a trovare nemmeno un singolo motivo per cui valga la pena perdonarlo –Quando ti guardo, io…-
-Lo so, ti ho ferita, lo capisco.- la interrompe ancora Luke, e sta per continuare le sue scuse quando nota che Alison sta scuotendo la testa, e sta piangendo.
-No, non capisci invece.- ribatte –Quando ti guardo, io vedo solo una delusione.- conclude, prima di guardarlo un’ultima volta negli occhi, per poi oltrepassarlo e tornare fuori dove continua la festa.

 
Angolo autrice:

Ciao a tutti!
Wow, cosa posso dire? Era da un po' che avevo in mente questo andamento delle vicende, ma proprio non sapevo come scriverlo. Spero di non aver fatto casini... Comunque, Alison è furiosa perchè pensa che Luke se ne stia andando senza salutarla, ed ovviamente finisce per ferire più lei lui che il contrario. Ha ammesso che è innamorata di Luke, ma essendo un sentimento radicato nel profondo non le fa capire la vera importanza, e quindi ogni volta dice di amarlo senza rendersi conto del valore di ciò che sta dicendo. So che non vi sto dando molte gioie in fatto di questa coppia, e forse tarderanno ad arrivare, ma vi assicuro che ci saranno. Voglio che il loro sia un rapporto solido e non campato per aria "tanto per scrivere una fan-fiction" (si, sono molto protettiva nei confronti dei personaggi delle mie storie).
Il discorso sulla crescita l'ho inserito come un discorso da diploma, ma per tutto il tempo Alison si riferisce a Luke, e credo si sia capito.
Spero di non aver incasinato la vicenda e di aver reso una lettura piacevole. Grazie ancora a chi continua a seguirmi e noi ci risentiamo domani!
Un bacio in fronte,

-Sve


p.s. Voi come leggete "Alison"? Mi è venuto il dubbio che qualcuno lo possa pronunciare in modi diversi, perchè in America è un nome che varia spesso. Ad ogni modo nella mia storia si legge esattamente come si scrive, e (non penso che a qualcuno interessi) l'ho preso dalla protagonista di Pretty Little Liars. *la mia Ali <3*
  
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