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Autore: milly92    17/02/2009    6 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Non E’ il Prezzo Giusto Da Pagare Per Un Concerto

Ciao!

Ho aggiornato in anticipo dato che domani  andrò alla festa di laurea di mia cugina e non avrei avuto tempo… In questo cap vedremo Deb alle prese con la vita “normale” e una nuova "conoscenza" antipatica quasi più di Rossella! Cosa succederà?

Grazie mille a:

Angel Texas Ranger: Si, ci sono altri cap, tranquilla, la storia non è  di certo finita qua, eheheh!

95_angy_95: Eh si, purtroppo ogni cosa quando finisce è tristissima, specialmente quando ci ha portato tante cose belle oltre che una marea di avventure che ci hanno aiutato a crescere! Curiosa di sapere cosa faranno gli altri? Beh, per ora ti lascio scoprire cosa fa Deb… E gli altri compariranno nel prossimo cap! ^^

giunigiu95: Infatti, sono stati dolcissimi, io non sarei ritornata a casa davanti a un gesto del genere, ihih… Chissà se continueranno a essere così dolci con Deb, tu che dici?

_New_Moon_: Tranquilla, capita a tutti essere impegnati, ed io spesso ne sono l’esempio vivente! ^^ Riguardo il “sequel”  della fic… Sai che in realtà io già sto scrivendo il continuo? Quando ho letto la tua proposta sono rimasta sbalordita! Non è che hai messo un hacker nel mio pc? xD Scherzi a parte, sono felicissima se ti fa piacere leggere il continuo! Allora mi dai l’approvazione per continuarla e pubblicarla? =D Bacioni!

vero15tar: Tesoro, stiamo sulla stessa barca, anche io ho trascorso un S. Valentino da single e in totale depressione, sigh. Non vorrei deluderti con questo cap, dove purtroppo Andrea, come tutti gli altri, non è presente… Ma sono sicura che lo sarai nel prossimo, dove compare di nuovo! Davvero sei nata a Maddaloni? Io, da come avrai capito, ci sono nata e ci vivo… Sono curiosa: ora abiti nelle vicinanze di Maddaloni?  Giusto per sapere se siamo nella stessa provincia o regione =D Bacioni!

Piccolo sondaggio: Vi farebbe piacere se questa storia avrà anche un continuo (“Confessions of a future bride”, che non superi i 20 cap) o ritenete che renda la cosa noiosa e pesante? Fatemi sapere perché ho già scritto i primi due cap, ma non fa niente se resta nel mio pc! ^^

A sabato,

la vostra milly92.

Capitolo 43

Non E’ il Prezzo Giusto Da Pagare Per Un Concerto

Completa las seguentes frases con el preterito indefinito.

Esta noche yo… (hablar) con Lucia y ella me …. (dir) que tenìa mucho sueno.

Completai l’ultima frase del test di  spagnolo e lo consegnai alla professoressa che mi stava scrutando da un bel po’ con il suo solito sorriso da adolescente.

“Speriamo che mi confermerai la tua media, voglio proprio metterti un bel voto!” mi disse. “Sai che per questo test ho anche messo i dieci” aggiunse, dato che il resto della classe lo aveva già fatto e Luisa, la secchiona della classe, era stata la fortunata  a prendere quel voto. Io ero l’unica a starmene in classe mentre gli altri già si godevano le vacanze.

“Non credo lo prenderò professoressa, ma credo di essere arrivata almeno all’otto” dissi preoccupata mentre posava la penna rossa sul foglio.

Mi rispose con un suono vacuo mentre posavo l’astuccio e il libro di chimica nel mio zaino della Lonsdale che per troppo tempo era rimasto intatto, senza essere stato utilizzato.

“Come è andato il test di chimica?” mi domandò la donna qualche minuto dopo con una strana espressione dipinta sul volto.

“Ho preso sei e mezzo, si sa che non sono mai stata un genio della chimica” risposi, sedendomi vicino la cattedra dato che la prof mi metteva perfettamente a mio agio essendo la mia insegnante preferita e avendo solo 32 anni.

“A chi lo dici! E l’interrogazione di italiano?” continuò.

“Otto” risposi più soddisfatta.

“Storia?” domandò ancora.

“Sette e mezzo…” e mi rabbuiai ripensando al fatto che mi ero dimenticata la data dell’incoronazione di Carlo Magno come una cretina.

“Bene, sono soddisfatta allora” esclamò lei posando la penna  brandendo in mano il mio compito.

“Perché?” feci con il cuore che aumentava i battiti.

“Perché vuol dire che la mia materia è quello in cui ti sei impegnata di più!” rivelò, alzando il foglio e mostrandomi un bel nove.

“Oh, Oddio, evvai!” esclamai, alzandomi. Abbracciai la professoressa, che per me era come una migliore amica.

“Non sai come sono contenta! Temevo che ti fossi distratta in quel programma tv” mi confessò mentre la campanella del’ultima ora  dell’ultimo giorno di scuola suonava.

“Non  è stato facile ma mi sono impegnata, anche perché lì qualcuno aveva studiato spagnolo…” dissi come se niente fosse, con un’aria falsamente disinvolta. Venni inondata dal ricordo della sera in cui Andrea mi aveva aiutato a studiare, circa otto giorni prima, e reprimetti a stento  un’insana voglia di piangere.

Grazie Andrea, ti devo un nove.

Uscii dall’aula, constatando di essere l’unica ad essere ancora a scuola oltre a Daniele che mi veniva incontro. Il secondo anno di liceo era ufficialmente terminato!

“Ho preso sette e mezzo a greco!” urlò entusiasto.

“Ed io nove a spagnolo!” dissi in risposta, abbracciandolo.  “Ti va di festeggiare?”.

Daniele mi guardò stupito mentre assaggiava il sapore di quelle parole. “Non è un appuntamento” mi affrettai ad aggiungere. Era crudele, dirglielo così, lo sapevo, quando negli ultimi due giorni mi era stato particolarmente vicino.

“L’avevo capito” sbottò in risposta. “Comunque si, mi va… Granita al Bar Centrale?”.

“Ok, lasciami solo avvisare i miei …” dichiarai,prendendo in mano il cellulare.

Notai con rammarico di non avere nessun sms e nessuna chiamata persa. Ormai ero tornata a casa da due giorni e solo Max e i Gold Boyz si erano fatti sentire la sera del primo giorno, dicendomi che era tutto ok e che già sentivano la mia mancanza. Andrea si era trattenuto un po’ di più e mi aveva detto che sperava di restare in contatto con me. Scacciai questo ricordo con difficoltà mentre digitavo l’sms.

“Tutto bene, ho preso 9! Torno a casa tra qualche ora, vado a festeggiare con Daniele, pranzate senza di me”  scrissi rapidamente. Posai il cellulare in tasca e feci cenno al ragazzo di continuare a camminare.

“Tu hai sentito qualcuno da quando siamo ritornati?” gli domandai dieci minuti dopo, mentre eravamo seduti ad uno dei tavolini del bar davanti alle nostre granite. Era la prima volta che apriva quel discorso.

“Si, Lara, Dario e Max” rispose cautamente, come se già avesse intuito tutto. “Tu?”.

“Max ,Lara e i Gold Boyz…” dissi a testa bassa.

“So dove vuoi arrivare, Deb, ma ragiona…” iniziò lui, indugiando un attimo prima di afferrare la mia mano destra posata distrattamente sul tavolo. “Capisco che sei confusa tra quei due, capisco che lui ti manca  ancora di più perché è l’unico che non si è fatto sentire, ma… Ci potrà anche essere stato tutto il bene del mondo tra voi ma ora lui è abbastanza famoso, ha un cd da fare, interviste, inviti a programmi tv, è per di più è a Milano, mentre tu sei una normale sedicenne che va ancora a scuola…” tentò di farmi ragionare.

Annuii, sentendo il solito vagone di lacrime prepararsi a scendere.

“Perciò tirati su, ci sono tanti ragazzi che vorrebbero uscire con te, ma non voglio vederti soffrire e sperare in qualcosa che non arriverà…”.

“Si, tranquillo” borbottai flebilmente. “E’ solo che mi devo abituare, tutto qui. Mi manca tutto, questi due giorni mi sembrano un’eternità…”.

“Lo so… Invece per me è quasi normale essere ritornato, perché tu ci sei come c’eri lì. Anzi, è meglio, perché non ci sono quei due alle tue costole” ironizzò stringendo ancora la mia mano.

“Ma tu mi vuoi davvero bene?” domandai ingenuamente. Avevo solo bisogno di un po’ di affetto e compagnia.

“Purtroppo per me si” rispose. “Anche se mi sono arreso ormai” aggiunse arrossendo.

“Non ti arrendere mai” gli dissi senza sapere da dove fuoriuscissero quelle parole. Ma lui non le fraintese, annuì e mi sorrise, lasciando la mia mano e dedicandosi alla sua granita alla menta che si stava sciogliendo.

Di solito l’inizio dell’estate è un momento che aspetto con ansia, ma quell’anno non fu così: invece di andare in giro con le mie amiche mi barricai in casa, aspettando invano un messaggio, una chiamata o un’e-mail che non arrivava.

“Dai, vieni, ti faccio conoscere il ragazzo con cui mi sto frequentando, sta al Classico Europeo come noi” disse Sabrina entusiasta uno di quei giorni.

“No , davvero, semmai ci vediamo domani…” rifiutai gentilmente, sentendo che ormai mi ero indifferente uscire o stare barricata in casa visto che comunque non avrei incontrato Max e gli altri.

Fu così che il 15 giugno, giorno in cui mi sarei dovuta presentarmi ai provini del film, mi trovai davanti ad una pagina bianca di Microsoft Word.

“A soli sedici anni non si può sapere tutto della vita, eppure io credo di saperne molto di più da due mesi a questa  parte. Quel 5 Aprile 2008 ha segnato la mia vita per sempre…” iniziai a scrivere, e mi fermai tre ore dopo, con gli occhi assonnati, le braccia stanche ma soddisfatta. Avevo scritto le prime venti pagine di quello che, avevo deciso, sarebbe stato il mio primo libro.

Avevo sempre amato scrivere, e il mio più grande sogno, prima di Niko e tutto il resto, era scrivere  un libro per adolescenti. Quale occasione migliore di quella sottospecie di romanzo che avevo vissuto poteva aiutarmi?

Era ormai mezzanotte e mezzo quando spensi il computer e mi avviai in cucina per bere. Ma a qualche passo dalla stanza mi bloccai, udendo la voce preoccupata di mia madre.

“Ti giuro, non è più lei! E’ silenziosa, non esce, corre appena squilla il telefono, mangia poco e niente… Hai visto quanto è dimagrita? Stamattina le ho preso dei pantaloni taglia 42 e le andavano bene! Per me ha perso almeno 7 chili… Le sue amiche mi fermano per strada e mi chiedono cosa le sta succedendo, ed io mi sento una buona a nulla nel rispondergli che non lo so!” stava dicendo.

Entrai furtivamente in cucina, e mio padre fece una strana espressione quando mi vide.

“E’ tutto ok mamma! E’ solo che mi devo riabituare a questa vita, no? Li stavo sempre chiusa in casa e mangiavo poco, devo solo riabituarmi, tranquilla. Anzi, domani chiamo le ragazze e vado a vedere i quadri con loro, ok?” tentai di tranquillizzarla con un tono di voce fin troppo calmo e pacato.

Lei annui impercettibilmente prima di abbracciarmi insieme a papà, facendomi sentire davvero uno straccio.

Mi sentii ancora più male quando presi il diario di Niko e quello di Andrea, come era mio solito fare la sera, e lessi una delle pagine in cui non mi conoscevano ancora.

01/04/08 ore 23:43, cucina.

Caro diario, se vedessi com’è silenziosa la cucina ora! Di solito è un caos a quest’ora, con Rossella che inizia a ballare sul tavolo e Max che prova imperterrito con la sua chitarra mentre i Gold Boyz cazzeggiano e ci coinvolgono in giochi e barzellette, invece stasera sono già tutti a letto, esausti per le prove. Invece io non riesco a prendere sonno, sono qui davanti la mia solita camomilla che penso all’amore. Si, all’amore, ti rendi conto? E’ che ascoltare “Bella stronza” di Masini mi ha dato a pensare. Io non ho nessuna stronza da maledire,nessuna stronza per cui brucio d’amore e di passione, e da una parte non è bello, vorrei essere innamorato di qualcuna che non sia la musica. Come vorrei che la mia vita venisse sconvolta da una ragazza che mi faccia perdere la testa! Ma purtroppo sono qui, confinato in questo loft… Me lo fai questo favore, diario? Me la mandi una dea che mi faccia innamorare?

Niko

Restai sbalordita quando terminai di leggere. Aveva scritto quella pagina quattro giorni prima di consocermi… Chissà se pensava che io fosso quella “dea” tanto agognata! Ma rileggere quei nomi e le abitudini del loft non fece altro che accentuare la mia malinconia,  così lessi una pagina di quello di Andrea.

05/o4/08, ore 23:58,giardino

Caro diario, ho appena finito di provare il brano della settimana con i ragazzi. Oggi sono arrivati i life coach, delle persone che ci supporteranno moralmente durate il programma, da quel che ho capito. A noi  è stata affidata Samanta, ma devo ammettere che non mi è per niente simpatica, è un’oca! Vabbè, d’altro canto tutte le life coach  sono così, in primis Martina e Giulia. Sono tutte alte,magre, belle e formose… L’unica che si distingue è Debora, la life coach di Niko. Da quel che ho capito non ha nemmeno sedici anni, ma è molto carina, ha una bellezza particolare, per niente appariscente. Mi è rimasta particolarmente impressa perché era tutta impaurita ed emozionata quando è entrata, mi è uscito spontaneo sorriderle quando mi sono presentato. Invece i ragazzi, Dario e Giorgio, sono davvero simpatici, abbiamo giocato anche a carte insieme! Sono sicuro che la loro presenza ci porterà una ventata di buon’umore!

Andrea

Sorrisi, ricordando il momento i cui si era presentato. Si, mi aveva decisamente sorriso…  Era come guardare un film a distanza di mesi e mesi, con una diversa percezione delle cose ed una preferenza diversa circa gli attori preferiti. E così mi aveva notata per la mia diversità rispetto alle altre, mi dissi.

Presa da uno strano moto di affetto, così, prima di andare a dormire inviai vari sms.

“Ciao Andrea! Come stai? Volevo dirti che ho preso 9 al test di spagnolo una  settimana fa… Grazie. Qui tutto bene, salutami gli altri tre furbacchioni! Vi voglio bene!”.

“Ehi Silvietta! Tutto bene? Ieri ti ho vista al Tg, è bellissima la linea di moda che hai lanciato… Complimenti! Sai, ho iniziato a scrivere un libro, mi piacerebbe che lo leggessi quando finirò… Forse quello potrebbe essere il piccolo pretesto che cercavi per invitarmi nella tua nuova trasmissione, ihih…! Fatti sentire appena puoi. Un bacio!”.

“Ciao zietto! Come va la produzione del cd? Qui è tutto troppo strano… Mi manchi davvero molto , fammi sapere la data di qualche eventuale concerto! Ho davvero bisogno di parlarti… Ti voglio bene”.

Mi bloccai un attimo, indugiando un po’  guardando il numero di Niko. Feci uno squillo, ma mi rispose la segreteria. Delusa, avendo l’impressione di aver vissuto inutilmente quei due mesi, lasciai il cellulare acceso e mi misi a letto, sperando che l’indomani si annunciasse migliore.

Andai con le mie amiche e Daniele a vedere i voti il giorno dopo, cercando di ignorare le occhiatacce di Cristina dovute al fatto che Daniele non la guardava nemmeno e si era rifiutato di uscirci insieme.

“Oddio, non ho il coraggio di guardare” esclamai a tre passi dai quadri in cui c’erano scritti i miei voti, tenendo gli occhi chiusi.

“Ma taci, scema, che sei andata bene come al solito!” disse Sabrina superandomi e leggendo.

“Oddio, quanto bene?!” feci terrorizzata, continuando a tenere gli occhi chiusi.

“Bene” si intromise Daniele, tentando di togliermi le mani davanti agli occhi con il risultato che iniziammo a fare un singolare lotta corpo a corpo mentre una ragazza che era stata rimandata settembre ci guardava con gli occhi gonfi di pianto.

“Piantatela, sembra di stare al circo, ci guardano tutti” sbottò Cristina infastidita, allontanandolo da me e trascinandomi di peso davanti ai quadri.

Mi decisi a cercare il mio nome, e mano a mano che leggevo quei vari numeretti chiamati voti emettevo un sospiro di sollievo.

Italiano: 8

Lettere classiche: 7

Storia: 8

Geografia: 8

Diritto: 8

Ed. Fisica: 7

Matematica/Informatica: 6

Scienze: 6

Spagnolo: 9

Inglese: 8

Arte: 8

Religione: Ottimo

Media scolastica: 7,5

“Fiuuuu!” dissi più che sollevata, abbracciando Lina e Giusy. “Spagnolo mi ha messo 9, evvai!”.

“Sei una piccola genia, ma mai quanto me” disse Daniele, e rimasi sbalordita quando lessi la sua pagella: aveva tutti 8, solo un sette in greco e 9 in storia ed educazione fisica.

“Accidenti, ma come hai fatto?! Tu ti sei trasferito ad aprile!” domandai.

“Avevo già studiato tutto a Roma, qui siamo molto indietro con il programma” spiegò scrollando le spalle.

“Dai, guarda a me, sono io il genio incompreso! Quest’anno non ho preso nessun debito!” se ne uscì Sabrina mostrandoci la sua pagella composta da tutti sei.

“Brava, Sabri!” feci, contenta per lei dato che l’anno prima aveva avuto il debito in greco e storia. Non amava studiare, ma era un peccato poiché era intelligentissima e apprendeva in uno sbatter di ciglia, come avevo modo di assodare l’anno prima, quando le avevo dato delle ripetizioni.

Apparentemente felice, uscii con loro quella sera, dopo aver scritto altre cinque pagine del “Libro”, ed aspettai invano delle risposte ai vari sms fino al giorno seguente, quando Andrea mi rispose con un: “Ehi, tutto bene, una casa discografica ci ha invitato a collaborare ed abbiamo accettato! Ti saluta tanto Rossella,è qui con me, se ti va facciamo un concerto il 2 Agosto a Roma. Ciao!”  e Max con un più affettuoso: “Nipotina! A me tutto bene, sto già lavorando ai brani. Te piuttosto? Come mai è tutto strano? Mi devi spiegare tutto per filo e per segno quando avrò tempo di chiamarti, ok? Ti voglio benissimo nipotì! Ci sentiamo!”.

“Andrea è uno stronzo” decretò subito Daniele quando glielo feci leggere. “Ma si è rincretinito?”.

“Lascia perdere, fatto sta che se si aspetta che vado al concerto se lo sogna” risposi.

Lui mi squadrò critico prima di dire: “Devi tirarti su, che diamine! Ti va di venire alla festa di Paris D’Aquila mercoledì?”.

“Paris? Ma chi, quella bionda montata della tua classe?” domandai, riferendomi ad una tipa tutta tirata che si vantava di avere origini francesi.

“Si, dai, vienici!”. 

“Ma che, non ci penso proprio…” ammisi.

“Invece tu ci verrai!” disse con sicurezza, lanciandomi uno sguardo di sfida, lo stesso che gli lanciai io quel mercoledì appena entrammo nel locale dove si sarebbe tenuta la festa, mentre sul sottofondo c’era la canzone di Niko.

“Non ci pensare” mi autoimposi, prima che Paris, vestita elegantemente con un abitino bianco che le fasciava il corpo perfetto mi si avvicinasse.

“Ciao, bella, io sono Paris!” disse con la r moscia.

“Piacere e… ehm, auguri” finsi di sorridere.

“Ad una festa come la mia non poteva mancare una V.I.P., come on!” mi disse, trascinandomi per un braccio senza nemmeno salutare Daniele e conducendomi da un gruppo di ragazzi.

“Ragazzi, ecco a voi l’ospite della serata!” esclamò, togliendosi una ciocca biondissima dalle spalle ed indicandomi con una delle sue unghie freschissime di french manicure.

“Ciao…” sillabai imbarazzatissima, notando che le occhiate dei ragazzi andavano sulla scollatura del vestito color lavanda che indossavo e sulle mie gambe allungate dai decolleté.

Si levò un coro di “Ciao pupa” e “Ciao bellissima” e in quell’istante ci capì ben poco, dato che venni sommersa da una decina di tizi che si precipitarono a presentarsi.

Paris guardava la scena soddisfatta, ma tre secondi dopo mi trascinò verso di sé per farci un vero e proprio book fotografico  con il fotografo che, poverino, la seguì in giro per il locale.

Dal canto mio, cercavo Daniele con aria disperata, ma mi fu impossibile trovarlo dato che erano appena state aperte le danze, se così si potevano definire dei movimenti grezzi e contro il ritmo in cui dei tipi si scolavano bottiglie intere di rum e chissà che cos’altro.

“Ti ho sempre seguita in tv, insomma” dichiarò Paris verso le dieci, quando mi chiese di scortarla in bagno per incipriarsi il naso, “Prima eri così sfigata! Senza offesa eh” aggiunse con tono mieloso mentre la guardavo con il sopracciglio levato. “Ero curiosa di vedere se avresti fatto un salto di stile, e devo ammettere che ci sei riuscita, ora sei una vera strafica!”.

Si voltò, squadrandomi le meches, i capelli arricciati con il ferro e indugiò sulla mia vita, la cui circonferenza era diminuita di un po’.

“Sei proprio l’amica che stavo cercando!” concluse.

“Ma perché, tu scegli le amiche in base al look?!” domandai sconcertata.

“Ma certo”  disse lei come se niente fosse. “E poi, io sono mezza francese e tu mi dai l’impressione di una spagnola! Quindi d’ora in poi dirai che tua nonna era una delle amanti di Francisco Franco proprio come io dico che la mia bisnonna ballava al Moulin Rouge!” mi impose,facendomi segno di uscire senza darmi possibilità di replica.

Una volta lì fuori ci fu di nuovo il caos, così mi avvicinai al bancone del bar dove mi ci vollero dieci minuti per convincere il barista a darmi un bicchiere di semplice e pura acqua.

“Kamil, dà alla signorina ciò che desidera” disse una voce elegante che sovrastava il ritmo assordante della musica house .

Mi girai e mi trovai davanti un ragazzo che faceva perfettamente giustizia alla sua voce: alto, un po’ scuro di pelle, con dei grandi occhi castani e i capelli biondo cenere, indossava un’ elegante giacca nera e mi sorrideva gentilmente mentre Kamil scattava verso una bottiglia d’acqua.  Avevo l’impressione di averlo già visto da qualche parte.

“Grazie, sono dieci minuti che ci provo” lo ringraziai grata mentre prendeva posto vicino a me, con una grazia mai vista. Lo guardai meglio, e mi ricordi che frequentava il penultimo anno nella mia stessa scuola.

“Lo so, sono dieci minuti che ti sento protestare, così ho deciso di salvarti”  ironizzò. “Comunque, che sbadato, non mi sono nemmeno presentato! Io sono Ferdinando” disse.

“Io sono…”.

“Lo so chi sei, lo sappiamo tutti! E’ un onore conoscerti, Debora” mi precedette mentre Kamil mi porgeva il fatidico bicchiere.

Finsi un sorriso, anche se onestamente non mi dispiaceva essere popolare. “Il piacere è mio” risposi, bevendo un sorso dal  bicchiere.

“Paris mi ha appena detto che sei la sua migliore amica” aggiunse scrutandomi.

Rimasi interdetta dalla notizia, ma annuì, prendendo mentalmente nota di dover scannare Daniele al ritorno.

“E mi ha detto che domani andrete a fare shopping” disse. “Io sono suo cugino” spiegò. “La conosco da diciotto anni e devo dire che alla fine non è come sembra, e ammiro molto le persone come te che le sono amiche per davvero, non solo per i suoi soldi”.

Lo guardai un po’ intontita, quando in realtà avrei voluto ridergli in faccia.

“Ma si, Paris è davvero un’ottima ragazza, quando sono con lei ed inizia a parlare francese mi sento così a mio agio che vorrei ritornare a Madrid, la città di mia nonna…” inventai, dicendomi che dopotutto mi stavo distraendo.

“Ah si? Tua nonna era spagnola?”.

“Si, e, detto tra noi, era una delle amanti di Francisco Franco…” mentii.

“Si vede, hai un’aria da spagnola… Caliente… Ti va di ballare?” mi invitò.

Esitai un attimo: cosa fare? Divertirmi o essere la vecchia Debora?

Addio per sempre vecchia Debora sfigata! Mi ritrovai a pensare tre secondi dopo, mentre annuivo e mi ritrovavo al centro della pista con Ferdinando che mi stringeva a se come se fosse una piovra particolarmente appiccicosa.

Tentavo invano di allontanarlo un po’, ma la cosa mi riuscì difficile quando iniziò a condurmi mano a mano nell’angolo più remoto della sala ballando. Notavo tanti ragazzi guardarci, come la stessa Paris.

“Io vado un attimo in bagno…” inventai cercando di scansarmi.

“Eh no, dai, aspetta un attimo…” mi trattenne, circondandomi la vita con la braccia e avvicinandosi al mio volto.

“No, non aspetto” dissi subito, ma mentre parlavo mi ritrovai rudemente la sua lingua ficcata nella mia bocca e il fotografo ci fotografò, come se non aspettasse altro.  “Cazzo, mollami!” urlai, dandogli un calcio e costringendolo ad allontanarsi.

Mi allontanai, andando in bagno, dove qualcuno mi applaudì.

“Ma brava, brava, tu si che ci sai fare” disse Paris con la sua r moscia più accentuata che mai. “Hai superato la prova!”.

“Quale prova?” domandai ancora sconvolta da quell’essere.

“Ho voluto esaminare un po’ il tuo comportamento con i ragazzi, e ti sei decisamente fatta valere, tesoro” si complimentò. “Ora puoi davvero essere la mia migliore amica!” esclamò, abbracciandomi.

“Ma Paris, ragiona, non si diventa migliori amiche così…” tentai di farla ragionare, divincolandomi dalla sua stretta.

“Su, non dire sciocchezze! Ho già progettato tutto, domani andremo a fare shopping e il 2 Agosto ci precipiteremo a Roma dove andremo al concerto dei tuoi cari amichetti V.I.P. , ovvero  i Gold Boyz, Massimo, Niko e Rossella!” disse, porgendomi il biglietto del concerto. Feci una faccia stralunata: erano giorni che li stavo cercando, ed erano tutti esauriti! Bastò la sua aria soddisfatta a farmi capire che ero banalmente caduta nella sua trappola.

“Ok, Paris” dissi inghiottendo saliva, avendo l’impressione di star stringendo un patto con il diavolo.

E quell’impressione l’ebbi ancora di più quando, due giorni dopo, pubblicò le foto della festa sul suo blog.

Ero appena uscita da una gioielleria con Paris quando mi venne incontro Sabrina incazzata nera con a fianco tutte le altre ragazze.

“Come hai osato?” urlò.

Pensavo si riferisse al fatto che ero uscita con Paris, così risposi: “Calma, lei è Paris…” iniziai, mentre lei esibiva il suo nuovo anello da 508 €.

“Come hai osato baciare il mio ragazzo?” urlò ancora lei, come se non mi avesse ascoltato.

“Prego? Quale ragazzo?” domandai senza capirci più nulla.

“Tu-Hai-Baciato-Il-Mio-Ragazzo-Ferdinado” scandì lei, brandendo la foto in cui Ferdinando mi stava baciando alla festa di Paris.

Sgranai gli occhi, sentendo che forse quello non era il giusto prezzo da pagare per il concerto.

 

Qualche Anticipazione:

“Ma ricordati che eravamo le uniche ad ascoltarti quando eri ancora te stessa! Ora vai a fare shopping con la francese, và!” esclamò Lina, allontanandosi con le altre.

_______

“Ma niente di che, la Sony ci ha dato questa possibilità e stiamo già lavorando ad un eventuale cd” rispose Giuseppe allegro.

_______

“Allora immagino avrete anche parlato della nuova ragazza di Niko!” squittì lei deliziata e guardandomi profondamente.

_______

“Beh, visto che si è presentato il momento degli annunci… Io e Deb volevamo annunciarvi che ci siamo messi insieme tre settimane fa!” disse, cingendomi il braccio attorno le spalle e sorridendo.

_______

 “Ok, ok!” esclamò, cancellando all’istante la foto mia e di Daniele e prendendosi la mia memory card.

  
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