Ciao!
Ho
aggiornato in anticipo dato che domani
andrò alla festa di laurea di mia cugina e non avrei
avuto tempo… In
questo cap vedremo Deb alle prese con la vita “normale” e
una nuova "conoscenza" antipatica quasi più di Rossella! Cosa
succederà?
Grazie
mille a:
Angel
Texas Ranger: Si, ci sono altri cap, tranquilla, la storia non è di certo finita qua, eheheh!
95_angy_95:
Eh si, purtroppo ogni cosa quando finisce è tristissima, specialmente quando ci
ha portato tante cose belle oltre che una marea di avventure che ci hanno
aiutato a crescere! Curiosa di sapere cosa faranno gli altri? Beh, per ora ti
lascio scoprire cosa fa Deb… E gli altri compariranno nel prossimo cap! ^^
giunigiu95:
Infatti, sono stati dolcissimi, io non sarei ritornata a casa davanti a un
gesto del genere, ihih… Chissà se continueranno a essere così dolci con Deb, tu
che dici?
_New_Moon_:
Tranquilla, capita a tutti essere impegnati, ed io spesso ne sono l’esempio
vivente! ^^ Riguardo il “sequel” della
fic… Sai che in realtà io già sto scrivendo il continuo? Quando ho letto la tua
proposta sono rimasta sbalordita! Non è che hai messo un hacker nel mio pc? xD
Scherzi a parte, sono felicissima se ti fa piacere leggere il continuo! Allora
mi dai l’approvazione per continuarla e pubblicarla? =D Bacioni!
vero15tar:
Tesoro, stiamo sulla stessa barca, anche io ho trascorso un S. Valentino da
single e in totale depressione, sigh. Non vorrei deluderti con questo cap, dove
purtroppo Andrea, come tutti gli altri, non è presente… Ma sono sicura che lo
sarai nel prossimo, dove compare di nuovo! Davvero sei nata a Maddaloni? Io, da
come avrai capito, ci sono nata e ci vivo… Sono curiosa: ora abiti nelle
vicinanze di Maddaloni? Giusto per
sapere se siamo nella stessa provincia o regione =D Bacioni!
Piccolo
sondaggio: Vi farebbe piacere se questa storia avrà anche un continuo (“Confessions
of a future bride”, che non superi i 20 cap) o ritenete che renda la cosa
noiosa e pesante? Fatemi sapere perché ho già scritto i primi due cap, ma non
fa niente se resta nel mio pc! ^^
A
sabato,
la
vostra milly92.
Capitolo 43
Non E’ il Prezzo Giusto Da Pagare Per Un Concerto
Completa las seguentes frases con el
preterito indefinito.
Esta noche yo… (hablar) con Lucia y ella
me …. (dir) que tenìa mucho sueno.
Completai
l’ultima frase del test di spagnolo e lo
consegnai alla professoressa che mi stava scrutando da un bel po’ con il suo
solito sorriso da adolescente.
“Speriamo
che mi confermerai la tua media, voglio proprio metterti un bel voto!” mi
disse. “Sai che per questo test ho anche messo i dieci” aggiunse, dato che il
resto della classe lo aveva già fatto e Luisa, la secchiona della classe, era
stata la fortunata a prendere quel voto.
Io ero l’unica a starmene in classe mentre gli altri già si godevano le
vacanze.
“Non
credo lo prenderò professoressa, ma credo di essere arrivata almeno all’otto”
dissi preoccupata mentre posava la penna rossa sul foglio.
Mi
rispose con un suono vacuo mentre posavo l’astuccio e il libro di chimica nel
mio zaino della Lonsdale che per troppo tempo era rimasto intatto, senza essere
stato utilizzato.
“Come
è andato il test di chimica?” mi domandò la donna qualche minuto dopo con una
strana espressione dipinta sul volto.
“Ho
preso sei e mezzo, si sa che non sono mai stata un genio della chimica”
risposi, sedendomi vicino la cattedra dato che la prof mi metteva perfettamente
a mio agio essendo la mia insegnante preferita e avendo solo 32 anni.
“A
chi lo dici! E l’interrogazione di italiano?” continuò.
“Otto”
risposi più soddisfatta.
“Storia?”
domandò ancora.
“Sette
e mezzo…” e mi rabbuiai ripensando al fatto che mi ero dimenticata la data
dell’incoronazione di Carlo Magno come una cretina.
“Bene,
sono soddisfatta allora” esclamò lei posando la penna brandendo in mano il mio compito.
“Perché?”
feci con il cuore che aumentava i battiti.
“Perché
vuol dire che la mia materia è quello in cui ti sei impegnata di più!” rivelò,
alzando il foglio e mostrandomi un bel nove.
“Oh,
Oddio, evvai!” esclamai, alzandomi. Abbracciai la professoressa, che per me era
come una migliore amica.
“Non
sai come sono contenta! Temevo che ti fossi distratta in quel programma tv” mi
confessò mentre la campanella del’ultima ora dell’ultimo giorno di scuola suonava.
“Non è stato facile ma mi sono impegnata, anche
perché lì qualcuno aveva studiato spagnolo…” dissi come se niente fosse, con
un’aria falsamente disinvolta. Venni inondata dal ricordo della sera in cui
Andrea mi aveva aiutato a studiare, circa otto giorni prima, e reprimetti a
stento un’insana voglia di piangere.
Grazie Andrea, ti devo un nove.
Uscii
dall’aula, constatando di essere l’unica ad essere ancora a scuola oltre a
Daniele che mi veniva incontro. Il secondo anno di liceo era ufficialmente
terminato!
“Ho
preso sette e mezzo a greco!” urlò entusiasto.
“Ed
io nove a spagnolo!” dissi in risposta, abbracciandolo. “Ti va di festeggiare?”.
Daniele
mi guardò stupito mentre assaggiava il sapore di quelle parole. “Non è un
appuntamento” mi affrettai ad aggiungere. Era crudele, dirglielo così, lo
sapevo, quando negli ultimi due giorni mi era stato particolarmente vicino.
“L’avevo
capito” sbottò in risposta. “Comunque si, mi va… Granita al Bar Centrale?”.
“Ok,
lasciami solo avvisare i miei …” dichiarai,prendendo in mano il cellulare.
Notai
con rammarico di non avere nessun sms e nessuna chiamata persa. Ormai ero
tornata a casa da due giorni e solo Max e i Gold Boyz si erano fatti sentire la
sera del primo giorno, dicendomi che era tutto ok e che già sentivano la mia
mancanza. Andrea si era trattenuto un po’ di più e mi aveva detto che sperava
di restare in contatto con me. Scacciai questo ricordo con difficoltà mentre
digitavo l’sms.
“Tutto bene, ho preso 9! Torno a casa
tra qualche ora, vado a festeggiare con Daniele, pranzate senza di me” scrissi
rapidamente. Posai il cellulare in tasca e feci cenno al ragazzo di continuare
a camminare.
“Tu
hai sentito qualcuno da quando siamo ritornati?” gli domandai dieci minuti
dopo, mentre eravamo seduti ad uno dei tavolini del bar davanti alle nostre
granite. Era la prima volta che apriva quel discorso.
“Si,
Lara, Dario e Max” rispose cautamente, come se già avesse intuito tutto. “Tu?”.
“Max
,Lara e i Gold Boyz…” dissi a testa bassa.
“So
dove vuoi arrivare, Deb, ma ragiona…” iniziò lui, indugiando un attimo prima di
afferrare la mia mano destra posata distrattamente sul tavolo. “Capisco che sei
confusa tra quei due, capisco che lui
ti manca ancora di più perché è l’unico
che non si è fatto sentire, ma… Ci potrà anche essere stato tutto il bene del
mondo tra voi ma ora lui è abbastanza
famoso, ha un cd da fare, interviste, inviti a programmi tv, è per di più è a
Milano, mentre tu sei una normale sedicenne che va ancora a scuola…” tentò di
farmi ragionare.
Annuii,
sentendo il solito vagone di lacrime prepararsi a scendere.
“Perciò
tirati su, ci sono tanti ragazzi che vorrebbero uscire con te, ma non voglio
vederti soffrire e sperare in qualcosa che non arriverà…”.
“Si,
tranquillo” borbottai flebilmente. “E’ solo che mi devo abituare, tutto qui. Mi
manca tutto, questi due giorni mi sembrano un’eternità…”.
“Lo
so… Invece per me è quasi normale essere ritornato, perché tu ci sei come c’eri
lì. Anzi, è meglio, perché non ci sono quei due alle tue costole” ironizzò
stringendo ancora la mia mano.
“Ma
tu mi vuoi davvero bene?” domandai ingenuamente. Avevo solo bisogno di un po’
di affetto e compagnia.
“Purtroppo
per me si” rispose. “Anche se mi sono arreso ormai” aggiunse arrossendo.
“Non
ti arrendere mai” gli dissi senza sapere da dove fuoriuscissero quelle parole.
Ma lui non le fraintese, annuì e mi sorrise, lasciando la mia mano e
dedicandosi alla sua granita alla menta che si stava sciogliendo.
Di
solito l’inizio dell’estate è un momento che aspetto con ansia, ma quell’anno
non fu così: invece di andare in giro con le mie amiche mi barricai in casa,
aspettando invano un messaggio, una chiamata o un’e-mail che non arrivava.
“Dai,
vieni, ti faccio conoscere il ragazzo con cui mi sto frequentando, sta al
Classico Europeo come noi” disse Sabrina entusiasta uno di quei giorni.
“No
, davvero, semmai ci vediamo domani…” rifiutai gentilmente, sentendo che ormai
mi ero indifferente uscire o stare barricata in casa visto che comunque non
avrei incontrato Max e gli altri.
Fu
così che il 15 giugno, giorno in cui mi sarei dovuta presentarmi ai provini del
film, mi trovai davanti ad una pagina bianca di Microsoft Word.
“A soli sedici anni non si può sapere
tutto della vita, eppure io credo di saperne molto di più da due mesi a
questa parte. Quel 5 Aprile 2008 ha
segnato la mia vita per sempre…” iniziai
a scrivere, e mi fermai tre ore dopo, con gli occhi assonnati, le braccia
stanche ma soddisfatta. Avevo scritto le prime venti pagine di quello che,
avevo deciso, sarebbe stato il mio primo libro.
Avevo
sempre amato scrivere, e il mio più grande sogno, prima di Niko e tutto il
resto, era scrivere un libro per adolescenti.
Quale occasione migliore di quella sottospecie di romanzo che avevo vissuto
poteva aiutarmi?
Era
ormai mezzanotte e mezzo quando spensi il computer e mi avviai in cucina per
bere. Ma a qualche passo dalla stanza mi bloccai, udendo la voce preoccupata di
mia madre.
“Ti
giuro, non è più lei! E’ silenziosa, non esce, corre appena squilla il
telefono, mangia poco e niente… Hai visto quanto è dimagrita? Stamattina le ho
preso dei pantaloni taglia 42 e le andavano bene! Per me ha perso almeno 7 chili…
Le sue amiche mi fermano per strada e mi chiedono cosa le sta succedendo, ed io
mi sento una buona a nulla nel rispondergli che non lo so!” stava dicendo.
Entrai
furtivamente in cucina, e mio padre fece una strana espressione quando mi vide.
“E’
tutto ok mamma! E’ solo che mi devo riabituare a questa vita, no? Li stavo
sempre chiusa in casa e mangiavo poco, devo solo riabituarmi, tranquilla. Anzi,
domani chiamo le ragazze e vado a vedere i quadri con loro, ok?” tentai di
tranquillizzarla con un tono di voce fin troppo calmo e pacato.
Lei
annui impercettibilmente prima di abbracciarmi insieme a papà, facendomi
sentire davvero uno straccio.
Mi
sentii ancora più male quando presi il diario di Niko e quello di Andrea, come
era mio solito fare la sera, e lessi una delle pagine in cui non mi conoscevano
ancora.
01/04/08 ore 23:43, cucina.
Caro diario, se vedessi com’è silenziosa
la cucina ora! Di solito è un caos a quest’ora, con Rossella che inizia a
ballare sul tavolo e Max che prova imperterrito con la sua chitarra mentre i
Gold Boyz cazzeggiano e ci coinvolgono in giochi e barzellette, invece stasera
sono già tutti a letto, esausti per le prove. Invece io non riesco a prendere
sonno, sono qui davanti la mia solita camomilla che penso all’amore. Si,
all’amore, ti rendi conto? E’ che ascoltare “Bella stronza” di Masini mi ha
dato a pensare. Io non ho nessuna stronza da maledire,nessuna stronza per cui
brucio d’amore e di passione, e da una parte non è bello, vorrei essere innamorato
di qualcuna che non sia la musica. Come vorrei che la mia vita venisse
sconvolta da una ragazza che mi faccia perdere la testa! Ma purtroppo sono qui,
confinato in questo loft… Me lo fai questo favore, diario? Me la mandi una dea
che mi faccia innamorare?
Niko
Restai
sbalordita quando terminai di leggere. Aveva scritto quella pagina quattro
giorni prima di consocermi… Chissà se pensava che io fosso quella “dea” tanto
agognata! Ma rileggere quei nomi e le abitudini del loft non fece altro che
accentuare la mia malinconia, così lessi
una pagina di quello di Andrea.
05/o4/08, ore 23:58,giardino
Caro diario, ho appena finito di provare
il brano della settimana con i ragazzi. Oggi sono arrivati i life coach, delle
persone che ci supporteranno moralmente durate il programma, da quel che ho
capito. A noi è stata affidata Samanta,
ma devo ammettere che non mi è per niente simpatica, è un’oca! Vabbè, d’altro
canto tutte le life coach sono così, in
primis Martina e Giulia. Sono tutte alte,magre, belle e formose… L’unica che si
distingue è Debora, la life coach di Niko. Da quel che ho capito non ha nemmeno
sedici anni, ma è molto carina, ha una bellezza particolare, per niente
appariscente. Mi è rimasta particolarmente impressa perché era tutta impaurita
ed emozionata quando è entrata, mi è uscito spontaneo sorriderle quando mi sono
presentato. Invece i ragazzi, Dario e Giorgio, sono davvero simpatici, abbiamo
giocato anche a carte insieme! Sono sicuro che la loro presenza ci porterà una
ventata di buon’umore!
Andrea
Sorrisi,
ricordando il momento i cui si era presentato. Si, mi aveva decisamente
sorriso… Era come guardare un film a
distanza di mesi e mesi, con una diversa percezione delle cose ed una
preferenza diversa circa gli attori preferiti. E così mi aveva notata per la
mia diversità rispetto alle altre, mi dissi.
Presa
da uno strano moto di affetto, così, prima di andare a dormire inviai vari sms.
“Ciao Andrea! Come stai? Volevo dirti
che ho preso 9 al test di spagnolo una
settimana fa… Grazie. Qui tutto bene, salutami gli altri tre
furbacchioni! Vi voglio bene!”.
“Ehi Silvietta! Tutto bene? Ieri ti ho
vista al Tg, è bellissima la linea di moda che hai lanciato… Complimenti! Sai,
ho iniziato a scrivere un libro, mi piacerebbe che lo leggessi quando finirò…
Forse quello potrebbe essere il piccolo pretesto che cercavi per invitarmi
nella tua nuova trasmissione, ihih…! Fatti sentire appena puoi. Un bacio!”.
“Ciao zietto! Come va la produzione del
cd? Qui è tutto troppo strano… Mi manchi davvero molto , fammi sapere la data
di qualche eventuale concerto! Ho davvero bisogno di parlarti… Ti voglio bene”.
Mi
bloccai un attimo, indugiando un po’
guardando il numero di Niko. Feci uno squillo, ma mi rispose la
segreteria. Delusa, avendo l’impressione di aver vissuto inutilmente quei due
mesi, lasciai il cellulare acceso e mi misi a letto, sperando che l’indomani si
annunciasse migliore.
Andai
con le mie amiche e Daniele a vedere i voti il giorno dopo, cercando di
ignorare le occhiatacce di Cristina dovute al fatto che Daniele non la guardava
nemmeno e si era rifiutato di uscirci insieme.
“Oddio,
non ho il coraggio di guardare” esclamai a tre passi dai quadri in cui c’erano
scritti i miei voti, tenendo gli occhi chiusi.
“Ma
taci, scema, che sei andata bene come al solito!” disse Sabrina superandomi e
leggendo.
“Oddio,
quanto bene?!” feci terrorizzata, continuando a tenere gli occhi chiusi.
“Bene”
si intromise Daniele, tentando di togliermi le mani davanti agli occhi con il
risultato che iniziammo a fare un singolare lotta corpo a corpo mentre una
ragazza che era stata rimandata settembre ci guardava con gli occhi gonfi di
pianto.
“Piantatela,
sembra di stare al circo, ci guardano tutti” sbottò Cristina infastidita,
allontanandolo da me e trascinandomi di peso davanti ai quadri.
Mi
decisi a cercare il mio nome, e mano a mano che leggevo quei vari numeretti
chiamati voti emettevo un sospiro di sollievo.
Italiano: 8
Lettere classiche: 7
Storia: 8
Geografia: 8
Diritto: 8
Ed. Fisica: 7
Matematica/Informatica: 6
Scienze: 6
Spagnolo: 9
Inglese: 8
Arte: 8
Religione: Ottimo
Media scolastica: 7,5
“Fiuuuu!”
dissi più che sollevata, abbracciando Lina e Giusy. “Spagnolo mi ha messo 9,
evvai!”.
“Sei
una piccola genia, ma mai quanto me” disse Daniele, e rimasi sbalordita quando
lessi la sua pagella: aveva tutti 8, solo un sette in greco e 9 in storia ed
educazione fisica.
“Accidenti,
ma come hai fatto?! Tu ti sei trasferito ad aprile!” domandai.
“Avevo
già studiato tutto a Roma, qui siamo molto indietro con il programma” spiegò
scrollando le spalle.
“Dai,
guarda a me, sono io il genio incompreso! Quest’anno non ho preso nessun
debito!” se ne uscì Sabrina mostrandoci la sua pagella composta da tutti sei.
“Brava,
Sabri!” feci, contenta per lei dato che l’anno prima aveva avuto il debito in
greco e storia. Non amava studiare, ma era un peccato poiché era
intelligentissima e apprendeva in uno sbatter di ciglia, come avevo modo di
assodare l’anno prima, quando le avevo dato delle ripetizioni.
Apparentemente
felice, uscii con loro quella sera, dopo aver scritto altre cinque pagine del
“Libro”, ed aspettai invano delle risposte ai vari sms fino al giorno seguente,
quando Andrea mi rispose con un: “Ehi, tutto
bene, una casa discografica ci ha invitato a collaborare ed abbiamo accettato!
Ti saluta tanto Rossella,è qui con me, se ti va facciamo un concerto il 2 Agosto
a Roma. Ciao!” e Max con un più
affettuoso: “Nipotina! A me tutto bene,
sto già lavorando ai brani. Te piuttosto? Come mai è tutto strano? Mi devi
spiegare tutto per filo e per segno quando avrò tempo di chiamarti, ok? Ti
voglio benissimo nipotì! Ci sentiamo!”.
“Andrea
è uno stronzo” decretò subito Daniele quando glielo
feci leggere. “Ma si è rincretinito?”.
“Lascia
perdere, fatto sta che se si aspetta che vado al concerto se lo sogna” risposi.
Lui
mi squadrò critico prima di dire: “Devi tirarti su, che diamine! Ti va di
venire alla festa di Paris D’Aquila mercoledì?”.
“Paris?
Ma chi, quella bionda montata della tua classe?” domandai, riferendomi ad una
tipa tutta tirata che si vantava di avere origini francesi.
“Si,
dai, vienici!”.
“Ma
che, non ci penso proprio…” ammisi.
“Invece
tu ci verrai!” disse con sicurezza, lanciandomi uno sguardo di sfida, lo stesso
che gli lanciai io quel mercoledì appena entrammo nel locale dove si sarebbe
tenuta la festa, mentre sul sottofondo c’era la canzone di Niko.
“Non
ci pensare” mi autoimposi, prima che Paris, vestita elegantemente con un
abitino bianco che le fasciava il corpo perfetto mi si avvicinasse.
“Ciao,
bella, io sono Paris!” disse con la r moscia.
“Piacere
e… ehm, auguri” finsi di sorridere.
“Ad
una festa come la mia non poteva mancare una V.I.P., come on!” mi disse,
trascinandomi per un braccio senza nemmeno salutare Daniele e conducendomi da
un gruppo di ragazzi.
“Ragazzi,
ecco a voi l’ospite della serata!” esclamò, togliendosi una ciocca biondissima
dalle spalle ed indicandomi con una delle sue unghie freschissime di french
manicure.
“Ciao…”
sillabai imbarazzatissima, notando che le occhiate dei ragazzi andavano sulla
scollatura del vestito color lavanda che indossavo e sulle mie gambe allungate
dai decolleté.
Si
levò un coro di “Ciao pupa” e “Ciao bellissima” e in quell’istante ci capì ben poco,
dato che venni sommersa da una decina di tizi che si precipitarono a
presentarsi.
Paris
guardava la scena soddisfatta, ma tre secondi dopo mi trascinò verso di sé per
farci un vero e proprio book fotografico
con il fotografo che, poverino, la seguì in giro per il locale.
Dal
canto mio, cercavo Daniele con aria disperata, ma mi fu impossibile trovarlo
dato che erano appena state aperte le danze, se così si potevano definire dei
movimenti grezzi e contro il ritmo in cui dei tipi si scolavano bottiglie
intere di rum e chissà che cos’altro.
“Ti
ho sempre seguita in tv, insomma” dichiarò Paris verso le dieci, quando mi
chiese di scortarla in bagno per incipriarsi il naso, “Prima eri così sfigata!
Senza offesa eh” aggiunse con tono mieloso mentre la guardavo con il
sopracciglio levato. “Ero curiosa di vedere se avresti fatto un salto di stile,
e devo ammettere che ci sei riuscita, ora sei una vera strafica!”.
Si
voltò, squadrandomi le meches, i capelli arricciati con il ferro e indugiò
sulla mia vita, la cui circonferenza era diminuita di un po’.
“Sei
proprio l’amica che stavo cercando!” concluse.
“Ma
perché, tu scegli le amiche in base al look?!” domandai sconcertata.
“Ma
certo” disse lei come se niente fosse.
“E poi, io sono mezza francese e tu mi dai l’impressione di una spagnola!
Quindi d’ora in poi dirai che tua nonna era una delle amanti di Francisco
Franco proprio come io dico che la mia bisnonna ballava al Moulin Rouge!” mi
impose,facendomi segno di uscire senza darmi possibilità di replica.
Una
volta lì fuori ci fu di nuovo il caos, così mi avvicinai al bancone del bar
dove mi ci vollero dieci minuti per convincere il barista a darmi un bicchiere
di semplice e pura acqua.
“Kamil,
dà alla signorina ciò che desidera” disse una voce elegante che sovrastava il
ritmo assordante della musica house .
Mi
girai e mi trovai davanti un ragazzo che faceva perfettamente giustizia alla
sua voce: alto, un po’ scuro di pelle, con dei grandi occhi castani e i capelli
biondo cenere, indossava un’ elegante giacca nera e mi sorrideva gentilmente
mentre Kamil scattava verso una bottiglia d’acqua. Avevo l’impressione di averlo già visto da
qualche parte.
“Grazie,
sono dieci minuti che ci provo” lo ringraziai grata mentre prendeva posto
vicino a me, con una grazia mai vista. Lo guardai meglio, e mi ricordi che
frequentava il penultimo anno nella mia stessa scuola.
“Lo
so, sono dieci minuti che ti sento protestare, così ho deciso di salvarti” ironizzò. “Comunque, che sbadato, non mi sono
nemmeno presentato! Io sono Ferdinando” disse.
“Io
sono…”.
“Lo
so chi sei, lo sappiamo tutti! E’ un onore conoscerti, Debora” mi precedette
mentre Kamil mi porgeva il fatidico bicchiere.
Finsi
un sorriso, anche se onestamente non mi dispiaceva essere popolare. “Il piacere
è mio” risposi, bevendo un sorso dal
bicchiere.
“Paris
mi ha appena detto che sei la sua migliore amica” aggiunse scrutandomi.
Rimasi
interdetta dalla notizia, ma annuì, prendendo mentalmente nota di dover
scannare Daniele al ritorno.
“E
mi ha detto che domani andrete a fare shopping” disse. “Io sono suo cugino”
spiegò. “La conosco da diciotto anni e devo dire che alla fine non è come
sembra, e ammiro molto le persone come te che le sono amiche per davvero, non
solo per i suoi soldi”.
Lo
guardai un po’ intontita, quando in realtà avrei voluto ridergli in faccia.
“Ma
si, Paris è davvero un’ottima ragazza, quando sono con lei ed inizia a parlare
francese mi sento così a mio agio che vorrei ritornare a Madrid, la città di
mia nonna…” inventai, dicendomi che dopotutto mi stavo distraendo.
“Ah
si? Tua nonna era spagnola?”.
“Si,
e, detto tra noi, era una delle amanti di Francisco Franco…” mentii.
“Si
vede, hai un’aria da spagnola… Caliente…
Ti va di ballare?” mi invitò.
Esitai
un attimo: cosa fare? Divertirmi o essere la vecchia Debora?
Addio per sempre vecchia Debora sfigata! Mi ritrovai a pensare tre secondi dopo, mentre
annuivo e mi ritrovavo al centro della pista con Ferdinando che mi stringeva a
se come se fosse una piovra particolarmente appiccicosa.
Tentavo
invano di allontanarlo un po’, ma la cosa mi riuscì difficile quando iniziò a
condurmi mano a mano nell’angolo più remoto della sala ballando. Notavo tanti
ragazzi guardarci, come la stessa Paris.
“Io
vado un attimo in bagno…” inventai cercando di scansarmi.
“Eh
no, dai, aspetta un attimo…” mi trattenne, circondandomi la vita con la braccia
e avvicinandosi al mio volto.
“No,
non aspetto” dissi subito, ma mentre parlavo mi ritrovai rudemente la sua
lingua ficcata nella mia bocca e il fotografo ci fotografò, come se non
aspettasse altro. “Cazzo, mollami!”
urlai, dandogli un calcio e costringendolo ad allontanarsi.
Mi
allontanai, andando in bagno, dove qualcuno mi applaudì.
“Ma
brava, brava, tu si che ci sai fare” disse Paris con la sua r moscia più
accentuata che mai. “Hai superato la prova!”.
“Quale
prova?” domandai ancora sconvolta da quell’essere.
“Ho
voluto esaminare un po’ il tuo comportamento con i ragazzi, e ti sei
decisamente fatta valere, tesoro” si complimentò. “Ora puoi davvero essere la
mia migliore amica!” esclamò, abbracciandomi.
“Ma
Paris, ragiona, non si diventa migliori amiche così…” tentai di farla ragionare,
divincolandomi dalla sua stretta.
“Su,
non dire sciocchezze! Ho già progettato tutto, domani andremo a fare shopping e
il 2 Agosto ci precipiteremo a Roma dove andremo al concerto dei tuoi cari
amichetti V.I.P. , ovvero i Gold Boyz, Massimo,
Niko e Rossella!” disse, porgendomi il biglietto del concerto. Feci una faccia
stralunata: erano giorni che li stavo cercando, ed erano tutti esauriti! Bastò
la sua aria soddisfatta a farmi capire che ero banalmente caduta nella sua
trappola.
“Ok,
Paris” dissi inghiottendo saliva, avendo l’impressione di star stringendo un
patto con il diavolo.
E
quell’impressione l’ebbi ancora di più quando, due giorni dopo, pubblicò le
foto della festa sul suo blog.
Ero
appena uscita da una gioielleria con Paris quando mi venne incontro Sabrina incazzata
nera con a fianco tutte le altre ragazze.
“Come
hai osato?” urlò.
Pensavo
si riferisse al fatto che ero uscita con Paris, così risposi: “Calma, lei è
Paris…” iniziai, mentre lei esibiva il suo nuovo anello da 508 €.
“Come
hai osato baciare il mio ragazzo?” urlò ancora lei, come se non mi avesse
ascoltato.
“Prego?
Quale ragazzo?” domandai senza capirci più nulla.
“Tu-Hai-Baciato-Il-Mio-Ragazzo-Ferdinado”
scandì lei, brandendo la foto in cui Ferdinando mi stava baciando alla festa di
Paris.
Sgranai
gli occhi, sentendo che forse quello non era il giusto prezzo da pagare per il
concerto.
Qualche Anticipazione:
“Ma ricordati che eravamo le uniche ad ascoltarti
quando eri ancora te stessa! Ora vai a fare shopping con la francese, và!”
esclamò Lina, allontanandosi con le altre.
_______
“Ma
niente di che, la Sony ci ha dato questa possibilità e stiamo già lavorando ad
un eventuale cd” rispose Giuseppe allegro.
_______
“Allora
immagino avrete anche parlato della nuova ragazza di Niko!” squittì lei
deliziata e guardandomi profondamente.
_______
“Beh,
visto che si è presentato il momento degli annunci… Io e Deb volevamo
annunciarvi che ci siamo messi insieme tre settimane fa!” disse, cingendomi il
braccio attorno le spalle e sorridendo.
_______
“Ok, ok!” esclamò, cancellando all’istante la
foto mia e di Daniele e prendendosi la mia memory card.