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Autore: OltreTutto02    15/10/2015    0 recensioni
Il problema è quando il cuore dice "fidati" e la testa "non farlo".
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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–TU?!– dissi alzandomi dal divano e guardandolo. –quella dell'aeroporto?– –quella che ti ha zittito all'aeroporto – lo correggo. lui scoppia a ridere e poi mi tende la mano –Piacere Jorge– dice cosa? vuole fare conoscenza con me? ahahah se lo può scordare! –eddai guarda che mica mordo– dice Jorge ridendo –no il problema non è che io ho paura di te, perché non ne ho, ma il problema è che sei uno di quei ragazzi senza cervello che usano le ragazze per i loro interessi e poi le buttano al cesso senza pietà e sinceramente, carino, non ho voglia di fare conoscenza con un cretino del genere– dico sorridendo da stronza le mie amiche alle mie spalle ridono e i miei fratelli mi guardano tra il sbalordito e il "che sta succedendo?" infatti la domanda di Diego mi da la conferma delle loro espressioni –qualcuno mi spiega che cosa succede? – chiede, decido di rispondere io –ma certo fratellone, semplicemente non voglio avere a che fare con gente falsa come il tuo amico– dico guardando il ragazzo dagli occhi verdi con aria di sfida –falso ma davvero? ma ti senti quando parli?– mi chiede Jorge, oh ma allora è stupido forte questo eh! proprio non ci arriva –si mi sento quando parlo, e sinceramente credo che tu sia il ragazzo più stupido, playboy, egoista e falso del cazzo che ci sia sulla faccia della terra, non so i miei fratelli come fanno a sopportarti.– dico sempre sorridendo, adesso invece non ride più nessuno sono tutti sorpresi compreso Jorge, cavolo forse ho esagerato ma proprio nonlo sopporto, Jorge decide di aprire bocca dopo qualche secondo di silenzio che a me sono sembrate ore, si avvicina a me e io indietreggo fino ad appoggiare la spalle al muro, a quel punto lui si avvicina e mette il suo braccio destro all'altezza del mio vico appoggiano il palmo della mano sul muro bianco –ha parlato lei, ma tu mi conosci per caso? tu sai chi sono? no. perciò zitta sei solo una ragazzina che giudica le apparenze, senza conoscere le persone, perciò tu sei l'ultima persona sulla faccia della terra che mi può dire qualcosa okay? stai zitta, non sai nulla.– dice tutto questo sussurrando come se volesse parlare solo con me senza far sapere niente agli altri a quel punto rispondo –primo non sono una ragazzina, secondo dico quello che mi pare a chi cazzo mi pare.– dico usando il suo stesso tono di voce e con aria di sfida, lui non dice nulla scuote solo il capo sorridendo da stronzo come sto facendo io, poi si decide a parlare –mi dici che problemi hai? il ragazzo ti ha lasciato e ora te rode e te la devi prendere con qualcun'altro? mi dispiace giornata sbagliata baby– dice lui restando con qual sorrisetto – te lo devo ripetere perché non ci arrivi? dico quello che mi pare a chi cazzo mi pare e perciò dico a te che sei un coglione che pensa che le persone non hanno sentimenti, invece, sorpresa i sentimenti esistono caro mio, in tutte le persone di questo mondo, che c'è non scopi da tanto e perciò non hai un cazzo da fare apparte rompere i coglioni alla gente? behtesoro, giornata sbagliata nel mondo c'è chi ti risponde non puoi sempre vincere tu, e ora non piangere bambinone– dico tenendo il mio sorrisetto senza togliere i miei occhi dai suoi, mi da sui nervi non lo sopporto "oh eddai devi ammettere che è un gran fico" ehm scusa chi è che parla? "la tua coscienza idiota, lo sai anche tu che è un gran fico" oh ma taci, lui mi guarda senza dire niente e dopo pochi secondi si decide a parlare –ah il bambino sarei io eh e non tu che fai la stronza.– dice, ma come si permette? –ah ecco, sei un bambino che neanche ammette di esserlo, e se io sono stronza tu che sei? per favore fai silenzio– dico mettendo il mio dito indice sulle mie labbra in segno di silenzio, si stacca dal muro e comincia a ridere –mi spieghi cosa cazzo ti ridi?– gli domandò irritata mentre lui sale le scale lui si gira lentamente verso di me che sono ai piedi delle scale –senti non mi va di essere criticato da te– dice guardandomi –e perché?– chiedo –perche non sei nessuno– dice urlando *flashback –dimmi che non te ne stai andando davvero – lo supplico sconvolta –senti è una mia decisione, non ti riguarda– mi urla contro. –non mi riguarda? ma davvero?– chiedo ancora sconvolta –gia non ti riguarda e non c'è nulla che puoi fare per farmi cambiare idea– continua ad urlare –perche?– alzò la voce anche io –perche non sei nessuno– mi urla contro andandosene. *fine flashback* le lacrime cominciano a farsi sentire quando mi rivengono in mente quelle scene, –Diego qual'è la miacamera?– chiedo senza guardarlo e con un filo di voce –La prima porta a destra– mi risponde e con un flebile grazie inizio a correre verso la mia camera apro la porta la richiudo alle mie spalle, con la chiave e mi butto sul letto soffocando le lacrime e gli urli, iniziando a piangere mi rivengono in mente quelle immagini il sangue, le ferite, dio fa un male atroce, ripensare, non devo, smettila Martina basta, sei una ragazza forte, non abbatterti per quel coglione. "Toc Toc Toc" bussano, mi asciugo in fretta le lacrime e cerco di usare la voce più normale possibile –si?– chiedo –chicca tutto bene?– mi chiedono i miei fratelli premurosi –tutto benissimo– rispondo – si ah ah e quella voce rotta dal pianto?– chiede Fran – niente tranquilli sarà la tensione e lo stress, tranquilli– dico cercando di essere il più convincente possibile –okay, dai scendi che è pronta la cena– dice Diego –va bene cinque minuti e sono sotto– dico –fuori dalla porta c'è la tua valigia– mi dicono – okay adesso la prendo–rispondo, quando sento che sono scesi apro la porta prendendo la mia valigia, oggi non la metterò apposto la metterò domani, mi dico, prendo solo il beauty case e da li i miei trucchi, prendo il correttore e apro l'armadio in cerca di uno specchio e infatti lo trovò, mi passò il correttore sul viso e poi mi metto la matita nera e il mascara dello stesso colore, prendo dei jeans lunghi, scuri e una maglietta grigia lenta a maniche corte, apro la porta ed esco con il mio i-phone in manoscendo e vedo già tutti a tavola perciò mi affretto a sedermi anch'io, appena mi siedo arrivano Diego Francisco e Jorge con i cartoni della pizza li mettono al centro del tavolo e tutti ne prendono un pezzo, compresa io appena finisco il pezzo che ho nel piatto allungo il braccio per prendere l'ultimo pezzo di margherita ma anche un altra mano viene verso il pezzo di pizza, ci scontriamo e sento un brivido partirmi dalle dita della mano, alzo gli occhi e vedo Jorge, ritiriamo entrambi la mano quando lui fa –prendilo te tranquilla – –no prendilo– dico e lui – no davvero posso farne a meno tranquilla– dice guardandomi negli occhi –sicuro?– chiedo lui annuisce –grazie– dico –tranquilla– mi risponde sorridendo da un lato, formando una deliziosa fossetta, prendo il pezzo di pizza e lo mangio. finita la cena che abbiamo completato con dei deliziosi biscotti, mi alzò da tavola e dico –io vado in camera buonanotte– sento un "buonanotte" collettivo e mi dirigo in camera mia prendo il pigiama e mi cambio mi infilo sotto le coperte iniziando a pensare, ed è ora che i miei pensieri vengono interrotti da uno bussare sulla mia porta –si?– chiedo qualcuno entra e riconosco Jorge abbasso lo sguardo e dico –entra– lui fa come gli ho detto e si siede ai piedi del mio letto, io metto le gambe incrociate e la schiena addosso alla parete, un silenzio interminabile viene interrotto da lui –senti io credo che abbiamo iniziato con il piede sbagliato– dice che carino –credo che nessuno dei duepensa quello che ci siamo detti– continua – già– dico, lui si gira verso di me sorridendo e mi tende la mano –amici?– mi chiede, amici? boh –dov'è la fregatura?– chiedo, –nessuna fregatura– dice, sembra sincero, sorrido, alla fine tentare non nuoce no? – amici.– dico stringendo la sua mano e sorridendo
   
 
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