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Autore: Letty Cullen    15/10/2015    1 recensioni
Isabella sta tornando da una breve vacanza insieme ai genitori. Poco prima di giungere nella sua citta', l'auto su cui viaggia precipita in un laghetto. Lei viene salvata miracolosamente ma dei suoi genitori non vi è nessuna traccia... per alcuni anni...
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
Capitoli:
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Ciao a tutti. So di non avere scuse ma vi chiedo ugualmente di capirmi almeno un po’. Purtroppo il lavoro e gli impegni non mi lasciano piu’ il tempo per scrivere e ad essere sincera avevo anche pensato di sospendere tutte le mie storie. Facendo cosi sono consapevole che perderei molti di voi e mi dispiacerebbe tanto; è per questo che sto cercando di ritagliare un pochino di tempo appena riesco in modo da proseguire con i capitoli. Non prometto niente perché non sono sicura di poter rispettare la mia promessa ma vi assicuro che ci provero’. Grazie. Buona lettura e grazie ancora a tutti quelli che leggono e lasciano una recensione e anche a chi legge e basta. Vi lascio al capitolo.


Bella
Il cinguettìo ripetuto di un uccellino mi sveglia dolcemente. E quando apro gli occhi una domanda si fa spazio dentro di me: Edward è davvero stato qui questa notte oppure è stato solo un sogno? Un bellissimo sogno ma anche una bellissima realta’, penso.
Le labbra si aprono in un grande sorriso e mi stiracchio braccia e gambe. Ma il sorriso svanisce subito quando rigirandomi nel letto mi accorgo che sono sola.
Se n’è andato.
Ma trovo qualcosa che credo sia per me.
Sul cuscino un biglietto:
Buongiorno principessa del mio cuore, non arrabbiarti se al tuo risveglio non mi troverai ma sappi che saro’ li da te ogni volta che mi vorrai. Ti penso sempre. Ti voglio bene. Buona giornata. Tuo Edward.
Sul mio volto torna un sorriso e stringo quel piccolo pezzo di carta contro il mio cuore. E la giornata sembra gia’ meravigliosa. Non ci penso due volte,afferro il telefono,cerco il suo numero in rubrica e lo chiamo. Risponde al primo squillo,velocissimo penso.
“Ciao” sussurro timidamente
“Ciao principessa, ben svegliata”
Ma ad un tratto mi ritrovo senza parole. L’ho chiamato, volevo dirgli tante cose e ora resto in silenzio.
“Bella,ci sei? Tutto bene?”
“Si si scusa è che..”
“Che, che cosa? Dimmi”
“E’ che sono emozionata,ogni volta che parlo con te o sento la tua voce, mi emoziono ecco, scusa”
“Perché chiedi scusa Bella, è bellissimo quello che mi dici e devo dirti che io provo le stesse cose”
Non ho uno specchio accanto a me ma sono sicura di essere diventata rossa in viso. E’ cosi bello sentire quelle parole pronunciate dalla sua bocca.
“Dimmi Bella,che cosa volevi dirmi di cosi urgente da non poter aspettare nemmeno le 8 del mattino?” lo sento ridere.
Ero cosi presa dal volerlo chiamare che non ho controllato l’ora. Mi batto la testa con un pugno. Che figura.
“Oddio Edward scusami, io… non volevo svegliarti, scusa ma ecco io… beh io volevo ringraziarti per ieri sera,per la tua compagnia e scusarmi se mi sono comportata proprio come una bambina viziata e poi volevo ringraziarti per il tuo biglietto del buongiorno.. sei stato cosi dolce a lasciarmelo. Volevo dirti che ti voglio sempre vicino a me e che anche io ti penso e ti voglio tanto bene.”
Dico tutto velocemente,quasi senza respirare e aspetto una sua risposta. Lo sento sghignazzare.
“Innanzitutto non mi hai svegliato,se questo ti preoccupa tanto e poi mi fa piacere che tu abbia gradito il mio messaggio. Sei speciale per me Bella, voglio starti vicino e da quello che mi hai appena detto lo vuoi anche tu. Che ne dici, ci vediamo oggi pomeriggio? Vengo a prenderti e andiamo a mangiare un gelato, ti va?”
“Oh si certo che mi va ma… aspetta, sei lontano, Esme e Carlisle ti lasciano venire?”
“Non sono poi cosi lontano e poi non preoccuparti per questo. Ci vediamo oggi tesoro, un bacio"
“A dopo Edward, ti voglio bene”
“Anch’io e non sai quanto”
Chiude la telefonata e io come un ebete resto col telefono all’orecchio pensando di sentire ancora la sua voce.
Ok Bella è ora di prepararsi per la colazione e le lezioni ricreative della domenica.
Poco dopo scendo in refettorio: è presto e le mie compagne non sono ancora arrivate.
Decido di prendere una tazza di latte con i cereali e un succo e mi siedo al mio posto. Rigiro il cucchiaio nel latte e dopo dieci minuti ancora non ho toccato niente, sono agitata per oggi pomeriggio, sono felice, sento le farfalle nella pancia.
Dopo altri dieci minuti, quando il refettorio comincia ad animarsi, decido di andare in aula.
Dal mio banco fisso imbambolata la cattedra davanti a me e per poco non mi accorgo delle mie amiche che mi si sono sedute accanto e dell’insegnante che è appena entrato.
Il professore inizia a spiegare e io perdo la cognizione delle sue parole.
La mia testa è gia’ a oggi pomeriggio. La lezione prosegue e io sono a dir poco assente. Per fortuna oggi non era un giorno qualunque fra la settimana con compiti in classe o interrogazioni in programma altrimenti non so come avrei fatto.
Siamo in ricreazione nel giardino e vengo avvicinata da Sookie, una ragazzina bionda con cui ho fatto subito amicizia.
“Ehi Bella stai bene,ti vedo strana oggi”
“Ciao Sookie si si sto bene, sono solo molto felice per oggi,mio fratello Edward viene a trovarmi”
“Ah che bello! I miei verranno sabato. Andiamo a fare una grigliata al lago. Se non hai da fare puoi venire con noi”
“Ti ringrazio, ti faccio sapere perché non so ancora cosa faro’ sabato”
Mi sorride gentile e penso che potrei divertirmi se andassi con loro al lago.
Subito dopo suona la fine dell’intervallo e torniamo in aula. Le ultime due ore volano e ci ritroviamo in refettorio. Adesso si che ho appetito e in poco tempo mangio pasta al pomodoro,carne alla griglia e patate finendo con una bella fetta di torta al cioccolato.
Sto posando le posate del dolce nel piatto quando Sookie mi dice
“Caspita Bella avevi fame! Ma sei cosi magra, ma come fai?”
Sorrido al suo complimento ma siceramente non so cosa risponderle, forse ho preso dai miei genitori e…
I miei genitori..
Quelli che mi amavano tanto…
Quelli che avrebbero dato tutto per me…
Quelli che non ci sono piu’…
Ad un tratto sento salire in me uno strano senso di disagio, di paura, di dolore.
Sento il bisogno di andare via, di scappare da li, di lasciarmi alle spalle tutta quella confusione dell’ora di pranzo.
Mi alzo di scatto facendo quasi cadere la sedia a terra, afferro il mio zaino ma lascio sul tavolo il mio vassoio.
E inizio a correre verso l’uscita, verso le scale, verso la mia camera. Mentre scappo sento la voce di Sookie chiamarmi ma non mi volto, mi sta urlando qualcosa ma non ci faccio caso, voglio solo andarmene da li, alla svelta, il piu presto possibile.
La distanza tra il refettorio e la mia camera in questo momento sembra piu’ che mai infinita. Quando finalmente raggiungo la mia porta e la oltrepasso, la chiudo a chiave, mi butto sul letto e scoppio a piangere.
Ora pero’ mi sento al sicuro.

Nel frattempo a casa Cullen…

 “Edward, Edward credo sia meglio che tu vada da Bella, non si sente molto bene.” “Ma.. Alice, ma cosa dici? Perché non ….”
“Non fare domande,anticipa la tua partenza e va da lei”
Quando Alice fa cosi un po’ mi spaventa e spaventare un vampiro centenario non dovrebbe essere cosi facile… appunto NON dovrebbe. Scendo in garage e salgo sulla Volvo. Non mi faccio troppi problemi su semafori e stop ,Bella ha la precedenza, sempre.

Bella
Non so per quanto tempo piango, mi sento intontita e ad un tratto mi sembra quasi di aver sentito bussare alla porta.
Guardo l’ora, le 14 e 30.
E poi mi ricordo di Edward, sarebbe venuto nel pomeriggio, qui per me, da me.
Mi alzo un po’ barcollante e cercando di rendermi quantomeno presentabile, aggiustando i capelli e asciugando le guance mi dirigo verso la porta. Giro la chiave e abbasso la maniglia.
Non faccio in tempo ad aprire la porta che un profumo di vaniglia mi invade e vengo stretta in un abbraccio, sopraffatta amorevolmente da Edward. Mi stringe e non mi lascia andare, le braccia attorno alla mia schiena, le labbra tra i miei capelli mentre mi chiede che cosa è successo.
E li le lacrime spingono prepotenti per uscire.
E crollo definitivamente tra le sue braccia appena prima di pronunciare quelle poche parole cosi dolorose.
“Ho pensato ai miei genitori”
“Oh Bella, piccola mia, no non piangere”
Mi passa le braccia sotto le gambe e prendendomi in braccio ci sediamo sulla poltrona vicina al letto. Mi stringe cosi forte che quasi mi manca il respiro ma è un’emozione indescrivibile e tra un singhiozzo e l’altro riesco a dirgli -grazie-
Sento che si muove.
Scioglie l’abbraccio e con l’indice mi alza il mento portando i suoi occhi nei miei.
“Bella, per favore non dirmi piu’ grazie, è come se tu fossi in debito con me ma non lo sei, affatto, ok?” faccio segno di si con la testa.
I singhiozzi si calmano e anche io.
“Bene. Adesso ti senti di raccontarmi che cosa è successo?”
Inizio a spiegare la mia giornata, raccontandogli di quanto ero felice che lui venisse a trovarmi e di come erano andate le lezioni. Poi arrivo al pranzo e per poco non ricomincio a piangere se non fosse per Edward che mi accarezza la schiena e mi posa tanti piccoli baci sulla fronte.
“Mi mancano Edward, mi mancano da morire, mi mancano talmente tanto che a volte di notte mi sveglio di soprassalto e un dolore forte mi prende il cuore. A volte mi sembra di impazzire. E cio’ che piu’ mi fa male è non sapere che cosa è successo davvero e perché”
Mi osserva con quei suoi occhi cosi profondi che sembra vogliano leggermi dentro.
“Bella ascoltami, faro’ di tutto per scoprire che cosa è accaduto ai tuoi genitori te lo prometto ma tu in cambio devi promettermi che terrai a mente solo i ricordi piu’ belli, basta tristezza e basta brutti sogni. Sei una ragazza in gamba, devi spiegare le tue ali e so che ce la farai. La tua vita è la’ fuori” e con un gesto della mano indica la finestra “devi prendetela, devi farne un quadro bellissimo perché questo è quello che i tuoi genitori avrebbero voluto comunque per te. Qui” e appoggia una sua mano sul mio cuore “c’è tanto amore, tanto coraggio e tanta forza. Non sei sola Bella, non avere paura, io sono con te e ci saro’ ogni volta che tu lo vorrai. Non ti lascero’ neanche se sarai tu a chiedermelo.”
Per tutto il tempo Edward mi guarda dritto negli occhi
. “Ed ora cambiati, abbiamo un gelato da mangiare!”
Gli sorrido e mi rendo conto sempre di piu’ di essere una ragazzina molto fortunata. In poco tempo raggiungiamo la gelateria e ci prendiamo un bel cono: lui fragola e cioccolato, io pistacchio e nocciola.
Siamo seduti su di una panchina in un parchetto vicino alla gelateria e siamo in silenzio. Non sto guardando verso di lui ma posso sentire i suoi occhi su di me. Sono un po’ imbarazzata,come mi succede spesso, ogni volta che siamo insieme o che lui mi fa un complimento. Penso ancora alle parole che ci siamo detti poco fa, a come lui ha cercato di tranquillizzarmi e di essermi vicino. E’ sempre cosi dolce e comprensivo con me, gli voglio un bene infinito e lui occupa un posto molto importante nel mio cuore. Vago con i pensieri quando ad un tratto sento freddo su una mano.
“Bella,ti si sta sciogliendo il gelato”
Cavolo. Ho la mano che tiene il cono sporca di gelato al pistacchio e alcune gocce sono anche per terra. Edward mi porge svelto due salviettine per pulirmi e si offre di tenermi il gelato finchè ho finito di sistemarmi. Sono cosi sbadata ultimamente e non so cosa mi stia succedendo. Ho sempre la testa tra le nuvole e non è certo una cosa da Isabella Swan. Si Swan.
Mi blocco un attimo come a misurare i possibili danni che faccio ogni volta che nomino la parola genitori o il mio cognome ma mi riprendo subito da quel torpore: devo imparare a convivere con quel dolore e con quei pensieri.
Edward mi osserva,sembra capire che c’è ancora qualcosa che non va ma resta in silenzio anche lui,come se volesse lasciarmi il mio spazio. Gli devo delle scuse o quantomeno delle spiegazioni per quello che mi sta succedendo ultimamente. Dal giorno dell’incidente non avevo mai provato un dolore cosi grande per la perdita dei miei genitori; avevo cercato di mettere da parte quel dolore per conservarlo in un angolo del mio cuore dove avrei potuto trovarlo ogni volta che lo avessi voluto. Pensavo a loro costantemente ma momenti cosi non li avevo mai avuti. Si è risvegliato qualcosa in me e un po’ mi fa paura. Ma Edward deve sapere, deve sapere che ho paura. Non riesco pero’ ad alzare lo sguardo dalle mie scarpe. Alla fine riesco almeno ad esternare i miei sentimenti.
“ Ho paura, ho paura perché non so controllare questo dolore,questo vuoto che sento dentro. Puoi aiutarmi Edward, puoi aiutarmi?”
Ed è adesso che alzo il viso e lo guardo negli occhi; e poi cio’ che vedo è il piu’ bel sorriso che lui mi ha regalato in tutti questi mesi che ci conosciamo, il piu’ bel sorriso che mi sia mai stato fatto negli ultimi mesi.
Ed è un si.
Ed è per me, solo per me.
E mi sento a casa, di nuovo.
“Grazie”E mi posa un dolce e lungo bacio sulla fronte.
Passato quel mio momento di crisi parliamo della sua scuola, dei suoi corsi di pianoforte e della sua passione per la letteratura. Di me parlo poco, non ho molto da dire e adesso non mi sento pronta, lui lo sa e non mi fa domande. Il pomeriggio volge al termine ed è ora per me di tornare.
I saluti non mi piacciono mai ma staccarsi da Edward dopo un pomeriggio cosi è davvero triste. Da quando lo conosco se non stiamo insieme mi manca proprio come l’aria e il pensiero che si allontani da me anche solo per poche ore mi fa gia’ cambiare umore.
E lui se ne accorge.
“Principessa non fare cosi,lo sai che possiamo vederci quando vuoi, devi solo fare uno squillo e io arrivo subito”
Sembra leggermi nel pensiero.
“Si si lo so è che ogni volta che passiamo del tempo insieme e poi vai via.. beh.. ecco mi manchi”
Mi osserva. Un lato delle sue labbra si inclina verso l’alto in un ghigno compiaciuto.
“Anche tu Bella,mi manchi quando non siamo insieme. C’è un legame tra noi,un filo invisibile che ci tiene uniti.”
Mentre mi parla i suoi grandi occhi mi scrutano e sembrano cambiare colore,diventare piu’ scuri.
“Devo andare Bella, ma resto sempre con te, qui” e mi indica la fronte “e qui” e mi indica il cuore.
Mi abbraccia e mi da’ un bacio sulla guancia prima di andarsene. Quando arriva alla sua auto si volta e mi rivolge un ultimo grande sorriso,caldo,dolce, che sa di casa.
Resto ancora un po’ a guardare quel vuoto che ha lasciato andandosene via e dentro di me ripeto che questo vuoto durera’ per poco tempo. Salgo in camera,mi lavo e mi vesto; dopodiche scendo in refettorio.
La cena si svolge tranquillamente, Sookie è un po’ silenziosa ma non le chiedo perché: anche io non ho molta voglia di parlare.
Prima di salire in camera comunque la saluto e le do’ la buonanotte dandole appuntamento per colazione, il giorno seguente. Come ogni sera, prima di dormire ringrazio il cielo per tutto quello che ho: per la mia vita, per i miei nuovi amici, per la mia nuova famiglia, per Edward. E’ stata una giornata un po’ pesante ma Edward sa sempre come farmi stare bene, lui sa come lenire le mie ferite e di questo avro’ sempre bisogno.
Edward, come ho potuto fare a meno di lui fino ad ora? Sorrido.
Poi prendo il telefono e gli mando un messaggio per la buonanotte.
Risponde subito: “Buonanotte principessa del mio cuore. Sognami che sono lontano dal tuo viso e cosi accanto a te mi troverai. Ti voglio bene.”
Lontano dal mio viso ma mai dal mio cuore, penso.
Accarezzo lo schermo del telefono dove sono scritte quelle parole e mi convinco sempre piu’ che andra’ tutto bene finchè lui sara’ vicino a me. E da stanotte niente piu’ incubi, solo bei sogni felici.
Con questi pensieri scivolo nel sonno.
Il risveglio la mattina seguente è molto dolce: un messaggio vocale di Edward che mi da’ il buon giorno rende tutto piu’ bello.
Non tardo a rispondergli chiedendogli quando verra’ ancora a trovarmi.
Lui mi risponde che vorrebbe andare in piscina,tutti insieme,il sabato seguente. Io gli scrivo che mi piacerebbe molto ma che avro’ bisogno dell’aiuto di Alice per comprare un costume. La sua risposta non tarda ad arrivare e mi rassicura che al mio costume ci ha gia’ pensato Alice. Mi saluta e mi dice che ci sentiremo presto. Oh Alice, sei un tesoro. Lo ringrazio e lo saluto mandandogli un emoticon a forma di bacio. Lui me ne rimanda tre.
Sorrido e ripongo il telefono sul comodino.
Mentre mi preparo per scendere a fare colazione, penso che tra poco finiro’ il corso e anche se è durato solo poche settimane sento che un po’ mi mancheranno queste lezioni, i miei amici e gli insegnanti. Si perché nei mesi estivi quasi tutti i bambini dell’orfanotrofio tornano a casa dalle famiglie affidatarie. Io restero’ qui a curare gli animali.

7 anni dopo…

“ Isabella è arrivata la tua famiglia a prenderti,presto scendi”
La mia famiglia è venuta aprendermi,andro’ ad abitare a casa dei Cullen,insieme a loro e non potrei essere piu’ felice di cosi.
“Si arrivo subito,grazie Gianna”
Sono le 8 del mattino e con oggi inizia per me un altro capitolo della mia vita. 7 anni fa quando sono arrivata, non pensavo che me ne sarei mai potuta andare e invece ora lascero’ questo luogo bellissimo per sempre.
Finisco di prepararmi e raggruppo le ultime cose da portare con me.
“Dunque prendo le due valige,la borsa,ah si il caricabatterie del telefono altrimenti sono guai,le luci sono spente e..” SBAM! voltandomi per raccogliere il braccialetto che mi è scivolato dalle mani vado a sbattere contro un petto duro come il marmo.
Edward.
“Dovevo immaginare che saresti salito ad aiutarmi”
“Ciao anche a te Isa. Prendo qualche valigia cosi saremo a casa per cena.”
“Ah ah come sei divertente oggi e anche molto felice,hai per caso trovato l’amore?”
“Molto di meglio. Porto a casa la mia splendida sorellina con la quale voglio passare tutto il mio tempo”
Resto un attimo senza parole e lo fisso in volto. Un grande sorriso gli illumina il viso e gli sono comparse quelle meravigliose fossette ai lati della bocca che mi piacciono tanto.
Resterei ore a guardarle ma è ora di scendere altrimenti salira’ tutta la famiglia per controllare in che modo stiamo perdendo tempo.
“Ok sciupafemmine bando ai complimenti, hai forse bisogno di qualcosa? E comunque ora dobbiamo andare altrimenti chi lo sente Emmett.”
Prendo la borsa, una piccola valigia e mi infilo lo zaino sulle spalle ma lui non muove un muscolo.
Allora mi fermo anche io a guardarlo ma quando capisco che cosa sta per fare è troppo tardi e non faccio in tempo a scappare. Finisco sul letto con tutte le borse ancora addosso e con un Edward non intenzionato a fermarsi.
“Oh no no ti prego no, lo sai che non sopporto il solletico.”
“Come mi hai chiamato? Sciupafemmine? E in piu’ pensi che sia cosi superficiale da chiederti qualcosa in cambio del mio aiuto? Rimangiati queste tue parole altrimenti…”
“Si si si va bene scusami non sei uno sciupafemmine no no,anzi sei stupendo,bravissimo,educato e e.. non vuoi mai niente in cambio e..”
Finalmente smette la tortura e posso respirare.
“Bene, cosi va meglio ora possiamo scendere”
Sto per alzarmi dal letto quando il vocione di Emmett irrompe nella stanza.
“Oh andiamo ragazzi vi sembra questo il momento di giocare avrete tutto il pomeriggio,Alice ha organizzato una mega festa di benvenuto per Bella. Ci saranno anche i nonni oltre ai cugini e ad alcuni amici. Forza andiamo!”
Alice ha organizzato una festa per me? Che carina.
Scendiamo e una volta all’ingresso noto che Carlisle ci sta aspettando alla reception. Sta saldando il conto. Salutiamo tutti e partiamo verso casa Cullen.
Il viaggio è un po’ lungo ma guardando fuori dal finestrino il tempo passa veloce. Sono seduta sul sedile posteriore, Edward di fianco a me mi accarezza il dorso della mano. Il paesaggio e’ bellissimo : laghi, foreste e montagne si susseguono davanti ai miei occhi. Sorrido.
“Ti piace?” mi chiede quasi sussurrando.
“Si, tanto” gli rispondo sempre guardando fuori dal finestrino.
“E sei felice?”
“Non credo che potrei essere piu felice di cosi” Mi giro verso di lui e sul suo volto trovo come sempre un abbagliante sorriso.
“Io credo che potrei farti cambiare idea”
Una vampata di calore mi accende il viso per l’imbarazzo. Stringo la sua mano nella mia e l’unica cosa che riesco a dire è un timido “Grazie”. Continuo a osservare i paesaggi fuori dal vetro del finestrino e sono sempre piu’ impaziente di arrivare a “casa”.
Casa,casa,casa.
La mia mente continua a ripetere questa parola e sorrido sospirando,riempiendo i miei polmoni di aria. Nonostante i finestrini siano chiusi e l’aria condizionata sia accesa, mi sembra quasi di poter sentire i profumi di questi luoghi. E presa da questo piacevole vortice di pensieri, quando sento la voce di Carlisle sobbalzo sul sedile per lo spavento, suscitando una risatina di Emmett.
Fortunatamente pochi minuti dopo l’auto decelera e svolta a destra imboccando un lungo viele alberato: in fondo si intravede una grande villa bianca.
“Ecco la tua nuova casa Isabella. Penso che ti piacera’ vivere qui” mi dice Carlisle.
L’auto si ferma davanti ad una scalinata, dopo aver girato attorno ad una grande fontana. Edward scende veloce e apre la portiera dal mio lato.
“Prego signorina,benvenuta a casa” e mi porge la mano per aiutarmi a scendere.
Resto immobile per alcuni secondi,con il naso all’insu’,incantata a guardare la grande casa bianca che si erge di fronte a me: cosi maestosa che sembra tocchi il cielo,cosi bella che sembra uscita da una fiaba. Edward è sempre accanto a me e mi sta dando un po’ di tempo per elaborare la novita’. Ma non mi serve tempo,voglio buttarmi a capofitto in questa nuova vita,in questa nuova famiglia.
“Avanti che stiamo aspettando,entriamo in casa” dico decisa.
Ad Edward scappa una risatina soddisfatta e senza lasciare la mia mano iniziamo a salire tutti quei gradini che sembrano infiniti e mentre ci muoviamo mi dice che per questa giornata cosi speciale Esme ha voluto occuparsi lei di tutti i preparativi lasciando la giornata libera alla servitu’.
Annuisco e poi.. ehi aspetta un attimo..ha detto servitu’? Oh caspita,caspiterina hanno anche del personale. Cerco di non apparire troppo colpita ma con Edward non funziona, cosi lui mi rassicura dicendomi che non tutti i giorni vengono a prestare servizio alla villa.
Appena arriviamo in cima alle scale la porta si apre rivelando Alice in tutta la sua vivacita’ che per poco non mi scaraventa a terra.
“Ciao Bella finalmente sei arrivata,che bello-che bello sei qui con noi adesso,mamma, mamma è arrivata Bella vieni”
E mentre lei continua a strillare e Edward le dice di darsi una calmata,sulla soglia di casa appare Esme in tutta la sua grazia. Mi sorride. Mi sorride con un sorriso che sa di casa, di ben arrivata a casa, di bentornata a casa. Le sorrido anch’io e la saluto. Ci abbracciamo ed entriamo in casa.
L’ ingresso davanti a me è ampio e molto luminoso. Il colore predominante è il bianco, dai pavimenti e le scale in marmo, alle pareti. Ai lati della stanza,due scale salgono eleganti per unirsi poi al piano superiore e un grande lampadario pieno di swarowski situato perfettamente al centro dell’ingresso brilla maestoso.
Percorro lentamente alcuni passi,guardando avida tutte quelle novita’ e non posso fare a meno di stupirmi sempre piu’. Per quel poco che ho visto è una casa bellissima,una di quelle che piacciono a me quasi al pari di un castello. Una casa in cui ho sempre sognato di poter vivere.
“Esme è bellissima”
“Grazie cara,mi fa piacere che ti piaccia” mi dice “ma per me e per loro” fa segno indicando la sua famiglia che nel frattempo si è completata anche di Rosalie e Jasper, “l’importante è che tu qui ti senta bene e che tu sia felice”
Esme è una donna eccezionale e io sono stra contenta. Annuisco cercando di non emozionarmi troppo.
Proseguiamo il giro della casa, passiamo per la cucina, anch’essa in legno bianco,elegante e di classe,che affaccia su un bel prato.
Incuriosita da tutto quel verde, sbircio meglio dalla porta finestra e.. no ma che dico prato, è un meraviglioso parco! Voglio uscire e tiro Edward verso la tenda che copre la visuale esterna ma Alice me lo impedisce.
“Eh no signorina,non puoi rovinarmi la festa!” mi urla con quella sua voce squillante.
Ah gia’, la festa. Faccio il musino da imbronciata ma subito scoppio a ridere e con me tutti i presenti. E Alice ne approfitta.
“Allora Bella,il giro della casa lo finiremo domani,adesso io e Rosalie ti prepariamo per la tua festa di benarrivata”
“Alice cara ma che cosa dici,abbiamo appena iniziato e poi è presto, Bella vorra’ riposarsi e mangiare qualcosa, poi verra’ con voi”. Alice è costretta a desistere ma il guizzo che colgo nel suo sguardo mi fa capire che passero’ ore di “tortura”.
   
 
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